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Autore: ChiaraBJ    29/04/2016    3 recensioni
Livyana testimone di un brutale omicidio, Ben e Semir faranno di tutto per proteggerla anche a costo della loro stessa vita. Fughe, complotti, fiducia mal riposta, sono alcuni ‘ingredienti’ che troverete in questa nuova F.F.
Questa storia fa parte della serie ‘Legami speciali ed indissolubili’.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami speciali ed indissolubili'
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Il silenzio degli innocenti

Appena Ben vide il corpo della donna riverso sul pavimento in mezzo ad un’enorme pozza di sangue d’istinto le tastò il polso, anche se immaginava che ormai per lei  non c’era più nulla da fare. Constatato il decesso, pietosamente le chiuse gli occhi.
“Livyana…stai bene?” domandò preoccupato alzandosi e mettendole delicatamente le mani sulle spalle, ma la piccola non distolse lo sguardo dal cadavere, nemmeno dopo l’avvicinarsi di Ben.
Il giovane ispettore ne rimase turbato, una bambina della sua età avrebbe avuto tutte le ragioni del mondo per lasciarsi andare a pianti o ad urla isteriche, invece Livyana mostrava un sangue freddo fuori dal comune. E quello che gli disse dopo qualche secondo di riflessione fu quasi la stoccata finale.
“Ben, ho visto chi è stato” disse con tono calmo, ma deciso.
“Cosa?” il giovane era sconcertato da quella rivelazione.
“Sì o almeno ho visto uno dei due” ribadì sicura la bambina distogliendo lo sguardo dal cadavere e puntando i suoi profondi occhi in quelli nocciola di Ben.
“Che dici se usciamo e vediamo se è ancora nei paraggi?” propose il giovane poliziotto, ma non riuscì a finire la frase, che la piccola era già fuori dalla toilette e stava letteralmente perlustrando l’edificio.
Livyana guardò meticolosamente ogni angolo dell’enorme atrio della stazione. Vide i suoi compagni di classe con i genitori che alla spicciolata si dirigevano verso il grande parcheggio antistante all’edificio, passeggeri che andavano e venivano dalle biglietterie, gruppi di persone che parlavano davanti ai tabelloni degli arrivi e delle partenze. Stava quasi per dire al suo giovane amico che dell’assassino non c’era più traccia, quando indicò a Ben un uomo con accanto un altro individuo. Entrambi stavano scendendo le scale mobili avviandosi verso un’uscita secondaria della stazione.
“Ben non ne sono sicura al cento per cento, ma dai vestiti che indossa, il fisico e il colore dei capelli, potrebbe essere lui quello accanto non saprei, non l’ho visto” indicò ancora la piccola.
Ben si mise subito a correre, valeva la pena fare un tentativo.
Il giovane poliziotto li vide salire e subito partire a bordo di un’Audi nera e istintivamente ne memorizzò la targa. La piccola lo raggiunse nello stesso istante in cui Ben prendeva dalla tasca dei jeans il cellulare.
“Avverto subito Semir” disse più a se stesso che alla piccola che gli era accanto “Non riusciremmo mai a raggiungere un’auto ed inseguirli, sembrano diretti verso la tangenziale, magari abbiamo fortuna e Semir li incrocia per strada.
“Ehi, socio” esordì Semir in vivavoce dopo un paio di squilli “Senti già la mia mancanza…” subito fu interrotto dal collega.
“Semir per favore, zitto e ascolta” quasi ordinò Ben “Qui in stazione è appena avvenuto un omicidio”
“Cosa??? Ma…” farfugliò il piccolo ispettore.
Ben lo interruppe di nuovo.
“L’auto dei potenziali assassini è un’Audi nera targata ‘K-TB 7826’, sembra si stia dirigendo verso la tangenziale in direzione nord, magari è nei tuoi paraggi…io intanto avviso la polizia ferroviaria”
“Ok socio, io avviso anche il comando, ma senti…tu…Livy…state bene?” chiese preoccupato l’ispettore più anziano.
“Livyana ha assistito ad un omicidio, gli assassini non si sono accorti di lei…”
“Mapporca…e lei come sta?” il tono di Semir era a dir poco agitato.
Prima di rispondere il ragazzo si allontanò qualche passo da Livyana, che era come incantata a guardare le auto presenti nel parcheggio.
“Per ora sembra che stia bene, ma non so quando se ne renderà conto…questa non ci voleva, l’anno scorso in questo periodo Guillaume mi ha sparato…speriamo che Livyana…insomma, è piccola è continua a vedere sangue e cadaveri…”
“Ben, vedrai che …Wow questo sì che è un colpo di fortuna…ho l’Audi nera davanti a me, mi ha appena superato” quasi esultò Semir “Ora mi avvicino e la faccio accostare…”
“Stai attento socio, sono armati e da quello che ho potuto constatare sono senza scrupoli e decisamente pericolosi” sentenziò Ben.
