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Autore: Vallellata    10/05/2016    0 recensioni
Gli ultimi pensieri di Tadashi prima di incontrare la morte.
La storia di un'amore fraterno che riesce a continuare anche oltre la morte.
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiro Hamada, Tadashi Hamada
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Avvertii qualcosa di strano nell’aria.
Come se in un posto vicino stesse per accadere qualcosa di spiacevole a qualcuno a cui tenevo.
Mi voltai prima verso mio fratello Hiro e poi, come se il mio cervello sapesse già tutto, mi lanciai verso l’università.
Questo brutto presentimento mi tormentava.
Cosa stava succedendo?
Come era successo?
Perché… la mia scuola era in fiamme?
Subito mi diressi verso una donna che stava barcollando.
“Stai bene?” le domandai, sorreggendola con un braccio.
Era pallidissima, come se avesse visto la morte in faccia e, in effetti, era stato così. Le fiamme erano apparse all’improvviso e lei, come altre persone, era andata nel panico.
“Sì, sto bene, ma il professor Callahan è ancora dentro!”
A quelle parole, rimasi qualche secondo impietrito.
Callahan, colui che mi aveva aiutato ad entrare in questa prestigiosa università, senza badare ai miei problemi economici, era là, tra le fiamme, da solo e nessuno era andato a soccorrerlo.
Di impulso scattai nuovamente in avanti ma avvertii una piccola mano bloccarmi il braccio, impedendomi di proseguire.
“Tadashi, no!” aveva urlato con tutto il fiato nei suoi polmoni il mio piccolo Hiro con uno sguardo atterrito.
Sembrava che volesse chiedermi di non lasciarlo.
-Non fare la stessa fine dei nostri genitori, non abbandonarmi pure tu. Sei l’unica persona a cui tengo e una delle poche ragioni per cui vado avanti- questo leggevo nei suoi occhi.
Mi volsi verso la scuola in fiamme.
Anche se volevo bene a Hiro, non potevo lasciare nulla di intentato.
Dovevo provare a salvare il professore, gli volevo bene e la mia riconoscenza nei suoi confronti andava ben oltre al grande aiuto che mi aveva dato.
“Callahan è ancora dentro!” dissi, rivoltandomi verso il mio piccolo funghetto nero.
Qualcosa dentro di me mi urlava di rimanere lì, perché se fossi corso dentro, sarebbe stata l’ultima volta in cui avrei visto Hiro.
Il mio istinto altruista, però, ebbe il sopravvento. Urlai “Qualcuno lo deve aiutare!”, cercando di fargli capire che sarei tornato indietro per lui, insieme al professore e, senza voltarmi, corsi verso il fuoco.
Mentre salivo le scale a due a due, correndo come se non ci fosse un domani, il mio cappello volò via dalla testa e sentii all’interno della mia testa un battito, come quello di un orologio, che, piano piano, diventava sempre più forte e assillante.

-Mi dispiace Hiro per non essermi fermato, per non averti nemmeno dato un abbraccio prima di andarmene dalla tua vita.-

Tic

-Avrei voluto passare altro tempo con te. Tu, che sei e sei sempre stato la persona che rallegrava le mie giornate e le rendeva sempre momenti speciali ed indimenticabili.-

Tac

-Mi dispiace tanto anche di averti fatto pensare che sarei tornato da te. A me non piacciono le menzogne o venir meno ad una promessa. Purtroppo sono fatto così, lo sai.-
Tic


-So anche ce ci tenevi tanto a fare quel famoso giro in moto per andare ad esplorare le città vicine a San Fransokyo insieme a me, ma… penso che dovremo rimandarlo ancora.-

Tac

-E… mi dispiace di non poterti nemmeno consegnare il tuo regalo di compleanno.
Pensa, stavo già progettando di regalarti BayMax, ma volevo aggiungergli ancora un paio di miglioramenti prima.
Come evitare di somministrarti delle pastiglie al gusto “arancia” che non ti piace, sostituendole con quelle al gusto menta.-
 

Tic

-Ma… guarda il lato positivo.
La mia morte però non sarà vana, aiuterà a forgiarti, avere più fiducia in te stesso e ti servirà anche a capire che le persone care, anche se non saranno fisicamente con te, rimarranno sempre presenti nel tuo cuore e, quando avrai bisogno di loro, verranno in tuo soccorso.-

Tac

-Tu sei una brava persona, fratello mio, ma devi ancora maturare totalmente. Sei intelligente, ma non hai ancora capito la differenza tra giustizia e vendetta.
So, però, che la capirai… un giorno.-

Tic tac tic tac,
 
-Cresci forte…-

Una luce abbagliante mi obbligò a chiudere gli occhi.

-Da Hiro, devi diventare “hero”. Fallo per me.
Ti voglio tanto bene, fratellino.-

E in quel momento non sentii più niente. Né il rumore dell’esplosione, né il calore delle fiamme che avvolgevano il mio corpo, bruciandolo piano piano.
  
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