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Autore: Phoenix12    24/04/2016    1 recensioni
“Non devi nasconderti Alec, non c’è niente di male nel farsi vedere deboli, per una volta.”
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Alec, per Izzy, era sempre stato uno scoglio nelle tempeste, l’unico di cui era certa di potersi fidare.
A Isabelle faceva male il cuore vedere il fratello in quello stato.
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Mai come in quel momento quelle spalle le sembrarono fragili, troppo per poter sopportare tutti i pesi che vi gravavano sopra.
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Post COLS, quindi dopo la rottura tra Magnus e Alec.
è una Brothership fra ALec e Izzy, li adoro *^*
Nella storia è presente un Alec un po' più fragile del sensibile, spero non vi dia troppo fastidio.
Fatemi sapere cosa ve ne pare
Buona lettura^^
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alec Lightwood, Izzy Lightwood
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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“Non devi nasconderti Alec, non c’è niente di male nel farsi vedere deboli, per una volta.”
Alec, seduto per terra con la schiena appoggiata al letto, le ginocchia strette al petto circondate dalle braccia, la faccia nascosta tra esse, alzò di scatto la testa.
Ad Izzy, entrata silenziosamente nella stanza del fratello, sembrò molto più fragile e indifeso di quanto fosse mai stato.
Alec tendava sempre a nascondere i propri problemi, a tutti.
Lui era il fratello maggiore, quello che doveva essere un punto di appoggio per gli altri, non poteva permettersi di essere debole.
Alec, per Izzy, era sempre stato uno scoglio nelle tempeste, l’unico di cui era certa di potersi fidare.
A Isabelle faceva male il cuore vedere il fratello in quello stato.
Si avvicinò e gli si sedette accanto, in silenzio.
Alec nascose di nuovo la testa tra le ginocchia, cercando di nascondersi anche da Izzy.
Non era mai successo. Mai.
La ragazza chiuse gli occhi appoggiando la testa al materasso.
Ripensò a quando avevano conosciuto Magnus, di come da quel giorno gli occhi di Alec si erano accesi di una nuova luce, di come il suo sguardo si illuminava ogni volta che incontravano Magnus o di come arrossiva ogni volta che quest’ultimo gli parlava.
Si ricordava perfettamente la felicità che sprigionava il suo viso quando riuscì a affrontare la paura di rivelarsi ai loro genitori, si ricordava bene di come il suo sorriso e i suoi occhi risplendessero.
Ma meglio di ogni altra cosa ricordava quella sera, la sera in cui Alec era rincasato a notte fonda, distrutto.
Aveva le labbra secche e le mani graffiate, gli occhi rossi e gonfi, qualche lacrima cristallizzata tra le lunghe ciglia nere e le tracce delle loro scie ancora visibili sulle guance arrossate dal freddo, ma fu ciò che vi vide dentro a spaventarla.
Vide sconforto, confusione, dolore, i cocci del suo cuore infranto.
E vide le lacrime, tutte quelle che aveva versato e che avrebbe versato, quelle stesse lacrime che anche ora scorrevano sulle sue guance.
Voltò la testa e vide le spalle del fratello scosse dai singhiozzi trattenuti.
Mai come in quel momento quelle spalle le sembrarono fragili, troppo per poter sopportare tutti i pesi che vi gravavano sopra.
“Alec…” sussurrò
Si spostò e circondò con le braccia le spalle del fratello, lo invitò gentilmente  ad appoggiarsi a lei, per uno volta voleva essere lei il suo sostegno.
Forse perché non aveva più neanche la forza per opporsi, forse perché ne aveva veramente bisogno, ma Alec si lasciò stringere e vedere in lacrime, tra le braccia della sorella.
Appoggiò la fronte sulla sua spalla per poi nascondere il viso nell’incavo del suo collo.
Per una volta fu lui quello ad avere bisogno di conforto, quello che aveva bisogno di essere protetto dal mondo dai suoi artigli.
Isabelle appoggiò una guancia sulla testa del fratello mentre gli accarezzava i capelli e la schiena.
“Non esiste una runa per questo vero? Per i cuori spezzati.” chiese debolmente il moro
Isabelle sollevò di poco la testa per poterlo guardare meglio: aveva gli occhi spenti e persi nel vuoto.
“No, non esiste.” confermò lei
Si mise in ginocchio prendendo tra le mani il volto del fratello che evitò in tutti i modi i sui occhi
“Non esiste nessuna runa che possa curare i cuori spezzati, dubito che anche Clary possa inventarne una.” disse
Con un po’ più di pressione voltò il viso del fratello facendo incontrare i loro occhi “Ma ci sono io Alec, non hai bisogno di nessuna runa.”
“Solo di mia sorella.” concluse lui in un sussurro, proprio come quando erano bambini e si completavano le frasi a vicenda per poi mettersi a ridere felici.
La ragazza annuì “Solo di tua sorella.” ripeté stringendolo a sé
Alec ricambiò la stretta della sorella rifugiandosi tra le sue braccia.
Isabelle sorrise tristemente riprendendo ad accarezzargli i capelli.
Non importa cosa accadrà d’ora poi Alec, ci sarò io con te, proprio come tu ci sei sempre stato per me.
Se Magnus è così idiota da lasciarti andare vuol dire che non ha proprio capito con chi ha a che fare.
Non mi importa in quanti pezzi il tuo cuore si sia spezzato, li riprenderò uno a uno e lo ricostruiremo assieme.”
Si lasciò sfuggire una lacrima mentre baciava la fronte del fratello.
E rimasero così per un tempo indefinito, minuti, ore, giorni, non importava.
L’importante era rimanere insieme, abbracciati.
“Ti voglio bene Iz.”
“Anch’io fratellone, non sai quanto.”
 
   
 
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