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Autore: ink sword    02/05/2016    0 recensioni
Agatha ha 20 anni ed è una collezionista di anime, ha un nuovo lavoro in una nuova città, un passato del quale si vergogna dal cui il padre l'ha dovuta strappare via.
la sua vita si trascina monotona tra il lavoro e la nuova famiglia, e ad Agatha potrebbe anche andare bene, se non fosse che il passato ritorna sempre e, come sempre, incasina tutto.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Collectors
Welcome at the UnHoly Souls Shop.

Prologo

Quando apro la porta una campanella suona sopra di me
“Benvenuta all'UnHoly Souls Shop!” dice una biondina seduta alla cassa
“Grazie” rispondo avvicinandomi “c'è il Capo?”
“il Capo?”
“devo parlarci”
“mi dispiace non so di cosa sta parlando”
io sbuffo e mi appoggio alla cassa coi gomiti fissandola negli occhi “fammi parlare con tuo nonno”
“mi scusi ma lei chi è?”
“Agatha McNeill, mi aspettavate”
Un uomo alto e stempiato sbuca da dietro il bancone “McNeill?”
mi sollevo e allungo la mano “sono io, Buck?”
“Jim Buck, sono io” dice lui afferrandomi la mano e stringendola “com'è andato il viaggio?”
“bene, per quanto si stia bene sei ore in un pick up”
“vieini, ti presento tutti”

Jim è sbrigativo e rude, mi piace il suo carattere, sorrido alla biondina mentre scivolo dietro il bancone e seguo Jim nel retro.
“allora, in fondo c'è mio fratello Eddie, il tipo vicino a lui è Perry Couchart, si occupano della collezione. Se apri la prima porta a sinistra c'è il magazzino, se ne occupa Nelson. Il Capo è in Laboratorio, non so cosa stia facendo ora ma per parlargli dovrai aspettare un po' ”
“la ragazza di là, figlia tua?”
“Clara, la figlia di Eddie”
“Uh... quanto grande è la collezione?”
“700”
“pazzesco”
“ti piacerà lavorare con noi” dice lui abbandonando la manona sulla mia spalla io incrocio le braccia e rido “ovvio che mi piacerà”.

Passo la giornata scaricando le mie cose dal Pick up, e portandole nella mia stanza, in questo paesino nevica costantemente, e se non nevica vuol dire che è troppo freddo persino per togliersi i guanti, nulla contro il freddo, lo adoro, ma avrei gradito un posto con almeno un paio di stagioni, quando chiamerò papà lo ringrazierò.
Vivrò a casa del Capo, con lui Eddie, Jim e Clara, non che sia entusiasta di dividere la camera con lei ma sopporterò.

“non aspettarti di vederlo spesso” dice Jim riferendosi a suo padre “sta sempre in laboratorio, esce solo quando ci sono delle vendite importanti”
“mi sembra giusto”
“comunque sta sera ti vuole parlare, come sei messa in esperienza?”
“abbastanza bene, ho lavorato al Joy's, come collezionista”
“lo sappiamo, per cosa credi che ti abbiamo chiamata”
“allora che volevi sapere”
“la tua esperienza reale, hai vent'anni Agatha, non farmi credere che hai raggiunto tutto questo senza nessun attività extra lavorativa, Clara ha la tua età e non fa nulla oltre cassa e magazzino, la collezione nemmeno l'ha mai vista tutta”
“diciamo che ho avuto due o tre anni di esperienza sul campo”
“mi piace, abbiamo bisogno di qualcuno con le mani sporche”
“me le sono ripulite le mani”
“mi importa che ti ricordi come si lavora”
“me lo ricordo molto bene”
“...non voglio nessun tipo di attività fuori dal negozio però, siamo intesi?”
“ti ho detto che sono pulita”
“ok.”
“la prima missione?”
“non ne ho idea, ultimamente abbiamo molte scorte, non ci serve lavorare sempre, ti chiamiamo noi”
“grazie”
“adesso andiamo sistemerai dopo le tue cose, ti faccio vedere l'attrezzatura”

