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Autore: imunfjxable    11/05/2016    1 recensioni
Ipotetica lettera scritta da Matty alla madre Denise, riguardo alla canzone "she lays down" dedicata a lei, e alla sua depressione post-partum
Genere: Drammatico, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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She doesn't love me at all.

She just wants to feel something and I don't think that's asking for too much. 

 

Ciao madre.

Lo sai che mi piace scrivere, e quindi ti sto scrivendo; è tutto più facile quando sono le mie dita a guidarmi, piuttosto che i bicchieri di vino mandati giù la sera tardi. Eppure tu non puoi dire nulla, giusto?

Sei stata un'alcolista, una dipendente dalla cocaina, una persona succube della fama- come me.

Sei stata depressa, arrabbiata, hai lottato per conquistare il ruolo che hai ora- come me.

Sei stata tante cose madre, eppure non sei stata capace di essere una buona mamma.

Madre lo sei stata, mamma un po' meno.

Ma io ti perdono. Eh già; io mi ritrovo sempre a perdonare tutti quelli che mi feriscono, ma non fa niente perché sai meglio di me che mi interesso più degli altri che di me stesso per quanto io possa sembrare narcisista.

Però ci hai provato. Me lo dicevi sempre anche tu che l'importante è provare e che se le cose vanno male è perché Dio ha voluto così, allora io ridevo e provavo a spiegarti che Dio non esiste e tu ti arrabbiavi ancora di più e io stavo zitto e non dicevo più niente.

Era difficile. È stato difficile averti come madre, e so che sarà stato altrettanto complicato avermi avuto come figlio.

Sono sempre stato difficile da amare.

Me lo dicesti tu, no?

Te lo ricordi?

Stavamo litigando.

Eri a casa mia. Nonostante ti avessi detto di non venire, tu venisti comunque. Sei entrata dalla porta richiudendola violentemente dietro di te, hai iniziato a urlare quando mi hai visto seduto sulla sedia mentre mi sniffavo una striscia di cocaina, e io fatto come ero ti ho risposto gridando ancora più forte, anche se non lo faccio mai.

Eri spaventata, mi hai detto di smettere, che sarei potuto morire.

Io ho sputato freddamente «da quanto ti importa che io muoia?»

E tu non mi rispondesti.

Rimanesti in silenzio, furono pochi secondi, ma mi fecero male.

Poi mi dicesti «Lo sai che quando avevi circa un anno e mezzo io venivo nella tua stanza, mentre dormivi, ti guardavo e mi sedevo per terra? Provavo ad amarti, ci provavo così tanto, però non ci riuscivo»

Poi mi chiedesti scusa. E andasti via.

Ero fatto, eppure mi ricordo ancora le esatte parole che usasti.

Mi sembra giusto dirti che ti ho scritto una canzone nel nuovo album.

Si, mamma, è per te.

Si chiama "she lays down".

Quello che mi hai detto mi è rimasto incastrato nel cervello, le tue parole rimbombavano nella mia testa, e nemmeno la cocaina riusciva a cancellarle. Così le ho scritte.

Era davvero così difficile voler bene a tuo figlio, mamma?

La colpa non è tua, non è mai stata tua.

Quando qualcuno malato di cancro muore, incolpiamo la malattia. Non posso incolpare te per aver perso la battaglia, era la depressione.

Ma la battaglia non l'hai persa del tutto contrariamente a quanto credi.

Mi hai cresciuto- come meglio potevi: sono sempre stato problematico.

Non mi hai abbandonato. Avresti potuto, ma non l'hai fatto.

Mi dispiace. Mi dispiace averti ridotto così.

Mi dicesti che una volta hai perfino pensato di gettarti fuori da un'auto in corsa.

Tu non volevi morire. Ma una nuvola nera era discesa sul tuo mondo, e non vedevi via d'uscita. Tu non volevi morire, paradossalmente volevi solo ricominciare a vivere.

Vorrei non essere mai nato a volte, forse saresti ancora felice.

Te lo ricordi come era essere felici? Prima di me intendo.

Quando la tua carriera da attrice era perfetta, e io non avevo ancora mandato la tua vita a puttane.

Quando tu e papà stavate bene perché vi amavate, prima che arrivassi io che ti ho portato all'apice della disperazione e vi siete lasciati (dopo tanto tempo però)?

Ogni tanto mi chiedo perché con Louis non hai sofferto di depressione post-partum.

