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Autore: hiimnotamuggle    13/05/2016    3 recensioni
Supernatural AU Normal World. Escort!Castiel, BountyHunter!Dean, BountyHunter!Sam
Dal testo:-Ti saresti potuto approfittare di me- aggiunse l'uomo.
-Non sono quel tipo di persona.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
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Uscì dal locale con la testa che gli girava. Venti dollari per un lavoro di bocca? Quella sera era stato fortunato. Di solito ne riceveva a malapena dieci. E l'uomo gli aveva anche offerto un drink, dopo. Drink che non avrebbe dovuto accettare, fra parentesi: il cervello sembrava volergli uscire dal cranio. Eppure sapeva di non essere bravo a reggere l'alcool. Purtroppo, doveva cento dollari d'affitto al suo padrone di casa (come se quell'appartamento squallido si possa chiamare casa) e doveva riuscire a fare almeno un pasto, l'indomani. Decise che sarebbe andato a chiedere una tachipirina al barista, anche se avrebbe significato rientrare in quel bar super affollato. Dopotutto mi deve un favore, sospirò Castiel. L'ultima volta non mi ha pagato. Si preparò mentalmente alla lunga nottata che lo attendeva e girò sui tacchi, in direzione della porta. Mossa sbagliata: evidentemente si era spostato troppo in fretta, perché una fitta lancinante gli attraversò il cervello e lo fece cadere a terra, dolorante. 

«Guarda chi abbiamo qui... Ti è piaciuto il drink, Gabriel?»Castiel sussultò. Gabriel era il nome che diceva ai suoi clienti, perché il suo era abbastanza inusuale da essere facile da ricordare. Alzò la testa con espressione sofferente. Davanti a lui c'era l'uomo di poco prima, circondato da... Quanti erano? Dieci? Quindici? Le figure si sovrapponevano di fronte a lui. Strizzò gli occhi, confuso, e le ombre diminuirono. Erano in quattro o cinque. Quello che attirò la sua attenzione fu lo stesso ghigno malevolo che ostentavano tutti. In particolar modo l'uomo che aveva parlato. Come si chiamava...? Jack. O Lewis?  I nomi si affollavano nella sua mente, rendendo difficile stabilire quale fosse quello giusto. Dennis? Dan, decise. Aveva detto di chiamarsi Dan. «Era buono, grazie... Ma credo di aver esageratò un po', Dan» rispose con voce tremula. Fece per alzarsi, ma le ginocchia gli cedettero. L'altro emise una risatina agghiacciante «E' Dennis. Ma non preoccuparti... Ti serve aiuto?» aggiunse, tendendogli una mano dalle dita tozze. Castiel non la prese, ma Dennis lo afferrò con forza e lo tirò su. Riuscì a biascicare un mezzo ringraziamento, prima di rovinare addosso all'uomo. «S-scusa... non so proprio c-cosa...» balbettò, tentando di liberarsi dalla stretta che intanto Dennis aveva impresso sul suo fianco. Quell'uomo puzzava. «Oh, lo so io» sogghignò questi, mettendo la mano libera in tasca e rovistandovi. Quindi la tirò fuori e schiuse le dita direttamente sotto il naso dell'altro. Nel suo palmo c'erano le orribili pasticche effervescenti da cui si era sempre tenuto alla larga. La loro reputazione le precedeva: erano gli sgambetti che facevano precipitare nella spirale della droga, prostituzione (non che lui ne avesse bisogno, in questo caso) e gravidanze indesiderate. Per non parlare dell'effetto sedativo. Grazie a questo, avevano contribuito ad aumentare esponenzialmente il numero degli stupri nel giro di un paio di mesi, e adesso andavano forte nel suo 'ambiente'. 

Sudore freddo prese a scendere lungo le sue tempie. Come aveva potuto non accorgersene? Sentì risate provenire da... da dove? Non riusciva a capire. Percepiva le poche forze rimaste abbandonarlo. Una voce rimbombò nella sua testa: «Non avrai pensato che fosse finita lì, vero?» rise sguaiatamente qualcuno «Quello era solo il primo tempo...» si sentì afferrare da ogni parte. Ormai aveva gli occhi semichiusi, ma udì distintamente il suono di una cerniera. «No...» tentò di protestare. «Ehi Dennis, questo qui sviene prima di iniziare» constatò uno degli uomini. «Si perderà tutto il divertimento... beh, peggio per lui!» rispose Dennis, provocando delle risa generali. Castiel aveva le lacrime agli occhi quando perse conoscenza.

«Ehi! Cosa credete di fare?» una voce autoritaria raggiunse il gruppo. Il proprietario era un uomo dall'espressione seria e piuttosto incazzata. «Nano, cerchi rogne?» urlò uno. «Vattene, se non vuoi che facciamo la festa anche a te!» minacciò un secondo. Per tutta risposta l'uomo si diresse verso di loro, prese il primo che aveva parlato per il colletto e gli tirò un montante che lo spedì dritto a terra. «Fuori uno. Chi è il prossimo?» chiese, quasi divertito. Gli stupratori lasciarono Castiel, che si accasciò a terra, e corsero verso l'ultimo arrivato. Diedero pugni alla cieca, dettati più dalla rabbia che da altro. Un paio di volte riuscirono anche a colpirlo, ma alla fine rimase in piedi con lui solo Dennis, che aveva una smorfia d'ira dipinta sul volto. Il primo sputò un grumo rossastro per terra. «Pronto per affrontare il tuo destino, Twist?» Dennis esitò un momento. Come conosceva il suo cognome? Ma poi gli venne un dubbio. «Non sei Dean Winchester, il cacciatore di taglie, vero?»

Quell'istante, però, era tutto ciò di cui l'uomo misterioso aveva bisogno. In una frazione di secondo gli fu addosso, colpendolo con un destro in pieno naso, che poi ruppe definitivamente con una gomitata. Concluse sferrandogli una ginocchiata nei genitali, con una smorfia di evidente piacere al  verso acuto che uscì dalla gola del criminale. Questi si accasciò finalmente a terra e perse i sensi. «In persona. Ci ho messo un mese a trovarvi, stupidi bastardi. Non stuprerete più nessuno, fidatevi di me» sorrise vittorioso, il sangue tra i denti che gli dava una sfumatura demoniaca. Controllò che ci fossero tutti. Quando vide Castiel, decise immediatamente di portarlo con lui nel bed&breakfast dove alloggiava e di dargli qualcosa per la droga che dovevano avergli dato. Lo prese quindi in braccio e lo depose nei sedili posteriori della sua Chevrolet Impala. 

Chiamò la polizia, firmò i moduli, solita procedura. Gli dissero che i soldi della taglia gli sarebbero stati accreditati entro una settimana. Come se non lo sapessi.

Poi si mise al volante e si diresse verso il suo alloggio per quella notte, con una sola cosa in mente: lo sconosciuto che era sdraiato esanime nel suo sedile posteriore.

  
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