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Autore: Daisy_of_light    28/04/2016    5 recensioni
[Hit the floor]
One Shot dedicata alla coppia SLASH Canon del telefilm 'Hit the floor', gli Zude. Ambientata dopo la 3x7/3x8 solo per un minimo riferimento agli episodi. Jude è stanco e spossato, ma, come sempre, la sua indole stacanovista lo spinge ad andare oltre i limiti del proprio corpo. Questa volta, però, c'è Zero a vegliare su di lui e rimetterlo in piedi una volta caduto, letteralmente.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice: Rieccomi con un'altra ff dedicata agli Zude, la coppia slash Canon di 'Hit the floor'! XD anche questa volta, la ff è ambientata dopo la 3x7/3x8 solo per alcuni piccoli riferimenti, nulla di così sconvolgente comunque! XD rating giallo solo per qualche piccolo riferimento piccante, ma niente esagerato! Vi lascio alla ff senza ulteriore indugio e, per chi lo volesse, ci si ribecca alla fine! XD 

Disclaimer: i personaggi e il telefilm non sono miei! Magari lo fossero! XD 




 
I'LL CATCH YOU WHEN YOU FALL

 

Delle volte, il suo lavoro lo faceva veramente impazzire. Gli sembrava di giocare una snervante e infinta partita a scacchi con la fortuna o il destino o con chi cavolo stesse tramando contro di lui. Jude, a volte, voleva solo urlare dalla frustrazione. Non faceva in tempo a risolvere un problema che subito ne sorgevano altri, una specie di idra dalla rigenerazione infinta che non faceva altro che moltiplicarsi e moltiplicarsi. A volte voleva solo fuggire, lasciare tutto e scappare lontano. 

Eppure, ormai, avrebbe dovuto esserci abituato: lottare nella vita privata e al lavoro per ottenere qualcosa, che fosse l'amore del genitore o un cliente prezioso per la compagnia. A volte, in quelle sere in cui tornava a casa con i nervi a pezzi e un mal di testa allucinante, voleva solo raggomitolarsi sotto le coperte e dormire, dormire per giorni e giorni. Invece, un incubo lo svegliava e lo costringeva a trascinarsi fuori dal letto, a guardarsi allo specchio e a trattenere le lacrime, perché un altro giorno stava per iniziare e per un altro giorno si sarebbe illuso di lottare per guadagnarsi qualcosa. Da quando era arrivato a Los Angeles, però, qualcosa era cambiato. 

No, non era cambiato nulla per quanto riguardava il lavoro, sempre la solita follia, la solita missione giornaliera che aveva come obiettivo il sistemare i problemi che creava l'universo per metterlo alla prova. Il più delle volte, si risvegliava con lo stesso martellante mal di testa che aveva la sera precedente. Quello che era cambiato, era il suo stato d'animo. Ora si svegliava e poteva dire di essere felice per la prima volta nella sua vita. Ora si svegliava e si trovava spesso nudo, sotto le coperte, abbracciato a quell'uomo che lo aveva fatto innamorare tanto tempo fa. Ora, quando si svegliava la mattina, la cosa che lo trascinava fuori dal letto, lontano dalle braccia del suo amato, era l'obiettivo di raggiungere la fine della giornata, perché sapeva che quelle braccia sarebbero state lì ad accoglierlo di nuovo, la sera. E fu con quel pensiero che, sebbene stanco e spossato, Jude si alzò dal letto, dirigendosi in bagno, per iniziare la sua routine mattutina. 



In una ventina di minuti, il ragazzo era pronto, giacca e cravatta al suo posto, capelli pettinati all'indietro e con una tazza di caffè in mano, intento a leggere il giornale, in piedi, sul bancone della cucina. Notizie su Lionel e sulle sue azzardate dichiarazioni riguardo Sloane erano ancora sulle pagine del quotidiano. Già stressato al pensiero di dover sistemare quell'enorme casino, Jude si portò due dita agli occhi, sfregandoseli, come a voler grattar via il mal di testa che gli martellava il cervello da più di due giorni. Non si accorse dell'arrivo di Zero finché questo non lo salutò, appoggiato allo stipite della porta:
-Buongiorno...-

Il tono di voce, roco e basso, attirò l'attenzione del manager che alzò gli occhi, posandoli suo corpo marmoreo e niveo di uno Zero ancora mezzo addormentato e coperto solo da un paio di boxer.
Jude non poté non sorridere di fronte a quella visione. 