“Non ti preoccupare socio” lo rassicurò con voce ferma Semir, facendo i fari all’Audi che procedeva davanti a lui e nel contempo sporgendo dal finestrino la paletta.
“Mapporcamiseria altro che fermarsi, stanno accelerando. Ben mi lancio all’inseguimento e chiamo subito i rinforzi”
“Prendili Semir, non farteli scappare” il timbro di voce di Ben sembrava un ordine perentorio.
“Agli ordini” fu la secca risposta del collega che conclusa la comunicazione con Ben, accese sirene e lampeggianti, quindi chiamò la centrale operativa per chiedere rinforzi.
“Polizia autostradale, sono Susanne Konig” rispose dall’altro capo del telefono l’efficiente segretaria.
“Susanne sono Semir”
“Ti ascolto”
“Sto inseguendo un’Audi nera targata ‘K-TB 7826’ , sta entrando sull’A57, all’altezza dello svincolo di Colonia nord, direzione Düsseldorf, mandami rinforzi”
“Semir non so se arriveranno, c’è stato un maxitamponamento in un altro tratto autostradale,  la circolazione stradale è bloccata in vari punti della città, inoltre il commissario ha mandato tutte le pattuglie disponibili…”
“E ti pareva!” imprecò il piccolo ispettore “Ok, vedrò di cavarmela da solo, tu intanto guarda a chi appartiene la targa”
Pochi istanti dopo aver chiuso la conversazione, lo chiamò Andrea.
“Ciao Andrea” rispose Semir cercando di avvertirla che quello non era un buon momento per conversare, ma la donna non gli lasciò nemmeno il tempo d’iniziare la frase.
“Semir mia madre ha chiesto se passiamo il weekend da lei” chiosò civettuola la donna.
All’improvviso l’auto che stava inseguendo sterzò , facendo sbandare un autoarticolato.
“NOOOO!!!” urlò Semir vedendo che a causa della brusca manovra un altro veicolo andò a schiantarsi contro il guardrail.
“Come no? E comunque non c’è bisogno di urlare” sbottò la donna.
“No …no…” balbettò Semir sempre con gli occhi incollati alla strada.
“Allora è un sì?” domandò imperterrita Andrea.
“Andrea…NOOO!!!Mapporcamiseria…” Semir riuscì per un soffio ad evitare una moto.
“Semir!!!” replicò quasi infastidita Andrea “Allora è un sì o un no?”
“Andrea scusa, ma sto cercando d’inseguire un criminale” e con questo troncò la conversazione “Ma guarda tu…” sbuffò il piccolo ispettore.
Semir aveva quasi raggiunto l’auto dei malviventi, mirò alle gomme, ma nello stesso istante una mano armata di pistola si sporse dall’Audi colpendo le gomme di un grosso Tir a cui si era affiancata. L’autista perse il controllo del mezzo cominciando a sbandare e travolgendo alcune auto. Ciò innescò una serie di tamponamenti a catena e Semir restò bloccato in mezzo ad esso.
Fortunatamente uscendo illeso dall’auto vide in lontananza l’Audi nera allontanarsi a velocità sostenuta per poi sparire definitivamente dalla sua visuale.
“Ma-porca-miseria…” urlò Semir sbattendo violentemente le mani sul volante ad ogni parola.

Intanto Ben e la piccola fecero ritorno alle toilette dove era stato commesso l’omicidio, qualcuno aveva scoperto il cadavere ed aveva già informato la polizia ferroviaria dell’accaduto.
“Aspettami seduta qui un momento…va bene? ” disse affettuosamente Ben alla piccola indicandole una panchina “Non mi allontano promesso, vado solo a parlare con i colleghi della polizia ferroviaria”
La piccola annuì con la testa, si sedette e Ben per un momento non ebbe più il coraggio di allontanarsi da lei.
“Livyana” chiese inginocchiandosi davanti a lei appoggiandole le mani sulle ginocchia “Lo so che è una domanda stupida…ma come ti senti, sei sicura di stare bene? Te la senti di restare qualche minuto qui da sola?”
La piccola annuì di nuovo con la testa, dalla sua bocca però non uscì nessun suono.
Ben le accarezzò dolcemente il piccolo viso, poi si diresse verso colui che gli sembrò l’ufficiale più alto in grado.
