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Autore: Favilla    30/04/2016    2 recensioni
Sono passati anni da allora, ma Swain non dimenticherà mai il giorno in cui fu invitato ad entrare a far parte della Rosa Nera. E ogni volta che vede la bella e giovane LeBlanc farsi beffe delle vecchiaia, gli sembra di rivedere il ragazzo e la fanciulla dentro quell’infermeria.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, LeBlanc
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Characters: Jericho Swain (The Master Tactician); Emilia LeBlanc (The Deceiver); Beatrice (the … crow?)
Pairing: SwainxLeBlanc
Rating: Nc-15 | Yellow
Warning: het (platonic)
Genre: Slice of Life
Words:  1094 (One-shot)
Prompt:  Taylor Swift - Mine

Note: per ovviare al problema che la canzone né mi piacesse né mi ispirasse, ho preso una frase decontestualizzata e l’ho usata per i miei comodi, quindi non fate fede alla canzone, non c’entra quasi nulla. La fic è ambientata nel passato e segue l’incidente (si può chiamare così?) di Swain e parla del primissimo incontro tra lui e LeBlanc. Ah, mi piace immaginare che da giovane Swain tenesse i capelli lunghi raccolti in una coda, e che abbia deciso successivamente di adottare il taglio discutibile e orribile con cui è conosciuto ora perché Beatrice si incastrava nei capelli con gli artigli. Ok non ci credo di averlo detto davvero.

Disclaimers: i personaggi appartengono alla Riot.
Scritta per la sesta e ultima settimana del COWT-5 di maridichallenge 


 
And every time I look at you, it's like the first time.



Il tempo è un concetto effimero per chi, come Emilia LeBlanc, è arrivato a padroneggiare la sottile e ambigua arte delle illusioni. Se lo lascia scivolare di dosso, con la disinvoltura di una donna fiorente troppo giovane per preoccuparsene e con la grazia di una nobile d’alta classe, ricambiando ogni espressione sorpresa con il sorriso sibillino di chi ha ancor più segreti e crimini brulicanti e nascosti sotto la superficie.

Jericho Swain lo sa, ma non importa quanto si sia avvicinato a lei, quanti anni abbia speso al suo fianco come alleato, come amico, - e in passato anche come amante; ogni volta che il proprio vecchio sguardo incrocia il suo, e quelli che lo ricambiano sono occhi giovani, dorati e vispi, nuovi e assieme familiari, qualcosa in lui freme e sussulta, come fosse la prima volta in cui la vede. Chi non lo conosce direbbe che è il cuore di un innamorato che batte e si emoziona, e chi lo conosce, o pensa di conoscerlo, direbbe che non è possibile: Il grandissimo stratega di Noxus, il cui volto riesce a restare imperscrutabile persino di fronte al dolore, alla sconfitta e alla delusione, non prova alcuna emozione.

 
~


Era poco più che un adolescente imperbe quando conobbe l’ingannatrice per la prima volta; prima che diventasse la matrona della Rosa Nera, quando aveva da poco superato l’adolescenza e ancora non c’erano né titoli né colpe a pesare sul suo esile corpo di fanciulla.
L’aveva vista fuori dalla porta della propria stanza nell' infermeria, poco prima dell’intervento che doveva provare a risistemare l’osso rotto e sporgente della gamba destra; sebbene non avesse distolto mai gli occhi, nessun’espressione di disgusto o di terrore inquinò il suo grazioso viso, nemmeno quando il macchinario iniziò a far pressione sulla ferita e la sala si riempì di un affaccendare concitato e di rassicurazioni. “Andrà tutto bene Jerichodicevano al ragazzo, sorridendo e stringendogli le braccia o le spalle in segno di conforto. Ma quando in risposta non ottenevano null’altro che uno sguardo indifferente e freddo, un’inquietudine mista a paura iniziava a strisciare dentro di loro e cominciarono quasi inconsapevolmente a sforzarsi di evitare di incrociare le iridi rossastre di lui, e quelle verde smeraldo del minaccioso corvo che l’aveva accompagnato fino a lì e che non c’era stato verso di allontanare dalla sala nemmeno durante la delicata operazione. Se ne stava appollaiato un po’ in disparte su un improvvisato trespolo, ricambiando gli sguardi dei curiosi con i propri intrisi di una muta intelligenza, in particolare quelli della giovane ragazza fuori dalla porta che lo osservava con più insistenza di tutti.
 
