School Trip
Ormai
erano seduti sotto quell'albero da una mezz'ora buona. Si erano
allontanati dagli altri compagni per fumare una sigaretta in pace
senza essere notati dalle professoresse che, nonostante non ci fosse
nessun documento ufficiale che vietava ai ragazzi di fumare durante
una gita scolastica, li avrebbero sicuramente rimproverati e poi non
si erano più alzati.
Angelica
aveva il libro di scienze aperto sulle gambe nella speranza di
riuscire a ripassare qualcosa in vista dell'interrogazione del giorno
successivo, ma nulla le restava in testa. Coefficiente di dilatazione
lineare, velocità di fuga, momento angolare, leggi di Gay-Lussac,
molarità, numero di Avogadro, tutte cose che non le sarebbero mai
servite nella vita. Piuttosto trovava molto più interessante
guardare i suoi compagni di classe giocare a calcio con una palla che
avevano fatto comparire dal nulla sperando che non rovinassero le
piante o i vasi di quel meraviglioso giardino.
Dal
canto suo, Ashton, si chiedeva per quale motivo la sua migliore
amica, come del resto tutte le sue compagne di classe, fosse così
preoccupata per quell'interrogazione, infondo erano cose che
l'insegnante aveva spiegato più e più volte. Non gli sembrava
normale che delle ragazze, piuttosto che godersi quella splendida
giornata di sole di metà aprile, pensassero a studiare! Ammirava
decisamente di più i ragazzi che se ne stavano bellamente fregando e
si stavano divertendo. Forse avrebbe dovuto togliere quel maledetto
libro dalle gambe di Angelica e incitarla a fare qualcosa di più
interessante, tipo parlare con lui.
Peccato
che fosse troppo occupato ad osservare il delicato viso della ragazza
per fare qualunque altra cosa. Era completamente perso ad osservarla,
sapeva benissimo che quello non era il modo di guardare la propria
migliore amica, ma non poteva farne a meno, era così bella, proprio
angelica. I suoi capelli biondi erano illuminati a chiazze, a causa
dei raggi di sole che filtravano attraverso le foglie dell'albero, ed
era bello cercare con lo sguardo quelle treccine che si nascondevano
sotto i capelli sciolti. Stava quasi per tirargliene una per
distogliere la sua attenzione da quel cavolo di libro quando lei si
girò verso di lui e: -Ash?
-Sì?-
fece lui di rimando.
-Stavo
pensando ad una cosa...
-Hai
per caso capito che è stupido sprecare una giornata del genere a
studiare fisica?- le chiese il riccio in tono canzonatorio facendo
sorridere la ragazza.
-Non
solo...- rispose lei per poi farsi un po' più seria -Non ti pare
strano che quegli animali giochino a calcio nel giardino di una villa
seicentesca?
-Ehm,
in che senso...- fece il ragazzo che era piuttosto confuso.
-Oddio
Ash! Pensa che fino a neanche cinquant'anni fa in questo stesso
giardino ci venivano le nobildonne dell'aristocrazia inglese a
prendere il tè e adesso loro ci giocano a calcio!
Mentre
Angelica parlava Ashton guardava verso la parte di giardino che non
era stata ancora adibita a campo da calcio e davanti ai suoi occhi
prendeva forma l'immagine di un tavolino di ferro bianco intorno al
quale erano sedute delle bellissime donne che indossavano abiti
tipici del Seicento mentre erano intente a sorseggiare il tè. Era
un'immagine così bella che però andò in fumo nel momento in cui un
pallone da calcio piombò dritto dritto sulla teiera di porcellana.
-Beh,
in effetti hai ragione...- affermò il ragazzo sorridendo all'amica.
-Ma
c'è una cosa ancora più strana.
-Quale?
-Che
tu te ne stia qui a fare niente al posto di andare a giocare con
loro.- a quelle parole Ashton arrossì violentemente facendo ridere
Angelica.
-I-io...
è ch-che fa caldo e non ho voglia di correre...- tentò di
giustificarsi il riccio ma non ci mise molto a capire che la bionda
non credeva alla sua affermazione, così pensò che forse era meglio
dire la verità: -E poi, preferisco stare con te.
Ashton
non era mai stato un ragazzo timido, ma in quel momento non riusciva
a staccare lo sguardo dalle sue All Star.
La
ragazza, dal canto suo, realizzò di averlo messo in difficoltà così
cercò di rimediare accarezzandogli un braccio e cercando di uscire
da quella situazione che iniziava a diventare imbarazzante anche per
lei: -Ad ascoltarmi blaterare!?