“Chiedo scusa, sono l’ispettore Ben Jager, polizia autostradale” esordì esibendo il tesserino.
“Qui non ci sono autostrade, moccioso…le rotaie sono tutt’altra cosa” gli rispose sarcastico l’ufficiale.
“Mi scuso non volevo essere invadente…” Ben per un attimo restò spiazzato, ma poi riconobbe nell’uomo un suo vecchio istruttore di quando frequentava l’Accademia.
“Che mi venga un colpo…Charly Weissman…beh, ti sei stancato di stare dietro ad una cattedra?”
“Ehi moccioso, ti ricordo che il mio ruolo d’istruttore era solo temporale, meglio sul campo, come vedi ho un omicidio da risolvere, quindi mi dispiace dovertelo dire , ma gira al largo” rispose l’ufficiale indicando la scena del delitto prima e l’atrio della stazione dopo.
Ben a quella risposta abbozzò un sorriso, il tono di Weissman era rude, per alcune persone avrebbe potuto rasentare quasi la maleducazione, ma non per lui che lo conosceva bene. All’ex istruttore piaceva essere diretto, senza tanti giri di parole.
“Senti Charly la piccola che vedi seduta su quella panchina ha assistito all’omicidio…” confidò Ben al collega sottovoce.
“Cosa? Vuoi dire che…è una testimone oculare? Scusa, ma tu che ne sai?” replicò sbigottito Weissman.
“La ragazzina è stata affidata a me, è una storia lunga. Comunque per farla breve era andata in bagno, ha assistito, non vista, all’omicidio”
“Caspiterina, povera piccola”  il suo sguardo si posò su Livyana.
“Senti lei ha visto uno dei due in faccia, la porterò al nostro commissariato per un identikit” propose cauto Ben.
“Ben la giurisdizione è nostra, siamo in una stazione ferroviaria, non sull’A57 o sull’A59” sbottò Weissman.
“Già a proposito li avevo visti salire…” ma il giovane fu interrotto ancora da Weissman.
“Visti??? Come sarebbe a dire visti??? Mi hai appena detto che li aveva visti solo lei”
“Sì la piccola dice che erano in due, ha visto in volto solo uno, io invece entrambi, ma solo di spalle, me li ha indicati lei”
“E dicevi che li hai visti salire” domandò curioso Weissman “Su un’auto…”
“Sì un’Audi nera che il mio socio sta inseguendo sull’57” ribadì Ben.
“Bene, vedo che voi dell’autostradale siete già all’opera, ma ripeto qui la competenza è nostra”
“Collaboriamo?” suggerì Ben con un mezzo sorriso.
“Certo, prendiamo in custodia la piccola e quando il tuo socio avrà preso gli assassini faremo un confronto…” propose Weissman.
“Calma Charly” lo interruppe bruscamente Ben “La ragazzina ne ha viste troppe…se deve fare un riconoscimento facciale o hai bisogno d’interrogarla o altro, devo essere presente se non io almeno la psicologa che la segue da mesi”
“Sì scusami hai ragione mi sono fatto prendere la mano. A proposito…come sta la piccola?” chiese di nuovo preoccupato l’ex istruttore.
“Penso sia sconvolta, anche se non lo dà a vedere, ne ha viste di peggio, te lo posso assicurare”
“Commissario Weissman” chiamò un agente avvicinandosi ai due “La donna non ha documenti, non ci sono borse, portafogli, l’identificazione per il momento non è possibile”
“Eseguite tutti i rilievi necessari, transennate tutto, mandate via curiosi e tutti quelli che possano essere d’intralcio, fotografate ogni angolo, repertate qualsiasi cosa vi sembri utile, fate attenzione ad impronte digitali, tracce lasciate da scarpe, fossero  anche parziali, dovrà essere fatto tutto con la massima cura. E’ un luogo molto frequentato ci saranno decine e decine di persone da identificare. Dobbiamo subito sapere chi è la donna assassinata, quindi fate subito un confronto…potrebbe essere schedata, magari abbiamo fortuna,  altrimenti sarà compito del medico legale risalire all’identità. Fate le cose con estrema precisione, accuratezza e calma. Prendetevi tutto il tempo necessario, qualche cosa per trovare quegli assassini salterà fuori. Ricordate il delitto perfetto non esiste”
Ben in quelle parole riconobbe il suo vecchio istruttore: meticoloso, attento, preciso, nulla doveva essere lasciato al caso e mentre assisteva in disparte ai vari rilievi, telefonò alla dottoressa Elise Kladden, la psicologa che seguiva la piccola, purtroppo la giovane era fuori città per un convegno e quindi impossibilitata a raggiungerli.
