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Autore: Anastasija00V    11/05/2016    0 recensioni
Brindammo.
Ridemmo.
Come ubriachi.
Ma eravamo disumanamente sobri.
Genere: Angst, Mistero, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando il buio fisico si squarcia, il buio morale non è sempre detto che svanisca.

 

 

 

Aprii gli occhi sul mondo. Finalmente? No. Per la prima volta? Mi sarebbe piaciuto.

Vidi un ragazzino. Biondissimo, con due occhi azzurri talmente profondi da sembrare, ossimoricamente, vuoti.

La bocca semichiusa in un volto privo di espressione.

Inclinò leggermente la testa, mentre le sue lunghe ed esili braccia reggevano il coperchio della bara.

La mia bara.

Potenzialmente morto, misticamente vivo.

Se di mistico, sempre si può parlare.

Mi guardai intorno. Aprii e chiusi lentamente le palpebre.

Non potevo dire allora, per quanto tempo avevo deciso di restare addormentato in quella sorta di morte apparente, ma credo che si trattò di un bel po' di anni.

Riconobbi quella casa e non era cambiata.

Nemmeno lei, mia sorella, che ora se ne stava immobile sull'uscio a fissarmi con quell'aria di sfida, anche se non intendeva assolutamente sfidarmi.

Era sempre stata così piena di sé, ma ora appariva cambiata.

Invecchiata mai, oh no, lei non poteva invecchiare, ma c'era qualcosa di languido in lei.

Assomigliava sempre di più a nostra madre.

Mi misi a sedere. Le sorrisi, e riconobbi il piccolo monello che aveva “osato” destarmi dal mio sonno astratto senza forma e senza logica.

Lo incontrai moltissimi anni prima.

-Allora principessa! Siamo pronti per festeggiare?- Esclamai in una risata rivolgendomi alla ragazza dai lunghi capelli biondi vestita di rosso.

Sussultò appena e risi ancora più forte.

Aveva sempre detestato tutto ciò che appariva volgare ai suoi occhi, così se ne andò.

Mi alzai e scompigliai i capelli a quel ragazzino così speciale e senza tempo.

I miei capelli, ancora pettinati secondo la moda dell'epoca, erano decorati di petali di rose rosse, ancora intatti nonostante il trascorrere crudele del tempo.

Scossi il capo, facendo muovere le ciocche e quindi facendo cadere dolcemente quei petali sul pavimento.

Il rumore dei miei passi echeggiò per lo stretto corridoio.

Confinati in una dimora così piccola.

Noi, Discendenti della Rosa, un tempo gloriosi e fieri.

Cosa era rimasto di noi nei secoli?

Senza forze e senza la possibilità di cibarci, fummo costretti ad accettare la prigionia in attesa del compimento di una profezia millenaria.

E ora il tempo era giunto.

Com'era diventato il mondo?

Peggiore? Migliore? O era sempre tutto uguale, con le sue ingiustizie, incomprensioni, guerre e divari?

Presto avremmo tutti trovato una risposta.

Erano tutti nel salottino, arredato come una casa di bambole.

Seduti a tavola apparecchiata a dovere con pizzi e ricami, ormai un po' ingialliti dal tempo.

Per ogni commensale un solo bicchiere riempito con il sangue fresco.

Com'era possibile?

Non mi importava.

Li raggiunsi anch'io.

E così sorseggiammo quella delizia peccaminosa mentre la luna si colorava di rosso e l'energia affluiva copiosamente nei nostri cuori.

AH!AH!AH!AH!AH!AH!

Che sciocchezza!

Nessuno di noi aveva un cuore.

Non più.

Vampiri? Mostri? O semplicemente immortali?

Alzammo in aria i calici.

È qui, che mio caro discendente io ti invoco.

È qui, che la mia anima putrida si inchina a te. Pregiata. Spenta. Più viva che mai.

E questa luna, non mi sembra più così lontana.

La paura attanaglia i mortali, rendendoli fragili, famelici di bellezza e amore.

Non conosco perdono plausibile.

La grazia che non mi fu concessa ora brilla specchiandosi nei miei denti affilati.

Vendetta?

No.

Voglio essere buono.

Perché accontentarsi di una sola vita quando si può vivere in eterno?

Orsù, scegli umano la tua strada.

Non voltarti.

Il sangue della Dinastia delle Rose non smetterà mai di scorrere, se lo desideri, anche tu, come me.

Diventerei la tua rosa, fuori da ogni forma di romanticismo.

Ognuno di noi ne desidera una senza spine.

Non è normale.

Persino l'essere più indifeso ha bisogno di difendersi.

 

Brindammo.

Ridemmo.

Come ubriachi.

Ma eravamo disumanamente sobri.

 

 

Ispirata a "The Revenant Choir".
   
 
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