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Autore: pvantomhive    24/04/2016    1 recensioni
nata inizialmente come one shot midotaka, ma mi sono divulgata nello scrivere così ho deciso di dividerla in due parti. Parla dell'incontro di Midorima e Takao da bambini, i due legheranno subito diventando così inseparabili, ma qualcosa nella vita del verde cambierà questa dolce armonia.
Spero di avervi incuriosito!
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Shintarou Midorima, Takao Kazunari
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Raggi di luce filtravano debolmente attraverso le tende andando ad illuminare il viso pallido di Takao, dormiva supino con la bocca leggermente schiusa e le braccia penzoloni. Le piccole dita sfiorarono terra causando un leggero brivido lungo il corpo di Takao, aprì a fatica gli occhi e farfugliò un grugnito con la bocca ancora impastata dal sonno, sbadigliò sonoramente e si mise a guardare il soffitto blu di camera sua, quella lieve luce creava giochi d'ombre facendo immaginare a Takao strane figure, esistenti solo nella sua bambinesca fantasia. Un rumore del tutto fuori luogo in quella serena tranquillità interruppe i suoi pensieri, girò pigramente la testa osservando il cielo mattutino ancora debolmente illuminato, ammirò la sua bellezza, pensando che solo rare volte gli era capitato di svegliarsi poco dopo l'alba, ma era sempre stato troppo stanco ed assonnato per ammirare quel meraviglioso cielo roseo. Con un enorme sforzo abbandonò le calde e morbide coperte per appoggiare i piedi nudi sul pavimento freddo, rabbrividì battendo involontariamente i denti, un lieve soffio uscì dal buco creatosi a causa del molare perso qualche giorno addietro, si strinse nelle spalle e con passi felpati ma decisi si avviò lungo la finestra. Altri rumori più forti del precedente interruppero nuovamente la quiete mattutina, Takao sbirciò curioso spostando le tende per osservare meglio, un grosso camion era parcheggiato malamente lungo il vialetto della casa accanto alla sua, due uomini in tuta stavano trasportando grossi scatoloni per poi depositarli dentro al giardino incolto. Una donna dai lunghi capelli corvini li osservava attentamente dando qualche indicazione di tanto in tanto, Takao aprì del tutto le tende, ormai rapito da quella banale scena notando una quarta persona avvinghiata alle gambe della donna, il bambino dalla buffa capigliatura color verde osservava corrucciato sua madre sistemandosi distrattamente gli occhiali. Takao non seppe come, ma il bambino si accorse del suo sguardo curioso e lo osservò a sua volta, i loro sguardi si incontrarono brevemente facendo scalpitare per la sorpresa il cuore di Takao, chiuse rapidamente la tenda e corse verso il suo letto buttandocisi sopra, il battito irregolare del suo cuore diminuì lasciando spazio a profondi respiri per riprendere il fiato dopo quella breve corsa, le sue piccole dita percorsero tremanti verso il viso sistemandosi le ciocche ribelli ricaduteci sopra, la sua mente fu invasa da nuovi pensieri sui vicini appena acquisiti, pensò ai due uomini che trasportavano scatoloni, pensò anche alla bella donna dai lunghi capelli corvini che li osservava, ma il suo pensiero fisso fu quel bambino con gli occhiali e i capelli verdi con gli occhi del medesimo colore che lo osservavano curioso.