La psicologa aveva proposto una sostituta temporanea, ma Ben aveva detto che avrebbe atteso il suo arrivo, un’estranea che non era a conoscenza di come fosse il tutore di Livyana era l’ultima cosa che voleva per la piccola. Avrebbe dovuto spiegare molte cose e riportare a galla dolorosi ricordi, sia per la piccola che per lui, quindi tanto valeva aspettare.

Nel frattempo Livyana  come per ingannare l’attesa si guardò un po’ attorno, prestando molta attenzione a tutto ciò che accadeva attorno a lei. Osservava l’incessante via vai di persone, alcune spingevano piccoli carrelli carichi di bagagli, altre pesantissime valigie, le scappò un mezzo sorriso vedendo una corpulenta signora inciampare sulle scale mobili mentre cercava di issare su di esse un elegante trolley. Nessuno sembrava fare caso a lei, anzi tutti guardavano con curiosità il capannello di agenti davanti all’entrata delle toilette per signore. Ogni tanto incrociava lo sguardo di Ben, intento a conversare con qualcuno al cellulare, vedendolo molto preoccupato.
Passò quasi un’ora quando alla stazione dei treni sopraggiunse un trafelato Semir.
“Ehi piccola” si avvicinò il piccolo ispettore vedendola.
“Ciao zio Semir” salutò triste la piccola “Ben è là” indicando col dito.
Ben notò subito l’arrivo del socio facendogli cenno di avvicinarsi.
“Vado da Ben…” e scompigliando i capelli a Livyana, Semir raggiunse il socio.
“Mi spiace, ma non sono riuscito a raggiungerli e comunque la targa…la macchina risulta rubata…” esordì un amareggiato Semir appena raggiunse il collega.
“Lì prenderemo, vedrai” lo confortò Ben, poi vedendo Weissman che si avvicinava fece le presentazioni.
“Charly, ti presento il mio socio, l’ispettore capo Semir Gerkhan”
“Molto piacere” rispose Semir stringendo la mano all’uomo.
“E lui” continuò Ben “E’ Karl Weissman un mio istruttore all’Accademia, ma quando ti parlo di lui lo chiamo Charly…”
“Sì ora ricordo,  Ben ogni tanto mi parla di lei” confermò Semir.
“Bene” disse Weissman ”Adesso che abbiamo espletato le presentazioni direi che possiamo autorizzare il trasporto del cadavere all’obitorio, cercheremo d’identificarlo, se per voi va bene porterei la piccola al nostro commissariato qui in stazione per fare un identikit o un’eventuale identificazione se gli assassini sono schedati…”
“Sì, direi che può andare” ribatté Ben rivolgendo contemporaneamente lo sguardo verso Livyana.
Il ragazzo quindi si avvicinò alla piccola “Livy, se ti chiedessi di andare al comando di polizia presente qui in stazione, per fare un identikit o per guardare delle foto segnaletiche…te la sentiresti?”
La piccola annuì convinta.

Pochi minuti dopo Ben, Semir e Livyana erano seduti nell’ufficio del commissario Weissman.
“Ho chiamato l’addetto agli identikit, sarà qui fra poco…mi ha informato che è rimasto bloccato nel traffico…”
“Ben” chiamò piano la piccola “Mi accompagni in bagno…”
“Certo, scusate torniamo subito” e alzandosi la prese per mano uscendo dalla stanza.
“Ben è molto cambiato, all’Accademia lo ricordo bene era un ottimo allievo, il migliore che abbia mai avuto, l’ho sempre considerato un valido elemento è fortunato ad averlo come collega…” raccontò Weissman a Semir ingannando l’attesa.
“Gli eventi lo hanno decisamente cambiato” replicò serio Semir.
“Già lo penso anche io. E’ sempre stato, come dire,  sopra le righe, ma adesso lo vedo più serio. Inoltre tutto lo avrei immaginato, ma tutore di una bambina…mi perdoni la frase, ma quando lo conobbi io, era un impenitente dongiovanni,  faceva il filo a tutte le reclute di sesso femminile. Comunque mi fa piacere che sia cambiato. E vedo che ha fatto carriera, lo dicevo io che avevo tra le mani un diamante da sgrezzare…”
“Vedo che lo conosce bene” concluse Semir.
“Immagino che sia a conoscenza che Ben non ha mai avuto un padre degno di quel nome, ma penso sappia a cosa, anzi a chi mi riferisco, io sono stato per certi versi simile ad una figura paterna per lui…” Weissman lasciò poi perdere il discorso, in ogni caso Semir sapeva benissimo a chi si riferiva l’ex istruttore. Se Ben nella vita non aveva avuto un ‘vero’ padre, ne aveva avuto più di uno di ripiego.

