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Autore: lallipumbaa    05/05/2016    3 recensioni
Mi schiarii la gola, giusto per ricordare ai giganti davanti a me che esistevo pure io e di tenere i commenti maschilisti a quando si sarebbero rivisti. L’uomo si girò sorridente colpendomi in pieno coi suoi occhi azzurri. “Ciao! Piacere, Christopher!” disse tendendomi la mano.
Tentai di recuperare un po’ di attività cerebrale e di mettere insieme delle parole per fare una frase di senso compiuto. Tom mi salvò in corner.
“Scusami, mi sono dimenticato di presentarvi. Chris, lei è Lilia. Lilia, lui è Chris!”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non lo vidi per i sei mesi successivi, dato che era preso con le riprese di “Capitan America - il Soldato d’Inverno”, ma continuavamo a sentirci tutti i giorni. Non stavamo insieme e non avevamo nessun rapporto di esclusività, ma avevo chiuso le porte ad ogni approccio da esterni. Non sapevo se per Chris era la stessa cosa, ma ci speravo. Non avevo il coraggio di chiederglielo.
Poi, quasi gradualmente, smise di rispondermi. Era come sparito. O meglio, sparito per me.
Non rispondeva, le poche volte che avevo provato a chiamarlo mi aveva dato l’occupato o mi aveva liquidato con poco. Alla fine smisi anche io di cercarlo.
Il mio amor proprio esisteva ancora, dopotutto.

Un giorno, a Londra, suonò il campanello di casa.
Ero completamente struccata e in tuta. Quel meraviglioso periodo del mese era arrivato in pompa magna donandomi crampi, dolori ai reni e mal di testa. I miei compagni della giornata erano stati antidolorifico, cuscinetti riscaldati e il divano.
Il campanello di casa trillò e, malvolentieri, andai alla porta.
“Chi è?” chiesi con tono abbastanza scocciato.
“DHL! Ho una consegna per lei, signora Hiddleston!” rispose una voce nasale e fastidiosa. ‘Ecco, pure il corriere oggi. Ci mancava solo quello!’ pensai sospirando e massaggiandomi le tempie.
Aprii la porta e un grande mazzo di girasoli mi si parò davanti. Dietro di essi comparve Chris sorridente come non mai. “Ciao!”
Gli chiusi la porta in faccia. Il campanello suonò nuovamente. “Lilia, per favore, aprimi!” “FOTTITI CHRISTOPHER!!” gli urlai dall’altra parte della porta.
“Lilia, ti prego, posso spiegarti.”
“SPIEGARMI COSA? CHE SEI SPARITO E NON TI SEI FATTO PIU’ SENTIRE?”
“Esattamente quello… per favore.” Mi rispose. Aveva un tono talmente abbattuto che sospirai.
Gli aprii la porta e, con un cenno della testa e un’espressione che gli fece capire che non avrei più voluto vederlo, gli dissi di entrare.
Mi porse i fiori “Questi sono per te.”
“E sarebbe un modo per chiedere scusa portandomi un mazzo di girasoli?”
“Una specie.”
“Sappi che non ho alcuna intenzione di sopportarti per più di 10 minuti, quindi taglia corto.” Ok, è vero, mi stavo comportando da vera stronza, ma ne avevo il pieno diritto. Anche se con quell’espressione da cucciolo abbandonato…
Chris sospirò. Appoggiò i fiori sul divano e lo vidi cercare le parole giuste per qualche minuto. Poi mi guardò diritta negli occhi.
“Me la sono fatta sotto. Non ti ho più scritto perché me la stavo facendo sotto. Tu eri vera, tu c’eri e il tuo pensiero mi stava sempre attorno, distraendomi da tutto. Non ero abituato ad una cosa simile. L’ultima volta che è successo non è andata bene e non volevo che si ripetesse ancora.”
Il nervoso parò per me.
“E ovviamente la miglior cosa per te è stata sparire, senza darmi alcuna spiegazione, lasciandomi in questi mesi a chiedermi cosa potessi aver fatto di male, cosa potessi aver sbagliato... e invece sei sparito perché te la sei fatta sotto dalla paura? Diamine!! Ma sei stato tu a dire l’ultima volta che ci siamo visti ‘Frequentiamoci! Vorrei conoscerti di più!’ Ok, sei stato impegnato a girare. È il lavoro e ti capisco perfettamente, ma non si fa così. Avresti potuto liquidarmi, chiamarmi, mandarmi un messaggio, invece di lasciarmi sospesa come un’idiota ad aspettare UNA TUA FOTTUTISSIMA CHIAMATA!! Ed ora vieni qui, fresco come una rosa, davanti a casa mia dandomi un mazzo di fiori sperando che io ti perdoni?!”
Mi guardò, sospirò e annuì. “La speranza sarebbe quella…”
“Te lo puoi anche scordare. Tu lo sai che diavolo mi hai fatto passare?! Io ci speravo davvero. E non perché tu sia chissà chi. Mi sei piaciuto davvero tanto, e mi piaci ancora adesso…” gli dissi girandogli le spalle e andandomene dalla stanza. Sentivo le lacrime arrivarmi agli occhi e non volevo assolutamente dargli la soddisfazione di vederle.
Sentii dei passi dietro di me e il tocco delle sue mani sulle mie spalle.
“Vattene.”
“Vuoi davvero che me ne vada?”
Ci pensai un attimo. No, non volevo, ma non potevo nemmeno dirgli di sì. “Non lo so…”
“Come posso farmi perdonare? Lo so che non ho alcun diritto, ma sono venuto a Londra di corsa e non ho oggettivamente un hotel dove stare…” confessò.
Mi venne da ridere e tra un sospiro da pianto e una risata mi girai. Lo guardai negli occhi e sorrisi. “Ho una camera degli ospiti. Puoi rimanere qui.”
“La camera degli ospiti andrà benissimo.” Mi rispose sorridente.

