È l'ultimo
desiderio di un condannato a morte ed Elsa non ha saputo dir di no,
non agli occhi stanchi di prigionia di Hans e al sorriso che ha
macchiato di arroganza le sue labbra sottili. C'era anche il
tremolio della speranza su quella bocca, è stato quello a
convincerla ad allungare una mano alle catene che gli legano i polsi
e spezzarle nel ghiaccio.
Le schegge di brina cadono ai loro piedi, tintinnano in note di
metallo e argento che Elsa accoglie con un sospiro leggero e una
pesante amarezza. Stringe le mani di Hans e con lui si muove; gli
abiti frusciano, i fianchi ondeggiano e con lui danza, senza musica
e senza un domani.
"Qual è l'ultimo desiderio di un condannato a morte?"
"Danzare con la regina di Arendelle."
"E sia."
Guanti bianchi sbattono sullo specchio della fontana, i ricordi
vengono ingoiati dai cerchi concentrici dell'acqua, spariscono verso
il fondo e quel che rimane è il volto bianco di Elsa, deformato
dalle onde e dalla notte.
Le stelle la spiano, lontana dalla sala da ballo allestita a festa
da Anna ed Olaf. Non è scappata, se lo chiederanno dirà che ha
smesso ormai di farlo, ma che aveva bisogno di una pausa dalla
musica, dalle danze e, sopra ogni cosa, dai suoi ricordi.
A chiederglielo, ovviamente, è sempre lui.
«Dovrei sentirmi offeso. Hai ballato con tutti, tranne che con me,
Elsa.»
Non si sorprende di vederlo. Hans è rosso nell'abito, nei capelli
che incorniciano il volto spigoloso e nel guanto che avvolge la mano
tesa in un invito implicito.
«E non per questo accadrà ora, Hans.»
«Auch.»
«Non sto scherzando, lo sai che non mi piace ballare con te.»
«Eppure lo fai ogni notte, tra le tue lenzuola e le mie braccia.»
E di rosso si tingono anche le guance di Elsa, mentre le sue mani
vengono catturate da quelle di Hans e di peso la solleva, tirandola
a sé, petto contro seno e bocca contro bocca. Quando il bacio si
scioglie, i fianchi della giovane regina sono fatti prigionieri da
un braccio e il principe la conduce in una danza lenta.
«Credi che non l'abbia mai capito, che ballare con me ti ricorda il
giorno della mia condanna a morte?»
Il rosso sulle gote di Elsa si fa più intenso e l'espressione
arrogante di Hans si scioglie in un sorriso caldo, affascinante. È
quello che ha conquistato – ed illuso – Anna, ma è dai suoi occhi
che Elsa si fa incantare, quando la guardano e a lei si abbandonano.
Poggia la fronte al suo collo.
«Se l'hai capito, allora rispettalo.»
Hans scuote il capo, la stringe più forte e la costringe a ruotare,
usando la forza prima e le parole dopo.
«Non posso, perché a me ricorda il giorno in cui mi hai ridato la
vita.»
«E tu non fai altro che farmene pentire.»
«Oh mia Regina, così bella e così bugiarda.»
"Il tempo è scaduto, conducetelo al patibolo."
"No!"
"Regina?"
"Risparmiategli la vita. Il mio regno lo perdona per i suoi
crimini."
"Elsa?"
"…io lo perdono."
"E sia." |