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Autore: gloriabarilaro    30/04/2016    0 recensioni
Certe storie sono difficili da raccontare:
racchiudono verità che potrebbero far male.
“ ‹‹ Non capisco. ››
Lo guardai: il suo sguardo disperato e perso fu come una coltellata al centro del petto. Rivolsi nuovamente il mio viso verso il basso, mentre lui non aspettava una mia risposta per continuare. ‹‹ O forse sì, ma mi rifiuto di crederci. ››
Mi morsi il labbro: perché doveva essere tutto così difficile? Anche solo pensare che l’avessi ferito mi faceva venire la nausea e le lacrime iniziavano a bruciarmi in gola. Se solo sapesse. Se solo io trovassi il coraggio di far sì che capisca. ”
// Missing moments di Give your heart a break. Leggere solo dopo capitolo 33. //
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demi Lovato, Nuovo personaggio, Selena Gomez
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 3.




  Erano le nove di sera e stava ancora studiando chimica. Sbuffando, fece volare in aria una ciocca di capelli che le ricadeva davanti al viso da mezz’ora senza che lei se ne fosse accorta.
  Rotolando su sé stessa, scivolò giù dal letto con il sedere a terra, i pesanti pantaloni di cotone della tuta ad attutire la caduta: nonostante questo, rabbrividì al contatto con il pavimento freddo: quella sera faceva freddo, molto freddo, e l’acquazzone era finito solo una mezz’oretta prima, dopo la guerra di fulmini che era iniziata nel tardo pomeriggio.
  Guardò fuori e, con un sorriso, si compiacque di essere andata appena uscita da scuola a fare la sua oretta di lettura al parco rimandando lo studio a dopo, evitando così di prendere l’acqua nonostante, per tutta l’oretta passata a immergersi nel romanzo di Nicholas Sparks che le aveva consigliato Jenny, non avesse fatto altro che battere i denti per il vento gelido che tirava.
  Si alzò da terra e, sciogliendosi i capelli per rifarsi la crocchia oramai disordinata, uscì dalla stanza: aveva bisogno di una pausa, e niente come un bicchiere di latte caldo sarebbe riuscito a scacciare il freddo che si sentiva fin dentro le ossa.
  Appena mise piede fuori dalla stanza, però, dovette tornare indietro: il cellulare stava vibrando sul tavolo di ciliegio della scrivania, provocando un ronzio fastidioso.
  Era suo padre. Lo ascoltò distratta mentre scendeva le scale e entrava in cucina accendendo tutte le luci: lo sentiva parlare della lavatrice da mettere e della torta in forno da infilare in frigo, per poi finire con il rimprovero per non aver ancora finito i compiti. Miley buttò gli occhi al cielo e gli rispose a monosillabi anche stavolta. Voleva il suo bicchiere di latte, ora, pensò incrociando le braccia al petto e imbronciandosi come una bambina di cinque anni, nonostante ne avesse dieci in più. Be’, quasi.
  ‹‹ Papà, se non la smetti di farmi la predica non posso mettere né la torta in frigo, né fare il bucato e neppure finire di studiare, quindi se permetti... ››
  Suo padre, dall’altro capo del telefono rise. ‹‹ Sei la solita, bocciolo. Vai, non voglio mica ostacolare il tuo studio. ››
  Chiusa la chiamata, fece quello che suo padre le aveva detto velocemente mentre il latte riscaldava nel pentolino sul fornello: quando finì si sedette sul tavolo della cucina con il lungo e stretto bicchiere in mano, studiando le piastrelle che coprivano le pareti mentre lo sorseggiava piano. Il cellulare che suonava interruppe nuovamente quella pace, facendola borbottare scocciata prima di rispondere.
  ‹‹ Pronto? ››
  ‹‹ Miley? Sei tu? ›› la voce dall’altro capo era di una ragazzina della sua età, abbastanza famigliare. Si sforzò di capire chi fosse, ma non le venne in mente nessuno a cui l’avesse già sentita. Posando perplessa il bicchiere sul tavolo, vicino a dove era seduta lei, rispose alla ragazza: ‹‹ Sì, sono io... Ma tu chi sei? ››
  La ragazza dall’altro capo sospirò. Sembrava scossa, spaventata... L’unica cosa di cui Miley era certa era che le tremava la voce. Attese che iniziasse a parlare con un filo di ansia, saltando giù dal tavolo e scordandosi del bicchiere con quel liquido caldo e bianco che stava gustando fino a qualche secondo prima.
  ‹‹ Sono Selena – rispose la ragazza, la voce spezzata probabilmente dal pianto – e devo chiederti un grossissimo favore. ››
 