Anche quella mattina Takao si alzò quando il sole era sorto da poco con un sorriso speranzoso stampato in volto, erano passati ormai tre giorni da quando aveva visto quegli occhi verdi ed ora sentiva il desiderio incontrollabile di rivederli, non che non ci avesse provato, ma i suoi nuovi vicini non erano più usciti da quella casa color grigio pastello infondendogli un senso di tristezza. Sospirò scacciando i pensieri con un leggero movimento del capo mentre si avviava, come le mattine precedenti, verso la finestra contornata di luce, sbirciò nel giardino per trovarlo completamente vuoto e ancora incolto, alimentando ancora di più la sua irrequietezza. Si fiondò giù per le scale saltando i gradini due a due, si ricordò delle parole di ammonimento di sua madre solo quando per poco non cadde dall'ultimo gradino, imboccò il corridoio che portava alla cucina e uscì dalla porta sul retro molto cautamente per non essere scoperto dai famigliari. Il sole ora era alto nel cielo infondendo un senso di calore al piccolo corpo di Takao, chiuse gli occhi assaporando quella dolce brezza mattutina che gli solleticava la pelle, li riaprì lentamente quasi con timore osservando la casa accanto alla sua che per parecchi anni era stata vuota, i muri vecchi e scrostati erano stati dipinti recentemente, le finestre erano state addobbate con tende frivole e colorate contornate da vivaci fiorellini dalle simpatiche forme, l'abitazione non era cambiata di molto, ma rispetto a prima sembrava più viva ed accogliente. Si accorse della presenza del bambino solo quando quest'ultimo picchiettando compulsivamente alla finestra lo fece sobbalzare, i due si scrutarono con occhi curiosi e indagatori, Takao approfittò del momento per individuare ogni particolare, era appoggiato allo stipite della finestra tenendo sollevata la tenda così da potersi vedere, indossava un pigiama di flanella azzurrino chiaro con dei motivi a spirale ricamati sopra, gli occhiali erano appoggiati a casaccio sul naso e i capelli ribelli gli ricadevano a grandi ciocche lungo il perimetro del viso. Dopo una lunga serie di sguardi l'imbarazzo cominciava a farsi sentire, il corvino alzò timidamente la mano in segno di saluto facendogli cenno di scendere, il bambino scosse la testa con veemenza dicendo qualcosa, probabilmente una negazione lasciando ricadere la tenda così da scomparire nella sua stanza.

Takao fu assalito da un senso di incontrollabile tristezza mentre si accasciava contro la staccionata lasciandosi scivolare fino a toccare terra. Guardò il cielo con occhi assenti concentrandosi sulle buffe figure formate dalle bianche nuvole, il vento si fece più pesante causandogli brividi e facendolo stringere nelle spalle, chiuse gli occhi appoggiando la testa sulle ginocchia ripiegate pensando al suo stomaco che brontolava per la mancata colazione, un "Oì" pronunciato in modo scocciato gli fece alzare la testa di scatto dimenticandosi momentaneamente del cibo. Difronte a lui si trovava il bambino con gli occhiali che lo sovrastava con la sua altezza, il pigiama era stato sostituito da una tuta nera, i capelli pettinati malamente all'indietro gli davano un'aria più fanciullesca, finì per osservare i suoi occhi verdi e profondi facendolo sentire incredibilmente meglio. -Oì- ripetè sistemandosi gli occhiali per poi incrociare le braccia al petto guardandolo torvo -perchè sei qui? perchè mi cerchi?- quelle domande espresse con un tono misto a curiosità e insistenza gli fecero affluire il sangue alle guance, si alzò velocemente sperando che il bambino non notasse il suo rossore, tenendo lo sguardo a terra farfuglio una scusa che non fu recepita dal verde per il tono basso -mi chiamo Takao Kazunari e ho sei anni- pronunciò in seguito parlando velocemente mentre allungava una mano in segno di rispetto come sua madre gli aveva insegnato. Il bambino alzò un sopracciglio perplesso afferrandola diffidente facendolo rabbrividire per le dita fredde del corvino, sospirò irritato lasciando ricadere frettolosamente il braccio mettendo le mani nelle tasche della tuta per riportarle alla sua solita temperatura corporea -Midorima Shintarou- si presentò poi notando lo sguardo fisso dell'altro, Takao sorrise in modo genuino pronunciando una frase che stupì altamente il verde -è un piacere conoscerti Shin chan spero che diventeremo ottimi amici- un caldo rossore comparve sulle gote di Midorima facendogli perdere per un momento la sua solita compostezza -non chiamarmi in quel modo, abbi un po' di rispetto- disse per mascherare quell'inaspettata fragilità, come risposta Takao gli prese la mano ridendo e insieme entrarono in casa per conoscersi meglio e riscaldarsi un poco.