Mamma perché non mi amavi?

Perché è stato così difficile?

Piangevo tanto da piccolo- piango ancora ma un po' meno, e di nascosto.

Piangevo e ogni tanto un tuo abbraccio sarebbe stato il sostituto ideale alla fredda stoffa dei miei pupazzi.

Ma ogni volta che volevo abbracciarti io ti trovavo in cucina, a piangere, a mormorare cose che non ricordo esattamente, con una bottiglia in mano.

Te lo ricordi quando papà stava girando quel film- non ricordo esattamente dove- e prendemmo l'aereo per andarlo a trovare?

Era il mio primo volo, ero terrorizzato.

Tu stavi alla mia sinistra, io ero accanto al finestrino. Mi dicesti di dormire, e mi baciasti la fronte, facendomi poggiare la testa sulla tua spalla, mentre mi stringevi la mano.

Avevo solo gli occhi chiusi, però tu pensavi che stessi dormendo.

«Dio, per favore, fa che quest'aereo cada, voglio morire, non sopporto più tutto questo dolore» hai detto.

Ho fatto finta di continuare a dormire, però ti ho stretto la mano, e tu mi hai baciato di nuovo la fronte e mi hai abbracciato.

C'è anche questo nella mia canzone.

Ma nonostante ciò ci hai provato in ogni modo.

Tu eri terrorizzata dall'idea del non riuscire ad amarmi.

Non so perché non ci riuscissi.

Non so cosa è scattato in te quando varcasti la soglia di casa con me in braccio.

È stato cinque giorni dopo la mia nascita che qualcosa dentro di te si è spezzato. Mi dicesti anche questo.

Non sto scrivendo per rinfacciarti tutto ciò, ma per dirti che ti voglio bene.

Non lo dico a tutti, anzi non lo dico mai. Nemmeno alle persone che amo. È per questo probabilmente che mi abbandonano quasi tutti, non sono capace di dimostrare l'affetto che provo.

Però, mamma, ti voglio bene.

Spero che tu ne voglia a me, ogni tanto.

La canzone è per te, penso che sia la più bella del disco.

Ho voluto fare qualcosa di bello. Come te prima di me.

Ti chiedo anche scusa.

Mamma scusami se ti voglio bene, nonostante tutto.

Ogni volta che ci telefoniamo ce lo ripetiamo all'infinito che ci vogliamo bene.

Però ho paura che tu stia recitando, sei sempre stata un'ottima attrice o sbaglio?

Ma infondo non mi importa se provi davvero qualcosa per me, ho bisogno anche delle tue bugie per continuare a vivere; è solo che spero-in segreto- che quando prima di attaccare mi ripeti «Matthew, ti voglio bene» con quel tono così gentile che sembra sempre impregnato di tristezza, tu lo dica per davvero.

Mi auguro che la canzone ti piaccia, è acustica, ci sono solo io con la chitarra, come piace a te.

«Si sente meglio la tua voce così»

L'ho dovuta registrare quattro volte, scoppiavo sempre a piangere.

Poi bevevo e urlavo; ho anche rotto una chitarra- quella nera.

Ma sto bene adesso, non preoccuparti.

Voglio solo che stia bene anche tu.

Ciao mamma.

Io ti amo, anche se tu continui a guardarmi e a provarci in silenzio; e non ci riesci.

Mi dispiace, sarei voluto essere diverso, o magari, sarei voluto non essere e basta.

Matthew.

 

 

AYEEEE

Voglio mettere in chiaro una cosa: è tutto inventato.

Ovviamente prima di scrivere mi sono documentata, Denise ha veramente tentato di gettarsi da un'auto in corsa, l'episodio dell'aereo è veramente accaduto, e lei ha veramente detto quelle parole a Matty dopo un litigio (ma la descrizione di questo è inventata); ho letto varie interviste e anche un estratto del libro di Denise "Pulling myself together" scritto dopo la depressione. Spero che la storia vi sia piaciuta, personalmente she lays down è la mia canzone preferita dell'album, perché la sento molto personale, e mi sono sempre chiesta cosa avrà pensato Denise quando l'ha sentita, o cosa ha le ha detto Matty riguardo la canzone quindi ecco che è uscita sta cagata, se vi è piaciuta fatemelo sapere, lasciatemi una recensione per favore :c , grazie mille

   
 
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