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Autore: guimug    27/04/2016    0 recensioni
Quanto bisogna soffrire per raggiungere la felicità? Dopo il fugace incontro descritto in "Juliet" Terence e Candy non si sono più visti, ma il destino ha deciso di rimescolare le carte. Candy dovrà pagare ancora un tributo al dolore ma nessuna notte è così lunga da impedire al sole di risorgere, ed il sole sorgerà ancora ad oriente!
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Annie Brighton, Archibald Cornwell, Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Candy saga'
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BACK TO HAPPINESS

 



Cap. 2 – Romeo è sempre Romeo
 

 

“O onesto speziale! Il tuo veleno è rapido, e così, con un bacio, io muoio.”
 
Pronunciata la battuta Terence si accasciò accanto al catafalco dove Katherine era sdraiata nella scena finale della tragedia, era ancora una volta Romeo e viveva ancora la storia d’amore più celebre della letteratura.
Sdraiato sulle assi del palcoscenico, immobile nella sua morte apparente sbirciava lo svilupparsi del finale del dramma e cercava di indovinare dalle facce degli spettatori delle prime file se la recitazione fosse stata convincente, a giudicare dalla tensione sui volti di alcuni signori sembrava proprio di sì!
 
Pugnale benedetto! Ecco il tuo fodero, qui dentro arrugginisci, e dammi morte!
 
Ecco, ora era morta anche Giulietta ed alcune signore del pubblico avevano cominciato ad accostare agli occhi i loro fazzoletti di batista ricamati per asciugare qualche furtiva lacrima; Terence sorrise compiaciuto, anche stavolta erano riusciti a coinvolgere il pubblico, a catturarne i sentimenti…ora mancava solo una battuta:
 
“Questa mattina porta una pace che rattrista; nemmeno il sole mostrerà la sua faccia. Andiamo via da qui, a ragionare di questi dolorosi avvenimenti. Per alcuni sarà il perdono, per altri il castigo immediato: poiché mai storia fu più triste di quella di Giulietta e del suo Romeo.”
 
Il dramma era finito e per un attimo fu il silenzio totale, le luci si erano spente ed era il momento in cui gli attori aspettano che il pubblico emetta il suo verdetto, quei secondi di silenzio che possono portare al trionfo degli applausi o al fallimento dei fischi…un attimo di limbo fra paradiso ed inferno, poi il teatro esplose in un fragoroso battimani; ancora una volta il successo aveva arriso alla compagnia!
Terence e gli altri attori ringraziarono il pubblico dal proscenio con una serie di inchini, dalla platea arrivò anche qualche gridolino di apprezzamento per il bel Romeo da parte delle spettatrici più giovani.
Terence sorrise, certo gli facevano piacere i complimenti ma lui non cercava l’apprezzamento di quelle ragazze, ogni volta che terminava una rappresentazione il suo pensiero andava ad una persona in particolare per la quale continuava a recitare anche se lei non era tra il pubblico.
Mietere un successo dopo l’altro, impegnarsi nel lavoro era diventata la sua missione per dimostrare a Candy che lui era rinato, che il Terence abbrutito e disperato che la loro separazione aveva creato era ormai solo un pallido ricordo; lo aveva giurato quella sera nel giardino della villa di Lakewood mentre la spiava alla finestra, aveva promesso a se stesso che sarebbe diventato un grande attore per lei, e chissà che le cose non avrebbero potuto prendere una piega diversa.
Ora la rappresentazione era finita e Terence, smessi gli abiti di scena, rientrava a piedi in albergo. Gli piaceva camminare per le strade di New York dopo una lunga tournee che lo aveva portato ad esibirsi nei più prestigiosi teatri europei da Parigi a Roma fino alla consacrazione a Londra, era contento di ritornare per così dire “a casa” in quella città che gli aveva visto muovere i primi passi della sua carriera.
Varcando la porta girevole dell’Hilton si ritrovò per un attimo a pensare a cosa sarebbe successo se quella sera, in quell’oscuro teatrino di periferia, il suo angelo biondo non fosse apparso…magari adesso starebbe elemosinando un tozzo di pane in qualche oscura strada del Bronx o di Brooklyn, sempre se fosse sopravvissuto!
Invece adesso stava chiedendo le chiavi della sua suite ad un concierge in uniforme che però gli consegnò un biglietto dicendogli “Il signore è atteso nel salottino privato”.
Terence lo guardò perplesso, chi mai poteva cercarlo? Era rientrato da solo due settimane e per tutto quel tempo era rimasto confinato fra teatro ed albergo senza incontrare praticamente nessuno; guardò il biglietto da visita che teneva fra le dita che recava stampato a caratteri alquanto pomposi il nome “Archibald Cromwell”. Archie? E che cosa voleva da lui quel damerino elegante? Se lo ricordava ai tempi della Royal St. Paul School schizzinoso ed indisponente, poi era cambiato ed era addirittura diventato un buon amico; aveva sposato una delle migliori amiche di Candy, una certa Annie Brighton, diafana e timida…la persona adatta a lui!
Ma se ora era qui…magari gli portava qualche notizia di Candy? Magari Candy era con lui?
“Calma Terence!” si disse ”Non saltare a conclusioni affrettate, forse è solo di passaggio e vuole salutarti…comunque sentiamo un po’!”
Entrò nel salottino e, seduti su due poltrone, c’erano Archie ed Annie che vedendolo entrare si alzarono e si precipitarono a salutarlo.
“Terence! Che piacere vederti!” disse Archie stringendogli la mano “Ti ricordi di Annie?”
“Certo che mi ricordo Archie!” rispose Terence facendo un compito baciamano alla ragazza “Come state? Cosa vi porta qui?”
Fu Annie a rispondere: “Non hai saputo nulla di Candy?”
Terence impallidì, “Che cosa le è successo? Sta male? Io sono rientrato da poco dall’Europa e quindi non posso sapere nulla, dov’è adesso?”
“Speravamo che potessi dircelo tu!” proseguì Archie “E’ scomparsa da circa un mese, una settimana dopo che Albert è morto!”
“Come? Albert è morto? E com’è successo? Non ne sapevo nulla, in Europa non leggevo i giornali americani!! Dimmi Archie, raccontami tutto!!”
Archie cominciò dal principio, da quella maledetta giornata della sparatoria allo speak easy fino al funerale di Albert, “Dopo il funerale c’è stata l’apertura del testamento e Candy è stata nominata erede universale della fortuna degli Andrew; il giorno dopo al sig. George, l’amministratore della famiglia, è arrivata questa lettera.”
Tese a Terence un foglio su cui il giovane lesse:
 