L'estate era cominciata da un pezzo, le giornate si facevano più lunghe, il vento primaverile era stato rimpiazzato da una brezza calda e afosa, Takao e Midorima erano sdraiati all'ombra di un abete osservando il cielo limpido e sereno -quella nuvola sembra una macchina- disse il verde indicandola con il braccio magro e lungo -a me sembra un carro armato- replicò l'altro iniziando a fare versi di missili sparati e persone che gridavano, Midorima scosse leggermente la testa lamentandosi della troppa fantasia ed euforia del corvino, pensò alle settimane trascorse e alla velocità con cui la loro amicizia si era solidificata, non che avesse avuto scelta a causa dell'insistenza di Takao nel giocare insieme tutti i giorni, ma non lo turbava nemmeno anzi lo faceva sentire quasi felice come se potesse dimenticarsi del passato. Un senso di angoscia e tristezza lo avvolsero facendolo respirare sempre più faticosamente, Takao immerso nella sua storia che parlava di dinosauri e alieni sembrò accorgersene zittendosi di colpo -Shin chan?- chiese dubbioso avvicinando una mano al suo petto -tutto bene?- Midorima la scansò bruscamente alzandosi dall'erba morbida -sto bene... ho solo caldo- aggiunse prima di scomparire dentro casa sua, lasciando Takao con la mano ancora alzata per afferrarlo.

Midorima con le dita incrociate riportate alla bocca e lo sguardo vuoto fisso sulla radio spenta davanti a lui appariva come se fosse in una silenziosa preghiera, i raggi solari illuminavano debolmente la stanza e a causa della sua vista scarsa non riusciva bene a mettere a fuoco gli oggetti intorno a lui, la sveglia come consuetudine trillò facendolo sorridere per quel momento così speciale. Accese la radio già impostata su quell'unica stazione che valeva la pena di ascoltare e la voce di Oha Asa interruppe quel rigoroso silenzio preannunciando l'inizio dell'oroscopo mattutino, Midorima si sedette meglio portando le mani al grembo in paziente attesa del suo segno zodiacale, il turno del Cancro arrivò poco dopo portando tutta la massima attenzione del verde verso le parole che fuoriuscivano da quella piccola radio, non si accorse nemmeno di aver trattenuto il respiro fino a quando Oha Asa smise di parlare, per il Cancro era un ottimo giorno non aveva inimicizie con nessuno se avesse avuto con se l'oggetto fortunato di quel giorno un orsetto rosso di peluche che lui già possedeva e a quanto pare i pianeti sarebbero stati dalla sua parte tranne per una piccola pecca, avrebbe dovuto sistemare una faccenda in sospeso, Midorima non capì quell'ultima parte, lui non doveva risolvere niente. Una luce si accese nella sua mente quando iniziò il turno dello Scorpione il segno di Takao, fin da quando avevano iniziato a frequentarsi ascoltava anche il suo oroscopo per riferigli se ci fosse qualcosa che non andava, il corvino gli aveva chiesto più volte come mai fosse tanto fissato senza mai ottenere risposta, ripensò al giorno precedente quando gli aveva risposto bruscamente e l'aveva lasciato solo, si battè una mano in fonte sussurrando con un ghigno "Oha Asa non sbaglia mai", sapeva che sarebbe dovuto andare a scusarsi, ma la sua mente aveva già cominciato a vagare su quel ricordo che l'aveva portato all'ossessione dell'oroscopo.

