Serie TV > Ned - Scuola di sopravvivenza
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Autore: Mythos    26/04/2016    1 recensioni
Dal testo:
(...) Suonò la campanella, ma Billy non se ne preoccupava, si avvicinò alla porta impugnò la maniglia, stava per entrare in classe ma quando vide Moze correre per i corridoi lasciò la maniglia e decise di seguirla.
In teoria se una ragazza correva per la scuola sola, la regola era quella di lasciarla appunto sola, ma Billy se ne infischiava delle regole e le stette dietro cercando di non farsi vedere. (...)
Genere: Fluff, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Billy Loomer, Jennifer 'Moze' Mosely
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ebbene sì, sono passati ben quattro mesi dall’ultimo aggiornamento! Chiedo umilmente scusa, ma in questi ultimi mesi sono stato davvero troppo impegnato.
Ora che comunque sono tornato, posso dire di sentirmi forte anche più di prima!
Buona lettura
 

Quando le labbra si staccarono, entrambi si guardarono in faccia: Billy era incredulo, non aveva mai immaginato un bacio con Jennifer e, adesso che era successo, non sapeva cosa dire.
Sentiva il suo viso completamente accaldato e, quando provava a parlare, la voce gli moriva in gola, non sapeva cosa gli fosse successo e non poteva credere che quella ragazza lo potesse rammollire così tanto.
- Cosa hai?- gli chiese la bruna vicino a lui.
Cercava di rispondere, ma quello che riuscì ad emettere fu solo un suono strozzato; allora si alzò dall’amaca e si sedette dandole la schiena.
- Sono imbarazzato-
- Perché?-
- Perché mi hai baciato Jennifer?- le chiese Billy con una voce talmente bassa che poteva percepire solo la ragazza dietro di lui.
- Non lo so, è stata una cosa istintiva-
- Se tu per me non provi niente, non ha significato questo bacio!- terminò Billy e si alzò camminando sulla passerella che lo portava al cancello.
- Aspetta, entra in casa che devo darti il tuo giubbotto-
Billy si diede un colpo al lato della testa e si girò e raggiunse Jennifer
 
 
Nell’altra stanza il padre di Jennifer aveva spiato per tutto il tempo sua figlia fra le tende bianche del soggiorno, le cui finestre che coprivano si affacciavano proprio sul porticato.
Aveva visto ogni singolo momento e il bacio lo aveva mandato in bestia: aveva voglia di uscire e allontanare quel ragazzo da sua figlia, ma uno sguardo della moglie lo aveva congelato sul posto e così le chiese:
- Cosa ci trova in quel ragazzo? Non è bello, non è intelligente, non è simpatico, non è profumato-
- Profumato?!- lo canzonò sua moglie.
- Sì, se deve entrare in casa mia deve avere in buon odore!-
La  donna lo guardò e alzò gli occhi al cielo, poi disse – Non è vero che non è bello- spiando fra le tende insieme a suo marito.
- Ma dove è bello?! Ha una faccia da idiota-
- Anche io mi sono innamorata di un idiota, sarà genetico!-
Brandon inizialmente non capì a chi fosse riferito, ma poi guardò sua moglie con una faccia offesa.
In quel momento vide i ragazzi che stavano tornando a casa e non capiva per quale motivo poi sua moglie prese in mano il giubbotto di pelle del ragazzo di sua figlia.
- Che schifo-
Sua moglie lo ignorò e aprì la porta dell’ingresso – Grazie per essere venuto a cena e ti aspettiamo presto- Vero Brandon?!- disse con fare minaccioso
Il padre non parlò, Billy ringraziò la famiglia che lo aveva accolto e, poco dopo, uscì di casa.
Jennifer disse – Ti accompagno-
- No grazie- rispose Billy. Ed uscì senza guardare il padre di Jennifer, il quale sul volto aveva dipinto un ghigno.
Appena il ragazzo uscì dal cancello, Moze lo guardò allontanarsi dispiaciuta; voltò le spalle alla porta e andò verso la propria camera.
Forse aveva sbagliato ad essere così sincera con Billy, forse poteva dirgli che era interessata.
Ma non era vero, già odiava mentire ai suoi riguardo la storia con lui... non avrebbe potuto “ingannare” anche il diretto interessato!
Ma ora la domanda più importante era: perché lo aveva baciato?
Non se lo spiegava neanche lei. Di certo era rimasta colpita dalle parole che il ragazzo aveva confessato, nessuno gliele aveva mai dette, neanche Fayman che era stato il suo unico vero ragazzo, il quale, però, aveva preferito giocare a calcio piuttosto che stare con lei.
Ciò che aveva iniziato con Ned non era una relazione, purtroppo. Lei lo amava, ma lui era ancora preso dalla Crabgrass. Ora il pensiero andava via via sbiadendo sempre più nel suo cervello, ma non poteva nascondere che qualcosa per lui ancora provava, così come provava ancora qualcosa per Billy, anche se non capiva del tutto cosa fosse.
Il bacio con Billy era stato bellissimo e lo aveva sentito sciogliersi al suo tocco, non credeva che sul bullo della scuola avrebbe avuto un effetto simile.
Di sicuro, se un domani fossero stati insieme seriamente, avrebbe avuto il controllo su di lui e questa possibilità la allettava, ma nello stesso tempo, non poteva sopportare un ragazzo senza spina dorsale come partner.
Ora però il primo pensiero era quello di conoscere meglio Billy, forse le sarebbe piaciuto, forse no, ma lui era riuscito a non farle pensare per un attimo a Ned ed era questa la cosa importante che sentiva di dover tenere in considerazione.
Alla fine, stravolta dai mille pensieri, si addormentò.
 
