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Autore: Anto_Lu    02/05/2016    2 recensioni
"A Seoul ti puoi veramente sentire viva, parte di qualcosa: mille persone diverse che camminano, ridono, amici che bevono, amori che nascono, mentre li osservi vivere, cambiare, scegliere, sorridere, fare tutto ciò che tu sei troppo codarda per fare."
" 'Vai così Lia, sempre in ritardo' la mia coscienza decide di rimproverarmi proprio ora, mentre percorro la strada che separa la metro dall’università in tutta fretta; in queste mattinate di Dicembre, Milano è particolarmente fredda e grigia, il che non contribuisce a migliorare il mio umore."
Varie storie si intrecciano fino a delineare il sentiero dell'amore.
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kim e Less: Fiume, istinti e ombre.

POV Kim

Non sono più riuscito a dormire dopo quel risveglio, dopo gli incubi, dopo... Dopo che se ne è andata; calcio un paio di sassi e cammino, senza sapere esattamente dove stia andando, cosa voglia fare. L’ho guardata alzarsi, fissarmi, e ho fatto ciò che mai avrei voluto fare: l’ho lasciata andare; correva sulle scale, ho persino avuto paura che si facesse del male mentre scappava il più possibile lontano da me, mentre capiva chi sono. Ha esitato, come se non volesse andarsene, ma quello sguardo terrorizzato mi ha riportato alla realtà: sono un mostro, uno di quelli che non merita nulla, e lei era troppo. Forse mi sono immaginato tutto, era semplicemente una che aveva bisogno di un posto in cui stare, altrimenti perché rimanere? Non è rimasta per me, no. Non devo nemmeno pensarci, sarebbe una tale idiozia da... Da non riuscire a smettere di tormentarsi, e io non riesco a toglierla dalla mente. Perché? Forse sto diventando ancora più pazzo, come uno di quelli che si immaginano un amore e poi finiscono per distruggersi; non c’è più nulla da distruggere in me, forse non c’è mai stato nulla. No, mi ricordo quando qualcosa c’era, quando avevo un cuore che batteva davvero, come batteva questa notte accanto a lei.
“Smettila, smettila subito!” me lo ripeto, più e più volte, ma tutto questo mi fa impazzire, non mi permette nemmeno di respirare; il suo sguardo terrorizzato, i suoi occhi mentre cercava di capire chi fossi, le sue mani mentre mi curava le ferite.
“Non mi importa” le avevo risposto, come se volessi cacciarla; eppure era rimasta, contro tutte le ragioni, le aspettative, contro tutto ciò che c’è di razionale in questo mondo. Non era scappata. Dovrà pur dire qualcosa, giusto? O forse no... Devo smetterla di provare ad aggrapparmi a questi ricordi, non finirà bene, non può finire bene. Non c’è nulla di buono in me.
 
POV Less

A quanto pare ho la mattinata libera, quindi mi siedo ad ammirare il fiume, abbandonandomi ai pensieri. La mente è occupata dall’immagine di quel ragazzo, stargli vicino mi toglie letteralmente il fiato: stava urlando, come un bambino terrorizzato, come qualcosa di totalmente lontano dal ragazzo steso a terra, che aveva smesso di lottare. I suoi occhi sono così cupi, come se celasse un segreto tanto terribile da impedirgli di vivere; il mio cuore ha smesso nuovamente di battere, tutto ciò che è successo questa notte dovrebbe rimanere un segreto, un ricordo da tenere per le notti più buie, da ripescare ogni tanto, da custodire gelosamente, lontano dagli occhi più indiscreti. Ma non posso, non voglio dimenticare, perché significherebbe lasciarlo andare; voglio capire chi è, voglio capire perché non riesco a sostenere il suo sguardo, perché mi sento così... Viva. Perché non me ne sono andata prima? Stupida, stupida Less. Finirà male, non c’è altra scelta: c’è troppa oscurità e troppa poca luce in me.
 
POV Kim

Cammino, lo sguardo a terra mentre scelgo se seguire il mio istinto, che mi tormenta finché non cedo: il fiume, perché proprio il fiume? Non ho mai amato l’acqua, e quel fiume è un posto da cui mi tengo particolarmente a distanza, ma oggi devo andarci. Non ho potere decisionale, semplicemente DEVO.
Cammino velocemente, le mani in tasca, la testa bassa, senza sapere che cosa aspettarmi; ho sempre ignorato l’istinto che mi diceva di fuggire per salvarmi, di non cacciarmi nei guai, eppure oggi è diverso: non devo scappare, ma correre verso qualcosa .
Raggiungo il fiume e rallento il passo, guardandomi intorno: è una mattinata tranquilla, i soliti turisti, le solite facce, e... Improvvisamente capisco verso cosa –o meglio, chi- stavo correndo e maledico mentalmente il mio istinto in tutte le lingue conosciute e anche in quelle sconosciute.
Lei è lì, seduta su una panchina, che fissa l’acqua mentre la sua mente vaga, riportando a galla ricordi che la fanno sorridere: non l’avevo ancora vista sorridere, ed è qualcosa di talmente meraviglioso da far sorridere anche me. Perdersi quel sorriso dovrebbe essere una pena capitale, perché potrebbe curare tutti i mali del mondo in un unico istante, come sta curando i miei, proprio ora.
 