*sei mesi fa*

Midorima era seduto tranquillamente al tavolo da pranzo gustandosi la sua amata colazione, era una giornata serena e piacevole per essere dicembre il sole entrava dalla finestra illuminando sua madre che lavava i piatti, questa si girò a guardare suo figlio e sorrise riempiendo quel posto freddo di caldo amore, fece un sussulto come appena ricordatasi di qualcosa d'importante e togliendosi i guanti pieni di soffice schiuma corse ad accendere la radio, il piccolo sbuffò sapendo già cosa lo attendeva, sua mamma amava ascoltare l'oroscopo anche se non ci credeva più di tanto, diceva che un po' di superstizione non guastava mai, così obbligava pure lui ad ascoltarlo. Oha Asa blaterava cose che per un bambino di sei anni non avevano senso, ma si sforzò lo stesso di ascoltare almeno il suo segno, diceva che quel giorno sarebbe stata una pessima giornata per il Cancro non avrebbe dovuto fare cose avventate e se possibile evitare il segno del Leone. Midorima roteò gli occhi quando sua madre lo ammonì di non fare niente di pericoloso e gli metteva in cartella una biglia colorata che era l'oggetto fortunato di quel giorno, sorrise invece quando vide entrare suo padre vestito tutto di punto per andare al lavoro, gli corse incontro per essere preso in braccio ed entrambi salutarono la donna dai lunghi capelli corvini avviandosi alla macchina. La scuola elementare per Midorima era una vera pacchia essendo più intelligente dei suoi compagni di classe non doveva fare troppi sforzi e finiva i compiti assegnati in poco tempo, le giornate per il verde passavano velocemente proprio come quel giorno, uscì da scuola correndo verso il cancello per vedere suo padre appoggiato alla macchina che lo aspettava sorridente, i ciottoli rialzati lo fecero cadere causando la perdita del suo piccolo pallone che iniziò a rotolare verso la strada. Lasciò la cartella sul prato e lo rincorse ignorando le grida di suo padre che lo chiamavano, la raccolse sorridendo girandosi per tornare indietro quando due fari accesi e un forte rumore di clacson lo spaventarono, il tempo sembrò rallentare vide la macchina che stava per venirgli addosso, vide il conducente in preda al panico che cercava di frenare ma invano e vide suo padre che che correva gridando poi tutto diventò senza senso. Si ritrovò sul marciapiede in mezzo alla neve, gli ci vollero alcuni secondi per tornare in se e capire cosa fosse successo, si alzò con le gambe tremanti osservando la strada, la macchina era finita contro un albero alcuni signori che avevano assistito stavano aiutando il conducente a scendere fortunatamente illeso, mentre altri erano in cerchio parlottando tra loro con in volto una faccia di orrore. Ignorò il dolore alla testa e alle gambe incamminandosi per vedere cosa fosse successo scansando persone per riuscire a passare, finalmente arrivò nel mezzo guadagnando qualche occhiata di pena da parte di alcune donne che riconobbe come mamme dei suoi compagni, guardò per terra e il suo cuore si fermò di colpo, la nausea gli salì in gola e per poco non vomitò sulle sue stesse scarpe, disteso inerme c'era il corpo di un uomo morto, il cranio sfracellato rendeva impossibile il riconoscimento, le gambe piegate in una postura irreale lo rendevano ancora più macabro, si soffermò ad osservare il completo elegante dell'uomo che in qualche modo gli sembrava famigliare e quando il suo cervello realizzò la verità iniziò a gridare in modo così straziante da far piangere le altre persone, non riusciva a fare altro gridava e piangeva dicendo che non poteva essere vero che quello disteso a terra non era suo padre. Si buttò a terra picchiando i pugni fino a sfregiarsi le mani, gridò fino a non avere più aria nei polmoni, pianse finchè non finì le lacrime e prima di svenire esausto sull'asfalto gelato si ricordò che suo padre era di segno del Leone.

Il ricordo ancora così vivo nella sua testa lo assillava ogni giorno, aveva ucciso suo padre, era stato lui non importava quante volte sua mamma gli ripetesse che era stato un incidente, che lui non aveva colpa. Ne aveva di colpe invece, se solo avesse ascoltato suo padre che gli diceva di tornare indietro, se solo avesse ascoltato sua madre che gli diceva di non fare cose avventate, se solo avesse ascoltato l'oroscopo... Quella sensazione di nausea e disgusto tornò e questa volta non riuscì a trattenersi, vomitò tutta la tristezza, il senso di colpa e l'amarezza che lo possedevano, per un bambino di sei anni questo era troppo da reggere, da solo non ce l'avrebbe mai fatta, ma lui era solo non aveva nessuno con cui portare quel peso enorme, nemmeno sua mamma che da quando era successo l'incidente non aveva più osato guardarla in faccia, a causa sua era diventata depressa perdendo così il posto di lavoro, si sentiva da schifo non poteva permettersi di essere felice e di avere qualcuno di speciale, ma Midorima si sbagliava, non sarebbe più stato solo e presto se ne sarebbe accorto.

Takao non era un bambino paziente, non lo era mai stato. Quando desiderava qualcosa se lo andava a prendere, era impulsivo e determinato per questo non vedendo il verde arrivare nei due giorni successivi decise di presentarsi a casa sua per farsi dare delle scuse, non che gli importasse veramente, se fosse stato per lui sarebbe già tutto dimenticato, ma secondo sua mamma delle scuse sincere erano la base di un buon rapporto. Così quando Midorima con la faccia corrugata per l'imbarazzo e il fastidio gli disse "mi dispiace per l'altro giorno" Takao si sentì meglio, non si aspettava grandi parole dall'amico, ma andava bene, sarebbe andato tutto bene purchè fossero rimasti insieme.