Intanto Ben aprì la porta delle toilette del commissariato per far entrare la piccola. Livyana però si fermò sulla soglia.
Ben la guardò accigliato e prima ancora che potesse dire qualcosa la piccola lo anticipò cercando anche di abbozzare un mezzo sorriso “Se tu dopo il primo incidente avessi deciso di non guidare più, saresti a piedi da un pezzo. Mica ci devono essere in ogni bagno che vado degli assassini…e poi qui siamo alla polizia, giusto???”
“Giusta osservazione” fu l’unica cosa che riuscì a replicare il giovane.
“Questa ragazzina” pensò “E’ così piccola, ma forte come una roccia. Spero che sia l’ultima volta che debba assistere a crudeltà del genere”
Poco dopo i due uscirono dirigendosi nuovamente verso l’ufficio del commissario Weissman.
Nel corridoio i due incrociarono un giovane agente in divisa “Ispettore Jager, che sorpresa che ci fa da queste parti?”
“Peter che piacere rivederti” e i due si diedero delle vigorose pacche sulle spalle.
Ben scambiò due chiacchere con il ragazzo che era stato un suo allievo durante un corso di guida sicura.
Livyana vedendo che il giovane agente non aveva nessuna intenzione di lasciare andare Ben, si mise a guardare le pareti del corridoio.
Attaccati al muro c’erano degli articoli di giornale corredati da foto ed uno in particolare attirò l’attenzione della piccola; riguardava un poliziotto che aveva avuto dei riconoscimenti speciali e anche degli encomi. Per qualche secondo la piccola ebbe quasi la sensazione di non riuscire a respirare, quasi scioccata da quello che vide.
Subito cercò con lo sguardo Ben, ma il ragazzo era intento a chiacchierare con l’altro poliziotto. Diede un’altra occhiata alla foto dell’articolo, poi cercò di nuovo lo sguardo di Ben.
Il ragazzo ora la stava guardando e il suo volto divenne scuro. Aveva visto negli occhi della piccola la paura, quindi salutò velocemente  il collega avvicinandosi a Livyana che non disse nulla, ma senza che nessuno altro al di fuori di Ben la vedesse puntò il dito indice verso una foto.
Non ci fu bisogno di dire nulla, l’espressione della piccola era eloquente.
Ben fece cenno di sì con la testa, la prese per mano dirigendosi questa volta velocemente verso l’ufficio di Weissman.
“Aspettami qui arrivo subito, promesso. Ce ne andiamo immediatamente” poi entrò nell’ufficio.
“Semir dobbiamo andare, subito” disse rivolto al socio.
“Ma Ben” sbottò Weissman “Abbiamo un riscontro sul cadavere, era una collega dell’antidroga”
Ma Ben non lo ascoltò nemmeno.
“Charly, mi dispiace, ma Livyana è in preda ad una crisi isterica, rimandiamo l’identificazione …per favore…vieni Semir” replicò secco Ben.
“Ma…” Semir non capiva, ma lo sguardo che gli rivolse Ben fu significativo, quel giorno non ci sarebbe stato nessun identikit.
“Ma Ben si può sapere che hai” gli disse Semir appena furono usciti dal commissariato della polizia ferroviaria.
Ben lo stava letteralmente trascinando fuori dalla stazione.
“Ti spiego dopo al nostro commissariato”
I due ispettori salirono ognuno sulla propria auto di servizio diretti verso la sede della CID sotto lo sguardo vigile e accigliato del commissario Weissman.

Angolino musicale: I commenti li lascio a voi…e se qualcuno vuole unirsi alla schiera dei recensori è Ben accetto…
Depeche modePrecius’ (prezioso)
Per ascoltarla:  https://www.youtube.com/watch?v=8yn3ViE6mhY
Le cose preziose e fragili Hanno bisogno di mani speciali Dio mio cosa ti abbiamo fatto Abbiamo sempre provato a dividere la più tenera delle attenzioni Ora guarda cosa ti abbiamo portato ad affrontare Le cose si danneggiano Le cose si rompono Io credevo che noi saremmo riusciti a controllarle Ma le parole non dette Ci hanno lasciati cosi fragili c'era rimasto così poco da dare Gli angeli con le ali d'argento Non dovrebbero conoscere la sofferenza Io vorrei poter allontanare il dolore da te Se Dio ha un piano per noi che solo lui può capire Io spero che lui guardi attraverso i tuoi occhi Io prego affinché tu possa imparare ad avere fiducia Abbi fede in noi due E tieni una stanza per noi due nel tuo cuore…



 
  
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