 
Mentre tornava a casa, Billy era distrutto, aveva sbagliato a credere che la bruna sarebbe stata anche un minimo interessata a lui. Quando lo baciò ci aveva creduto così tanto, aveva bisogno di sfogarsi, ma non avrebbe potuto farlo con nessuno in quel momento, così decise di entrare in una palestra per chiedere di poter prendere a pugni un sacco, sperando che glielo avrebbero permesso.
Alla prima palestra che incontrò, entrò e, senza dire nulla alla receptionist, cercò la sala ove vi erano i vari punchball e raccolse da terra dei guantoni che indossò immediatamente.
Iniziò a prendere a pugni quel sacco fingendo che vi era Ned davanti a lui, visto che era per colpa sua che Jennifer era molto indecisa sui propri sentimenti.
Continuò a colpirlo ininterrottamente, forte e sempre più forte: era un modo per sfogarsi, per scaricare tutto il nervosismo che aveva accumulato dentro di sé.
Non poteva accettare che Jennifer pensasse ancora a Ned mentre baciava lui! Già lo odiava, ma ora non poteva minimamente tollerarlo; era meglio se sua madre gli avesse fatto cambiare scuola perché, se gli fosse passato davanti, avrebbe fatto molta fatica a controllare i propri impulsi.
Le gocce di sudore gli si staccavano dalla fronte cadendo davanti a lui. Non si era tolto nulla di dosso, aveva ancora il giubbotto di pelle che lo faceva sudare più del dovuto.
Giunto allo stremo delle forze, uscì dalla palestra, ma venne fermato dalla receptionist che lo aspettava davanti alla porta
- Hai l’abbonamento?- gli chiese con un fare indagatore.
- Ehm, no- disse imbarazzato.
- Devi pagarmi per ciò che hai fatto!-
- Sono uscito senza soldi, se mi permette di andare a casa la pago-
- E chi mi assicura che ci andrai e tornerai qui?-
- Ti lascio il mio numero di telefono, l’indirizzo tutto quello che vuoi-
La ragazza sembrò convincersi e, così, decise di spostarsi dall’entrata della palestra dicendogli – Proporrei un soluzione alternativa!-
Billy la guardò interessato...
- Aspetta che la palestra chiuda, cioè fra venti minuti-
Il ragazzo fece come gli venne detto e aspettò venti minuti seduto sul marciapiede fuori dalla palestra, guardando davanti a lui il viavai delle macchine che passavano per le strade. Spesso si chiedeva  come sarebbe stato avere una macchina tutta sua ed essere libero di andare ovunque egli avesse voluto. Non che ora non lo fosse, ma aveva la necessità di evadere dalla sua città. Erano anni che gli sembrava che il tempo si fosse fermato. Le persone erano sempre le stesse e facevano di continuo le stesse cose, anche la sua vita era sempre la stessa, nonostante potesse scorgere ora dei margini di cambiamento visto che era impegnato in una relazione, seppur apparentemente finta, con Jennifer.
Jennifer.
Relazione finta.
Forse era meglio sparire per un po’ per vedere come Jennifer si sarebbe comportata in sua assenza, voleva andare a casa e buttarsi nel letto, prendere a pugni il cuscino e piangere da solo.
Lo faceva spesso, anche se non lo diceva a nessuno, neanche a sé stesso, perché le lacrime gli uscivano senza rendersene conto.
Sentì un colpetto sulla spalla e, allarmato, si girò...