POV Less

Sorrido pensando a quel ragazzo, che si preoccupa di bersi una birra nonostante sia appena stato picchiato... Insomma, come è possibile volere una birra dopo essere stati ridotti così? Il sorriso che mi era spuntato sul volto si allarga ripensando a quella cosa talmente ridicola. Sto quasi per mettermi a ridere, quando giro la testa e lo vedo, in piedi ad una decina di metri da me, le mani in tasca, mentre sorride guardandomi: il suo sorriso è bellissimo, semplicemente...  Mi toglie il fiato.
Non so cosa fare, vorrei rimanere ad osservarlo, vorrei correre da lui, vorrei… Vorrei che ci fosse una possibilità perché finisca bene, una possibilità di avere il lieto fine; chino la testa, mentre lui riprende a camminare per andarsene.
Ogni volta che lo guardo negli occhi perdo quel briciolo di sanità mentale rimasta, e questa volta non è diverso, ma questa volta non voglio scappare: mi alzo, lo raggiungo e gli afferro il braccio. Mi fissa, senza capire, senza tentare di andarsene, mentre io non ho intenzione di lasciarlo; “non finirà bene” tutto dentro la mia mente grida che è una pessima, pessima idea ma ascolterò solo il cuore, finalmente tornato a battere.
 
POV Kim

Non ci sono possibilità che quella ragazza voglia avere qualcosa a che fare con me e, quando abbassa lo sguardo, capisco che ho ragione: l’unica cosa rimasta da fare è andarmene. Le passo davanti, mentre si tortura le mani, lo sguardo fisso a terra, e non riesco a pensare a cosa mi sto perdendo, a cosa non potrò mai avere; non abbiamo condiviso nulla, eppure quel nulla è più di quanto abbia mai dato a nessun altra, più di quanto nessuna mi abbia mai dato. Quel nulla è stato tutto per me, seppure per poche ore; mi sto lasciando alle spalle quel “tutto”, quando mi sento afferrare: mi giro di scatto, senza sapere di chi potrebbe essere la mano che mi sta riportando indietro.
La guardo negli occhi, senza sapere se è tutto un sogno o se sta davvero accadendo: mi ha riportato indietro? Perché, cosa vorrebbe da me? Cosa può volere una così da… Me? Non capisco se ho fatto qualcosa di sbagliato, se è semplicemente una coincidenza, non… Non capisco più nulla, ho un blackout totale ogni volta che il mio sguardo incontra il suo, ma di una cosa sono certo: non me ne andrò.
 
POV Less

Rimaniamo a fissarci, senza sapere cosa dire o fare, ma non scappiamo, non abbassiamo lo sguardo, non ce ne andiamo; forse siamo impazziti, magari lui è un killer ed io sarò la sua prossima vittima, forse lo rimpiangeremo entrambi, forse… Forse dovrei semplicemente stare zitta e smettere di pensare perché i nostri visi sono a pochi centimetri di distanza e le mie facoltà mentali si stanno dissolvendo, così come tutti i dubbi. Continuiamo a guardarci negli occhi mentre i nostri visi si fanno più vicini, i nasi si toccano, il mio cuore sta per scoppiare: seriamente, potrei avere un infarto adesso e morire qui, ma tra le sue braccia sarebbe la morte più dolce –e ridicola, insomma, si può morire per un quasi bacio?- del mondo.
 
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Apro gli occhi, con ancora l’immagine delle sue labbra nella mente, con ancora la voglia di quel bacio e di quell’amore impressa nell’anima; mi alzo, non guardo nemmeno la sveglia, dopotutto sono ormai mesi che il mio corpo mi riporta indietro da quel sogno sempre alla stessa ora. La routine è noiosa, ma almeno mi impedisce di impazzire così, come ogni giorno, mi trascino sotto il getto d’acqua calda della doccia, scottandomi la pelle, tentando di riscaldarmi un po’ il cuore, come solo lui sapeva fare; mi vesto, prendo la tracolla e mi trascino fuori casa. 

Note dell'Autrice

Eccomi in ritardo! Perdonatemi, ho avuto problemi con la connessione internet, ma... eccomi! Come sempre, ringrazio chiunque si prenda un attimo per leggere questa storia (Che ho spostato dal genere "Drammatico" a "Commedia" poichè, scrivendo gli altri capitoli, ho notato che la storia sta prendendo una piega meno... drammatica!), e, se vorrete recensire, ne sarò lieta!
Alla Prossima!

 
   
 
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