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Autore: Calya_16    05/05/2016    2 recensioni
Buffy ha avuto una vita difficile, e va dallo psicologo per farsi aiutare a superare il suo passato.
Ma improvvisamente arriva nella sua vita Spike, e la sconvolgerà più di quanto pensa.
Genere: Angst, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Buffy Anne Summers, Rupert Giles, Un po' tutti, William Spike, Willow Rosenberg
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Arrivati davanti alla casa di Buffy, Spike spense il motore. Buffy ritirò la mano e fece per aprire lo sportello quando si voltò verso il proprio accompagnatore.
"Vuoi entrare? Sai, per…bere qualcosa insieme, magari puoi cenare con me. Se vuoi"
"Sarebbe un vero piacere, pet" Spike le sorrise e annuì.
Scesero entrambi dalla macchina nello stesso momento e mentre Buffy cercava nella borsetta le chiavi di casa, Spike le chiese: "Abiti da sola o convivi con il tuo ragazzo? Ridley?"
"Riley. Comunque, lui non c’è. Abito da sola, questa è la casa di mia madre"
Entrarono e Buffy accese la luce, per poi guardarsi in fretta intorno e dire, sottovoce "E’ da sempre casa mia"
Spike cominciò a girovagare per il soggiorno, fermandosi poi sulla soglia della cucina, dove Buffy stava iniziando a preparare da mangiare. Questa si voltò e un po’ impacciata gli si avvicinò.
"Non sono per niente un genio della cucina, spero che della semplice pasta ti basti"
Sorrise timida, per poi stupirsi quando lui si avvicinò ai fornelli.
"Tu siediti"
Le ordinò, mentre cominciava ad aprire vari sportelli e il frigo e ad estrarne ingredienti.
"Alla cena ci penso io"
"Tu sai cucinare?"
"Sono pieno di risorse baby"
Buffy rise, per poi sedersi sull’isola, con i piedi penzoloni. Le piaceva guardare Spike muoversi nella sua cucina come se ci fosse sempre stato. Sembrava a proprio agio, come lei non era mai riuscita a starci. I suoi movimenti era veloci, ma coordinati. Notò che aveva delle belle mani, e notò l’agilità con cui le muoveva. Sembrava che le facesse danzare. Si incantò e quando lui le si fermò davanti con un piatto pieno di pasta, su cui aveva messo un ragù fabbricato con le cose che aveva trovato, si disincantò.
"Dimmi come ti sembra"
Le disse, portandole la punta della forchetta alle labbra. Buffy le aprì e quando la forchetta uscì lentamente dalla sua bocca, andò ad assaggiare lentamente il preparato di Spike.
"Davvero buona"
"Allora a tavola. Non vorrei che si raffreddasse, non avrebbe lo stesso sapore"
Così l’aiutò a scendere dal tavolo. Buffy apparecchiò velocemente, ma si stupì nel vedere che Spike tenne la forchetta con cui le aveva fatto assaggiare la pasta per sé.
"La forchetta. Se me la vuoi dare te la cambio" Gli disse, avvicinandosi e tendendogli la mano. Lui la guardò e poi scosse il capo.
"Buffy, non fare la sciocca. Non sono schizzinoso, e non ho certo intenzione di diventarlo solo perché tu hai posato le tue labbra su questa forchetta"
Lo disse in un modo talmente naturale che Buffy si stupì e annuì, per poi prendere posto accanto a lui. Mangiarono in silenzio, ascoltando solo il vento che fuori spostava i rami degli alberi.
Finito di cenare, Buffy si mise a lavare i piatti, mentre Spike era salito in bagno.
Buffy salì le scale e andò in camera sua, dove accese la luce e finalmente si tolse le scarpe. Sentì bussare sullo stipite della porta e si girò, per vedere il biondo entrare nella sua stanza.
"Carina Buffy. Sai, mi aspettavo che fosse un po’ così"
Si avvicinò allo specchio e cominciò a guardare tutte le foto, per poi soffermarsi su di una in particolare.
"Chi è questa, Buffy?"
Buffy si avvicinò e guardò la foto. Una piccola fitta le prese la prese al cuore: la foto ritraeva lei e sua mamma abbracciate in riva al mare, con un leggero vento che scompigliava a entrambe i capelli e tutte e due stavano sorridendo serene e tranquille.
"Mia madre"
Rispose, per poi sottrarsi. “Hai chiuso con il passato. Lo hai detto, adesso è ora di metterlo in pratica. Puoi stare male per la morte di una persona, e poi era tua madre! Ma sorridi a vederla nelle foto, solo così ti convincerai che è accanto a te a che se non la vedi. Devi superarlo, devi superarlo, devi sup…”
 