***

Oscar 2016.
Il red carpet risplendeva sotto il sole del tardo pomeriggio di Hollywood.
Il Mercedes nero che li aveva accompagnati al Dolby Theatre era fermo in coda dietro ad altre macchine nere. La guardò. La notte prima Lilia non era riuscita quasi nemmeno a dormire. Non era nominata, ma, come lui, avrebbe dovuto presentare una categoria.
Era la prima volta che le capitava di partecipare agli Oscar ed era agitata come se l’avesse punta una tarantola.
Ed ora era lì, di fianco a lui, bellissima nel suo vestito blu notte che quando l’aveva vista indossarlo l’unico pensiero era andato alla sera dopo l’after party e al piacere che sarebbe stato sfilarglielo.
Gli venne in mente la situazione in casa sua di qualche ora prima.

“Allora, darling, cosa preferisci?” le aveva chiesto Lisa Eldrige mentre la guardava in viso. “Lisa, sei tu il genio. Sono nelle tue mani! Il vestito è quello lì appeso sull’armadio… mi fido di te!” La truccatrice sorrise soddisfatta “Allora ci penso io!!”.
East, il cane di Chris, dormiva con un occhio aperto nella stanza controllando ogni tanto l’estranea che girava attorno alla padroncina.
Chris era entrato in stanza in boxer con l’asciugamano sulle spalle. “Allora, come stai andando?” chiese interrompendole. Entrambe si girarono verso di lui. Lisa scoppiò a ridere, mentre Lilia sospirò.
“Amore, lo so che sei bello e che oggettivamente sei un gran bel vedere così. Ma ciò non ti da la libertà di girare in mutande per casa quando ci sono ospiti!” gli disse tentando disperatamente di non ridere.
“Ma sono nella mia ultima ora di libertà prima di diventare un pinguino!”
“Ma sì!! A me non da fastidio!! E poi mio marito mica lo viene a sapere che c’era il tuo fidanzato in giro per casa!” commentò Lisa continuando a massaggiarle la crema sul viso.

Si mise a ridacchiare silenziosamente ricordandoselo.
Lilia si girò verso di lui sorridendo a sua volta. “Che c’è?” “Nulla, mi stavo ricordando di prima…”
“Quando ci venivi a disturbare mezzo nudo?”
“Esattamente!” rispose dandole un bacio sulle labbra. “Non ho rimasugli del rossetto, vero?”
“No! Vai tranquillo!” gli rispose esasperata. Era la quinta volta che glielo chiedeva nel giro di un’ora. Gli strinse la mano, mentre lui la alzava al suo viso e la baciava. Sulla mano sinistra di lei splendeva di luce propria all’anulare un meraviglioso anello che le aveva donato con una domanda e una promessa.
Lilia chiuse gli occhi e si trovava ancora lì, nelle Highlands, alle rovine del castello di Urquhart.

