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Autore: Mr Apricot    25/04/2016    4 recensioni
[TRAILER: http://youtu.be/ndfs75Lblkk]
Nome?
-Andrea
-Alberto
Età?
-18 anni
-Prossimamente 19!!
Segni particolare?
-Nessuno...
-Vediamo, occhi verde-ghiaccio, tanti e troppi tatuaggi...insomma, mi si vede lontano un miglio che sono io!
Sapresti definire il tuo carattere con una sola parola?
-Lunatico...molto!
-Solare!
Che lavoro fanno i tuoi genitori?
-Mio padre!? Psicologo...
-Ho solo una madre! Psicologa...che stress!
Che rapporto hai coi tuoi genitori?
-Mi sono dimenticato di dire che mio padre come secondo lavoro si impegna a rovinarmi la vita!
-Da piccolo mi usava come una cavia per i suoi studi...diciamo che il nostro rapporto non è certamente cominciato col piede giusto!
Come definiresti la tua vita sociale?
-Inesistente...
-Molto spesso mi sveglio con gente che non ho mai visto in vita mia! Ahah!
Etero o gay?
-Nessuna delle due...è normale?!
-Decisamente gay!!
Quante volte l'hai fatto?
-Mai!
-Troppe...
Ultima domanda: a cosa non potresti mai rinunciare nella tua vita?
-Facile: alla danza hip hop!
-E c'è da chiederlo?! Alla danza hip hop ovviamente!!
Genere: Fluff, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 14: Look Through My Eyes (Phil Collins)
 
 
 
Alberto’s POV:
 
“Alberto?”
 
La voce bassa del dottor Latorre mi riportò improvvisamente alla realtà.
 
“Eh?”
 
“Ti ho chiesto dove vuoi che ti lasci...”, mi fece lui.
 
“Ahn...”, mugugnai. “Mi lasci pure in un posto qualsiasi”, risposi poi. Basta che vendevano alcolici.
 
“Non vuoi che ti riporti a casa?”, domandò, con uno strano tono della voce.
 
“Sono senza chiavi”, risposi atono.
 
“C’è qualcosa che non va, per caso?”, chiese lui, apparentemente col tono più tranquillo adesso.
 
Uhm...
 
Già ero scosso per cazzi miei.
 
Con tanto di ormoni e adrenalina in subbuglio...
 
Se ci aggiungevamo lo psicologo adesso...rischiavo la mia sanità mentale!
 
E poi chi cavolo gli aveva detto che avevo qualcosa che per caso non andava?!
 
Okay...no...ero abbastanza palese.
 
“Senta...”, sospirai pesantemente. “Non voglio assolutamente mancarle di rispetto in alcun modo...ma adesso ho solo bisogno di starmene un po’ tranquillo...per cui, non si preoccupi per me, non serve...”, dissi fissando le mie scarpe. Stavo entrando in modalità ‘acida’, ma quello era veramente il massimo che potevo fare in quel momento...
 
Adesso era capace che sbottava e mi mollava lì in mezzo alla strada...
 
“Ascolta Alberto...”, cominciò a dire il dottor Latorre, dopo attimi che mi parvero un'eternità, in cui quasi trattenni il respiro. “Forse hai frainteso. Non avevo nessuna intenzione di farti la morale o una seduta di psicoanalisi...”
 
Ah, no? 
 
Okay...
Dopo questa dichiarazione non sapevo più cosa pensare.
 
Tutte le mie certezze stavano andando a quel paese...
 
Fantastico direi!
 
“...però non ho potuto fare a meno di notare che questo tuo comportamento sia stato causato dalla presenza del fratello di Paolo...e personalmente penso che starci male per uno come lui, non ne valga proprio la pena.”
 
Alzai la testa per guardarlo, sinceramente sorpreso per quelle parole.
 
Teneva lo sguardo fisso, concentrato sulla strada davanti a noi...
 