-Buongiorno!- rispose con un sorriso.


-Ti sei svegliato presto questa mattina...- notò il biondo, avanzando verso il suo amante.


-Ho un meeting tra una mezz'ora e devo essere assolutamente presente...- rispose Jude guardando l'orologio -Anzi...credo proprio di dover andare o farò tardi!-


Jude si avvicinò a Zero per scambiare un bacio fugace, ma fu colpito da un'improvvisa vertigine che gli fece perdere l'equilibrio. Sarebbe caduto sicuramente se non ci fosse stato il petto tonico del biondo a sostenerlo, mentre le braccia lo circondavano in un abbraccio protettivo.


-Ehi! Che succede?- fu la domanda allarmata del biondo, mentre aiutava Jude a rimettersi in piedi.
Il moro scosse il capo, stordito, le gambe di nuove solide sotto di lui e il mal di testa sempre più penetrante.


-Scusa...sono solo inciampato!- mentì Jude, deciso a non far preoccupare l'amato che, comunque, lo guardava con uno sguardo intenso e fermo. Zero non lo lasciò andare, fece scorrere le mani lungo la schiena di Jude, fino a giungere alle natiche che afferrò con possessività, ma anche delicatezza.


-Ti ho fatto male ieri notte?- chiese il biondo, l'apprensione nella voce. Jude, incredulo, chiese: 
-Che cosa?- 
-Ieri notte sono stato abbastanza rude...forse non ho prestato abbastanza attenzione quando ti ho preparato e quindi ti ho fatto male...-


Il senso di colpa che leggeva negli occhi e percepiva nella voce di Zero, portarono Jude ad afferrare il volto dell'uomo magnifico che aveva davanti e ad unire le sue labbra alle proprie, dando il via a un bacio profondo e passionale in cui la lingua di uno cercava di prevalere su quella dell'altro.

Quando si separarono, il moro rispose:
-Tu mi hai fatto tutt'altro che del male, ieri notte.- si formò un sorriso sulle sue labbra al pensiero della notte d'amore appena passata, alla, quasi, famelica bocca di Zero sul suo corpo e del calore che il tocco esperto delle sue mani gli aveva acceso sulla pelle -Tu non mi fai mai del male quando mi ami.- e quella frase voleva dire tutto e più di tutto.


Zero non sembrava convinto e continuava a scrutare il volto di Jude, una ruga di preoccupazione che gli attraversava la fronte. Il moro, un po' a disagio sotto quello sguardo indagatore, si liberò dalla presa e afferò le chiavi della macchina, dell'appartamento, il cellulare e il portafogli, dirigendosi verso la porta d'ingresso, spiegando: 
-Devo uscire alla svelta o farò tardi. Tu che fai?-
Zero lo aveva seguito in soggiorno e rispose: 
-Ho la riunione con la squadra tra un paio di ore e l'allenamento nel pomeriggio. Ci vediamo per pranzo?-


Jude alzò un sopracciglio: era stata strana come richiesta...solitamente non si trovavano per pranzo. Jude preferiva sbocconcellare qualcosa quando era sommerso di lavoro e la stessa cosa faceva Zero quando aveva l'allenamento pomeridiano. Al moro sarebbe davvero piaciuto accettare, ma sapeva che sarebbe stato già tanto se quel giorno si fosse fermato per bere un bicchiere d'acqua.