Ci volle qualche ora prima che Swain si svegliasse dal sonno indotto dai farmaci. Non appena i suoi occhi si scontrarono con la luce artificiale del soffitto, prima ancora di posarli sulla figura femminile seduta al proprio fianco, prima ancora di posarli sulla propria ferita, erano accorsi a cercare il corvo, che fedele attendeva sul trespolo in fondo alla sala il risveglio del ragazzo.

« ben svegliato, Swain. »

La voce della ragazza alla propria destra catturò la sua attenzione nello stesso momento in cui l’imponente uccello aveva spalancato le ali color pece, e con unico aggraziato balzo aveva planato e raggiunto la spalla del giovane.

« curioso animale. Lo stavo tenendo d’occhio da prima. »

Continuò lei, senza aspettare una sua risposta, con la stessa disinvoltura con la quale avrebbe intavolato un discorso sul tempo o sulla propria pietanza da mangiare preferita. Ci fu un momento di pausa, in cui gli occhi di entrambi fissarono la sconosciuta e la sua invadenza.

« Al contrario, era lei che la stava tenendo d’occhio. » rispose lui serio dopo una breve pausa, pacato anche se infastidito da quella intromissione, ma anche in soggezione. Deglutì sentendo la propria bocca arida e impastata, e si convinse che era colpa dei farmaci e del sonno, e non del modo in cui la sconosciuta passava le dita affusolate tra i propri setosi capelli color blu notte, o della maniera in cui il mantello copriva a malapena le lunghe gambe accavallate lasciandole in gran parte scoperte.

« Ah, è una femmina quindi? Ha anche un nome? » continuò imperterrita e apparentemente non preoccupata della sua affermazione, guardando con ancora più interesse l’animale, che nel contempo stava sfiorando con il becco l’orecchio del ragazzo, quasi gli stesse sussurrando qualcosa.

« Non è buon costume per una donna di classe come lei iniziare a fare domande senza essersi prima presentata, milady. » L’aveva intuito dal garbo con cui accompagnava ogni gesto e dalla raffinatezza degli intarsi che decoravano le sue vesti. « Mi pare di capire inoltre che lei mi conosca già, ma io non so chi sia. » A quelle parole gli sembrò di cogliere un barlume di soddisfazione nelle iridi dorate della giovane.

« non è importante chi sia io, ma chi mi manda. » dichiarò infine enigmatica, lanciando un’occhiata veloce alla porta prima di soffermarsi di nuovo sul viso del ragazzo; affilato e severo nonostante la giovane età, era incorniciato da lunghe ciocche di capelli dello stesso colore del piumaggio del corvo, il quale non aveva smesso per un secondo di fissarla torvo con tutte le sue tre paia di occhi.

« La Rosa Nera trova interessante il tuo caso, Jericho. » ammise, ma sembrava che si rivolgesse più all’animale sulla sua spalla che a lui. Swain non riuscì a reprimere un’espressione sorpresa. Persino a Noxus, dove la legge del più forte calpestava i deboli e si ergeva orgogliosa sopra una città di criminali e forze oscure, il nome della Rosa Nera era pronunciato con timore misto a reverenza. Così antica da esistere forse prima di Noxus stesso, si poteva trovare ovunque si parlasse di potere, tuttavia era sconosciuto il numero di maghi da cui fosse formata e l’estensione delle sue radici all’interno dell’aristocrazia Noxiana.

« cosa volete da me? » non c’era alcuna preoccupazione a tradire il suo viso, solo curiosità e forse anche un po’ di compiacenza ad animargli gli occhi color rubino.

Un sorriso ambiguo si aprì sul volto della ragazza.

« tu. »

 
 ~
 

Sono passati anni da allora, ma Swain non dimenticherà mai il giorno in cui fu invitato ad entrare a far parte della Rosa Nera. E ogni volta che vede la bella e giovane LeBlanc farsi beffe delle vecchiaia, gli sembra di rivedere il ragazzo e la fanciulla dentro quell’infermeria. E forse quello che freme e sussulta, nonostante vi sia una coltre di ghiaccio imperscrutabile a soffocarlo, annerito e corrotto, è proprio il suo cuore, che batte proprio come allora. 
  
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