Capitolo
Ventuno – Hope is all you have
got.
Era
stato strano, per Tom, ritrovarsi per così tanto tempo senza suo fratello
gemello in mezzo ai piedi, nonostante avesse fatto a meno di lui per molti
mesi, nel passato; c’era una differenza sostanziale, però, perché quando era
stato lui, Tom, a respingere Bill, Bill era comunque presente fisicamente,
poteva guardarlo, poteva rivolgergli qualche sporadica parola, poteva vederlo
sorridere durante le uscite pubbliche.
Adesso,
invece, Bill era completamente sparito, si era rifugiato a casa della madre di
sua figlia, Nicole, che cominciava a tirarsi su e a mettere un piedino davanti
all’altro, per camminare.
Non
glielo aveva detto Bill, lo aveva scoperto da Georg, durante una cena durante
la quale anche gli altri due membri della band facevano fatica a decidere come
comportarsi: avevano visto nel passato dei problemi tra i Kaulitz,
ma mai si erano ritrovati ad incontrarli separatamente.
Tom
si era visto con Anis ancora qualche volta, dopo la
vacanza con Bill, ma si era reso conto che non era più come prima e che quando
faceva l’amore con lui non provava niente, anzi, poteva considerarlo solamente
sesso: puro e scadente sesso.
Si
dava dell’imbecille ogni giorno per aver tradito Bill e soprattutto si sentiva
orribile perché aveva capito che Bill sapeva tutto fin dal primo giorno, eppure
non gli aveva detto niente, probabilmente il suo amore per Tom era così grande
che lo avrebbe lasciato fare, pur di occupare un posticino nella sua esistenza
e possedere un pezzetto del suo cuore.
Ma
Tom, stupido Tom, aveva capito che
Bill non occupava solo un posticino nella sua vita e che non possedeva solo un
pezzetto del suo cuore, ma che prendeva la sua intera esistenza ed era l’unica
persona che aveva intenzione di amare per l’eternità.
Come
dirglielo, non lo sapeva, era consapevole di aver fatto troppi casini, di aver
sempre mandato all’aria tutti i sacrifici che Bill aveva fatto per lui, come un
fottutissimo ingrato.
Perché
era questo, che era, un ingrato.
Quanto
aveva fatto Bill, per lui?
Gli
era sempre stato accanto, gradito o no, lo aveva sempre protetto, gli aveva
sempre evitato ogni problema, lo aveva sempre amato. Era, anzi, l’unico che lo
avesse davvero amato.
Non
dubitava dei sentimenti di Anis, sapeva quanto
fossero veri, ma si trattava di anni prima, di quando le cose erano diverse e
Tom non era capace di capire quanto, invece, fosse vero il suo amore verso
Bill, forse perché acciecato dall’errore e dal senso di colpa che provava nell’amare
il proprio gemello.
Probabilmente
era questo che lo aveva sempre bloccato, che lo aveva spinto ad amare e
lasciarsi amare da un altro uomo che era in tutto e per tutto differente da
Bill, ne era il contrario, e forse era così che Tom cercava di allontanarsi da
Bill.
Solo
ora pareva capire che il destino gli aveva sempre giocato un brutto scherzo,
che era scritto nelle stelle e nei loro futuri che avrebbero passato la vita
assieme, lui e Bill, come suo fratello si divertiva a dire mentre sul palco si
sedeva sullo sgabello, un asciugamano sulle spalle, e Tom, come lui, seduto con
la chitarra sulle gambe, mentre cominciava a suonare le prime note di In die Nacht davanti a tantissime persone.
Adesso, siamo solo io e
Tom sul palco, perché questa canzone parla di noi, del nostro rapporto; penso
che ciò che abbiamo io e lui sia piuttosto raro, probabilmente passeremo il
resto delle nostre vite insieme, non ci divideremo mai. Tom ed io andremo via
nella notte, assieme.*
E
poi ecco Tom suonare le prime note della loro canzone e Bill guardarlo, con
amore, per poi iniziare a cantare…
Come
aveva fatto Tom a non capire che l’amore di Bill era sincero ed era sempre
stato lì anche quando lo aveva tradito in ogni modo, facendolo quasi ammalare
dalla depressione, ma non c’era mai, mai una volta che Bill, nonostante stesse
male, gli riservasse un sorriso dolce e pieno di amore.
Tornando
ad Anis, Tom aveva deciso di non vederlo più, proprio
perché non era Bill e voleva indubbiamente riprendersi l’amore del gemello, non
quello di un uomo violento.
Inoltre,
aveva scoperto da un giornale di gossip –che sfogliava con aria annoiata a casa
dell’amico Georg- che quel bastardo
di Anis altro non era che sposato e, ciliegina sulla
torta, stava per diventare padre.
