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Autore: BalthierSan    16/05/2016    2 recensioni
Salve a tutti, ecco qua una nuova storia.
Questa serie si ambienta dopo gli avvenimenti dei due giochi riguardanti Final fantasy XII. Diciamo uno o due anni dopo l'avventura a Lemures. Non mancheranno i sentimentalismi, i battibecchi e i colpi di scena. Vi consiglio di seguirla in caso foste vecchi fan del videogioco.
Chissą dove questa nuova avventura porterą i nostri eroi preferiti.
Rating variabile.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, sono tornata con un nuovo capitolo, questa e' una piccola nota a proposito. 
Sicuramente ci saranno degli errori all'interno di questo capitolo, se non nella forma, nella formattazione sicuramente. Questo perche' l'ho scritto con il mio tablet mentre ero in viaggio, quindi e' un po' piu' difficile di un normale pc XD. (Per esempio, dove dovrebbero esserci gli accenti ci sono tutti apostrofi, perche' la tastiera aggiuntiva che ho nel tablet non supporta tutte le lettere accentate.) Ma, beh, non fateci caso, godetevi il capitolo e recensite. Buona lettura!

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Quella notte nessuno stava dormendo sonni tranquilli sulla Strahl, regnava il silenzio ma nessun letto era comodo come le altre notti. La giornata era stata lunga quanto proficua, Nono era riusciuto ad ultimare i cambi che servivano alla Strahl mentre Balthier e Fran era riusciuti nella loro missione, tutto il giorno prima della partenza per il Palazzo di Rabanastre. Avevano trovato lo scrigno, indentico a quello disegnato nella loro mappa, all'interno di una caverna sui Monti Mosfora, la fatica era stata doppia: per la Viera a causa delle ferite dei giorni precedenti, per il suo compagno a causa dei pensieri che gli frullavano in testa, senza contare la preoccupazione per la sua partner. