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Autore: belle_delamb    28/04/2016    1 recensioni
-Voglio solo che tu sappia che ti ho sempre amato e che ti amerò per sempre- sussurrò lei, stretta tra le braccia di lui, le lacrime che pungevano per uscire –non importa quello che hai fatto, non mi è mai importato, so che è solo colpa delle incomprensioni, so tutto e capisco, solo che non posso permettermi di ignorare questa storia, ne andrebbe del mio onore e non posso proprio permetterlo-
-Ormai quel che è fatto non può essere cambiato- sussurrò lui.
-Purtroppo lo so e voglio che tu sappia che se questa storia si fosse potuta cambiare avrei rinunciato a ciò che più mi è caro al mondo- sospirò –credimi, fa più male a me che a te- e con un movimento rapido lo pugnalò al cuore, vincendo la resistenza dei muscoli del torace, strenua difesa di un corpo che non vuole arrendersi.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La giovane lady Margaret Rader scese i gradini della lunga scala uno per volta, attenta a non scivolare, la schiena ben dritta, quasi piegata all’indietro dal rigido busto. La ragazza si sollevò l’ampio abito color panna per scendere più velocemente, era già molto in ritardo. Quel ballo era stato organizzato per lei, non poteva proprio non presiedervi. Sperava almeno che ci fosse Fred, aveva promesso che ci sarebbe stato, non poteva lasciarla sola in un momento simile. Appena giunse in sala gli occhi di tutti si fermarono su di lei. Certo, ora la guardavano, ma normalmente nessuno si curava di lei, anche se era una lady.
-Milady, mi concedete un ballo?- chiese un alto cavaliere, avvicinandosi a lei.
Margaret lo scrutò rapidamente. Un bell’uomo, un po’ maturo per lei, circa trentacinque anni, occhi verdi, capelli castani. Ricordò le parole del padre.
-Non ti permetto di rifiutare i possibili pretendenti-
Quello era un pretendente? Probabilmente sì. O così avrebbe pensato suo padre ed era quello che contava, cosa pensava suo padre.
–Certo-
Il cavaliere le cinse la vita con un movimento rapido e la strinse a sé con fermezza.
Margaret non sapeva ballare, non bene almeno, era troppo goffa per ballare bene e Fred questo lo capiva bene. Fred, con lui si sentiva davvero a suo agio. La ragazza represse un risolino a quel pensiero e si lasciò condurre dal cavaliere senza dir nulla, senza nemmeno impegnarsi troppo in quel ballo.
-Il vostro vestito è veramente bello- disse il cavaliere.
Margaret represse un’espressione di stizza: voleva pure fare conversazione! –Siete molto cortese-
-Nessuna cortesia, siete davvero bellissima-
Lei ridacchiò, improvvisamente lusingata da quelle parole. –Prima avete detto che era bello il mio vestito-
-E lo siete anche voi-
Margaret sorrise. Le piaceva essere adulata e poi quel cavaliere conduceva bene. –Siete straniero?- chiese.
-Del Nord, lo avete capito dal mio accento?-
-Sì, e anche dal vostro modo di ballare, quelli di queste parti non cingono così in basso la vita di una fanciulla-
Questa volta fu lui a sorridere. –E vi dispiace?-
-Per nulla- e lo guardò dritto nei suoi occhi verdi, occhi particolari, stretti, profondi.
-Allora non vedo perché dovrei cambiare modo di ballare-
La fanciulla fece per rispondere, ma vide una figura al margine della sala da ballo, una figura alta e snella: Fred. Subito lottò con il desiderio di andarsene, doveva almeno finire il ballo. Fred nel frattempo la teneva sott’occhio, con il suo sguardo attento.
Quando finalmente la musica finì Margaret si congedò dal cavaliere e si diresse rapidamente verso il punto in cui aveva visto Fred.
Margaret aveva già fatto due volte il giro della sala senza riuscire a trovare Fred. Si fermò un attimo e fece una riverenza quando un cavaliere che le si parò davanti. Possibile che gli uomini non riuscissero mai a capire quando una dama voleva abbandonare un ballo? Si sforzò di sorridere.
-Posso chiedervi un ballo?- farfugliò lui.
