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Autore: MaraWP    10/05/2016    0 recensioni
Dopo il momentaneo spostamento nel corpo di Zoe e la sconfitta di Lucifero, Xena ritorna al fianco di colei che mai l'aveva abbandonata, Olimpia e ad accompagnarle nel loro viaggio, la giovane fanciulla salvata dalle grinfie della schiavitù, Elice. Le tre ragazze affronteranno assieme innumerevoli pericoli e avventure, sempre legate da un'amicizia indissolubile.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri, FemSlash | Personaggi: Altro Personaggio, Aphrodite, Ares, Gabrielle, Xena
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Cielo stellato, nemmeno una nuvola. Una leggera brezza muoveva lentamente le foglie sugl'alberi, donando un'atmosfera particolare in una splendida notte estiva. Elice dormiva già da un po', mentre le altre due donne erano rimaste sveglie ad osservare la volta celeste. Erano sdraiate l'una accanto all'altra, con la testa della poetessa poggiata sulla spalla della guerriera, stretta in un caldo abbraccio. 
" Non è stupendo? " chiese il bardo." Che cosa? " rispose la mora." Tutto questo. Il cielo, la luna, noi.. " disse. Xena posò la sua mano sulla testa della bionda per accarezzarle i corti capelli color oro, baciandole dolcemente il capo." È molto bello, hai ragione. Non ci siamo ancora fermate un attimo da quando sono tornata, forse ci serviva solo una notte come questa per apprezzare tutto ciò che ci circonda" rispose Xena stringendo più forte a sé la poetessa. " Stai diventando brava con le parole, non è che vuoi fregarmi il titolo di bardo?" chiese ridacchiando la bionda. " Mmm no, sai che sono una donna d'azione, ho bisogno dei miei stimoli" rispose sorridendo. " A questo mi tranquillizza ahah comincia a fare freddo nonostante sia appena iniziata l'estate" affermò la poetessa stringendosi nell'abbraccio della mora per riscaldarsi. Xena allungò il braccio per raggiungere la coperta accanto a lei. " Ecco qui biondina. Ora cerchiamo di dormire, è tardi" disse posandole la pelliccia addosso. " Stretta tra le tue braccia e con questo tepore dormirò come un fanciullo. Buonanotte Xena" rispose Olimpia chiudendo gli occhi. La guerriera baciò nuovamente la testa della poetessa, augurandole in dolce riposo.

Nel cuore della notte, strani movimenti attorno al giaciglio insospettirono la guerriera. Silenziosamente si era alzata e appostata su di un albero li vicino, così da poter avere una visuale più ampia. Dall'alto, notò alcune fiaccole accese nel folto della boscaglia. Senza pensarci troppo, era andata a dare un'occhiata più da vicino. Man mano che si avvicinava, riusciva a distinguere 3 torce con i rispettivi guerrieri a sorreggerle. I tre uomini indossavano uniformi romane ma non portavano con loro nessun tipo di vessillo identificativo. Quale miglior modo, pensò la donna, di scoprirlo se non quello di chiederlo con le buone maniere? Con un movimento rapido atterró le tre guardie, porgendo loro alcune domande ben mirate. " Cosa fate nel pieno della notte a spasso per il bosco eh? Siete lontani da Roma" affermò. " L'imperatore ce lo ha ordinato. Dovevamo stare qui fino al tuo arrivo" rispose uno dei soldati. Sgranando gl'occhi, capì il motivo del loro vagare:" Stavate aspettando.... Olimpia!". Con un pugno, mise fuori gioco l'uomo e correndo tra gli alberi, si diresse dalle due amiche. Al suo arrivo, Olimpia giaceva a terra stordita. " Olimpia svegliati, coraggio!" la esortí la mora schiaffeggiandole delicatamente il viso. La poetessa, nonostante la botta in testa ricevuta, si riprese quasi subito . " Xena... cos'è successo?" chiese massaggiandosi la fronte. " Speravo lo dicessi tu a me.. dov'è Elice??" disse la guerriera guardandosi attorno. " Elice... ora ricordo! Mi sono svegliata e non ti ho visto accanto a me cosi mi sono alzata per dare un'occhiata in giro. Ho sentito un rumore dietro quel cespuglio e quando mi sono avvicinata qualcuno mi ha colpito.. mentre ero a terra, prima di perdere i sensi ho visto Elice mentre veniva portata via" rispose preoccupata. " Ci hanno teso una trappola, mi hanno attirato lontano da qui per agire indisturbati..." disse furiosa la mora " Chi può essere stato? Perché Elice?" chiese il bardo confuso. Xena, chinatasi per osservare le impronte lasciate dai soldati, rispose :" Roma non dimentica. Sono venuti per cercare vendetta".

