*Note dell'Autore*: chiedo venia per la lunghissima assenza, faccio un pò fatica a scrivere in questo periodo. Come qualcuno mi ricorda, i McFly sono tornati e quindi è giusto celebrare il ritorno con un nuovo capitolo ;) tuttavia, credo che sarete un pò contrariate alla fine....fatemi sapere cosa ne pensate!! un abbraccio buona lettura
DOUGIE
Corsi subito in camera, e mi chiusi la porta alle spalle.
Silenzio.
Ma
il mio cervello continuava a darmi martellate sulle tempie...era come
se mille persone stessero camminando nel mio cranio, tutte parlando
allo stesso momento.
Scrollai
la testa e mi andai a sedere sul letto, dopo aver girato la chiave
nella serratura.
Non
so per quanto tempo rimasi a fissare il vuoto, ma mi riscossi solo
quando mi sentii come se qualcuno mi stesse afferrando per la gola.
Mi
coprii gli occhi con le mani, mi massaggiai le gambe e strinsi la
coperta sotto di me, ma nulla sembrava essere sufficiente.
Che sfigato che sei. Sei solo uno sfigato.
Rendersi conto che ti piace, che la sensazione che senti alla bocca dello stomaco ogni volta che la vedi è un sentimento profondo, e poi?
E poi arriva quello stronzo di Danny.
Istintivamente
afferrai il cuscino e lo lanciai contro la parete con tutta la forza
che avevo.
Se
fosse stata la sua faccia, giuro che l'avrei ridotta in mille pezzi.
Sbuffai
e tornai a stritolare la coperta sotto le mie mani.
Lei
era corsa via, certo, era confusa, ma io lo sapevo che le era sempre
piaciuto...sapevo che sarebbe bastato un cenno da parte di Danny che
lei sarebbe capitolata, era troppo evidente da come lo guardava, da
come si irrigidiva quando entrava nella stanza...anche se...
Mi
era sembrato che si fosse creato qualcosa, qualcosa che andava oltre
ad un semplice rapporto di amicizia, qualcosa tra di noi che fosse
solo nostro, ed ero arrivato a crederci così tanto che alla
fine mi
ero innamorato di lei.
Se
pensavo al suo viso, mi si dipingeva immediatamente in testa, in ogni
minimo particolare: le fossette sulle guance, i capelli sottili e
morbidi, gli occhi sfumati di verde....Non dovevo neanche sforzarmi.
Mentre il ricordo di Lauren era ormai un ricordo sfumato...
Sentii
la rabbia risalire e stringermi lo stomaco, e tirai un pugno contro
il materasso.
Ero così arrabbiato, così frustrato...
E'
un'esplosione. Quando ti svegli e capisci di aver bisogno di lei, e
che lei è la ragione per cui tutto questo brutto periodo se
n'è
andato senza lasciare troppe ferite. C'era lei! C'era lei a rendere
le mie giornate colorate, piene di sole, con quel suo sorriso
imbarazzato e le scarpe da tennis sempre slacciate!
Sorrisi
al pensiero.
Come avevo potuto non accorgermene prima?
Come
avevo potuto lasciare che lui me la portasse via sotto il naso?
Strinsi
gli occhi cercando di dimenticare la sua faccia. L'avrei volentieri
preso a schiaffi.
Non
la meritava, non la meritava affatto!
IO
ero la persona che le era stata accanto per mesi, IO ero quello che
la faceva ridere la mattina a colazione, che faceva di tutto per
rendersi ridicolo solo per sentire di averla resa felice, ero sempre
io quello che l'aveva accolta senza chiedere nulla quando Danny
l'aveva fatta soffrire facendo finta di non sapere...lui, LUI non
meritava una briciola dell'amore che Felicity era capace di provare!
L'aveva
tenuta a distanza per anni, messa in imbarazzo, si era preso gioco di
lei, e proprio mentre io mi stavo rendendo conto d averne bisogno
come l'aria che respiro, lui osava baciarla, davanti a tutti!
