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Autore: Selhin    28/04/2016    3 recensioni
Questa è una AU che tiene presente solo FF XIII e il suo finale ( perciò niente FF 13-2 né Lightning Returns ). E' una storia sviluppata in un ipotetico post game. Ogni capitolo sarà una One Shot e potrà anche essere letto singolarmente poiché non è solo una long ma anche una raccolta.
Tema: le Stagioni.
Pairing [ HopexLight ]
Cap 1 - Autunno - Wait for me
Cap 2 - Inverno - Decisions ( for the future )
Cap 3 - Primavera - Happy Birthday
Cap 4 - Estate - Can I have this dance?
Cap 5 - Nessuna Stagione - The Right Choice
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hope, Lightning
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Passing of Time'
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Fandom: Final Fantasy XIII

Pairing: Hope/Lightning

Personaggi: Hope Estheim, Lightning Farron, Bartolomew Estheim

Tipologia:  One Shot ( 1172 parole )

Genere: Sentimentale, Slice of life

 

8° Argomento: Stagioni
37. Inverno

 

 

 

 

Decisions ( for the future )

 

 

 

 



"
When the snow melts as winter ends
I’ll be alright "




  L’inverno dei suoi 16 anni Hope lo trascorse quasi tutto nella sua stanza chino sui libri o riflesso nello schermo del computer.

Non che trovasse particolarmente divertente starsene tutto il tempo a studiare ma non riusciva a trovare niente di meglio da fare. Nonostante fosse sempre stato socievole e disponibile con tutti i suoi compagni a scuola non era riuscito a legarsi con nessuno salvo un paio di ragazzi che trovava divertenti, ma con i quali non desiderava passare tutti i pomeriggi. Hope era un ragazzo serio, fin troppo dedito allo studio secondo i suoi professori i quali erano i primi a insistere su quanto dovesse socializzare di più. Persino suo padre iniziava a preoccuparsi quando si svegliava a notte fonda e lo trovava ancora chino sulla scrivania perso nella logica dei suoi esercizi.

  - Perché non esci oggi finita la scuola? E’ una bella giornata.-

Suo padre iniziava così quasi tutte le mattine e Hope rispondeva sempre che preferiva studiare per raggiungere il suo obbiettivo. Quale fosse, Bartholomew non lo sapeva.

  - Comunque sia, un pomeriggio di svago non può che farti bene. Esci con i tuoi amici. -

Allora Hope lo guardava infastidito, nei suoi occhi un goccio di malinconia.

  - Le uniche persone che vorrei vedere sono su Pulse e non ho modo di andare da loro quando e quanto vorrei. -

Dopodiché usciva di casa e l’uomo non lo vedeva fino a tarda sera, quando cenavano. Ed era così quasi ogni giorno.

Bartholomew sentiva che il carattere di suo figlio si stava inaridendo e sapeva che doveva intervenire in qualche modo così, un pomeriggio, si recò su Nuova Bodhum a cercare l’unica persona che poteva aiutarlo.

La trovò sulla spiaggia, seduta sulla sabbia intenta a lucidare la sua spada. Man mano che si avvicinava e riuscisse a distinguerla meglio notò quanto fosse composta e si chiese come avesse fatto suo figlio ad affezionarsi a tal punto a una donna così rigida e severa. Quando fu a pochi passi di distanza lei alzò lo sguardo sorpresa di vederlo, subito il primo pensiero corse ad Hope e a una preoccupazione che potesse essergli capitato qualcosa. L’uomo intuì il suo disagio e la rassicurò annuendo, sedendosi poi al suo fianco. Per qualche minuto nessuno dei due disse una parola poi l’uomo la guardò alzando un sopracciglio.

  - Non mi chiedi cosa mi porta qui? -

La donna alzò le spalle. - Se vuoi dirmelo me lo dirai senza che io ti chieda niente. -

Per tutta risposta Bartholomew la guardò di sbieco domandandosi ancora quale strano scherzo del destino aveva fatto legare suo figlio a quella giovane arrogante. Ma il suo astio in quel momento era inutile, così lo seppellì nel profondo di sé.

  - Devi parlare con Hope, lui... sei l’unica a cui darà retta. -

Lightning si aggiustò una ciocca di capelli. - A che riguardo? -

L’uomo più anziano sospirò. - Sono preoccupato, non ha nessun amico, non esce mai. So che vorrebbe stare qui con voi ma non è possibile. Credo mi odi per questo, perché lo trattengo su Cocoon. -

Lei appoggiò il peso sulle mani, inarcando leggermente la schiena.

