Fumetti/Cartoni americani > Giovani Vendicatori/Young Avengers
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Autore: Johnatan    15/05/2016    1 recensioni
BUONASERA A TUTTI!!!!! questa è la mia prima Fanfiction su questa sezione di young Avengers e parla di un personaggio si cui ancor non si è parlato : La Visione 2.
Questa storia ci narra delle sue difficoltà nell'essere un membro del gruppo e delle sue riflessioni: puo davvero essere parte del gruppo? la sua natura robotica gli permetterà di farsi degli amici?
leggete e capirete.
Dal testo:
"Si trovava da poco nei giovani Vendicatori e, per quanto cercasse di sforzarsi, non riusciva minimamente ad integrarsi col gruppo.
Questo non era tanto per i suoi poteri , dato che quasi tutti i compagni di squadra li avevano, ma per la sua diversità, per quell’unica cosa che lo distingueva dagli altri.
La sua natura robotica"
" la mente é un enorme magazzino ... É quello può contere tante cose, ma se messa troppa roba straripa, e si può svuotare in due modi per me, disegnando o scrivendo.
Il problema per voi é solo uno ... Il mio magazzino é straripato da un pezzo."
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cassie Lang/Stature, La Visione II, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                        ONLY A              MACHINE   

 
 
 
 