Ashton
sbuffò per poi puntare lo sguardo in quello della ragazza e,
cercando di non perdersi in quel meraviglioso blu, le disse: -Cara
Angie! Sono dieci anni che ti ascolto mentre blateri e non mi sono
mai lamentato. E sai perchè? Perchè a me piace sentirti blaterare
cazzate a vanvera!
-Stai
per caso cercando di corteggiarmi, mister Irwin?- fece Angelica per
poi chiudere il libro di scienze, appoggiarlo sull'erba, farsi più
vicina ad Ashton e continuare la frase: -Perchè, se è così, lo
stai facendo davvero male.
Ashton
era arrossito ancora più di prima, si stava comportando come una
tredicenne alle prese con la sua prima cotta. Sì, è vero, quella
era la prima volta che si ritrovava a dover dichiarare il suo amore a
qualcuno. Ma doveva affrontare la situazione da ragazzo maturo, senza
farsi prendere dal panico e soprattutto, senza farsi mettere i piedi
in testa da una ragazza.
Così
le prese una mano, la guardò negli occhi e rispose alla sua domanda:
-Sì, Angie. E' da dieci anni che ti faccio il filo, ed è palese il
fatto che lo abbia fatto veramente male, visto che tu te ne rendi
conto solo adesso.- a quel punto fu Angelica a dover abbassare lo
sguardo sulle su Vans iniziando a giocherellare con uno dei fili che
fuoriusciva dallo strappo dei jeans: -Me ne sono accorta da un
pezzo... è solo che non ho mai avuto il coraggio di parlartene...
-E
perchè?- chiese lui iniziando ad accarezzarle la mano.
-Perchè
sono una fifona del cazzo! Okay?- esclamò la ragazza mentre le
lacrime iniziavano ad accumularsi nei suoi occhi.
-Angie,
ti prego. Non iniziare a piangere.- ma era troppo tardi, una lacrima
era appena scivolata sulla guancia destra della ragazza, che
fortunatamente quel giorno era struccata. Ashton si preoccupò di far
sparire immediatamente quella lacrima per poi lasciare al suo posto
un delicato bacio che fece sorridere la ragazza.
-Scusa-
sussurrò la biondina avvicinandosi ancora di più al riccio. Lui
scosse la testa e le baciò il naso: -Qua l'unico che deve scusarsi
sono io...
Adesso
i loro occhi erano incatenati gli uni negli altri e i loro nasi si
toccavano, restava una sola cosa da unire, ma nessuno dei due aveva
il coraggio di annullare quella distanza.
-Contiamo
fino a tre?- propose il ragazzo e Angelica annuì sorridente.
-Uno...-
iniziò Ashton spostando una ciocca di capelli della ragazza dietro
il suo orecchio.
-...due...-
continuò Angelica infilando entrambe le mani tra i riccioli
dell'altro.
-...tre.-
sussurrarono l'uno sulle labbra dell'altra per poi azzerare
finalmente quella distanza.
Erano
anni che aspettavano quel momento, sapevano che prima o poi sarebbe
arrivato, ma non credevano sarebbe stato così meravigliosamente
bello.
Le
loro labbra erano ormai una cosa sola e le loro lingue si
accarezzavano dolcemente l'un l'altra, senza curarsi del mondo
esterno.
Non
si curavano degli “Uhhh” di approvazione dei loro compagni di
classe, non si curavano dei commenti anche poco carini che qualcuno
stava facendo, non si curavano nemmeno del fatto che presto anche le
insegnanti si sarebbero accorte di quella piccola fuga d'amore, tutto
il resto non era importante, in quel momento, l'unica cosa a contare
erano loro due insieme e il loro amore, quell'amore che era rimasto
nascosto per anni e che finalmente era uscito allo scoperto.
Hey Everybody!!!
Visto
che questa è la prima volta che scrivo qualcosa sui 5sos credo sia
il caso di presentarmi. Mi chiamo Elena, ho 16 anni, vivo a Milano e
sono al terzo anno di liceo scientifico, e diciamo che me la cavo.
Per
tornare alla storia, come dicevo prima questa è la prima volta che
scrivo qualcosa sui 5 Seconds Of Summer ed è davvero una
stupidaggine, ma ci tenevo a pubblicare qualcosa, giusto per far
vedere che esisto.
La
trama è terribilmente banale ma due settimane fa sono stata in gita
scolastica a Varese e i miei compagni si sono messi a giocare a
calcio nel giardino di Villa Panza (se volete capire di che si tratta
date un'occhiata su google immagini) e io mi sono messa a fare
ragionamenti strani così ho pensato che sarebbe stato carino farne
una fan fiction.
Spero
che qualcuno apprezzerà questa stupidaggine e lascerà una piccola
recensione.
XX
Elena