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Autore: Duncneyforever    12/05/2016    0 recensioni
Estate, 1942.
Il mondo, da quasi tre anni, è precipitato nel terrore a causa dell'ennesima guerra, la più sanguinosa di cui l’uomo si sia mai reso partecipe.
Una ragazzina fuori dal comune, annoiata dalla vita di tutti i giorni e viziata dagli agi che l'era contemporanea le può offrire, si ritroverà catapultata in quel mondo, circondata da un male assoluto che metterà a dura prova le sue convinzioni.
Abbandonata la speranza, generatrice di nuovi dolori, combatterà per rimanere fedele a ciò in cui crede, sfidando la crudeltà dei suoi aguzzini per servire un ideale ormai estinto di giustizia. Fortunatamente o sfortunatamente non sarà sola e sarà proprio quella compagnia a metterla di fronte ad un nemico ben peggiore... Se stessa.
Genere: Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Guerre mondiali, Novecento/Dittature
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Osservo il viso del ragazzo con immenso dispiacere ma egli, accortosi degli occhi scuri puntati su di sè, reclina il viso verso il basso, sospirando sommessamente. 
Mi chiedo perché non voglia mostrarsi... Per il suo aspetto, forse? Non ha nulla di cui vergognarsi, dopotutto. ( Anzi! ) A mio parere è un giovanotto dotato di un aspetto piuttosto piacevole che, nonostante le dure condizioni del lager, mantiene una propria insolita bellezza. Ha un viso tondo e delicato, sopracciglia fini e scure e una carnagione chiara. Per quanto riguarda l'aspetto caratteriale, sembra introverso, remissivo e malinconico ma, date le circostanze, dubito fortemente che già prima di essere internato potesse essere così. 
Ariel Lange, congetture a parte, appare come una persona provata da anni di violenze fisiche e psicologiche, tristemente assoggettato e brutalmente sopraffatto dalla vita cui egli non ha ancora rinunciato.
Come potrei aiutarlo, dunque? Se tentassi un'evasione fallirei miseramente, ma quali altre alternative ci sono? 
Dal momento che ha affermato di non essere stato catturato solo, potrei rintracciare la persona a lui cara...

- Chi è quel " qualcuno "? - Nulla togliendo al mio nobile intento, potrei ferirlo più di quanto io non abbia già fatto. Ariel, come amaramente supposto, adagia il mento sulle clavicole sporgenti, fissando il pavimento. - N-non buttarti giù! N-non è detto che... - 

- C-come posso essere ottimista? N-non vedo mio fratello da mesi!
Siamo stati deportati in gennaio, smistati e sistemati nel medesimo Block. Non ci siamo mai persi di vista e sono stato via solo due giorni. Herr Kommandant necessitava di un aiuto cuoco e i-io... Ich wollte nur meinem kleinen Bruder zu helfen. / Volevo solo aiutare il mio fratellino. - 

- Io credo che... M-ma che cos'hai? - Esclamo, allarmata, vedendo il ragazzo tossire rumorosamente e con forte intensità. 
La pelle slavata di lui assume un colorito rubicondo e le dita sottili corrono veloci verso la trachea.
Si tratta di un comune mal di gola? Di una faringite? Non sono mai stata un'esperta... Seguendo il mio istinto, mi precipito sulla caraffa di acqua fresca e rovescio, in malo modo, l'equivalente di un quarto di bottiglia nei due bicchieri che ho a disposizione. Il liquido tende a straripare ad ogni mio passo e buona parte di esso scivola a terra e fradicia le mie scarpette di tela. L'umido che percepisco sulla pelle mi ha sempre ( e irrazionalmente ) infastidita, cosicché devo ricorrere a tutta la mia forza di volontà per non " strapparmi " le calzature dai piedi. 
- Schnell, trink! / Presto, bevi! - Così dicendo, gli avvicino il primo bicchiere, cercando di non ferirlo. 
- Ti senti meglio? - Ariel annuisce, con il respiro affannoso e la divisa zuppa. Si ripulisce, poi, la bocca con una manica sgualcita e mi rivolge un'occhiata riconoscente. 
​- C-come si chiama? -

​Maxim. - Mi dice, sconsolato.