  - Hope è un ragazzo più che intelligente, sa che le decisioni che prendi sono solo per il suo bene. Se ha scelto di studiare che male può fare? Ero convinta che qualsiasi genitore desiderasse questo per i propri figli. -

Bartholomew scosse il capo. - Certo, sono felice che si applichi nello studio ed è vero che è molto intelligente. Ma vorrei solo che riuscisse anche a farsi qualche amico, che vivesse come un normale ragazzo della sua età, ne ha passate così tante. -

Lightning non sapeva proprio come comportarsi, lei stessa era cresciuta senza genitori e con Serah aveva improvvisato per la maggior parte del tempo, sbagliando più di una volta. Non si sarebbe mai aspettata che un padre andasse proprio da lei per chiederle consiglio.

  - Su questo ti sbagli. Non sarà mai un ragazzo normale, poco più di un anno fa ha salvato il mondo e questa è una cosa che ti cambia qualsiasi età tu abbia. Sono sicura tu sia preoccupato ma credo dovresti aver fiducia in lui e nelle scelte che fa. Forse non te ne sei ancora accorto ma è un ragazzo molto forte ed è perfettamente in grado di cavarsela. L’ha dimostrato in parecchie occasioni. Se ha scelto questa strada è perché è sicuramente la più adatta per lui, ci avrà pensato molto, credo dovresti rispettarla. Ha fatto tanta strada, non buttare via ciò che è diventato per il tuo orgoglio. -

L’uomo la guardò mentre parlava di suo figlio, la scrutò attentamente con gli occhi e capì quanto tenesse ad Hope. Non ne parlava come di un ragazzino qualunque ma come un suo pari. Sembrava così orgogliosa di lui, nei suoi occhi azzurri leggeva una gentilezza che non le aveva mai visto. Probabilmente era stato lui il primo a sbagliarsi su di lei.

  - Forse hai ragione, sono però convinto che una tua visita non potrebbe che fargli bene. E forse, tutto sommato, farebbe bene anche a te non credi? -

 

 

  Lightning ripensò alle ultime parole di Bartholomew prima che se ne andasse lasciandola sola sulla sabbia intontita. Ci aveva pensato e ripensato, se le era riascoltate nella mente e alla fine aveva deciso di dare una risposta almeno a se stessa a quella domanda. Si, le avrebbe fatto dannatamente bene rivedere Hope dopo tanto tempo, le mancava molto, probabilmente più di quanto si aspettasse. Questa cosa dapprima la turbò un po’, poi preferì non pensarci e se ne dimenticò.

Quando arrivò alla sua scuola scelse di non entrare e lo aspettò all’ingresso appoggiata a un muro davanti al cancello in ferro. Si accorse che gli altri studenti, quando le passavano davanti, si voltavano incuriositi a guardarla. Probabilmente non era abitudine vedere un ex soldatessa del Sanctum da quelle parti o forse l’avevano riconosciuta come una dei l’Cie che avevano cambiato il loro destino tempo addietro.

  - Light? -

Lei si voltò sorpresa al suono di quella voce familiare ma al contempo leggermente mutata dal tempo. Hope la guardava a metà fra la meraviglia e l’incredulità, i capelli gli ricadevano sulla fronte e dalle labbra uscivano sbuffi di fiato freddi e bianchi. Era cresciuto un po’, nonostante non fosse ancora alto come lei, e prometteva di non smettere ancora per parecchio. Ma in fondo non lo trovava così cambiato.

Gli sorrise appena. - Sorpreso? -

Le guance le si erano arrossate un po’, forse per il freddo invernale o, forse, per un imbarazzo improvviso quando il ragazzo le si era avvicinato e le aveva sorriso ricambiandola.

  - No, sentivo che ti avrei incontrata oggi. Chiamalo sesto senso. -

Lei mise una mano sul fianco nella sua solita posa severa e lo guardò negli occhi cercando di coglierne ogni sfumatura. Poi aggrottò la fronte e gli diede un buffetto sulla guancia.

  - Bugiardo. -

Risero entrambi. Improvvisamente non sentivano più freddo, forse l’inverno stava giungendo al termine?

 

 

 

 

 

 

 

 

Note Autrice: Ok questo è un po’ un “capitolo di transito”  perché c’è poca OTP. Ho voluto approfondire la trama e l’introspezione attraverso un altro punto di vista: quello del padre che si preoccupa.
Tutti abbiamo avuto quel periodo ( e c’è chi come me lo sta vivendo ancora oggi ) in cui volevamo ribellarci o fare tutto il contrario di quel che ci dicevano i genitori. Quel periodo in cui avevamo per la testa un obbiettivo e non ce ne fregava se loro si preoccupavano per noi. Ho pensato che anche Hope potesse passare un periodo del genere, anche se suo padre non immagina minimamente quale sia la vera ragione ( anche se ci va molto vicino )
E niente, spero comunque abbiate fatto una piacevole lettura.
Non mi piace farlo ma ricordo che una recensione è sempre molto gradita! ( altrimenti ho l’impressione di parlare da sola e non è bello XD )

Alla prossima! ( che sarà molto più OTPiosa *^* )

Selhin <3


The One Hundred Prompt Project
   
 
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