-Mi dispiace, ma non credo di farcela...sono davvero sommerso di lavoro. Forse tornerò tardi questa sera...-
Il biondo annuì, ma sembrava esserci rimasto male, quindi il manager si affrettò a recuperare in corner: 
-Però, se ti va, anche se dovessi tornare tardi, potremmo andare comunque cenare insieme da qualche parte. Per te va bene?-
-Va benissimo!- fu la risposta pronta di Zero, l'espressione indecifrabile sul volto.
-Bene, allora a questa sera!- salutò Jude, soprassedendo di fronte allo strano comportamento dell'amate.
-Jude!- lo bloccò questo e Jude si immobilizzò sulla soglia, voltandosi verso di lui, che continuò -Non esagerare e chiamami se hai bisogno.-
Jude sorrise a quella raccomandazione. Era così raro riceverla, ma lo riempiva di gioia. Fece l'occhiolino e uscì di casa. 


Zero rimase a fissare la porta da dove era appena uscito Jude e si ritrovò a pensare ai momenti in cui aveva avuto il viso del ragazzo a pochi centimetri dal suo pochi minuti prima: aveva notato le occhiaie che stavano andando a formarsi sotto a quegli occhi stanchi e un po' vuoti, ma ancora distinti da un brillio meraviglioso, così come aveva notato il colorito pallido della pelle, solitamente rosea. Poi, quel mancamento che aveva avuto...nemmeno per un attimo Zero aveva creduto alla scusa di Jude. Aveva capito che il ragazzo stava male, che ormai andava avanti per pura inerzia, complice anche il fatto che lui stesso lo stancava ogni notte per motivi più piacevoli, ma sempre spossanti. 


Quella notte, poi, non era stato molto gentile: era tornato a casa dagli allenamenti con una frustrazione pazzesca addosso e, quando aveva visto Jude, sdraiato sul letto, a petto nudo, gli era subito venuta voglia di lui, aveva voluto rifugiarsi nel calore di Jude che, di certo, non si era tirato indietro e lo aveva stretto, forse percependo il bisogno che Zero aveva di lui. Per questo gli aveva proposto di pranzare insieme. Per cercare di fargli recuperare un po' di energie dato che quella mattina il moro non aveva ingerito nient'altro che il solito caffè. Zero sospirò, preoccupato, passandosi una mano tra i capelli spettinati, e si diresse in bagno, sperando che sera arrivasse in fretta, per il bene di Jude. 





A riscuoterlo dallo stato di torpore letargico in cui era caduto, fu lo squillo del cellulare che era posato al suo fianco. Jude sobbalzò, rendendosi conto di essere praticamente stramazzato sulla poltrona della sua scrivania. Allungò una mano tremante verso l'apparecchio, cercando di concentrarsi sul nome che compariva sul display. Sobbalzò, stupito, quando intravide il segnale orario. Erano quasi le 14.30 e di lì a poco avrebbe avuto un'altra riunione. Mentre raccoglieva le scartoffie sparse sulla sua scrivania, rispose alla telefonata:
-Zero, ehi! Tutto bene?-


Era strano che Zero lo chiamasse a quell'ora. Forse era successo qualcosa all'allenamento...forse si era fatto male.


-Questo dovrei essere io a chiedertelo, Jude. Ti ho scritto un messaggio un'ora fa e non mi hai risposto.- la voce di Zero era impassibile, ma Jude potè percepire benissimo una nota di preoccupazione.
-Scusami! Sono stato sommerso di lavoro fino ad adesso...- in verità, il ragazzo temeva di essere crollato svenuto per un po' di tempo. Non si ricordava proprio nulla dell'ultima ora.
-Avevi bisogno di qualcosa di urgente?- 
-Jude...mangia qualcosa...- consiglio Zero, serietà e preoccupazione ora palpabili nel tono della sua voce.


Il moro scosse il capo, ma ciò non fece che peggiorare il suo martellante mal di testa. Si portò una mano alla fronte, sentendola umida di sudore. Ricordandosi che il suo interlocutore non poteva vederlo, ripose:
-Oggi sei stranamente fissato il cibo, Gideon! Comunque no...non ho tempo, devo correre alla prossima riunione. Ci vediamo questa sera.-


Il manager non voleva che il suo tono risultasse infastidito, ma si sentiva stressato e Zero gli stava mettendo troppa pressione addosso.