Che
Georg avesse messo lì quella rivista appositamente perché il chitarrista la
vedesse? Non lo sapeva, ma era lì, quel giornale, e Tom aveva letto l’articolo,
articolo che parlava di un matrimonio celebrato in gran segreto, lontano da
giornalisti e fotografi, una piccola festa intima, e nelle ultime righe si
accennava alla gravidanza della moglie.
Perché
Anis non glielo aveva detto?
Forse
voleva semplicemente prendersi la sua piccola vendetta, oppure mantenere il
piede in due scarpe, o chi lo sapeva.
Fatto
stava che Tom si era fatto fregare come uno stupido e si giocato Bill.
Quando
aveva letto quella notizia, era quasi saltato in aria, il suo cuore non si era
nemmeno frantumato in tanti pezzetti perché si era già spaccato quando Bill lo aveva
lasciato, ma la rabbia lo aveva colpito ciecamente, lo aveva riempito del tutto
rendendogli la lucidità un qualcosa di totalmente astratto.
Aveva
preso la macchina e guidato come un pazzo fino a casa sua, come aveva fatto a
non accorgersi che da quella casa usciva e rientrava sempre una donna? Come aveva
potuto essere così cieco?
Mentre
le ruote stridevano sull’asfalto e l’auto si arrestava violentemente davanti al
vialetto, Tom vide una donna con un sacchetto ed una pancia ben visibile sotto
un cappotto costoso; la donna stava uscendo e qualcuno aveva appena chiuso la
porta di casa e Tom sospettava fosse proprio Anis.
Fuori
di senno si era diretto verso la porta d’ingresso e lì aveva cominciato a
tempestarla di pugni, per farsi aprire ed era proprio un sorpresissimo Anis che aveva fatto capolino con la testa, sul viso un
cipiglio arrabbiato, chi si permetteva di disturbarlo?
“Tu!
Brutto bastardo!” aveva urlato Tom e subito dopo lo aveva colpito con un pugno
così forte da aver sentito le proprie ossa scricchiolare, lo aveva visto
scivolare sul pavimento e lì si era accanito su di lui, mosso da una rabbia
cieca.
Aveva
notato come Anis nemmeno avesse tentato di difendersi,
conscio del torto che aveva in quella situazione; e così, Tom, dopo essersi
sfogato –ma essere riuscito semplicemente a rompere il naso all’uomo perché lui
non era cattivo, non era capace di esserlo-, si era tirato su da quel pavimento
costoso e se ne era andato, dando finalmente il suo addio ad Anis.
Aveva
ricevuto una sorta di soddisfazione da quel gesto, anche se la violenza non era
nelle sue corde.
Ma
comunque, qualche giorno dopo, aveva inviato un sms al gemello, l’ennesimo,
nonostante non avesse mai ricevuto risposta.
Amore mio, riesco solo a
pensare a te, mi dispiace per come ho mandato a puttane tutto, ho sbagliato e
tu hai pagato per tutte le mie cazzate. Ma ti amo e sei l’unica persona che
voglio amare per il resto della mia vita. Mi manchi, piccolo. Tuo, Tom.
Era
talmente abituato a non ricevere risposta da Bill, che aveva lasciato il
cellulare in casa ed era uscito, per andare in palestra dove da qualche tempo
praticava pugilato, per sfogarsi.
Quando
era tornato, aveva preso l’IPhone per controllare l’ora,
ma aveva trovato un messaggio, aveva aperto la conversazione e si era ritrovato
davanti una foto di Bill con la piccola Nicole in braccio, sotto un piccolo,
breve messaggio.
Anche tu ci manchi.
Tom
era scoppiato a piangere nel leggere quella frase, nel vedere il volto sereno
del gemello e quanto fosse cresciuta la nipotina.
Aveva
pianto a lungo, sentendo improvvisamente il nodo in fondo allo stomaco
sciogliersi.
Era
sicuro, Bill lo aveva perdonato.
*
*Adesso, siamo solo io e
Tom sul palco, perché […] andremo via nella notte, assieme. à Parole
davvero pronunciate da Bill, nel DVD Zimmer 483
Angolino!
Sono
stata assente tanto, troppo, ma avevo perso l’ispirazione e non volevo scrivere
qualcosa che non mi appartenesse. Adesso sembro averla ritrovata, nella
tristezza che domani i gemelli saranno a Milano ed io chiusa in università fino
alle sette di sera, in un’altra città a solo un’ora e mezza da loro.
Nel
prossimo capitolo, vi prometto che avremo l’incontro tra i gemelli e vi avverto
che siamo quasi alla fine di questa storia.
Se,
però, mentre io partorisco l’altro capitolo avete voglia di leggere qualcos’altro
di mio, nella categoria di Mika trovate la mia nuova Fanfic,
dal titolo (no) love, (no) hope, (no) glory à QUI
Grazie
a chiunque commenterà, a chiunque leggerà, questa o l’altra fanfic.
Vostra
M.