“Okay?”, aggiunse poi lanciandomi una rapida occhiata.
Era evidente che adesso stava aspettando lui una qualsiasi reazione da parte mia.
 
In un micro istante di pura cattiveria mi venne l’idea di non rispondere, così sarebbe soffocato a furia di trattenere lui il respiro...però questo sarebbe stato un comportamento da alquanto infantile da checca isterica e fuori di testa...cosa che d’altronde esprimeva al meglio il mio stato d’animo in quel momento...
 
Dilemma.
 
Grande dilemma.
 
 
 
“È che...”, mi ritrovai a dire alla fine, quasi che le parole mi uscissero contro la mia volontà. “Non so cosa fare...con lui.”
Optai per il dialogo con quell’uomo...alla fine lui che colpe ne aveva di quello che mi era successo? Anzi, per una volta mi aveva e stava ancora cercando di aiutarmi, a modo suo.
 
In un certo senso, al di là del mio orgoglio e della diffidenza nei suoi confronti, sotto sotto gliene ero grato.
 
Comunque sia...
 
Era quella la verità.
 
Luca per me aveva sempre rappresentato tutto...il primo ragazzo di cui mi sia mai veramente innamorato...il primo dubbio...la prima consapevolezza di essere gay...la prima certezza che l’amore esistesse...
 
“In che senso?”, chiese lui, interrompendo il flusso dei miei pensieri. “Io sapevo che era fidanzato con una ragazza”, aggiunse poi. “Non ti avrà...”
 
“No! No!”, esclamai. “Nulla di tutto ciò! Per carità! Non mi permetterei mai!”, risposi. “Però il fatto è che nonostante la distanza, gli anni passati e le persone incontrate, io non mi sono mai veramente dimenticato di lui...”, all’improvviso pronunciare ogni singola parola stava diventando sempre più faticoso...mi sembrava di vomitare macigni enormi più che parlare.
 
“Sei innamorato di quel ragazzo, Alberto?”, domandò così a bruciapelo il padre di Andrea.
 
Innamorato...no...cioè...la mia era più un’ossessione...con tanto di ormoni fuori controllo persino quando credevo di vederlo...si tratta solo di un pensiero abbastanza costante...dove il cominciare ad andare a letto con tanti ragazzi diversi per trovarne uno che me lo facesse dimenticare, non aveva funzionato per niente, facendo peggiorare giorno dopo giorno la mia autostima...ma è una cosa che va avanti solo da un paio d’anni...
 
...
 
No...
 
Okay...
 
Ero innamorato.
 
Cazzo!
 
In quel momento sentii qualcosa di caldo e umido scendermi lungo le guance...
 
Le lacrime diedero voce per me alla domanda del dottor Latorre.
 
Stavo piangendo.
Era talmente frastornato e distrutto che non riuscivo più a mantenere il controllo su me stesso...
 
Cercai subito di zittirmi e ricacciare indietro le lacrime, ma il risultato peggiorò solo la situazione.
 
Grazie a Dio il dottor Latorre si limitó a continuare a guardare la strada senza dire una parola.
 
Decisi poi di provare a fare un respiro profondo per calmarmi.
Così cominciai...
A inspirare piano...
 
Ed espirare...lentamente...
 
Finché non riuscii a tranquillizzarmi un po’.
 
Tornai quindi a fissare le mie scarpe, senza tuttavia vederle veramente.
In quel momento non sarei neppure stato in grado di dire di che colore erano...la mia testa era tutta assorbita da altri pensieri.
 
“Semplicemente...”, ripresi piano a parlare. “Non sono mai riuscito a togliermelo dalla testa...nonostante tutto...nonostante tutti!”
E qui potevamo capire quanto fossi ridotto male, ma molto male.
Senza rendermene mai veramente conto, avevo lasciato che la corda Lucasprofondasse sempre più in profondità, nel mio animo, dove il suo lieve vibrare poteva provocare considerevoli danni e  conseguenze...
Tipo il mio stato attuale di totale apatia e depressione nei confronti del mondo...
 