 
La Visione camminava lentamente avanti e indietro nella sua stanza, con le braccia conserte dietro la schiena, pensieroso.
Si trovava da poco nei giovani Vendicatori e, per quanto cercasse di sforzarsi, non riusciva minimamente ad integrarsi col gruppo.
Questo non era tanto per i suoi poteri , dato che quasi tutti i compagni di squadra li avevano, ma per la sua diversità, per quell’unica cosa che lo distingueva dagli altri.
La sua natura robotica.
Il suo essere un meccanico, un qualcosa creato per uno scopo, un unico scopo da seguire.
Una creatura senza possibilità.
Senza la capacità di scegliere la sua strada, senza decisioni da prendere, ecco cos’era.
Anche gli altri compagni di squadra lo avevano notato : malgrado alcuni loro nemici lo discriminassero, lo prendessero in giro e lo insultassero, lui non se la prendeva. Non reagiva. Non rivolgeva neanche uno sguardo di disprezzo a chi lo facesse. Non provava rabbia. Rimaneva immobile, immobile proprio come facevano le macchine.
Perché è a questo che servivano loro, servivano  agli esseri umani perché la loro rabbia e le loro frustrazioni si scaricassero su qualcosa, per sfogarsi su di loro sapendo che non si offenderanno e non reagiranno, ma che sentiranno tutto comunque e se lo lasceranno scorrere addosso come acqua.
Si sedette sulla sedia e alzò la testa guardando la città di New York : era notte, le luci erano accese negli enormi palazzi, con gente che festeggiava, che cenava, o che cercava degli svaghi come la TV per gli adulti o i Videogame per i bambini.
Per curiosità, Il robot decise di scegliere a caso un appartamento fra quelli che si trovavano all’interno dei palazzi di fronte a lui: una volta scelto ,usò la propria vista per poter vedere perfettamente tutto quello che succedeva attraverso una finestra.
E qui vide una cosa bellissima, una cosa che bramava ma che, purtroppo, non avrebbe mai potuto avere.
Una famiglia.
Stavano cenando tutti attorno al tavolo: un bebè – che, a giudicare dagli occhi e dal colore roseo della piccola maglietta, doveva essere una femmina- stava ridendo felicemente muovendo le braccia mentre la madre- una giovane donna dai biondi capelli- cercava disperatamente di farlo mangiare. Il padre, nel frattempo, parlava col figlio che, con uno sguardo sorridente, lo guardava ammirato.
Continuò a fissarli : erano tutti occupati ma  solari e … felici.
Dovette chiudere gli occhi un attimo, abbassando lo sguardo e fissando il pavimento.
Lui  di rado provava quel sentimento, e quasi mai riusciva a goderne.
Si ricordò per un attimo il suo primo istante di vita : non era stato piacevole, poiché lui non era nato come gli altri, ma poco prima della sua “nascita” era stato sommerso da milioni di informazioni, informazioni sul mondo, sulla storia e … sui Vendicatori.
Già, i Vendicatori!
Fu qui che si ricordo un evento accaduto molto prima della sua nascita, di un barlume di ricordo del suo predecessore : era appena terminata una battaglia contro il padre di quest’ultimo, Ultron, e  il loro avversario era ormai privo degli arti, ma ,tuttavia, ancora attivo e funzionante. La Visione era di fronte a lui, a fissarlo in quegli orribili occhi rosso sangue
“Ricorda tutto questo” Gli disse Ultron, spostando la testa per vedere suo figli perfettamente.
“Perché è così che tratteranno anche te”.
Qui gli occhi si spensero e la Visione, alzando un braccio e sparando con un raggio dal palmo della mano, ridusse a brandelli il corpo del nemico.
Ricordava solo questo della sua versione precedente, questo e nient’altro.
Alzò lo sguardo ripensando alle  parole di Ultron.
“è cosi che tratteranno anche te”.
Aveva ragione. Era una cosa orrenda ammetterlo, ma purtroppo aveva ragione.
Nessuno lo avrebbe mai visto come una persona,nessuno.
Nessuno … a parte lei.
Già … lei. Se ne era completamente scordato : si era dimenticato di quella persona in particolare con la quale si era sempre trovato bene, quella per lui speciale e preziosa.
La ragazza che amava e che non avrebbe mai smesso di amare in vita sua, quella che lo aveva accolto nel gruppo per prima, quella che era sempre li per consolarlo.
Cassie, La figlia di Scott Lang, il secondo Ant –Man.
Si ricordò dei sui meravigliosi occhi azzurri, dei sui biondi capelli, che erano la prima cosa che aveva notato alla sua nascita.
Gli vennero in mente i bellissimi momenti passati con lei durante le missioni, o quando il gruppo usciva per una serata.
Pensando a Cassie, pensava sempre alle cose positive della vita, ai fatti meravigliosi che possono cambiarla: all’amore, alla bontà e alla felicità. Perché questo era l’amore: è quando dimentichi tutto ciò che c’è di negativo  e pensi solo alle persone per cui provi tale sentimento.
La Visione chiuse gli occhi e sorrise pensando a tutto ciò, aprendoli solamente quando, d’un tratto, sentì il campanello suonare.
Andò ad aprire.
Era Cassie.
“Hey Vis!” disse la ragazza ,sorridendogli come le era solito fare.
Appena la vide, Il robot notò un particolare evidente nel suo aspetto: La ragazza non vestiva con la sua solita tuta da Stature, ma con un elegantissimo vestito rosso che ,per poco, non lo fece arrossire.
“Si va da qualche parte?” chiese lui facendo una faccia stranita, non ricordandosi di alcuna uscita prevista per quella notte.
“Certo! Oggi uscivamo a mangiare la pizza! Ti unisci a noi?” chiese, conscia del fatto che, ultimamente, Visione non usciva più con loro per questi suoi problemi nel gruppo.
“Certo!” rispose lui con un sorriso sulla faccia.
“Andiamo allora!” disse lei prendendolo per un braccio e trascinandolo di sotto, dove gli altri lo aspettavano .
Si diressero  verso il ristorante- che si trovava a qualche isolato da casa loro- tutti insieme, chiacchierando fra di loro e ridendo.
“Siamo un gruppo fantastico!” disse Hulking a un certo punto, utilizzando le sue enormi braccia per stringere tutti i suoi compagni a se .
“ma non saremo nulla senza di te Visione !” disse Cassie dando un amichevole gomitata al robot, esterrefatto da tali parole.
Questo era … affetto? Per la prima volta la gente gli dimostrava affetto? Era … strano e … piacevole al tempo stesso.
Si era sbagliato, perché lui poteva provare felicità.
Si era sbagliato, perché lui  aveva una famiglia. C’e l’aveva davanti agli occhi
Sorrise al gruppo . Si era sbagliato enormemente. Quei suoi amici gli avevano fatto capire una cosa: lui potrà anche avere i circuiti al posto delle vene, un reattore come cuore, ma, alla fine, se era circondato da persone che lo amavano e che lui amava a sua volta ,se provava sentimenti e respirava, lui era qualcosa di straordinario, di complesso e meraviglioso.
Era un capolavoro della natura.
Era un essere umano.
   
 
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