-Oì Takao- Midorima lo scosse dai suoi pensieri che ultimamente avevano sempre esso come protagonista, erano al parco giochi in fondo al vialetto spaparanzati all'ombra di un pino in cerca dell'unica fonte di possibile fresco, l'estate quell'anno si fece sentire calda e afosa più che mai, a Takao il caldo non piaceva, gli rendeva difficile anche il più piccolo movimento e lui odiava stare fermo, fece uno sforzò e si mise seduto per ricambiare lo sguardo del bambino con gli occhiali che l'aveva appena chiamato -che c'è?- chiese asciugandosi la fronte grondante con il bordo della maglietta, Midorima osservò schifato il suo movimento, ma si affrettò a rispondere per non farglielo notare -ieri mentre passeggiavo con mia mamma ho notato un campo da basket poco più avanti, ci andiamo?- distolse lo sguardo dagli occhi penetranti di Takao, quel bambino lo faceva sentire costantemente in imbarazzo, avrebbe voluto schiaffeggiare questa sua parte vulnerabile, anzi avrebbe preferito schiaffeggiare le rosee guance del corvino che lo fissava con un sorriso più grande del suo stesso volto, Midorima lo odiava, come poteva essere sempre felice? Avrebbe voluto trovare quella sua parte marcia per vederlo soffrire, ma sapeva benissimo che non era vero, lo diceva solo per non pensare al suo sorriso.

Takao era già in piedi pronto a partire, offrì una mano al verde che la ricambiò sorprendendo perfino se stesso, le loro dita umidicce si toccarono portando una scarica di adrenalina lungo il corpo del corvino che dimenticò momentaneamente il caldo e la stanchezza, aveva accettato di andare al campetto solo per Midorima, avrebbe preferito mille volte tornare a casa per rinfrescarsi un poco e mangiare una vaschetta di gelato, ma ora non ne era più così tanto sicuro, le scintille negli occhi del verde lo resero curioso, non aveva mai visto tanta determinazione in Shin-chan e senza rendersene conto stava sorridendo.

Takao camminava svelto per stare al passo del verde, si asciugò nuovamente il sudore con la maglietta ormai zuppa, si chiese come facesse Midorima a non sembrare stanco o sudato, quel bambino era sempre così perfetto e composto, niente lo faceva sembrare fuori posto e Takao lo ammirava, gli sarebbe piaciuto essere un po' più adulto ormai aveva sei anni e mezzo, doveva comportarsi come tale eppure era sempre sbadato e maldestro, sua mamma lo rimproverava per ogni minima cosa, ma a lui non interessava e lo faceva comunque, solo ora si rendeva conto che era sbagliato e questo grazie a Midorima, sempre e solo grazie a lui. Scacciò il rossore dalle gote con una leggera scrollata del capo e si affrettò ad annullare la distanza tra lui e il verde, il campo da basket che si stagliava davanti a loro era enorme e lo fece restare a bocca aperta, alcuni ragazzi correvano lungo il perimetro gridando e scherzando, Takao li osservò sorridendo guardando poi di sottecchi shin-chan, era fermo immobile con uno sguardo freddo e i pugni tesi, il corvino non fece in tempo a chiedergli cosa avesse che parlò "giocavo sempre a basket con mio padre" la voce dura gli fece capire che effettivamente qualcosa non andava, pensandoci bene non sapeva nulla di Midorima, non era mai stato a casa sua, quando andava a chiamarlo per giocare lo aspettava sempre fuori in giardino e il verde non l'aveva mai fatto entrare, sapeva solo che abitava con la madre, ma il padre non l'aveva mai visto, inizialmente non se n'era curato più di tanto, ma dal suo tono di voce perfino uno sbadato come lui poteva intuire che i casi erano due, o i genitori avevano divorziato oppure... "Shin-chan.." ora la voce tremava anche a lui, voleva digli qualcosa di incoraggiante, ma le parole gli morirono in gola non appena vide l'espressione vuota di Midorima "lascia perdere Takao, non è niente" disse rivolgendo nuovamente lo sguardo verso il campo "andiamo a giocare".