  Miley non era esattamente quella che si poteva definire una ‘ragazza popolare’: con il suo carattere estroverso e il suo fare estremamente sincero aveva molti amici e anche qualche antipatia, che però riusciva a gestire pacatamente senza avere guerre. Era normale, o almeno così si definiva lei, di quelle persone che forse non sono conosciute da tutti ma che non passano inosservate.
  Aveva una vita normale, con i suoi alti e bassi normali dell’adolescenza, una famiglia perfetta e degli amici fantastici. Non le mancava niente e non si lamentava, e nemmeno la fama a scuola le interessava più di tanto.
  Quando Selena, però, l’aveva chiamata, si era chiesta come avesse fatto a contattarla: al contrario di lei, la ragazza dall’altro capo del telefono era una delle più conosciute: non certo al livello della capo-cheerleader o della fidanzata del capitano della squadra di football, ma quasi. Miley poteva avere anche il suo gruppetto fedele di amici che voleva solo godersi la vita, ma Selena conosceva mezza scuola e non tutte le sue azioni passavano inosservate.
  Nonostante questi pensieri le si accavallassero nella mente, cercò di ignorarli mentre ascoltava Selena parlare: ora era sicura che stesse mascherando a fatica una voce rotta dal pianto, ma si costrinse a non farle domande per non metterla sotto pressione. Quando ella finì di parlare, Miley tacque per qualche secondo, perplessa: la lunga storia che le aveva raccontato tutt’ad un fiato fu come una secchiata d’acqua gelida, che la fece rabbrividire.
  ‹‹ Forse non ho capito – mormorò infine, aggrottando leggermente la fronte – dovrei diventare amica di Demetria? ››
  ‹‹ Odia il suo nome per intero, ti consiglio di trovare un nomignolo. ›› la corresse l’altra in un mormorio, ignorando la sua domanda. Miley saltò giù da tavolo con uno scatto, mentre con la mano libera si massaggiava la fronte
  ‹‹ È una pazzia ›› disse solamente, non riuscendo a trattenere un tono di voce scocciato. Selena sospirò frustrata, un sospiro che fece stringere il cuore a Miley: le dispiaceva davvero, soprattutto dopo che Selena le aveva raccontato tutta quella storia che sembrava uscita da un romanzo – sapeva della cattiveria di Chelsea, ma non avrebbe mai pensato sarebbe arrivata a tanto.
  ‹‹ Miley, ti prego. Non ti sto chiedendo di starle costantemente vicino, ma soltanto di tenerla sott’occhio. Non mi fido di quella strega, potrebbe farle passare le pene dell’inferno ›› la sua voce era disperata.
  Miley si morse il labbro: provò a mettersi nei suoi panni, ad avere un’amica vittima delle frecciatine di quella ragazza irriverente e arrogante e nel contempo essere costretta ad andare via, a lasciarla mentre lei non è protetta dalle grinfie di Chelsea. Avrebbe fatto la stessa cosa probabilmente, forse anche di più.
  ‹‹ Non posso mettermi contro Chelsea ›› mormorò cupa, aggrappandosi al ripiano della cucina: era combattuta, non sapeva che fare. Se da una parte avesse aiutato Selena facendole quel gigantesco favore, dall’altro avrebbe rinunciato una volta per tutte a una vita normale.
  Giravano molte voci su Demetria Devonne Lovato, nonostante non avesse molti contatti con gli altri. Se ne stava in disparte, e nessuno sapeva della sua storia, della sua vita. Per quanto Miley ricordasse, Selena era l’unica che quella ragazza frequentava, da sempre. E ora Selena se ne stava per andare, e lei aveva bisogno di qualcuno.
  ‹‹ Non devi preoccuparti di Chelsea. È di Demi che ti sto parlando – Selena sospirò nuovamente, mentre la voce le si faceva un po’ più tranquilla. Probabilmente aveva smesso di piangere – Ascolta, lei ha una storia abbastanza difficile ed è... fragile. È forse la persona più fragile che conosca. Ma se le stai vicina, ti dà il cuore ›› fece una pausa, nel quale Miley poté udire qualche singhiozzo strozzato. ‹‹ Ti chiedo solo di essere lì quando cade. Di starle accanto e distrarla. Fa fatica a fidarsi delle persone, ma se sente che si può fidare di una persona... ››
  Non terminò la frase. Miley annuì col capo, nonostante Selena non la potesse vedere. Era ancora incerta, ma da come la ragazza le parlava, aveva capito che, per lei, era davvero importante.
  ‹‹ Va bene ›› disse infine, dolcemente. Non le era mai piaciuta l’idea di ‘salvare le persone’, ne era sempre stata contraria, fondamentalmente perché era difficile, probabilmente impossibile. “Non puoi salvare le persone, puoi solo amarle”, e lei era più che d’accordo. E se Demi aveva bisogno d’affetto, chi era lei per privarla di esso?
  ‹‹ Grazie, Miley. E, ti prego, non raccontare questa storia a nessuno. Nessuno, nemmeno a Demi, soprattutto a lei. ››
  Miley storse la bocca. ‹‹ Sono contraria ai segreti – replicò, guardando il pavimento – prima o poi la verità viene fuori. ››
  Selena non le rispose subito. Qualcosa le fece capire che non ci aveva pensato. ‹‹ Non ti preoccupare – disse poi, piano – Le dirò tutto quanto prima che sia troppo tardi. Lo prometto. ››
  La sentì allontanare l’apparecchio, pronta per chiuderla chiamata, ma Miley la chiamò: aveva una domanda, sopra tutte le altre, che le solleticava la gola e che doveva assolutamente porgerle, anche a costo di non avere una risposta.
  ‹‹ Perché hai chiamato proprio me?››
  ‹‹ Perché  di tutte le persone che conosco, tu sei la più vera ›› e riattaccò.
  Miley sentì la testa vorticare  un poco, mentre allontanava piano il cellulare dall’orecchio. Non fece a meno di pensare che, in realtà, Selena non la conosceva.


 


 
Ed ecco spiegata la scomparsa di Selena. I segreti custoditi per anni da lei e da Miley, segreti di cui Demi era all'oscuro. 
Se la storia vi è piaciuta, correte a leggere la fan fiction principale (Give your heart a break), mentre invece se siete lettrici di quest'ultima, fatemi sapere cosa ne pensate di questo missing moments e sappiate che presto riprenderò l'aggiornamento della fan fiction! 
Scusatemi per l'assenza prolungata, ma sono state settimane turbolente. Ho riniziato a scrivere solo poco tempo fa e mi sto riprendendo da una crisi di pagina bianca che è durata fin troppo e mi ha svuotato completamente. Sto cercando l'ispirazione per scrivere altre storie, ma è sempre più difficile.
Con un bacio e un caldo abbraccio vi saluto e vi ringrazio per aver letto la mia storia!
Gloria
   
 
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