- Lo ritroveremo. - Mi alzo in piedi, incoraggiandolo a non demordere, lasciandolo di stucco. - Sai il suo numero? Com'è fisicamente? Vi somigliate? - Incrocio le dita, perché senza queste informazioni non potrei rintracciare il ragazzo... 
- Ha i capelli neri e lisci, occhi scuri come il catrame e una pelle chiara, come la mia. Ha diciotto anni, è alto un metro e settantasette e... - Dopo un breve attimo di riflessione, il numero tatuato sul braccio di Max si scopre essere il " 15437. "

- 15437? - 

- C-come ti chiami? - La mia voce tremò impercettibilmente. 
- 15438. - 
- Il tuo vero nome? - 
- Ariel Lange. - Mi disse, prima di sparire così com'era comparso.

- Non ti sei mai dimenticata, nicht wahr? - Il vent'enne scopre l'avambraccio, prima di indicare infelicemente la sua identità. - Abbiamo un tatuaggio così simile perché non ci siamo mai separati, nemmeno durante la selezione. Ho pregato perché lui non venisse mandato a sinistra; c’erano vecchi, bambini con le loro madri e malati. Avevo capito che ci fosse qualcosa che non andava, così lo spinsi avanti per tenerlo d’occhio, perché potessi consigliargli cosa dire. -

- Posso solo immaginare cosa provi. Io sono figlia unica ma, proprio per questo motivo, intendo aiutarvi. - 

- Non so come chiederlo ma... Perché proprio noi? Abbiamo forse qualcosa di speciale? -

- Sei ferito, Ariel. Non voglio saperti ucciso da quell’animale e neanche voglio che tu perda tuo fratello. - Dichiaro, riflettendo a mia volta su quanto mi ha domandato. 

- Tutti i prigionieri soffrono, chi più chi meno. - Risponde spaesato, senza capire dove io voglia arrivare.

- E Maxim non merita di essere aiutato? - Guardo il soffitto bianco, attendendo di essere contestata. Ricordo che da bambina rimiravo sempre le pareti spoglie di casa mia; non so perché io lo facessi, né perché io continui a farlo. È una mia abitudine, o una caratteristica propria del mio modo di pensare. Non mi illudo mai di poter ricevere aiuto dal cielo, ma quando rifletto e qualcuno si aspetta una risposta da me, mi sento sotto i riflettori e distrarmi, paradossalmente, è il solo mezzo per concentrarmi meglio. 

- È il ragazzo più buono che conosca e non c'è cosa che non farei per il mio piccolo Ach. - 

- Perché? - Tornando alla realtà, mi rivolgo nuovamente a lui. - Perché Maxim se lo merita, non è vero? - 

- Sì. - Ariel, seppur convinto, inizia a sparecchiare meticolosamente la tavola, senza aggiungere altro. 

- D-dove ho sbagliato? - Sono leggermente stranita dal suo comportamento, tuttavia, comprendo il perché del suo silenzio subito dopo aver colto qualcosa di strano nell’aria, quasi l’incombere di una minaccia. 

Che sia Schneider? Impossibile, lui non torna mai prima delle sei e trenta. Una domestica, allora? lo chef tedesco? il maggiordomo? il giardiniere? 

- È la governante. - Sussurra, nel panico, slittando da una parte all'altra della cucina; non faccio in tempo a gridargli di stare attento, che il povero sventurato inciampa sul tappeto, cadendo rovinosamente a terra. Se non faccio subito qualcosa, la nazista si avventerà su di lui come un leone famelico su una gazzella... Una gazzella già zoppicante, tra l’altro. 

- Mi è venuta fame! Puoi prepararmi una crêpe? - Fingendo ciò, gli porgo entrambe le mani. - Ancora uno sforzo! Ci sei quasi! - Con una spinta, il gracile fanciullo si rimette in piedi e, come consigliato, inizia a radunare l'occorrente necessario per la preparazione del dessert francese. 

Perché proprio una crêpe? Semplice! Pochi ingredienti e rapido svolgimento! 

​- Was hier vorgeht? / Cosa sta succedendo qui? - 

" Niente! " verrebbe spontaneo replicare...

 

 

 

Note: 

- Ach = fratello, in ebraico 

 

 

  
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