-Scusate, sono un po’ di fretta- disse lei, lo sguardo fisso dietro di lui, alla ricerca di Fred. Il cavaliere arrossì. Era un ragazzino a guardarlo meglio, forse sedici anni, forse qualcosa di meno. Lo superò senza pensarci. Ma dov’era finito Fred? Scompariva sempre e lei doveva assolutamente vederlo. Si batté il ventaglio contro la gamba. Amava Fred anche se non era mai riuscita a confessarglielo, amava il modo in cui stringeva la spada in mano quando combatteva, amava il modo in cui non si arrendeva mai, lo amava anche se era profondamente stupido. Scese le scale e sgusciò via tra un gruppo d’invitati. Quella festa era stata un’idea di suo padre.
-Ormai sei grande, devi trovare un marito-
Ma lei non voleva un marito, forse non voleva nemmeno sposare Fred, amore non voleva mica dire matrimonio, ma questo suo padre sembrava proprio non capirlo.
Uscì in giardino ed ispirò la calda aria estiva. Ormai mancava poco al suo compleanno. Scosse la testa, non voleva pensarci. Entrò nel labirinto, ogni tanto a Fred piaceva nascondersi sotto il grande gazebo che si trovava al centro. Era stata la bis nonna paterna di Margaret a farlo costruire, lei era una principessa del regno di Smeraldo, costretta a sposare colui che in guerra aveva ucciso suo fratello. La leggenda narrava che la principessa cercasse sempre rifugio in quel labirinto, era il suo nascondiglio. Margaret sorrise, sorrideva sempre quando pensava che in lei, lady di Rosa Blu, scorreva il sangue di una reale. Si chiamava Fiona e la storia diceva che fosse così bella da incantare chiunque la vedesse. Margaret sfortunatamente non aveva preso la sua clamorosa bellezza. Aveva ereditato i capelli bruni della madre e le palpebre un po’ cadenti del marito di Fiona. Niente occhi azzurri come il mare, come invece li aveva Fiona, persi chissà dove nel corso delle generazioni. Niente seno prosperoso, niente dentatura perfetta, ma tutto sommato Margaret non poteva lamentarsi, era bella, non bellissima, ma bella, e lo vedeva negli occhi di chi la incontrava.
Si fermò improvvisamente sentendo delle voci. Possibile che il labirinto fosse diventato luogo d’incontro per due innamorati? C’era una donna, ma quello che stava dicendo non era ciò che si diceva a un innamorato.
-Credi che sappia qualcosa?-
-Il caro lord Jerry è uno sprovveduto, non sa nulla del gioiello, probabilmente non sa nemmeno che è magico- Quella voce la riconobbe subito! Era quella del cavaliere con cui aveva ballato.
-E io che temevo d’incontrare un uomo astuto invece è solo un gradasso-
Margaret sentì la rabbia montarle. Nessuno poteva trattare in quel modo suo padre, se non lei stessa.
-Pensi che sia comunque necessario che portiamo a termine la missione?-
-Certo, ormai è inevitabile, siamo stati mandati qui per un motivo, e bisogna comunque evitare che lui s’insospettisca, occupatene tu, sei sempre stato bravo in queste cose-
-Come preferisci che faccia?-
-Non la spada, ovviamente, fai in modo che sembri un incidente, una caduta da cavallo, non so, o dalle scale, se sei proprio nei guai usa il veleno, ma nessuna morte che sia ricollegabile a noi-
-Ovviamente … e la figlia?-
-Credi che la ragazza possa darci problemi?-
-Non so, tutto è possibile-
-Allora sistema anche lei, ma prima cerca di scoprire se sa qualcosa, non voglio che due morti insospettiscano troppo-
-So come fare il mio lavoro, non sarò frettoloso-
Margaret strinse i denti. Il cuore le galoppava nel petto per l’ansia. Doveva andarsene, doveva chiedere aiuto. Arretrò di un passo.
- Cos’è stato questo rumore?-
Margaret si sentì gelare.
-Io non ho sentito nulla- disse il cavaliere.
-Forse è solo la mia immaginazione, ma prima finiamo questo lavoro, meglio è per tutti-
-Lo porterò a termine questa notte, non temere, prima di domani mattina lord Jerry sarà morto-
   
 
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