Stavano giocando a basket da più di un'ora, anzi Midorima giocava, Takao era bravo solo nel far cadere la palla, il verde aveva provato ad insegnagli le regole di base, ma il corvino non sembrava apprenderle, gli risultava difficile e senza senso e di sicuro questo caldo non aiutava per niente, si gettò letteralmente per terra respirando affannosamente, chiuse gli occhi cercando di far passare quelle fastidiose pulsazioni alla testa, Midorima si sedette accanto a lui riprendendo fiato "sei proprio una frana" disse ridendo di gusto, Takao avrebbe voluto ribattere ma la sua risata era talmente bella che gli dispiaceva interromperla "è solo perchè sei un pessimo insegnante" replicò infine facendo il finto offeso, Midorima riprese a ridere questa volta guardandolo dritto negli occhi e tornando subito serio sussurrò un "grazie" appena percettibile, Takao si alzò cercando di ignorare il calore, ma le sue guance erano nuovamente tinte di rosso.

Le giornate passavano veloci e tranquille accrescendo maggiormente l'amicizia tra il verde ed il corvino, i due si vedevano ogni giorno divenendo così inseparabili, ma ben preso le calde temperature lasciarono il posto ad un clima mite e birichino, settembre era alle porte causando tristezza nel cuore di Takao, il giovane sapeva che la scuola sarebbe cominciata tra non molto e avrebbe portato via questi splendidi momenti passati con il suo migliore amico e Takao ancora non sapeva che sarebbero stati gli ultimi.

Midorima camminava con passo irrequieto lungo la stretta via che portava al campo da basket, in questi mesi aveva insegnato al suo amico a praticare il suo sport preferito, il ragazzo alla fine non si era rivelato poi tanto male, con molta pazienza Midorima riuscì a scoprire il suo punto di forza cioè la vista periferica, riusciva a vedere perfettamente tutto il campo mentre giocava e sapeva sempre a chi passare la palla, il verde rimase molto colpito da questo suo talento, in una vera partita sarebbe tornato molto utile, non che potesse battere il suo ovviamente, i suoi tiri liberi diventavano ogni giorno più precisi ed accurati accrescendo in lui parecchia autostima. Vide il famigliare campo stagliarsi davanti a lui con Takao al centro e seppe che ormai il momento era giunto, non sapeva come dirglielo o meglio non voleva farlo, non avrebbe sopportato la vista di quel suo faccino triste, Takao era nato per sorridere e lui non poteva rovinare quella graziosa immagine. Lo osservò di nascosto, ammirando i suoi movimenti aggraziati da poco acquisiti, si muoveva libero e spensierato sul campo, come se ormai fossero una cosa sola e Midorima ne era felice, si fece coraggio e andò dal corvino con passi fermi e decisi, ma la sua sicurezza vacillò non appena vide il suo sorriso rivolto proprio a lui "Shin-chan sei arrivato finalmente" quel suo sguardo allegro lo fece pentire di essere venuto, non poteva farlo, non poteva abbandonarlo "Takao.." la voce si incrinò facendo percepire la sua preoccupazione al corvino che si allarmò all'istante "Takao, ti devo parlare di una cosa importante" si guardava le scarpe, non sarebbe riuscito a continuare guardandolo negli occhi "Shin-chan cosa succede? Mi stai facendo preoccupare, non ti ho mai visto in questo modo" è per colpa tua, pensò il verde, è per te se sto in questo stato, ma questo non glielo disse "Takao me ne vado" disse infine dopo una lunga pausa che sembrò durare ore "andrò in Cina per un po' di tempo con mia mamma, non so quanto starò via, ma devo andare" alzò lo sguardo solo una frazione di secondo per cogliere l'espressione dell'amico, eccola lì quella faccia che non avrebbe mai voluto vedere, il sorriso era scomparso dal suo faccino lasciando il posto ad un'espressione di pura tristezza, le labbra si mossero appena balbettando qualcosa "in Cina?" chiese riprendendo il controllo di se "m-ma non ha senso, ti sei trasferito solo da qualche mese, perchè te ne devi già andare?" ora stava gridando probabilmente Takao non se ne accorse nemmeno "mia nonna è originaria della Cina e da quando è morto mio nonno ha deciso di tornare nel suo paese, ma ora stà male e mia mamma deve prendersene cura, siamo l'unica famiglia che ha, non possiamo abbandonarla, ma ti prometto che tornerò presto, staremo via solo il tempo necessario" le parole gli uscirono talmente in fretta che non seppe se il corvino avesse compreso, ma sembrò rilassarsi attenuando la tensione anche nel verde, era riuscito in parte a farlo calmare "ah, quindi non te ne vai definitivamente, tornerai vero?" "si, tornerò" confermò facendolo calmare del tutto "allora va bene, significa che ti aspetterò ogni giorno con impazienza" non riuscì ad evitarlo, le gote si tinsero immediatamente di rosso facendo sorridere il corvino "io non vedrò l'ora di tornare" disse facendolo arrossire a sua volta.