Chiodo scaccia chiodo, diceva il detto.
 
Peccato che da un bel po’ di anni a questa parte nessun chiodo era riuscito a scacciarlo...
 
Era rimasto lì, fisso.
 
“Era rimasto...fisso”, mi ritrovai a dire, senza neppure pensarci, boccheggiando con lo sguardo perso nel vuoto.
 
Andrea’s POV:
 
“Grazie per essermi amico.”
 
Mi ritrovai a ripensare per la milionesima volta a quella frase.
 
Me l’aveva detta Ella dopo esserci salutati alla festa di Samantha.
 
Da un lato non avevo minimamente realizzato
il mio piccolo grande sogno...
 
Come mio solito.
 
Dall’altro non potevo minimamente avercela con lei.
 
Amare una persona, vuol dire dare senza chiedere nulla in cambio...
O almeno era sempre stato questo il mio credo.
 
E poi...
Più di ogni altra cosa...
 
Volevo davvero bene a quella ragazza.
 
Forse era per questo che in quel momento
mi ritrovai a sorridere.
 
Ero appena stato affettuosamente friendzonato
e stavo sorridendo.
 
No, anzi...
 
Scoppiai letteralmente a ridere!
 
Che mente malata e contorta! Ahahahah
 
Era ovvio che la mia reazione non era affatto normale.
 
Eppure...
 
Sotto sotto ero...
 
...felice.
 
Mi sembrava di essermi liberato da un peso,
mi sentivo leggero, tranquillo...sereno.
 
Anche se mischiato a tutto ciò
c’era pure una vena di malinconia...
 
Però, Amen!
 
Era ‘normale’ dopotutto, no?
 
Però almeno non l’avevo persa...
 
 
Improvvisamente realizzai di essere seduto sul letto
da chissà quanto tempo, nel mentre in cui un rumore
di chiavi rieccheggiò per tutta la casa.
 
Il padre doveva essere tornato...
 
“Andrea!”, esclamò il dottor Latorre
appena varcò la soglia della porta di casa.
“Sono tornato! Tutto a posto?!”
 
Mi alzai di malavoglia dal mio adorato letto
per andargli incontro.
 
Mi fece gentilmente segno di entrare.
Ero messo talmente male che stava diventando pure gentile...
 
Sicuramente era tornato soltanto
per cambiarsi e uscire di nuovo.
 
Sigh...
 
E rieccoci di nuovo a casa dei Latorre.
Notai che erano state fatte alcune piccole modifiche dall’ultima volta che c’ero stato.
 
Il fatto che mio padre avesse più vita sociale di me,
non aiutava certo la mia già precaria autostima...
 
“Ciao, papà”, e finalmente vidi
Andrea sbucare dal corridoio.
 
“Ciao”, questa non era la voce di mio padre però...?!
 
Ed ecco un’altra corda non meglio definita della precedente
che stava cominciando a vibrare.
 
“Alberto?!”, domandai confuso.
Che ci faceva con mio padre!?
 
“Andrea...”, gli feci eco.
 
Questa era l’ultima cosa che mi sarei mai aspettato
sinceramente!
 
Nonostante ci fossimo avvicinati tantissimo
negli ultimi giorni avevo ancora qualche difficoltà
a relazionarmi con lui.
 
Sembrava passata un'eternità dalla prima volta
che era stato qui.
 
Certe volte mi sembrava così lontano...
 
“Io devo uscire di nuovo”,
disse improvvisamente mio
padre materializzandosi davanti
alla porta, vestito di tutto punto.
“Ho un appuntamento importante!”,
mi avvisò.
 
“Okay”, risposi ancora mezzo sorpreso
per la situazione generale.
 
“Tu cosa vuoi fare?”, mi domandò poi
il dottor Latorre. “Resti qui? Vuoi che ti porti
da qualche parte? Sarei già in ritardo
ma posso darti uno strappo lungo la strada.”
 