Tutto quello che posso dire appena entrata in magazzino è “Wow”
Jim mi guarda e scoppia a ridere “mai vista roba del genere eh? La metà delle cose le ha progettate il capo, catturano un'anima in nemmeno una decina di secondi!”
“come ci si divide il lavoro qui dentro?”
“come ti ho detto, Nelson sta sempre in magazzino, l'attrezzatura te la tiene d'occhio lui, il Capo in laboratorio, per le uscite ci siamo io, Perry e Eddie, ma ci muoviamo minimo in coppia sempre, e, sempre, qualcuno deve rimanere al negozio, probabile che lavorerai con Perry”
“è bravo?”
“lo vedrai”
“suppongo sia un si”
“per il momento lavorerai come venditrice”
“me l'avevano anticipato”
“A proposito i tuoi come stanno?”
“Bene, papà non lavora più, mamma invece continua al Joy”
“tuo padre si è fermato?”
“si, si era stancato”
“faccio fatica a crederlo, ma ci proverò, è difficile perdere McNeill”
“lo conoscevi bene?”
“no, ma mi ha rubato un paio di anime che ci sarebbero state da Dio nella collezione”
“forse sono le due che tiene a casa” dico ammiccando

Ritorno al negozio e mi infilo la felpa che mi ha regalato Jim a quanto pare la devo indossare al negozio, mi siedo su uno sgabello e fisso Clara che sta scrivendo su un block notes “che scrivi?” chiedo, lei si volta e mi squadra dalla testa ai piedi “conti, della giornata”
“oooh mooolto interessante” ribatto, lei si ripiega sul blocchetto e non risponde.
“starò in casa con te, in camera con te” dico sperando di infastidire quegli occhi azzurri almeno un pochino, lei torna a guardarmi e sorride sarcasticamente “me l'ha detto zio Jim”
“venderò anche” aggiungo “e probabile che sarò una collezionista di nuovo”
“di nuovo?”
“ho lavorato al Joy”
“non ci credo”
“fa un po' come vuoi, ma se io sono qui a vendere e tu sei li ad accogliere un motivo ci sarà”
“è fantastico cominciare così una convivenza lo sai?”
“in che senso?”
“mi stai proprio sulle palle”.

Dopo un paio d'ore entra il mio primo cliente
“Benvenuto all'UnHoly Souls Shop!” dice Clara con la sua vocetta tutta allegra
“ 'Giorno” dico io alzando una mano, Clara mi fulmina con lo sguardo prima di tornare a guardare il cliente “come possiamo aiutarla?”
“ho un orologio... vorrei sapere quanto vale”
“le chiamo subito qualcuno” la bionda si allunga per sollevare la cornetta del telefono, io le sono subito alle spalle, e le blocco la mano “ci sono già io”
“smettila, chiamo Jim”
“e io dico a Jim che non mi fai lavorare”
lei mi fissa cercando di vincere la guerra di sguardi, ma cede ancor prima che io cominci a fare sul serio “e va bene... tutto tuo” sibila, io le sorrido mostrando i denti e mi concentro sul cliente “parli pure con me” dico prendendo posto al bancone.
Il tizio indossa un cappottone di pelliccia ed estrae un sacchettino da una tasca interna al cappotto, me la appoggia sul banco in legno.
Io prendo il sacchetto e lo esamino tenendolo sul palmo della mano “cosa vuole farci”
“è infestato vero?”
sento la pelle accapponarsi “ci può giurare”
“lo vendo allora”
io prendo un foglio dal cassetto vicino a me e rubo una penna a Clara dal portapenne a lato della cassa, poi comincio a scrivere
“vende anche l'anima?”
“si tutto” - disinfestare valutare orologio e anima-
“di chi era?”
“mia nonna”
“come si chiamava?”
“Martha” -martha-
mi metto i guanti e tiro fuori l'orologio tenendolo per la catenina, già comincia a vibrare.
io catturo i suoi occhi nei miei che strizzo leggermente per vederci meglio, sono le sei di sera in fondo “e...quanto spera di farci”
“solo l'orologio vale almeno 50 dollari”
“per come è ridotto gliene posso dare al massimo 20”
“è vintage!”
“vintage” dico trattenemndomi dal ridere “è rovinato... se mi da dieci minuti vado a far controllare l'interno”  
con un saltello scendo dallo sgabello e spingo la porta per andare sul retro “Jim!” chiamo lui mugugna e io entro in magazzino “sei qui?”
“dimmi!”
“abbiamo una disinfestazione...” dico raggiungendolo
“cos'è?”
sollevo la catenina “un orologio...”
“dallo a Clara, da portare in laboratorio”
“gli ho detto 20 per l'orologio”
Jim lo guarda di striscio “mmh” dice, io lo prendo per un via libera e faccio portare l'orologio in laboratorio
“quanto ci vorrà?” chiedo a Clara
“come hai detto tu” risponde lei alzando le spalle “dieci minuti”.
   
 
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