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Autore: Vago    29/04/2016    2 recensioni
Libro Secondo.
Dall'ultimo capitolo:
"È passato qualche anno, e, di nuovo, non so come cominciare se non come un “Che schifo”.
Questa volta non mi sono divertito, per niente. Non mi sono seduto ad ammirare guerre tra draghi e demoni, incantesimi complessi e meraviglie di un mondo nuovo.
No…
Ho visto la morte, la sconfitta, sono stato sconfitto e privato di una parte di me. Ancora, l’unico modo che ho per descrivere questo viaggio è con le parole “Che schifo”.
Te lo avevo detto, l’ultima volta. La magia non sarebbe rimasta per aspettarti e manca poco alla sua completa sparizione.
Gli dei minori hanno finalmente smesso di giocare a fare gli irresponsabili, o forse sono stati costretti. Anche loro si sono scelti dei templi, o meglio, degli araldi, come li chiamano loro.
[...]
L’ultima volta che arrivai qui davanti a raccontarti le mie avventure, mi ricordai solo dopo di essere in forma di fumo e quindi non visibile, beh, per un po’ non avremo questo problema.
[...]
Sai, nostro padre non ci sa fare per niente.
Non ci guarda per degli anni, [...] poi decide che gli servi ancora, quindi ti salva, ma solo per metterti in situazioni peggiori."
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Leggende del Fato'
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 Adesso mi senti, ragazzino troppo cresciuto.
Non pensare di potermi scappare. Non ti ho lasciato il tempo per nasconderti.
Ora mi senti…

- Quindi mi hai seguito. –

Cosa?
Mi ha trovato lui?
Questo non dovrebbe essere possibile. Nessun mortale, vivo o morto che sia dovrebbe avvertirmi, figuriamoci individuarmi.

- Credo di sapere a cosa stai pensando. Non dovrei essere in grado di percepirti, vero? In effetti, per buona parte della mia vita non ho avvertito nulla di te. Credo sia stata la mia resurrezione, l’ampliamento della mia riserva di mana non deve essere stato l’unico effetto secondario. So che sei qui, però potresti… palesarti? –

Non so se una nuvola di vapore possa dirlo, ma vedere quel volto senza orifizi parlare è leggermente inquietante.
In ogni caso non ha più senso questa forma.

Un grosso corvo dal becco nero si materializzò tra gli alberi, di fronte all’entità dal volto pallido.
- Dunque è questa la tua vera forma?-

- No. Io non ho una vera forma. Diciamo che questa è quella che preferisco.-

Il corvo si lisciò le piume della coda, mettendo in risalto quell’unica penna argentata.

Non guardatemi male. Vado fiero di quella piuma.
- Sono venuto fino a qui perché sei stato un irresponsabile. C’è un motivo se non mi mostro al mondo. Non hai il diritto di intralciare il mio lavoro. –

- Ed io ti ho ringraziato in pubblico perché volevo che venissi fin qui. E poi, non ti scaldare, quei ragazzini praticamente rantolavano, non mi hanno nemmeno sentito. –

- Non sta a te decidere se ti hanno sentito o no. Ora, perché mi volevi qui? –

- Volevo ringraziarti. Immagino sia stato tu a chiamarmi alla battaglia, quel giorno nella capitale dei folletti, attraverso la pedina del re. Come, immagino, sia arrivata da te quell’ultima scarica di energia, mentre cercavo di riportare in vita i miei compagni sui Monti Muraglia. E ancora mille altre volte, però solo una volta che tutto fu finito riuscii a riassemblare i pezzi e capire. Ma da te vorrei sapere ancora una cosa. Chi sei? Sei un essere che trascende la Natura, cambi forma a piacimento, salti avanti e indietro dalla realtà alla volta… chi sei?-

- Sono conosciuto con molti nomi… - da quanto tempo speravo di avere l’occasione per dirlo! – Il Viandante è uno di questi. Ma il mio nome, il mio vero nome, quello che mi fu dato dal Fato all’origine della mia razza, è Commedia. Sono l’ultima musa rimasta.-
Va bene vantarsi, ma non diciamogli di lei…

- Una musa… non ci sarei mai arrivato. Sono stati gli dei a mandarti per proteggerci?-

Ma si, diciamoglielo. Tanto oramai è morto.
- Mettiamo le cose in chiaro. Non mi è mai stato ordinato di proteggervi. Mai. Tutto quel che ho fatto è stata una mia decisione. E poi gli dei usano i loro servitori… quasi sempre. No… mettiamola così: così come tu mi hai fatto venire qui, qualcuno ha fatto sì che uno di voi prendesse il comando di quella pietraia che chiamavate Terra degli Eroi. –

- Dunque c’è qualcuno, sulle Terre, che ha così tanto potere da poterti comandare?-

- Ora basta. Sono venuto qui, mi hai ringraziato, ti ho spiegato chi sono. Ma ci sono cose di cui non devo parlare, nemmeno a uno spirito. Quindi ricongiungiti ai tuoi compagni e dimenticati di me. Questa è stata la prima e sarà l’ultima volta in cui noi ci incontreremo. Addio, Vago. –
Che persona fastidiosa.

Il corvo parve evaporare in una nube di gas nero, che si disperse nell’aria senza lasciare traccia di sé.
- Allora… grazie ancora. Addio, Commedia. –

Fastidioso fino alla fine.
Addio, Vago Tocsin.

Ma ora basta! Devo tornare sul quel dannatissimo continente prima di perdermi quei bambocci maledetti! 

 

Note dell'autore:

Oltre a scusarmi ancora per l'inconveniente dei due capitoli mancanti, ho una brutta notizia da darvi. Ma no, dai, mettete via quei fazzoletti che ancora non ho detto nulla.

La brutta notizia è questa: non riesco a mantenere il ritmo di due capitoli alla settimana perchè ho preso quella brutta malattia del blocco dello scrittore. Con tutto questo cosa voglio dire? Che pubblicherò solo il venerdì, in modo da evitare di produrre capitoli brutti o quant'altro.

Buona lettura a tutti.

Vago

   
 
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