Se ne stava già andando quindi...
 
Chiodo scaccia chiodo...
 
“Beh, veramente...”, cominciai a dire.
 
Alla fine non poteva essere un’idea così malvagia...
 
“Se non sono di disturbo, rimarrei volentieri anche qui”,
rispose Alberto.
 
Ahn...
 
“Certo che puoi rimanere!”,
esclamò il dottor Latorre,
con troppa esultanza per non capire
che era contentissimo di non avermi
tra i piedi.
 
“Andrea, tu saresti d’accordo?”, domandai poi
notando la sua faccia sorpresa.
 
“No, figurati...”, mi limitai a rispondere.
“Mi fa piacere se rimani.”
 
Oh, ma davvero?
Che carino...
 
E fu così che mi ritrovai di nuovo
solo a casa mia...con Alberto.
 
Non mi resi neppure conto
che il padre di Andrea si fiondò
fuori dalla porta...
 
Cominciai a guardarmi intorno
con aria distratta.
 
La cosa stava diventando imbarazzante.
 
Non avevo minimamente nè le
facoltà mentali, nè la forza di rompere
il ghiaccio.
 
“Beh...”, cominciai a dire, osservandolo
guardarsi intorno con aria persa.
“Vuoi che ti offri qualcosa intanto?”
E poi non mi era ancora chiaro
cosa ci facesse lui qui...
 
Le mie aspettative erano state esaudite.
Bravo Andrea!
 
“Nulla...grazie.”
 
“Ti va di fare qualcosa in particolare?”
 
Sinceramente? Deprimermi chiuso in casa con una
bottiglia di vino rosso...
 
“No...niente.”
 
Che esasperazione...
 
“Alberto, va tutto bene?”,
domandai mezzo spazientito.
 
No...per niente...
 
“Sì...”, mentii spudoratamente.
“È solo che la giornata è stata pesante
e mi sono completamente lavato...
ero con tuo padre perché mi ha offerto
un passaggio”, raccontai un po’ per depistarlo.
 
“Capito...”, risposi
poco convinto.
Mio padre non diventava un crocerossino
filantropo se non in caso
di una catastrofe apocalittica!
Quindi doveva per forza
essere successo qualcosa...
Ma cosa?
 
“Non ti ho convinto, eh?”,
mi ritrovai a sorridere appena nel vedere la
sua faccia corrucciata.
 
“Per niente”, risposi.
 
“Non posso farci nulla”, feci spallucce.
 
“Tanto troverò il modo per farti parlare”,
sorrisi divertito.
Ahahah
 
Era sempre il solito scemo...
 
“Quindi...passiamo la serata qui davanti
alla porta o hai deciso cosa fare?”
 
“Vuoi davvero rimanere qui?”,
domandai perplesso.
“Pensavo fosse una scusa
per liberarti di mio padre.”
 
“Guarda che voglio veramente stare un po’ con te!”
Okay...detta così suonava abbastanza male,
però il concetto era quello!
 
Non potevo credere che avesse
veramente detto una cosa del genere...
 
“Che c’è?”, domandai poi,
notando la sua faccia perplessa.
“Vuoi che me ne vada?”
 
“No...”
 
“E allora qual’è il problema?”
 
“Che...”
Era tutto così strano ancora.
La sua sola presenza mi faceva sentire strano.
 
“Andrea, ti supplico, facciamo qualcosa...”
 
“Tu cosa vorresti fare?”
 
“Vorrei solo stare un po’ tranquillo.”
 
“Okay...”, sbuffai.
“Guardiamo la tv?”,
domandai grattandomi
la testa.
 
“Come l’ultima volta...”, ridacchiai
al ricordo.
 
“Già...”, constatai.
Io e la mia totale mancanza di
fantasia.
“Magari sarà meglio che ti fai una doccia
calda e ti metti qualcosa di asciutto
prima però”, aggiunsi poi
notando solo allora i suoi vestiti
brombi d’acqua.
 