«Gentile Sig. George;
con la presente le affido la procura totale per quanto riguarda la gestione delle proprietà finanziarie ed immobiliari della famiglia Andrew di cui sono entrata in possesso a seguito del testamento del mio defunto marito Albert William, da questo momento lei ha carta bianca in tutte le questioni riguardanti gli affari mentre io sento il bisogno di allontanarmi da Lakewood e da tutto ciò che mi possa ricordare la famiglia Andrew ed il mio povero Albert.
Non so se e quando rientrerò, le auguro di star bene.
Sinceramente sua
Candice White ved. Andrew”
 
“E da allora nessuno ne ha più avuto notizie!” esclamò Annie con un singhiozzo, “Quando abbiamo saputo che tu eri tornato a New York abbiamo pensato che, magari, poteva essere venuta a cercarti”
“Maledizione no!” urlò Terence “Se avessi saputo qualcosa sarei corso subito a Lakewood!!”
La frustrazione per non essere stato presente quando la sua Candy aveva bisogno di lui lo faceva infuriare, investì la coppia con parole dure “Ma voi due non potevate starle vicino? Cosa avete fatto per confortarla? Evidentemente non vi siete comportati da bravi amici se avete permesso che la disperazione la sopraffacesse a tal punto da farla fuggire!”
“Hai ragione Terence” rispose Archie con voce rassegnata “Non siamo stati capaci far nulla per lei, ma tutto è successo troppo in fretta”
“Va bene, ma avete fatto delle ricerche?”
“Si, abbiamo ingaggiato anche un detective privato della Pinkerton che ha ricostruito gli ultimi movimenti di Candy. Sembra che il giorno della sua scomparsa sia andata a trovare il Dott. Leonard, il direttore dell’ospedale S.ta Johanna dove ha lavorato come infermiera, e da lì poi si sia recata alla stazione.
Abbiamo chiesto al Dott. Leonard cosa volesse da lui ed all’inizio non voleva dirci nulla, poi grazie al nome di famiglia ed ai cospicui finanziamenti che l’ospedale riceve dagli Andrew ci ha rivelato che gli aveva chiesto come poter rintracciare una sua vecchia collega, una tale Flanny Hamilton che, dopo aver prestato servizio come crocerossina in Francia durante la guerra, era tornata in America ed adesso lavora al Mount Sinai Hospital.
Siamo venuti subito a New York per incontrarla ma poi, vedendo il tuo cartellone a Broadway, abbiamo pensato che forse…beh…forse avrebbe potuto venire da te, ma evidentemente ci siamo sbagliati.”
Terence era paralizzato, cercava di figurarsi il carico di dolore che Candy stava sopportando e che cercava di esorcizzare con la fuga; maledizione, ma perché non l’aveva visto lei il suo cartellone? Probabilmente era arrivata a New York prima che lo esponessero altrimenti…altrimenti cosa? Chi gli assicurava che lei lo avrebbe cercato? Che volesse condividere con lui la tragedia? Magari pensava di non contare più nulla per lui, o magari era lui che non contava più nulla per lei!
“Candy!! Come potresti mai pensare qualcosa di simile?” pensava il ragazzo, poi con voce decisa si rivolse ad Archie ed Annie: “Bene, quindi la prima cosa da fare adesso è di andare a cercare questa Flanny Hamilton e chiederle se Candy si sia messa in contatto con lei! Muoviamoci!!”
“Ma è sera ormai!” obiettò Annie con un filo di voce.
“Gli ospedali sono sempre aperti, e non abbiamo tempo da perdere!! La mia Candy è da sola là fuori ed ha bisogno di me!!” e pose una tale enfasi su quel “mia” che i due ragazzi non ebbero più dubbi, era di nuovo il Terence innamorato della Royal S. Paul School

 

  
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