Era una soleggiata mattina d’inverno e Shinya stava beatamente dormendo sotto il morbido piumone. Il ragazzo stava recuperando le energie consumate la scorsa notte passata insieme al suo compagno e se ne stava lì sdraiato a sognare quest’ultimo.

In quell’istante Guren entrò in camera da letto e avvicinatosi a Shinya, rimase un attimo in piedi a guardare il ragazzo dormire: la luce del sole faceva risplendere i suoi stupendi capelli bianchi, la sua pelle sembrava così candida e soprattutto a lui piaceva vedere il sorriso di Shinya, che proprio in quel momento aveva un’aria felice al pensare al suo amato.

“Shinya” Guren chinatosi sussurrò all’orecchio del ragazzo il suo nome per svegliarlo e non appena ebbe ottenuto il suo scopo, questo poté ammirare i penetranti occhi azzurri del giovane intento a sbadigliare, dopodiché si sedette accanto a lui, che era ancora mezzo stordito, ma comunque felice di averlo vicino disse inconsciamente il suo nome: “Guren”.

Guren accarezzò la guancia del ragazzo e poi guardandolo dolcemente negli occhi lo baciò: “Giorno Shinya”. Questo uscì poi dalla stanza lasciando da solo il giovane che ne approfittò per vestirsi con calma indossando dei pantaloni neri e una semplice maglietta bianca giusto per girare per casa. Shinya si aggirò poi tra le stanze di questa in cerca del compagno che ritrovò in seguito in cucina.

Guren era vicino ai fornelli con una padella in mano intento a friggere delle uova con la pancetta. Appena questo si accorse della presenza del ragazzo sulla soglia della porta, spense il fuoco e si girò verso di lui porgendo la padella in avanti: “Ne vuoi?”. “No, grazie” Shinya si mise quindi a frugare nella dispensa e non appena ebbe trovato i toast, se ne mise uno in bocca “mi basta questo”.

Guren si sedette vicino al tavolo per fare colazione e lo stesso fece l’altro dopo essersi procurato la marmellata: “Ti accompagno a lavoro con l’auto?” propose quest’ultimo mentre spalmava in modo stranamente accurato la marmellata.

“Non ce n’è bisogno, posso andare a piedi” rifiutò l’altro distogliendo lo sguardo.

Shinya spalancò gli occhi per lo stupore: “Ehhh?! Dobbiamo entrambi andare al quartier generale, perciò perché non approfittarne?”.

"Shinya… tu non sai lontanamente cosa voglia dire guidare piano!” replicò l’altro.

“Ma... ma... cosa dici, Guren!” disse offeso il ragazzo.

Ci fu un attimo di silenzio e poi i due cominciarono a ridere: “Mentre tu sparecchi, vado a mettermi anch’io la divisa e ci vediamo in macchina”. Detto ciò Shinya tornò alla camera da letto per prendersi i vestiti e Guren si mise a riordinare il tavolo, ma prendendo il piatto del compagno, si accorse che quest’ultimo aveva lasciato lì un toast sul quale vi era scritto: “Io amo Guren”. Questo lo fece arrossire all’istante e, mentre posava il piatto, disse sorridendo: “Quello stupido...”.