“Non ho altri vestiti...”, gli feci notare.
 
“Ti presto i miei infatti.”
 
Già per me era imbarazzante anche solo
chiedere se potevo usare il bagno un momento in casa
d’altri...figurarsi farmi una doccia...che non
concepivo come una doccia seria...lo facevo
solo per far star buono quell’altro...sarà che magari
avevo bisogno di ambientarmi...Oddio, che discorsi
stavo facendo mo’?!
 
Non feci neppure in tempo a stendere
i vestiti di Alberto per farli un po’ asciugare,
che lui se n’era già uscito dalla doccia.
 
Alla fine optammo insieme per uno dei miei
pigiami intanto...almeno sarebbe stato comodo.
 
“Andrea, come funziona il phone?!”, mi
misi a urlare fuori dalla porta del bagno 
per poi richiudermici in preda ai dubbi
esistenziali.
 
“Ehi?”, domandai,
cominciando a picchiettare
dall’altra parte della porta.
“Posso entrare?”
 
“Entra!”, risposi.
 
Non appena aprii la porta rimasi
lì lì imbambolato...
 
Capelli ancora bagnati...
Pelle ancora leggermente umida...
E indossava uno dei miei pigiami...
solo che a lui stava meglio...
Molto meglio...
 
Troppo molto meglio.
 
“Che c'è?”, domandai notando
il suo sguardo perso. “Qualcosa non va?”
 
“No, no”,
scossi la testa,
come per scacciare un pensiero.
“Ti aiuto col phone.”
 
Uhm...
Non mi stava convincendo il ragazzo.
 
“Con Ella com’è andata?”
 
“Bene...”, risposi
prendendogli il phone dalle mani.
“Mi ha friendzonato”,
aggiunsi poi accendendo
l’apparecchio.
 
Ahn...
 
Presi il phone e cominciai ad asciugarmi
i capelli.
 
Mi ritrovai a guardare le nostre figure riflesse
alla specchio...
...Fino a che non incontrai il suo sguardo perso.
 
There are things in...
 
“Ehi...”
 
La voce di Alberto mi riportò
alla realtà.
Non mi ero neppure reso
conto che aveva spento
il phone.
 
“Ehi”, feci eco a mia volta.
 
...life you learn
 
“Andrea, tutto a posto?”
 
“Sì, stai tranquillo...”, mentii
spudoratamente.
 
And oh in time you'll see
 
Ci sistemammo poi comodi sul divano
a guardarci il primo film che capitava.
 
Anche se più che prestare attenzione
al film, prestavo attenzione a tutto
ciò che mi circondava, consapevole
che stranamente per una volta nella mia vita non stavo
pensando ossessivamente a Luca...
Mi beai di quello stato di tranquillità
in cui mi trovavo...
 
...chiedendomi anche a cosa era dovuto?
 
It's out there somewhere
 
Il film che stavamo guardando era una noia mortale,
non avrei mai pensato che ad Alberto
potessero piacere i vecchi film western...
 
Lo guardai con la coda dell’occhio,
per poi sospirare pesantemente.
 
It's all waiting
 
Forse ero solo particolarmente sconvolto...
 
If you keep believing
 
Era bellissimo pure in pigiama...
 
So don't run
 
Anche se quella specie di leggera ansia
che sentivo alla bocca dello stomaco
diceva di no.
 
Don't hide
 
Bellissimo per non dire altro...
 
It will be alright
 
Notai lo sguardo perso nel vuoto di Andrea...
evidentemente neppure a lui interessava
granchè il film che stavamo guardando...
O meglio, che non stava guardando nessuno
alla fine.
 
You'll see
 
E io mi sentivo così insignificante al confronto...
 
Trust me
 
Mi domandavo cosa lo preoccupasse tanto...
 