Senza perdere un solo minuto, partirono alla ricerca della fanciulla, seguendo le tracce della legione che aveva rapito la giovane. Nonostante ci fossero tre tipi diversi di percorsi intrapresi dai soldati, solo uno era quello giusto. " E ora? Dove andiamo?" chiese Olimpia. " Guarda questi segni, se osservi bene sono più profondi. Anche se hanno cercato di farci sbagliare percorso, questo carro era più pesante e probabilmente Elice era proprio su quello. Coraggio, dobbiamo raggiungerli in fretta, ho un brutto presentimento" rispose Xena lanciando Argo al galoppo. 

Intanto, da qualche parte...

Elice, dopo essere stata rapita dai soldati romani era stata portata in un sotterraneo di chissà quale palazzo o prigione. Ancora priva di sensi, era stata appena a testa in giù, legata con delle catene che prendevano dal soffitto. 
" Mm... Che botta. Perché il pavimento è ribaltato?" disse guardandosi attorno. " Eiiii c'è nessuno? Sono appesa a testa in giù come un maiale!" si lamentó la fanciulla dondolandosi. La porta fece uno strano rumore prima di spalancarsi, permettendo a una figura alta e possente di entrare. Questa, si inchinó accanto alla ragazza, cosi da avere il suo viso più vicino. " Non c'è motivo di urlare, presto non ti servirà più quella vocina fastidiosa" disse l'uomo. " Hai intenzione di tirarmi giù o devo obbligarti a farlo?" rispose la ragazza con tono persuasivo. " Ahah legata così come pensi di fare?" rise il romano. Sfruttando il fatto di essere appesa a testa in giù, si dondoló velocemente in avanti, colpendo l'uomo con una testata. Il colpo fu così forte da rompere il setto nasale al legionario, facendolo sussultare dal dolore. " Piccola sgualdrina! Rimpiangerai tutto quello che hai fatto" disse uscendo dalla stanza. " Elice 1, Romano 0... devo slegarmi in fretta o mi andrà il sangue al cervello" disse tentando di raggiungere le catene.

Poco lontano da li...

Xena e Olimpia avevano seguito le tracce del carro su cui, secondo la guerriera, avevano trasportato la fanciulla. Mentre cercavano altri indizi per continuare a seguire la pista, qualcuno sbarró loro la strada.
" Xena, Olimpia. Che piacere " disse Marte. " Mi piacerebbe dire lo stesso. Non abbiamo tempo da perdere quindi scusami ma siamo di fretta" rispose la guerriera. " Nono aspetta, è da in po che non chiacchieriamo" la fermò l'uomo. " Quale parola non ti è chiara di ABBIAMO FRETTA?" disse Olimpia raggiungendo la donna. " Nessuno ha chiesto il tuo parere poetessa. Ma ditemi, dov'è la fanciulla che ultimamente gira con voi?" chiese la divinità. " Non è affar tuo, ora spostati e lasciaci passare" ringhió Xena. Indietreggiando di qualche passo, Marte creò tra le sue mani una sfera di fuoco incandescente, puntandola contro le due donne. Con un sorriso quasi soddisfatto, rivolse il suo sguardo alla mora, scusandosi con semplici parole: " Temo di non poterlo fare stavolta..." .
   
 
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