La notte dicono sia fatta per dormire. Dove il nero rigenera le mani le gambe le schiene più stanche ma non guarisce questa mia mente instabile né gli occhi miei tristi ed aridi come pianure durante la siccità. Dicono la notte porti consiglio. Ma forse solo agli uomini che non hanno peccato come me a quelli che sanno sorridere e respirare davvero. A me la notte ha concesso l'insonnia e lacrime che non lavano via né rabbia, né dolore. Mi ha concesso incubi che non avrei mai voluto vivere realtà che non avrei mai voluto vedere dita che stringono ghiaccio e la sensazione di vuoto al petto di non ricordare più come si fa a respirare per poi riemergere in un giorno di temporale senza niente da stringere niente su cui piangere solo silenzio che si accartoccia tra i miei tremori e l'ansimare di chi si scordato cosa significhi essere - svegliarsi da un incubo per viverne uno peggiore e da cui sai che non ti risveglierai mai. E tu che mi guardi come se fossi foglia d'autunno pronta a cadere - siamo in primavera ormai ricordi? - come se potessi crollare di nuovo senza comprendere che le mie fondamenta già sono state distrutte non capisci che io ho paura di me di te del mondo là fuori la paura del sopravissuto ad una catastrofe naturale e che non vede altro che macerie e la casa amata bruciare. È cenere il mio cuore e le mie braccia che non sanno più abbracciare è tutta polvere che non ricorda d'esser leggera il mio corpo la mia anima la mia mente che non sente il vento gettarla altrove. Non resta che la disillusione di chi ha smesso di credere di amare di vivere e porta la morte con sé perché è certezza unica in questo cielo di nuvole grigie quando fuori è primavera ma l'inverno è sovrano tra le costole è tutto ciò che rimane la mia fine che ancora non vede il suo inizio perché crede ancora - bambina ingenua - nella sofferenza degli altri per la mia assenza ignorando però che io ho smesso ormai di essere viva nei miei pensieri. Tu notte ora chiudimi gli occhi con le tue mani blu ed avvolgimi con tutte quelle stelle cadenti portatrici di desideri che non si realizzeranno mai in futuro concedimi il sonno di cui mi hai privata fino ad ora oppure se non sai donarmi nulla di piacevole porta con te questo mio patire ed i miei demoni i miei mostri lontano o portami con te lontano da lui la sua memoria il suo profumo forse lì tornerò a respirare oppure finalmente morire senza pianti sulla mia tomba senza cuori feriti solo io e le mie palpebre chiuse in un riposo eterno se non puoi concedermi la gioia né l'amore né i suoi occhi concedimi la privazione d'ogni cosa a me appartenuta e che mai m'apparterrà.