I'll be there 
 
C’era qualcosa che non riuscivo a capire,
qualcosa che mi stava mettendo ansia...paura...
 
watching over you
 
Fatto stava che era di nuovo lontano.
 
Da me.
 
Just take a look...through my eyes
 
Sentii improvvisamente qualcosa
di caldo contro la mia spalla.
 
There's a better place somewhere out there
 
“Ciao”, mormorai appoggiando
la testa contro la sua spalla e accoccolandomi
vicino a lui.
 
“Ciao”, risposi a mia volta.
Mi sentii rabbrividire a quel contatto.
 
Just take a look...through my eyes
 
“A cosa stavi pensando?”, 
domandai piano, osservandolo.
 
Rimasi per un attimo incantato a guardare i suoi occhi,
i lineamenti del suo viso...la sua
estrema dolcezza subito sotto quell’aspetto
apparentemente da duro...
In quel momento mi sentii mancare l’aria.
 
Everything changes
 
“Ehi?”, domandai di nuovo,
tirandomi su.
 
Mi ritrovai davanti i suoi occhi...
 
You'll be amazed what you'll find
 
...quei grandi occhi scuri, liquidi,
dolci...
 
...che tanto mi facevano impazzire.
 
(There's a better place)
 
Eravamo vicini.
 
Troppo vicini.
 
If you look through my eyes
 
In quel momento sentii il mio cuore
accelerare...sembrava facesse un frastuono
tremendo...e io stavo cominciando
a realizzare quello che fino a qualche
istante prima forse non volevo capire.
 
There will be times... 
 
Sentivo il battito del suo cuore...
 
...on this journey
 
...o era il mio?
 
All you'll see is darkness
 
“Pensavo solo che tutta questa storia
è assurda”, risposi allontanandomi
un poco da lui.
 
“Quale storia?”
 
“La nostra.”
 
“Perché dici?”
 
“Perché...”
 
“Perché?”, lo incalzai.
 
But out there somewhere
 
“Siamo diversi...quelli
come te non stanno con
quelli come me”,
risposi sentendomi
mancare l’aria quasi.
 
Stavo esprimendo qualcosa di
profondo e viscerale con quella semplice frase...
Da un lato un lato stavo realizzando
che Alberto mi stava
piacendo troppo...
Dall’altro la semplice quanto
devastante consapevolezza che se
ero arrivato irrimediabilmente
single fino ai vent’anni
quasi, sicuramente un motivo c’era.
 
Daylight finds you
 
“E come sarebbero quelli come te?”,
domandai non capendo il suo discorso.
 
“Basta che mi guardi...”
 
“Ti sto guardando”, risposi.
I suoi occhi malinconici, 
il suo sguardo perso...
...la sua bocca leggermente piegata
appena in una piccola smorfia...
Mandai giù, capendo poi il senso del suo discorso.
 
Che testardo...
 
If you keep believing
 
Mi sentivo patetico.
 
Era disarmante.
 
Mi stavo ritrovando a desiderare qualcosa
che non mi poteva essere concesso.
 
Tanto bello in ogni sua più piccola sfumatura
da essere la perfezione...
 
So don't run
 
Non era la prima volta che lo sentivo
fare riferimento alla sua scarsa autostima...
Però quella era la prima volta in cui mi rendevo
conto di quanto fosse effettivamente radicata in lui.
 
Don't hide
 
Volevo lui...
 
It will be alright
 
Non se ne rendeva conto...
 
Ma come Ella, anche lui si meritava
qualcosa di meglio.
 
You'll see
 
Eppure mi faceva perdere totalmente il controllo...
 
Qualcuno meglio di me.
 
Trust me
 
Fu un istinto a cui non sapevo
nè volevo resistere.
 
Per me ci sarebbero stati solo dei ricordi.
 
Mi avvicinai piano a lui...
 
I'll be there
 
...Fino a premere le mie labbra sulle sue.
 