-Jude...- lo chiamò il biondo, in un sospiro.
-Scusami...non volevo aggredirti...è che sono di fretta.- si scusò il ragazzo, sinceramente in colpa.
-Jude...ti amo!- fu la dichiarazione improvvisa di Zero. Una dichiarazione che colse di sorpresa il moro, bloccandogli il fiato in gola: Zero non era uno che si apriva così facilmente. Però, quelle parole lo colmarono di gioia e gli infusero un senso di calore che gli riempì il corpo.


-Ti amo anche io, Gideon...- si ritrovò a rispondere, senza pensarci, la gioia nella voce.
-A più tardi.- con quel saluto, Zero chiuse la chiamata.


Jude fece la stessa cosa, abbassando il cellulare e riabbandonandosi contro lo schienale della sedia, lasciando che un placido torpore lo cullasse per qualche attimo.


La magia si spezzò quando il dannatissimo segnale acustico dell'agenda del telefono suonò, ricordandogli che la vita non aspettava i suoi comodi. Il ragazzo raccolse le forze e si alzò in piedi. Dovette posarsi pesantemente al tavolo della scrivania quando le gambe cedettero un po' sotto il suo peso e la vista gli si oscurò davanti agli occhi. Sentiva ogni suo muscolo tremare e il sudore colargli lungo la schiena. Chiuse gli occhi, deglutendo, trattenendo la nausea che minacciava di rovesciargli lo stomaco. E di nuovo, il segnale acustico dell'agenda si fece risentire e l'adrenalina data dall'essere in ritardo per la riunione, entrò in circolo, costringendo Jude a riprendersi in un attimo. Non sapeva come sarebbe arrivato a sera, voleva solo tornare a casa e raggomitolarsi sotto le coperte, come non faceva da tempo ormai. Poi, il ricordo della voce di Zero nelle orecchie, la sua dichiarazione, il suo sorriso quando lo guardava e il pensiero che lo avrebbe aspettato a casa quella sera, diedero la forza a Jude di muoversi e si avviò fuori dall'ufficio, determinato ad arrivare a sera per ottenere il dono che la vita gli aveva concesso. 





Jude scese dall'auto. Non sapeva come avesse fatto ad arrivare alle 20.00, nè come fosse riuscito a guidare fino a casa. Si era dovuto fermare un paio di volte a causa di alcuni giramenti di testa e della nausea che lo avevano colpito. Tutti suoi muscoli tremavano per lo sforzo di arrivare fino alla porta di ingresso. Inserì le chiavi nella toppa ed entrò, richiudendosi la porta alle spalle e appoggiando la schiena contro la superficie, gli occhi chiusi, il respiro affannoso, il sudore che gli colava lungo le tempie.


-Jude? Sei tu?- chiese la voce di Zero che lo raggiunse in soggiorno, uscendo dalla cucina.
Jude non riusciva, però, a formare un pensiero coerente. Tutto gli si sfuocava e si rimetteva a fuoco davanti ai suoi occhi, il rumore del sangue nelle orecchie accompagnato dal battito accelerato del suo cuore, il mal di testa che pulsava allo stesso ritmo, il respiro affannoso, come se avesse appena corso una maratona.


-Jude...che succede?- fu, questa volta, la domanda di Zero che lo osservava, dall'altra parte della stanza, improvvisamente in allarme.


-Gideon...- sussurrò il moro a fatica, poi le gambe cedettero sotto il suo peso e l'oblio richiamò la sua mente.
Non appena vide Jude cadere, seguendo la linea verticale della parete, Zero, con uno scatto guidato dall'adrenalina, compì i pochi passi che lo separava dall'amante e lo prese al volo, accompagnando la sua caduta, sedendosi a terra con il corpo di Jude tra le braccia.


Gli afferrò il volto con una mano, girandola verso di lui e notando il colorito spento, il sudore e il battito accelerato che pulsava lungo la carotide.


