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Autore: Ferula_91    09/04/2009    1 recensioni
E alzo la testa al cielo di inzio primavera con un sorriso sul volto, la mano sulla pancia ed una sola convinzione nel mio cuore...Perchè l'amore non è sempre rose e fiori ed un addio non è mai effettivo...
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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L’ altro lato dell’amore…

[fanfiction non-sense]

 

Sette giorni da quando mi hai lasciata.

Ti odio… ma non riesco a fare a meno di te.

Ti amo… però continuo a maledirti tra le lacrime.

Mi manchi… eppure meno ti vedo e meno sento parlare di te e più sto bene.

Vorrei non averti mai conosciuto…. ma proprio in questo momento farei di tutto per averti accanto.

Una settimana è passata dal giorno in cui ho chiuso per l’ultima volta alle mie spalle quella porta di casa tua, aprendo però quella della disperazione.

Venti giorni da quando la mia vita è cambiata, rivoluzionata completamente. Troppi eventi, tutti insieme, mi hanno travolta soffocandomi. Forse avrei dovuto parlartene, condividere con te ciò che adesso provo -porto- dentro di me. E magari staremo ancora insieme, felici… utopicamente felici.

Lo sguardo cade ancora sul calendario, appeso forse con un po’ troppa fretta alla parete bianca e smorta della mia camera. Gli occhi vagano fra i giorni segnati con inchiostro nero, accompagnati dai ricordi sbiaditi da una mente troppo presa da pensieri indefiniti. Quegli stessi occhi si spostano con rapidità sul cestino dal quale spicca sadicamente una scatola accartocciata pochi minuti prima, mentre un groppo alla gola mi blocca per l’ennesima volta il respiro.

Vorrei urlare, ma a che servirebbe?

Vorrei piangere, ma basterebbe a farti tornare da me?

Ogni pensiero mi sembra così privo di significato, inutile. Però ce n’è uno che mi pulsa particolarmente in testa, scacciando via gli altri egoisticamente: una chiamata, aspetto solo quella da te; un messaggio, non credo di chiedere molto. D’altronde abbiamo fatto sempre così noi, no?

Un litigio ogni tanto, nato da stupidaggini il più delle volte, la voce di uno che cerca di prevalere prepotentemente sull’altra, qualche offesa ad appesantire la cosa e poi la porta di casa sua che sbatte, facendo calare magicamente il silenzio. Dopo poche ore, passate forse troppo lentamente, eccoci di nuovo insieme per le solite scuse -dopo l'attesa chiamata arrivata come di programma-, poi il sesso che appiana le ultime screpolature e tutto torna come se non fosse accaduto nulla.

Sesso… mi fa strano chiamarlo così. Troppo dispregiativo per me, abituata a ritenerlo qualcosa di indimenticabile e quasi sacro, un atto puro fra due persone che si amano. Era questo il pensiero che mi attraversava la mente all’inizio, piena com’ero di tutte le raccomandazioni e discorsi vari dei miei genitori, le precauzioni, attendere il momento giusto e la persona giusta e altri consigli che sentivano in debito di dire. Poi, piano piano, le cose sono cambiate e anche le mie certezze sono crollate pezzo dopo pezzo… Non lo facevo più con lo stesso spirito, sembrava come un rituale obbligatorio, un modo come un altro per far passare del tempo, e anche le precauzioni passavano in secondo piano convinti che non sarebbe mai successo niente a noi. Ed il suo significato originale, quello che aveva sorretto le mie fantasie, si perdeva velocemente fra i gemiti.

Ma la prima volta è qualcosa di indescrivibile, non ci sono parole che sappiano parlarne chiaramente; però me lo ricordo come se fosse successo ieri.

Un’aria di nervosismo e eccitazione permeava l’aria circondata da quel profumo di possessione, i movimenti e i gesti erano impacciati, goffi e a volte meccanici. Ci si chiedeva scusa molte volte con un velo di imbarazzo sul volto e poi, via via che passavano i minuti, i baci, le carezze si facevano sempre più voraci, meno pudici, mentre il desiderio di conoscere ogni cosa dell’altro si percepiva chiaramente.

I vestiti venivano buttati via a casaccio, non si aveva il tempo né decisamente la voglia di riporli con cura; la paura iniziale si trasformava in puro desiderio misto a paura. Ci si sentiva come se si stesse violando un regola, si cominciava a percepire noi stessi come diversi, più adulti.

I gemiti, le parole sussurrate fra un bacio e l’altro rompevano il silenzio quasi irreale creatosi, ma si tendeva comunque l’orecchio sperando che nessuno rovinasse quel momento.

Il resto poi è pura magia, nessuna espressione o descrizione potrebbe dirci ciò che la mente tiene come un ricordo prezioso, un gioiello che non si cederà mai a nessuno, nemmeno al più abile dei compratori.

Amavo il mio ragazzo… lo amo tutt’ora, e ciò che è dentro di me lo può confermare. E pensare a lui in questo momento mi pone molti, troppi interrogativi… Cosa ho sbagliato? Dov’è che l’ho deluso? Cosa ho fatto di così stupido da portarlo ad andare a letto con un’altra, o forse più di una?

Diceva di amarmi più di ogni altra cosa, mi chiamava Luce perché sapevo illuminargli la giornata con un semplice “ciao” anche detto per messaggio. Dove è finito quel ragazzo per cui ho pianto quando mi ha detto che era finita? Che mi ha strinto tra le sue braccia dicendomi che era la cosa giusta per entrambi?

Inutile pensare a lui, continuano a ripetermi le mie amiche esasperate… Basta starci male, aggiungono vedendo i miei occhi rossi di pianto. Ma il mio non è un pianto di dolore, no… Sono felice invece, perché lui rimarrà sempre dentro di me, impigliato senza via di fuga.

E alzo la testa al cielo di inzio primavera con un sorriso sul volto, la mano sulla pancia ed una sola convinzione nel mio cuore: ho 17 anni e sono una ragazza madre.

 

NOTE DELL’AUTRICE:

Finalmente sono riuscita a pubblicare questa one-shot che è, per certi aspetti, autobiografica (non sono però una ragazza madre) e presenta pensieri ed emozioni che io stessa ho provato. Bhè spero di avervi allietato alcuni minuti con questa non-sense…

Un bacio…

Ferula_91

  
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