Improvvisamente.
Mi stava...baciando.
Quella fu l’unica cosa che riuscii
a realizzare.
Ed era bellissimo...
 
watching over you
 
Mi staccai poi appena da lui, 
appoggiando la mia fronte contro la sua,
osservandolo...
Nei suoi occhi si vedeva chiaramente che era
appena stato sconvolto dal mio gesto.
 
“Come cazzo devo fartelo capire...”,
cominciai a dire piano, senza fiato.
“Che ci tengo davvero a te, eh?”,
dissi non potendo fare a meno
di sorridere, soddisfatto e fiero di me.
 
Just take a look...through my eyes
 
Okay...
 
Quel bacio fu bellissimo, mi sentivo
l’adrenalina a mille, mi sentivo felice,
mi sentivo come se avessi ritrovato qualcosa
che mi mancava...
 
Era una cosa indescrivibile a parole...
 
Ma per me non era solo un bacio.
 
Theres better place somewhere out there
 
Il modo in cui mi stava guardando,
dove il verde freddo dei suoi occhi
si mischiava ad una strana luce calda e luminosa,
quello era veramente da lasciare senza fiato...
 
Attento, dolce, perso, luminoso...
In quel momento mi faceva sentire...
 
“Bellissimo”, sussurrai piano
percorrendo il contorno delle sue labbra
con la punta del dito.
 
Just take a look...through my eyes
 
“Inizia ad avere un senso...”,
mi ritrovai a sussurrare poi.
 
“Cosa?”
 
“Tutto quanto.”
 
Noi?”
 
“Già...”
 
“A quanto pare...”
 
“L’abbiamo fatta più complicata di quanto
era in realtà.”
 
“Io direi che è perfetta così invece...”
 
Everything changes
 
Rimanemmo qualche istante
a guardarci in silenzio.
 
Per poi annullare di nuovo ogni distanza.
 
You'll be amazed what you'll find
 
Credo che fosse la prima volta
nella mia vita in cui mi sentii così...
 
Felice! Felice! Felice!
 
(Theres a better place)
 
Era come se ci fossimo ritrovati davvero
per la prima volta.
 
Tra una manovra e l’altra
me lo ritrovai sopra,
fatto stava che facevo di
tutto per tenerlo stretto a me.
 
If you look through my eyes
 
Mi ritrovai a tremare violentemente
senza sapere neppure io il perché...
 
All the things that 
 
Forse non sarebbe durato...
Ma non potevo dire che
in fondo, comunque fossero andate
le cose, non ne valesse la pena.
 
you can change
 
Fatto stava che non mi dispiaceva
la cosa, anzi.
 
There's a meaning in everything
 
In fondo non ne sapevo
nulla di relazioni e affini...
 
And you will find all you need
 
Nonostante lo tenessi già stretto a me,
cercai di stringerlo ancora più forte.
 
There's so much to understand
 
Ma almeno stava dimostrando
che, anche fosse stato solo per questo momento,
ci teneva veramente a me.
 
Take a look (take a look)...
 
Provare quello che stavo provando,
vederlo così sotto di me,
stringerlo come fossimo una cosa sola...
 
...through my eyes
 
C’era dolcezza in ogni suo gesto,
in ogni suo sguardo,
ogni carezza,
ogni bacio.
 
Theres a better place somewhere out there
 
...mi faceva pensare soltanto una cosa.
 
Just take a look (take a look)...
 
C’era amore...
 
...through my eyes
 
“Ti voglio mio”, mi ritrovai a sussurrare staccandomi
un poco per riprendere fiato e guardarlo dritto negli occhi.
 
La parole uscirono da sole, piene, forti, potenti e consapevoli.
Non dettate dal trasporto, ma razionali e lucide...
 
Lo volevo mio...
 
Everything changes
 
Volevo proteggerlo, coccolarlo,
baciare ogni centimetro del suo corpo...
 
Volevo che il mondo sapesse che non
dovesse provare neppure a sfiorarlo
con un dito...
 