-Jude! Jude! Sveglia! Jude!- chiamo Zero, lo spavento e la preoccupazione nella voce. Passò le mani tra i capelli spettinati e scompigliati del ragazzo, cercando di liberargli la fronte madida di sudore, e gli allentò il nodo della cravatta per permettergli di respirare meglio.


Zero temeva che sarebbe successa una cosa simile, sapeva benissimo cosa era accaduto, però veder effettivamente crollare la persona amata davanti a sè lo aveva comunque mandato in panico.
Gli schiaffeggiò gentilmente, ma ripetutamente, una guancia, chiamandolo: 
-Jude? Jude! Svegliati!-


Nella nebbia della sua mente, Jude iniziò a farsi strada grazie a una voce calda e profonda, conosciuta e amata. Il suo nome pronunciato da quelle labbra aveva sempre il potere di riscaldarsi la pelle, come se avesse appena ricevuto una carezza amorevole. La preoccupazione mista a terrore che riusciva a percepire, spinsero il ragazzo ad aprire gli occhi, per cercare di consolare la persona che pronunciava quelle parole. Occhi azzurri e profondi e capelli dorati furono la prima cosa che videro gli occhi del moro, quando mise a fuoco chi aveva davanti.
-Zero...- mormorò in un soffio leggero.


Il biondo emise un sospiro di sollievo e appoggiò la sua fronte a quella leggermente accaldata di Jude, sussurrando: 
-Mi hai fatto spaventare, Jude...-


Il moro percepì la sincera paura nella voce dell'amato e quindi fece forza sul suo corpo: alzò una mano e la affondò tra i capelli di Gideon, mentre gli bisbigliava a fior di labbra: 
-Mi dispiace...-


-Idiota...dovevi darmi ascolto oggi...se ti ho detto di mangiare qualcosa c'era un motivo...- lo rimproverò bonariamente il biondo.
-Lo so...ma non avevo il tempo...il lavoro...-


Jude chiuse gli occhi, affondando il volto nell'incavo tra il collo e la spalla di Zero, strusciando la fronte come un gatto. Amava quel particolare posto del corpo del suo ragazzo. Rifugiarcisi era uno dei suoi modi preferiti per estraniarsi dal mondo intorno per lasciare posto solo al calore del corpo amato al suo fianco.
Zero, percependo l'intento di Jude, intervenne: 
-Nonononono. Non provarci nemmeno a perdere di nuovo i sensi! Apri gli occhi e guardami.-


Jude fece come ordinatogli, nonostante fosse molto riluttante.
-Ti devo lasciare qui per terra per qualche attimo. Tu non provare ad alzarti e resta fermo o rischi di crollare di nuovo e farti male seriamente questa volta.-


A malincuore, Jude lascio che Zero si liberasse dalla sua presa e lo lasciasse per terra, sul freddo pavimento del soggiorno. Solo allora, il ragazzo notò che era tutto sudato e accaldato, le membra ancora pesanti e letargiche, il mal di testa forte e martellante. Si raggomitolò su se stesso, per cercare di resistere a quella specie di guerra che il suo stesso corpo aveva scatenato contro di lui.


Forse perse i sensi per qualche altro secondo, perché, quando riaprì gli occhi, era di nuovo tra le braccia di Zero che gli posava un bicchiere alle labbra.
-Forza...bevi questo...-


Jude accettò l'aiuto e lasciò che il liquido chiaro gli scorresse lungo la gola. Avvertì, però, un sapore esageratamente dolce e quasi nauseante, quindi rifiutò il secondo sorso.
Zero roteò gli occhi e spiegò: 
-Non fare il bambino... È solo acqua con zucchero! So che è molto dolce, ma ne hai bisogno dopo aver avuto un calo glicemico!- vedendo che non riusciva a convincere Jude a bere, gli bisbigliò all'orecchio, usando la sua voce da seduttore migliore:
-Forza...se bevi tutto, poi potrei ripagarti in modo molto piacevole...-
Un flash di vita passo negli occhi del moro che accettò di bere il resto del liquido dolciastro, per poi tornare ad accoccolarsi tra le braccia forti che lo sorreggevano. 