Il fatidico giorno era arrivato, Midorima oggi sarebbe partito e Takao sentiva un incredibile vuoto dentro di se, non riusciva a realizzare che avrebbe cominciato la scuola senza di lui, avevano passato l'estate a fantasticare su questo momento, sarebbero stati in classe insieme, perfino vicini di banco gli aveva detto Takao sorridendo, ora invece Shin-chan se ne sarebbe andato e non sapeva nemmeno per quanto, settimane, forse mesi o perfino un anno aveva detto il verde tristemente qualche giorno prima, il corvino continuava a ripetersi che sarebbe tornato e questo era l'importante, sarebbe tornato glielo aveva promesso. Con mano tremante frugò nel cassetto della scrivania prendendo un piccolo pacchetto di colore blu, lo infilò in tasca e corse giù per le scale procurandosi un salato rimprovero dalla madre, ma al momento non ci badò, aveva altro a cui pensare. Percorse fulmineo il giardino ignorando l'aria pungente di quel giorno triste e grigio, Midorima era fuori dalla porta intento a passare delle valigie alla donna dai lunghi capelli corvini quale riconobbe come sua madre, aveva la solita faccia inespressiva, non sembrava curarsi dell'imminente partenza, non fino alla vista di Takao, i due si guardarono come avevano fatto spesso in questi mesi, ma questa volta era diverso e lo sapevano, Midorima disse qualcosa alla madre e si avviò dall'amico, il suo passo veloce e sicuro fece tranquillizzare il corvino che di sicuro in quel momento non aveva niente "oi Takao, cosa ci fai qui?" "sono venuto per salutarti" la voce incredibilmente ferma stupì perfino se stesso, ma era un bene, non voleva rendere triste Shin-chan a causa sua "okay, allora ciao Takao, ci vediamo" fece per allontanarsi senza rivolgergli un ultimo sguardo quando il corvino lo fermò "aspetta" gridò "volevo darti questo prima" disse mettendogli in mano il pacchettino blu, Midorima lo guardò perplesso, ma notando lo sguardo speranzoso dell'amico lo aprì, era un buffo bracciale palesemente fatto a mano, stravaganti corallini riempivano lo spago da cucina bianco, al verde venne da ridere ma si trattenne per non offendere l'amico "grazie" disse invece facendolo sorridere, lo mise con cura in tasca e fece per voltarsi un'altra volta, ma Takao lo fermò nuovamente, si spazientì e fece per gridagli contro quando un abbraccio caldo e affettuoso lo travolse, Midorima rimase fermo tra le sue braccia, non sapeva cosa dire e optò per stare in silenzio, Takao si staccò lentamente asciugandosi piccole lacrime che iniziavano a sgorgare contro la sua volontà e si accorse dello sguardo pesante di Shin-chan, lo guardava come se lo vedesse per la prima volta, era una sensazione bella e strana allo stesso tempo "non piangere" gli intimò "promettimi che non piangerai" Takao si sforzò di sorridere e questa volta si salutarono per davvero, ora Midorima saliva in macchina dando un occhiata fugace alla casa e al suo amico. Takao corse in mezzo alla via per guardare la macchina allontanarsi, sapeva di aver promesso a Shin-chan di non piangere, ma le lacrime cadevano amare e copiose portandolo ad un pianto liberatorio mentre salutava la strada ormai vuota con la piccola mano.

fine prima parte. 

salve gente, ecco la prima parte, si è un po' lunghina, spero di non avervi annoiata, fatemi sapere!

@pvhantomhive

  
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