"Buffy, amore, tutto bene?"
La voce di Spike la riportò alla realtà e smise di pensare.
"Io…sì, sì, tutto bene. Solo… un piccolo attimo di smarrimento" Buffy cercò di simulare un sorriso, ma che a quanto pare non risultò molto efficace.
"C’è qualcosa che non va, lo posso vedere"
"Va tutto bene Spike"
"No invece. Perché prima eri felice e adesso che ti ho fatto una domanda e hai visto una foto sei cambiata. Sei…come il primo giorno che ti ho vista"
"E cosa hai visto il primo giorno che ci siamo incontrati?"
Buffy era vicina alla finestra e si teneva il corpo riparato con le braccia incrociate davanti al petto. Spike le si avvicinò e Buffy pensò che sembrava molto dolce in quel momento.
"Ho visto una piccola ragazza smarrita e spaventata da quello che c’è fuori, da quello che la gente poteva dirle. Ho visto una piccola ragazza pronta a crollare da un momento all’altro e adesso la rivedo. E mi stupisco, perché in questi giorni ho conosciuto un’altra ragazza: forte, dolce e combattiva per chi le diceva che lei era sbagliata"
"Spike…"
"Lasciami finire. Sono diventato amico di quella ragazza, e anche se la conosco da poco, vorrei sapere che cosa la turba. Perché vederla sorridere mi fa sorridere, e vederla piangere mi fa male"
Buffy non seppe che dire, solo una calda lacrima cominciò a scenderle lungo la guancia. Si buttò tra le braccia di Spike e cominciò a piangere. Lui la cullò, per poi portarla lentamente verso il letto. Si sedettero sul bordo e lui continuò a cullarla dolcemente, finché non la sentì calmarsi.
"Io…non so se pronta a raccontarti tutto"
"Se non sei pronta, ti posso capire, in fondo ci conosciamo solo da…"
"E’ difficile per me, non è per te. Mi fido di te. Sono io. Non voglio cedere, non posso, perché mi sono ripromessa di non cadere ancora nello sconforto per quanto la vita sia stata dura con me"
"Va bene"
Buffy pensava che avrebbe aggiunto qualcos’altro, invece Spike rimase semplicemente zitto e quando lei, ancora abbracciata a lui, si sdraiò sul letto, lui la seguì. Lei rimase per un po’ con gli occhi chiusi, mentre il profumo di lui l’avvolgeva. Sentì la mano di Spike risalirle lentamente la schiena, per poi soffermarsi alla base del collo. Lei aprì gli occhi e alzò il capo, per vedere il volto di lui a pochi centimetri di distanza dal suo. Lui spinse gentilmente, ma un po’ più forte, la mano alla base del suo collo e risalì fino alla base della nuca. Adesso le loro labbra si potevano sfiorare ed entrambi si avvicinarono. Le loro labbra si toccarono appena, che Buffy capì cosa stava facendo.
Si staccò improvvisamente e si sistemò i capelli in un gesto di imbarazzo. Anche Spike si alzò e cominciò a guardare la porta, muovendo gli occhi dalla piccola bionda davanti a lui all’uscita dalla camera.
"Scusami Buffy, non so davvero cosa…"
"No, sono stata anche io. E’ stata una cosa…E’ la cosa del piangere" Buffy si alzò, per poi accompagnare Spike alla porta.
"Bè, domani tornerai a lavorare con mio zio" disse Spike davanti alla porta, mentre si metteva il solito spolverino di pelle.
"Già"
Entrambi potevano ancora sentire la tensione che li aveva presi subito dopo il fugace bacio.
"E’ meglio che vada, è tardi e domani devo essere all’ università"
"Certo, certo"
Buffy aprì la porta, ma appena Spike le ebbe girato le spalle, subito chiese "Domani sera, quando chiuderemo il negozio, verrai?"
Lui si voltò.
"Penso di sì. Non ti preoccupare, prima o poi sarò lì a guardarti mettere tutto in ordine"
Si sorrisero, brevemente, per poi andare ognuno per la propria strada.
 
          °°°°°°°°°°
 
Spike salì in macchina e posò le mani sul volante. Rimase fermò così per pochi secondi, ma a lui sembrarono interminabili minuti.
Non poteva credere di aver quasi baciato Buffy. Certo, lei era carina, ma era anche… ”E’ anche cosa? Carina, dolce, simpatica” disse una voce nella sua testa. “E ha un ragazzo, ma quello non dovrebbe essere un problema per uno come te” Buttò lì un’altra vocina. “Ma ha sofferto. Lo si può notare. E adesso sembrava che stia ritrovando la felicità. Non la vuoi rovinare, vero?” Quest’ultima voce, decise, sarebbe stata l’ultima.
Buffy era un’amica. Doveva aiutarla, poi, se proprio doveva succedere qualcosa, sarebbe accaduto, ma ne dubitava. Drusilla lo aveva cambiato: non era più quello di un tempo. Questo stava pensando, ma non realmente, quando accese il motore e partì lungo la via.
 
          °°°°°°°°°°
 
Buffy si chiuse la porta alle spalle e vi si appoggiò contro. Rimase a fissare le scale e poi si toccò le labbra.
Sapeva cosa era appena successo, certo che lo sapeva, ma non voleva realmente rendersene conto “Baciare Spike mentre stai lottando contro te stessa, contro i tuoi stessi ricordi e la tua insopportabile vita tanto per complicarla un altro pochino. E Riley? Non pensi a lui? Lui ti ha aiutata, lui è quello dolce, sensibile e che ti capisce, che ti critica sempre in bene e con cui non hai mai litigato. Non pensi a lui? Sei solo un’egoista”
Buffy scoppiò a piangere, mentre questa interna voce finiva di parlarle. Si prese la testa fra le mani e scosse il capo, come per mandarla via. Dopo un po’, lei non c’era più; ma Buffy si sentiva così sola. Si alzò e prese il telefono, per poi comporre un numero.
"Ciao Willow. Ti andrebbe di vedere un film da me questa sera? Devo parlarti"
 
   
 
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