Zero aspettò che lo zucchero tornasse in circolo nel corpo del Jude. Il cambiamento fu molto rapido: i respiri del ragazzo si erano fatti più lenti, così come le palpitazioni del suo cuore sembravano essere tornate alla normalità. Anche il colorito stava migliorando, ma solo una bella notte di sonno avrebbe potuto far scomparire quelle occhiaie attorno ai begli occhi di Jude e a liberarlo da quel mal di testa.
Jude sentì Zero scuoterlo leggermente e ordinargli: 
-Forza, in piedi! A letto!-


Jude mugugnò contrariato ai movimenti bruschi, ma ubbidì e venne in piedi, aiutato dall'altro che fu lesto a tenerlo in piedi quando lo vide barcollare. Jude si rese vagamente conto del fatto di essere praticamente trascinato nella camera da letto, di essere stato adagiato sul materasso e di essere in boxer, sotto le coperte.
Si accoccolò in automatico contro il corpo caldo che prese posto sotto le coperte dall'altra parte del letto, sussurrando: 
-Mi avevi detto che mi avresti ripagato in modo piacevole se avessi bevuto quella schifezza...-


Zero gli avvolse un braccio intorno alle spalle, facendo aderire per bene i loro corpi, e rispose divertito: 
-Non ti ho detto quando, però! E adesso non mi sembra il caso. Ora devi dormire e basta. Quando ti sveglierai, potrei anche concederti il tuo premio!- 
Il biondo non ricevette risposta. Jude si era già addormentato. 





Jude si svegliò quando il sole iniziò ad accarezzargli la spalla nuda con i suoi caldi raggi che, birichini, avevano attraversato la tapparella della finestra sopra al letto. La seconda cosa che il ragazzo percepì fu il profumo di croissant alla marmellata che si diffondeva per la camera, accompagnati da quello pungente del grasso del bacon. Fu una risposta naturale quella della sua pancia che gorgogliò bramosa all'idea di poter accogliere del cibo. Jude aprì gli occhi, mettendo faticosamente a fuoco la sua camera da letto.


Allungò una mano verso il lato sinistro del letto, ma lo trovo freddo e vuoto e si irrigidì per un attimo, poi la razionalità prese il sopravvento: doveva esserci per forza Zero ai fornelli. Si rilassò immediatamente, sentendo le stoviglie cozzare tra di loro in cucina, seguito da un borbottio che doveva essere per forza una parolaccia. Il moro sorrise tra sè e sè e richiuse gli occhi, cercando di ricordare cosa avesse fatto il giorno precedente: vagamente, rimembrò di essere tornato a casa, di essere svenuto e di essersi svegliato tra le braccia di Zero, poi aveva bevuto qualcosa di dolce ed era finito a letto. Da qualche parte c'era anche stata una proposta sessuale da parte di Gideon, ma poi era il buio totale.


Deciso a colmare la sua curiosità solo una volta che Zero fosse tornato in camera, Jude passò in rassegna le sensazioni del suo corpo: si sentiva un po' accaldato e ancora molto stanco, ma il mal di testa che lo aveva tenuto prigioniero per giorni aveva lasciato spazio a un dolore sordo e molto attenuato dietro agli occhi.
Le sue riflessioni si interruppero quando sentì due dita tracciargli i contorni del viso e una voce sussurrare: 
-Ehi, Jude...sei sveglio?-


Jude aprì gli occhi e sorrise, salutando: 
-Buongiorno...-
-Buongiorno a te!- rispose Zero, ricambiando il sorriso.
Il biondo si sedette sul bordo del letto e chiese: 
-Va meglio oggi?-
-Sì, decisamente meglio...-
-Molto bene! Spero che tu sia affamato perché il brunch è pronto e sta aspettando di essere invitato nella nostra stanza!-
Qualcosa scattò nella testa di Jude alla parola brunch: guardò l'orologio e si accorse che il display segnava le 11.30.


