Scritta sentendo Leave out all the rest dei Linkin Park.
Forgotten
Tenshinhan
si sedette sul
letto, la luce della luna si rifletteva nel terzo occhio sulla sua
fronte.
Sbadigliò un paio di volte, sbatté le palpebre
degli altri due occhi e vide
Yamcha seduto davanti alla finestra. Il predone del deserto aveva gli
occhi socchiusi
e le sue iridi nere brillavano di riflessi aranciati. Then
scostò il lenzuolo
madido si sudore, mise i piedi sul pavimento di legno ed
appoggiò le mani sulle
ginocchia.
“Non
riesci a dormire?”
domandò. Yamcha si massaggiò la spalla e si morse
l’interno della guancia.
“Mi
sono svegliato. Oggi
Rif non è tornato a casa per la notte” rispose.
Then
si alzò in piedi e avanzò sul
pavimento, sporcandosi i piedi di polvere.
“Oggi
è l’anniversario
della conquista del suo regno da parte del Re della Terra. Va a vedere
di
nascosto il suo vecchio palazzo” rispose. Yamcha
incassò il capo tra le spalle
ed espirò dalle narici.
“Non
ti sei mai pentito
di non averlo liberato?” domandò con voce rauca.
Ten prese una sedia, la mise
dirimpetto a quella dell’altro e gli si sedette di fronte.
“Per
farlo dovremmo
svelare i nostri poteri al mondo. Il mio piccolo imperatore mi ha fatto
giurare
sulla fedeltà che una volta mi legava a lui, che non lo
avrei fatto. Altrimenti
non potremmo più usare i nostri poteri per difendere la
Terra” ribatté. Yamcha
si deterse le labbra con la lingua e gli prese la mano nella propria,
bollente.
“Ho
sognato di morire. Tu
eri terrorizzato, ti sentivi solo” ammise. Ten
sfilò la mano da quella dell’altro
e corrugò la fronte.
“Sono
un monaco
combattente, non mi spavento per così poco”
ribatté gelido. Yamcha sbuffò e si
voltò, guardando il letto disfatto.
“Quale
sarà il mio
retaggio quando me ne sarò andato?”
domandò. Ten gli mise una mano sulla spalla
e strinse.
“Si
ricorderanno di un
brav’uomo, particolarmente simpatico. Non dovresti temere la
morte, sei tornato
tante volte” lo rassicurò
“Quando moriremo… non piangeranno davvero per
noi” bisbigliò Yamcha, piegando
il capo in avanti. Ten utilizzò l’altra mano per
prendergli il mento e gli fece
voltare il capo.
“Cosa
intendi? Bulma
sicuramente sarà dispiaciuta e Goku…”.
Iniziò.
“Ognuno
di noi è un
dannato” sibilò Yamcha. Tentò di
girarsi verso la luna.
“Yamcha…”
lo richiamò
Ten, tenendogli fermo il viso.
“Magari
Bulma si
ricorderà di noi, ma le sue lacrime sono tutte per il suo
principe” ringhiò
Yamcha. Ten gli accarezzò le labbra socchiuse con
l’indice.
“Cosa
intendi con
dannato?” chiese. Yamcha gli prese la mano e
l’allontanò dal proprio viso.
“Hai
offerto i tuoi anni
migliori all'Eremita della gru perché rimettesse sul trono
il tuo piccolo
imperatore dalle fattezze di una bambola. Ed invece lo ha umiliato,
reso un
combattente e alla fine è stato tutto inutile” gli
rispose. Ten gli strinse la
mano nella propria.
“Io
non sono Vegeta. Io
ho accettato il nostro destino” disse con voce gentile.
Yamcha gli tenne la
mano anche con l’altra, ricambiando la stretta.
“No,
tu sei dannato come
Goku. Avete voltato le spalle ai vostri sovrani, accettando che si
umiliassero
perché ve lo hanno chiesto” sussurrò
roco. Ten gli baciò la fronte, scuotendo
la testa.
“E
tu per cosa saresti
dannato? Hai cresciuto il piccolo Pual, hai il mio amore. Se
è perché ogni
tanto vieni sconfitto in battaglia” borbottò.
Yamcha si morse il labbro, la
luce della luna gli illuminò il viso.
“Io
verrò dimenticato
perché un predone lontano dal suo deserto, un lupo senza
luna, è un essere che
non lascia niente. Goku è l’unico che ha salvato
questa Terra e probabilmente
diverrà un dio. Noi finiremo inghiottiti dalla polvere del
tempo” sussurrò con
voce rauca.
Ten
poggiò le labbra su
quelle dell’altro e lo baciò, Yamcha rispose al
bacio, approfondendolo. Si
baciarono ripetutamente, fino ad arrossare le labbra e gli ansiti del
predone
risuonarono nella stanza.
Ten
si staccò e Yamcha lo
guardò nel viso.
“Non
posso più fare finta
di niente. Non voglio essere dimenticato. Non posso essere come te, io
non sono
un monaco” bisbigliò quest’ultimo.
“Tutti
noi siamo
destinati a vivere nel ricordo per un po’ e poi a sparire,
Yamcha. Noi non
saremo dei” disse Ten.
“Goku
lo sarà” ribatté
Yamcha. Abbracciò l’altro, gli appoggiò
la testa sulla spalla e singhiozzò.