La brezza settembrina accarezzava le rovine del castello che dava su Loch Ness.
Si erano presi una vacanza da Los Angeles ed erano andati a casa dei genitori di lei per un paio di settimane. Il bel tempo li stava graziando e, dato che Chris non ci era mai stato e continuava a ripeterglielo da quando avevano deciso di andare in Scozia, avevano prenotato un paio di giorni una stanza ad Inverness per poi fare qualche camminata nelle vicinanze del lago.
“Tu lo sai che non vedremo Nessie, vero?” gli chiese camminando su per la salita verso le rovine.
“E chi te lo dice? Magari oggi è in vena di mostrarsi agli umani!” le rispose Chris raggiungendola e prendendole la mano. La fermò baciandola in mezzo a ciò che restava del ponte levatoio, lasciandola senza parole. “Adoro quando hai quell’espressione!” gongolò proseguendo tenendole la mano.
“Questo era il castello con la vista più vasta dell’intera Scozia! Era protetto ovunque.” Gli spiegò mentre attraversavano quello che rimaneva del portale d’entrata.
“E allora come mai è così in rovina?”
“L’hanno fatto saltare in aria alla fine del 1600 per evitare che cadesse in mano ai giacobiti!” gli rispose sorridendogli.
“Certo che voi scozzesi amate le maniere forti!... ti prego ripetimi il nome in gaelico!” la supplicò.
“NO!” negò Lilia categoricamente tentando di non ridere.
Visitarono tutto fino a quando non arrivarono alla vista più mozzafiato che avesse mai visto: dalla rovine delle mura, sopra le cime degli alberi, si stagliavano le highlands e il lago.
Chris vide Lilia perdersi con lo sguardo dentro quella vastità “Questa è casa mia…” sospirò, gli occhi lucidi.
L’uomo decise che quello sarebbe stato il momento giusto e che non ci sarebbero stati altri momenti all’altezza.
Si inginocchiò davanti a lei, prendendole la mano.
“Christopher, che diamine stai facendo?” gli chiese sconcertata, guardandosi intorno, sperando che nessuno si fosse accorto. Vane speranze.
“Lilia, tu sei entrata nel mio mondo tre anni fa, lasciandomi completamente frastornato. Lo so, abbiamo avuto alti e bassi. A volte mi sono comportato da vero coglione, lo so, ma tu sai gestirmi. Tu sei diversa. Tu sei unica. Lilia Josephine Hiddleston, vuoi farmi l’onore di essere mia per tutta la vita?”
Si sentì come svuotata, frastornata, completamente confusa. Sicuramente le fate stavano facendo del loro meglio.
Lui era lì, davanti a lei, inginocchiato e aspettava una risposta.
“Chris… io… io… sì.”
“Oh diavolo, davvero?!” esclamò spalancando gli occhi sorridendo come non mai.
“Sì!!” Lilia gli saltò al collo, stringendolo a sé, mentre i pochi turisti presenti avevano applaudito alla scena.

Lo guardò negli occhi e gli sorrise. “Andrà tutto bene.” Era una domanda. Un’affermazione. Per il tappeto rosso, per gli Oscar, per il matrimonio, per la loro vita insieme.
Chris le sorrise a rimando, rassicurandola, dandole un leggero bacio sulla fronte. “Andrà tutto benissimo.”
La macchina sì fermò. Chris scese per primo per poi dare una mano a Lilia a scendere. Un boato li accolse.
La strinse a sé, dandole un bacio. “Forza, ora tocca a noi!”.

*****L'angolino del disagio
Eeeeee... siamo all'ultimo capitolo!! Volevo finirla bene, non volevo farla finita male...
Il vestito se volete vederlo è questo *W* me ne sono follemente innamorata *w*
http://www.thesugarstyles.com/cobalt-blue-dress.html/dark-blue-evening-dress-by-zac-posen

Grazie a tutti, a chiunque l'ha seguita e a chiunque l'ha preferita. E a chiunque abbia speso del tempo per leggere le mie elucubrazioni mentali <3
Un enorme bacio e alla prossima :3 Lalli

   
 
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