-Dannazione! Sono in ritardo per il lavoro!- gridò il moro, preso dal panico, cercando di scendere dal letto.
Zero gli portò una mano sul petto e lo rispinse giù, tra i cuscini, ordinando: 
-Stai giù! Ho già avvertito io tutte le persone con cui dovevi vederti oggi e ho rinviato gli appuntamenti alla settimana prossima.-


-Perché lo hai fatto?- fu la domanda basita di Jude, che spalancò gli occhi, incredulo.
Zero roteò gli occhi e spiegò, sarcastico e con una punta di rimprovero mal celato: 
-Perché ieri hai avuto un calo di zuccheri pazzesco e sei crollato svenuto non appena sei arrivato a casa. Perché hai avuto un mal di testa atroce per giorni. Perché ieri sera ti sei addormento profondamente e non ti sei svegliato fino a questa mattina! Forse perché hai avuto una leggera febbre per tutta la notte. Forse perché è da due sere da che non mangi! Vedi tu quale potrebbe essere la scusa migliore!-


Man mano che parlava, Zero si stava scaldando e Jude capì quanto doveva aver spaventato l'uomo che aveva di fronte dato quello che era accaduto il giorno prima. Sebbene si fosse comportato in modo non diverso dal normale, la sera precedente, in quel momento Zero diede libero sfogo allo spavento che aveva preso. Il magare era quasi commosso; nessuno si era mai preoccupato così tanto per lui.


Jude gli portò una mano al volto e gli accarezzò una guancia, sussurrando: 
-Mi dispiace per quello che è successo ieri...ti prometto che non accadrà più...-
Con quelle parole, il moro cercò di trasmettere tutta la sua sincerità e le sue scuse per aver fatto preoccupare l'altro. A quanto pare, le sue emozioni giunsero all'altro che si piegò su di lui e gli diede uno di quei baci che solo lui sapeva dargli, uno di quei baci che gli accendevano il sangue.


-Mmmmm...adesso che mi ricordo...qualcuno mi aveva promesso una ricompensa ieri...- bisbigliò Jude, un ghigno seducente che gli piegava le labbra. Zero sorrise a sua volta e prese ad accarezzare il torace di del ragazzo, rispondendo:
-Sì, non me lo sono scordato, ma prima devi fare una cosa.-


-Tutto quello che vuoi!- fu la risposta pronta che gli diede Jude, sempre più acceso dalle carezze che gli stava lasciando Zero sul corpo.
-Prima mangiamo insieme tutte le cose che il qui presente ha amorevolmente cucinato e poi...- Jude si ritrovò con il volto di Zero a qualche centimetro dal suo, perdendosi in quei due occhi azzurri che erano diventati blu in un attimo, mentre una mano silenziosa di fece strada sotto le coperte per andare a posarsi sulle sue parti intime ancora avvolte dai boxer. Jude si fece scappare un gemito di piacere e Zero concluse:
-E poi io mi mangerò te!-
-Affare fatto!- decretò Jude, imprigionando di nuovo le sue labbra con quelle di Zero. 


 
Fine.
 




Note dell'autrice: (di nuovo...) rieccomi! Che ne dite? Vi è piaciuta? XD Anche qui, un paio di spiegazioni! io vedo Jude un personaggio molto ansioso, stacanovista e tendente a una sorta di depressione, in grado di spingersi fino ai limiti delle sue froze per dimostrare di essere degno di ricevere dell'affetto delle attenzioni da parte delle persone che ritiene importanti! Tutto ciò a causa del bastardo di Oscar! -.-'  ma adesso c'è Zero con lui! XD spero di non essere andata OOC, ma tendo a farli un po' più sentimentali quando sono solo due! XD grazie a chiunque sia giunto alla conclusione! Io sono qui nel caso vogliate farmi sapere che ne pensate della storia! XD Alla prossima! Ciao ciao XD  (storia pubblicata anche su wattpad nel mio profilo omonimo! XD)
  
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