- Perché mi hai fatto rimanere qui ad aspettarti?- chiese subito senza mezze misure .
- Ti ho osservato sai?!- Billy fece una faccia strana – Mentre davi i pugni, c’era qualcosa che ti turbava-
- Non sei tenuta a sapere!-
- Vuoi una sigaretta?- gli chiese deviando il discorso porgendogli il pacchetto davanti
- No, grazie-
- Sai- disse espirando dalla bocca il fumo della sigaretta – Puoi capire tanto da come una persona tira i pugni-
- Che sei una personal trainer?- disse beffardo il bullo
- No, non lo sono- disse tranquilla e per niente infastidita dalla provocazione del ragazzo – Ma sono ormai anni che faccio questo lavoro e ho potuto osservare molto-
- Ma quanti anni hai?- sapeva benissimo che non si chiedeva l’età ad una signora.
- 28-
- Ah, sembri molto più giovane- le rispose
- Lo so, me lo dicono in tanti. Comunque, tornando a noi, se hai qualcosa che ti turba dillo, esterna ciò che ti turba! Liberati da questo peso!-
Billy la guardò, era una bella ragazza, aveva il corpo di una 24enne, ma la saggezza di una 40enne, era strana e diversa da tutte le altre che aveva conosciuto, le ricordava sua mamma per certi versi, anche se sua madre non aveva mai osato intromettersi nella sua vita.
Forse avrebbe preferito che sua mamma fosse stata più simile a questa donna ignota e, magari, cercare di essere molto più presente nella sua vita, anche se c’è da dire che lui, nel caso, non glielo avrebbe mai permesso perché aveva innalzato delle barriere protettive intorno a sé.
- Vorrei non raccontare la mia vita ad uno sconosciuto-
- Fai finta sia tua zia-
- Non ho una zia, mia madre è figlia unica-
La donna davanti a lui aveva fatto una faccia strana, ma subito si riprese – Una cugina, una sorella-
Billy non sapeva cosa fare, era combattuto, non sapeva se fidarsi di questa sconosciuta o meno. Lui era una persona che non si fidava mai di nessuno, le uniche persone che avevano la sua piena fiducia erano sua madre e Jennifer.
La donna davanti a lui insistette e, alla fine, Billy si fece scappare qualcosa dalla bocca – Sono stato trattato male e ingannato-
- Da chi?- gli chiese
- Una che mi ha intrappolato in una farsa-
La signora non parlò, lasciò Billy immerso nei suoi pensieri – Non fa niente- disse
Billy la guardò confuso.
- Per l’entrata in palestra, farò finta di non averti visto-
L’ex bullo rilassò i suoi muscoli facciali - Devo andare, mia madre mi aspetta-
La donna lo guardò alzarsi dal marciapiede e, prima che lui andasse via,  gli consegnò un foglio – Questo è il mio indirizzo, non appena vuoi fare quattro chiacchiere vieni da me. Ho anche un punchball!-
La signora si allontanò leggiadra e Billy  osservò il foglio – Margaret Hayes, psicologa disoccupata-
Guardò il foglio incuriosito… quella signora aveva lo stesso cognome di sua madre.
 

Ragazzi bentornati nella mia storia! Questo capitolo è finito! Ora stiamo entrando nel vivo di questa storia che si fa via via più seria e contorta.
Chi sarà mai questa donna misteriosa? Un angelo custode?
Lo scoprirete solo leggendo...
So che sono mancato per tanto tempo, ma voglio mettermi d’impegno ad aggiornare regolarmente questa storia.
Al prossimo capitolo!
  
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