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Autore: PeterJRaf    02/05/2016    0 recensioni
La storia parla di una semplice ragazza proveniente da una piccola cittadina della California. A causa di un progetto scolastico è costretta a lavorare insieme a dei calciatori della squadra locale. Tra tutti i componenti finirà per approfondire la relazione con uno in particolare. Differenze sociali travolgeranno entrambi, ma si sa quando c'è l'amore di mezzo tutto è possibile..almeno la maggior parte della volte!
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1° Capitolo: Prismo Beach

‘’Perché avete scelto proprio me?’’ Sussultai sentendo nominare il mio nome dal professore di fotografia.
‘’Signorina Katy Morris la volete questa lode si o no?” il tono della sua voce aumentò di livello, facendomi avvertire il suo senso di irritazione.
Ingoiando delle imprecazioni, guardai verso il soffitto nel tentativo di riuscire a dire qualcosa per autoconvincermi di essere felice di essere stata assegnata a quell’incarico.  
“Scusatemi professor Dekker, in cosa consiste?” cercai di mantenere un tono della voce che facesse ricordare una suggestione di stupore o perlomeno d’indifferenza.
“Il tempo minimo è un mese ma se ancora non sarai riuscita a catturare l’essenza del progetto puoi prenderti tutto il tempo che ti serve. Assisterai ad allenamenti e partite effettive della squadra The Prismo Beach. Dovrai presentare un esposizione alla galleria d’arte che si trova in centro. L’obiettivo principale del progetto è quello di catturare la passione che emanano gli atleti. La fotografia digitale sportiva può essere molto impegnativa, la velocità è tutto. Il momento in cui il pallone gonfia la rete, il ringhio sul volto di un pallavolista mentre schiaccia, la plasticità di un ginnasta al culmine di un’evoluzione sono i momenti che vogliamo e dobbiamo essere in grado di immortalare per descrivere nel modo migliore l’evento a cui abbiamo assistito. La necessità di cogliere l’attimo impone alcuni requisiti che un fotografo deve possedere.”
“Ma io non sono s..” Il professore mi interruppe, zittendomi alzando la mano destra. Si stropicciò gli occhi con l’altra facendo un lungo sospiro. “Sei una bravissima fotografa, se ti sto assegnando questo incarico sono sicuro che lo porterai a termine con grande successo. A fine lezione recati dalla segreteria che ti fornirà tutto il materiale necessario.” I suoi occhi sfiorarono appena i suoi appunti e poi rivolse l’attenzione verso un altro studente. “Invece tu, signorino James Davis dovrai recarti al Prismo Beach Monarch Butterfly Grove. La nostra colonia è uno delle più grandi della nazione, che ospita una media di 25.000 farfalle nel corso degli ultimi cinque anni. Dovrai documentare la bellezza di quelle specie..” Mi girai verso la finestra, cercando di ignorare la lezione restante. Quando finalmente sentii il suono della campanella fui la prima ad uscire dalla classe per recarmi in segreteria, si trovava davanti l’entrata principale della mia piccola scuola chiamata Judkins Middle School. Essa era situata lontana dal nostro meraviglioso mare ma solamente dalla terrazza c’era la possibilità ad intravederlo. Era una struttura a pianta quadrangolare, gli ambienti erano accoglienti e adeguatamente spaziosi. Lo stabile si sviluppava su due piani fuori terra ed era dotato di ampi saloni interni, refettorio, cortile esterno ed apposite palestre.
Quando le lancette del mio orologio segnarono le due e mezza del pomeriggio finalmente varcai la soglia dell’entrata e mi incamminai verso casa. La mia città, Prismo Beach, era una delle poche città balneari più belle di tutto lo stato della California, perlomeno secondo il mio avviso. Questa città offre lunghe spiagge bianche per fare una piacevole passeggiata o semplicemente per godersi la vista spettacolare del tramonto, il momento migliore di una giornata carica di fatica. Questa città conta solamente 8.000 abitanti ma, perlomeno la maggior parte, sono persone di cuore o “calde” definite secondo il dialetto del posto.
Immersa nei miei pensieri non mi accorsi di essere già arrivata a casa, delicatamente aprii il portoncino in metallo e lo richiusi subito dopo. Tyson, il mio amato American Staffordshire terrier aveva il brutto vizio di scappare e di ritornare qualche giorno dopo sporco di fango e di feci, quando eravamo fortunati. Aveva un anno ormai ed era alto 30 cm, con una muscolature possente che gli permetteva di arrampicarsi sugli alberi. Stanca della giornata che avevo passato, mi diressi senza neanche dedicargli uno sguardo verso la panchina in legno posizionata alla destra della porta d’ingresso. Quando mi sedetti sentii il mio corpo rilassarsi e ogni nervo allentarsi. Tyson corse verso di me, posizionando la sua testa sul mio ginocchio in attesa di una carezza di benvenuto. Appoggiai la mia mano sul suo nasino, era freddo e umidiccio. Mi ero sempre chiesta come mai questa razza canina fosse temuta, il mio piccolo batuffolo beige era uno dei cani più dolci del quartiere, i bambini appena lo vedevano subito si avvicinavano per abbracciarlo e per fargli le coccole. Sussultai al suono che emesse il mio cellulari, per una frazione di secondo mi guardai intorno con il tentativo di ritornare alla realtà. Estrassi dalla tasca l’oggetto tecnologico e lessi il nome sul display, un piccolo sorriso si accennò sul mio volto. “Hey Marilyn, avevo proprio bisogno di una tua chiamata!” esordii; “Ho proprio voglia di un caffè e di guardare quei bei ragazzi della nostra città mentre giocano a beach-volley” risi silenziosamente e risposi acconsentendo “Va bene, ci vediamo tra 10 minuti da Splash Café.”


-Buonasera, spero che perlomeno questo primo capitolo vi sia piaciuto. Mi piacerebbe tanto leggere i vostri commenti qualora aveste delle critiche da fare. 
  
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