Mi
alzai di scatto e iniziai a camminare nervoso per la stanza.
Dovevo
fare qualcosa. Lei magari era già persa per lui, magari
già anche
nel suo letto,ma io non potevo lasciare le cose come stavano senza
nemmeno provare a capire Felicity cosa provasse.
Solo
il pensiero di lei con lui, nello stesso letto, mi stava facendo
venir voglia di vomitare.
Ero convinto che ci fosse qualcosa tra noi.
Non
potevo aver sognato lo sguardo che ci eravamo scambiati quando stavo
fuggendo dalla sala prove, avevo visto qualcosa nei suoi occhi! Come
l'avevo visto durante la canzone, quando la guardavo le sue
attenzioni erano solo per me, ne ero sicuro!
Dovevo
accertarmi che lei stesse bene, e che quello che mi ero convinto di
aver visto, fosse lì davvero.
Ero
la classica persona da “se lei è felice, sono
felice anche io”,
e avrei lasciato perdere tutto, per il gruppo, per lei, se Felicity
voleva stare con Danny io non ero nessuno per rovinarle la
“storia
della sua vita”.
Ma prima dovevo capire.
Camminai
a passo spedito verso la porta, e appena fuori neanche a farlo
apposta la incrociai mentre usciva dal bagno.
Non
si era accorta di me, così mi schiarii la gola e presi
coraggio.
-Fliss...-
Alzò
lo sguardo e trattenni il respiro.
Non
avevo dubbi.
Non
era una cotta passeggera, non era un pensiero di un momento che mi
aveva semplicemente messo in crisi, un pensiero che avrei potuto
superare standole lontano.
Da
quando mi ero reso conto di volerla baciare mi sembrava ancora
più
bella.
Mi
sorrise.
-Doug!
Tutto ok?-
Rimasi qualche secondo in silenzio. Nota mentale: prima di
suicidarsi, preparare un valido piano per farlo.
-Ehm.
Si...ecco...io vorrei...-
Si avvicinò a me di qualche passo
aggrottando la fronte.
-...volevo
chiederti se ti andava di vedere un film con me, in camera mia. Per
festeggiare la giornata-
Sono un codardo....
La
sua faccia cambiò nel giro di un secondo. Panico.
-Oh..-
-Se
non ti va non fa nulla, possiamo ascoltare un po' di musica o stare
un po' con gli altri- abbassai lo sguardo, poi mi feci coraggio e la
guardai negli occhi.
-Non
è quello Doug, io verrei volentieri, ma...ho promesso a
Danny che
avremmo passato la serata...insieme- sentii il cuore accartocciarsi
su sé stesso.
-Ah...beh
ecco, non...non fa nulla – imbarazzato mi voltai e feci per
rientrare in camera mia. Non avrei retto il suo sguardo dispiaciuto
ancora per un millisecondo.
-
Posso dire a Dan che possiamo stare insieme domani, non sarà
un
problema per lui!- strinsi i denti.
Quando
mi voltai cercai di tenere la faccia più serena del mio
repertorio e
le sorrisi.
-
Tranquilla Fliss, non c'è problema. A domani ok? E grazie
per oggi –
ci fissammo per qualche secondo.
Sì, qualcosa c'era.
Ed era la scritta perdente che stava spuntando sulla mia fronte.
Mentalmente
la supplicai di non guardarmi in quel modo, come se davvero le
dispiacesse di non passare la serata con me, come se non sapesse cosa
fare.
Le
sorrisi un ultima volta e rientrai in stanza, chiudendomi la porta
alle spalle.
Io
ero quello del “se lei è felice, sono felice anche
io”, sì. Ma
questa volta era dannatamente difficile riuscire anche solo a
pensarlo...
Sentii
una lacrima scendermi lungo il viso senza che io potessi fermarla.
Ero
lì, in piedi da solo in mezzo alla mia stanza, senza sapere
più che
fare.
Esplosioni, colori, farfalle nella pancia, amore e voglia di stringerla, di baciarla...per poi rendersi conto di averla solo persa...