CAPITOLO 2- LA BAMBINA BIONDA
Entrò nella camera alla
sua destra, la
camera da letto dei suoi genitori.
Quasi le prese un infarto quando la
donna che guardava fuori dalla finestra si voltò di scatto
verso di lei,
urlando.
-RIDAMMELA! RIDAMMELA
INDIETRO!RIDAMMELA! RIDAMMI MIA FIGLIA!-
Aya scosse la testa mortificata,
indietreggiando lentamente.
Curiosò dal foro della
serratura, e vide
che la donna era scomparsa, così rientrò.
Dove prima si trovava la donna
c'era una
macchia di sangue, in mezzo alla quale brillava un oggetto. Aya si
inginocchiò
prendendolo in mano. Era una chiave, la chiave dell'archivio.
Un brivido le corse lungo la
schiena. Si
sentiva in qualche modo osservata.
Accanto alla finestra si trovava la
cassaforte della madre, ma Aya non conosceva il codice per aprirla.
Uscì nuovamente dalla
stanza.
Continuò a camminare
fino ad arrivare
nella Hall.
Guardò oltre le scale e
vide che i due
mostri che avevano tentato di assalirla poco prima stavano girovagando
al piano
di sotto, rendendole difficile scendere.
Così andò
avanti raggiungendo il lato
ovest della residenza. La prima stanza sulla sinistra era l'archivio. Usando la
chiave trovata poco
prima, la porta si aprì.
La stanza era fortunatamente vuota.
Aya si mise a curiosare fra gli
scaffali, mentre un grosso libro attirò la sua attenzione.
Si trattava di un
diario.
"Questo
è un incubo...
Come
è potuto succedere...
Ho...
ucciso un uccellino...
Proprio
come..."
Il resto delle pagine era
illegibile,
così Aya lo rimise al suo posto e ne prese un altro.
Un libro terribile, che parlava di
esperimenti sugli esseri umani.
"C'è qualcosa incastrato
qui..."
Era un foglietto, piegato in due.
Lo
mise nella tasca della gonna e posò il libro al suo posto.
Si voltò verso destra e
quasi urlò.
Una bambina era in piedi davanti a
lei.
Non indossava nulla, aveva la pelle di un pallore innaturale, i capelli
biondi
a caschetto e piangeva, guardandola con occhi terribilmente vuoti.
-MAMMA...MAMMA...FA
MALE...AIUTATEMI...
A I U T O...- disse lentamente mentre si avvicinò
pericolosamente ad Aya.
Aya urlò, mentre una
visione riempì la
sua mente.
Si
trovava nel laboratorio di suo padre. La bambina vista precedentemente
era distesa
su uno dei tavoli di legno, le mani e le caviglie bloccate.
"Papà!!"
urlò Aya, nonostante nessuno potesse vederla.
Maria
era in piedi accanto alla bambina.
-Voglio
andare a casaaaaa! Voglio vedere la mammaaaa!- urlava disperatamente
quest'ultima agitandosi inutilmente.
Maria
si voltò verso di lei.
-Non
preoccuparti, ti porterò da lei. Ma prima è
necessario fare qualcosa.-
-Nooo!
Voglio andare adesso! Mamma! MAMMA!-
Il
padre di Aya avanzò verso la bambina tenendo in mano una
siringa.
-Non
preoccuparti. Andrà tutto bene. Desideriamo solo provare
questa medicina. Farà
un po' male... ma non molto. Sentirai molto presto del sollievo.- disse
calmo.
-NOOOOO!!!
MAMMAAAAA!!-
Aya
scosse la testa.
-Basta...-
L'uomo
cominciò a somministrare la medicina alla bambina.
-Nn...ah...
ahhhhHHH!-
Aya
si mise le mani sulle orecchie urlando furiosamente.
-Basta!
Non voglio questo!!-
-Agh....
agh....- la pelle della bambina cominciò a colorarsi di un
blu innaturale.
Aya
strillò.
-BASTA!!-
Tornò alla
realtà, spingendo la bambina
di fronte a sé facendola cadere sul pavimento.
Le ginocchia le cedettero e si
trovò
anche lei in quella posizione.
-Mamma...mam...ma...- continuava a
ripetere la bambina.
Aya riuscì ad alzarsi a
fatica,
terrorizzata.
Ignorando i lamenti della bambina
cercò
di spingere la porta accanto alla libreria, ma quella rimase bloccata.
Uscì velocemente
dall'archivio, quando
la voce della bambina si bloccò.
Consapevole del fatto che se ne
sarebbe
pentita rientrò, notando l'assenza della bambina. Al suo
posto, c'era qualcosa
sul pavimento, che luccicava.
"C'è... qualcosa qui..."
Era un pendente dorato, nel quale
era
incastonata una grossa pietra grigia.
Pensò a lungo.
La bambina chiedeva la mamma... la
donna
nella stanza dei suoi genitori chiedeva la figlia... forse, dando il
pendente
alla donna, le avrebbe fatte riunire finalmente, fermando la loro ira.
Solo che.. la donna era scomparsa,
quando Aya era rientrata nella camera da letto.
Aggrottò le
sopracciglia. In quel
momento si sentiva osservata, quindi poteva essere che... la donna non
se ne
fosse mai andata!
Uscì di corsa
dall'archivio, attraversò
il lungo corridoio e arrivò finalmente alla camera da letto.
Tenendo il pendente in mano, si
avvicinò
alla finestra.
La donna fece la sua comparsa
fissando
il gioiello.
-Questo è... il suo
pendente...-
La bambina entrò
lentamente dalla porta.
-Mamma...-
-Collina!- urlò la donna.
-Mamma...-
Aya si spostò, e la
bambina si tuffò tra
le braccia della madre.
Le due scomparvero, mentre Aya si
asciugava qualcosa all'angolo degli occhi.
Note
Mentre giocavo e sono entrata nella
camera da letto, avevo il volume al massimo. Inutile dire che
l’urlo della
donna mi ha fatto cadere dallo spavento.
Per non parlare dell’urlo
di Aya alla
fine della visione della morte di Collina.
Comunque… la stanza
segreta,quella che
si trova grazie al coso strisciante l’ho rimossa
perché lì c’era solo una
gemma, e quando Collina e sua madre si abbracciano e scompaiono
lasciano una
gemma.