Lui era libero, ma guai a chi me lo toccava.
 
You'll be amazed what you'll find
 
Mi sentivo peggio di un cane che marcava il
territorio...ma chi se ne importava sinceramente!
Era la verità!
 
(You'll be amazed if you just take a look)
 
Mi ritrovai a sorridere
raggiante alle sue parole,
al quale risposi con un bacio,
abbracciandolo forte.
 
Look through my eyes theres a better place somewhere out there
 
Ero felice perché mi faceva felice...
 
...ero felice perché lo sentivo felice...
 
...ero felice di sentire il suo sorriso...
 
...contro le mie labbra.
 
Just take a look through my eyes
 
Improvvisamente sentii le sue mani
alla base della mia schiena, sulla pelle.
 
A quel contatto inaspettato non potei fare a meno
di rabbrividire, inarcando la schiena a premendomi
ancora di più contro di lui.
 
Everything changes
 
“Andrea...”, mugugnai staccandomi
appena dalla sua bocca.
 
“Che c’è?”,
domandai ansimando
praticamente.
 
“Leva le mani dalla mia schiena”,
risposi tra un bacio e l’altro.
“Così mi stai facendo eccitare,
arrapare e...perdere ancora di
più la testa per te...”
 
Mi domandai se avrei mai
potuto essere più felice
di come mi sentivo in quel
momento.
 
You'll be amazed what you'll find
 
Ovviamente le mani non le levò...
E io avevo raggiunto il limite.
 
“Bene!”, esclamai spazientito
staccandomi completamente da lui.
 
If you look through my eyes
 
“Cosa?”, esclamai anch’io,
confuso e preoccupato
dal suo gesto.
 
Just take a look through my eyes
 
“Io ti avevo avvertito!”
 
If you look through my eyes... 
 
“Di cosa?”, replicai,
questa volta scoppiando
a ridere, visto che mi
aveva preso in braccio
con la forza.
 
Take a look through my eyes
 
“Andiamo in camera da letto!”
 
 
SPAZIO AUTORE:
 
Bene...
Che dire?
 
Sì, sono sempre io che ho scritto questo capitolo, come tutti gli altri xD da un lato volevo far avverrare il sogno di tutte le yaoiste che seguono e leggono questa storia...dall’altro ero curioso pure io di vederli insieme xD (colpa della primavera! Citando una mia amica xD ahahah)
 
Comunque...
Scrivere questo capitolo è stato...awwwwwwww!!!!!!!! Sono diventato di gelatina e zucchero man mano che andavo avanti xD
 
Questa volta la canzone è presa in prestito dalla colonna sonora di ‘Koda Fratello Orso’ xD  Look through my eyes di Phil Collins...credo ci stia bene, visto che in pratica si parla di come i nostri due pargoli vedono l’uno dell’altro (o almeno questo era nelle intenzioni...)
 
Questo capitolo lo vorrei dedicare in particolare a una mia amica che amo platonicamente, con gli attributi, sensibile, empatica, cucciolosa e unica per il semplice fatto che è lei! Sì, Musike, sto parlando di te xD <3<3<3 e il motivo per cui ti voglio dedicare proprio questo capitolo è perché sai pure tu che come Alberto hai una certa ‘corda’un po’ particolare xD solo che tu sei una musicista coi contro fiocchi, ergo: sai come farla suonare, ragazza! xD ci siamo capiti??
Okay, ora mi puoi anche ammazzare ! ^w^
Ma almeno questo mio messaggio ti rimarrà nei secula seculorum (o come c***o si scrive) xD ahahah
 
Ragazzi stiamo per raggiungere le 50recensioni!!!! Awwww vi vorrei stritolare e soffocare di abbracci uno per uno (è la primavera xD)
 
Fatemi sapere i vostri commenti e...se vi va scrivetemi per qualsiasi cosa xD anche per due chiacchiere sul tempo atmosferico xD ahahah
 
mr Apricot
  
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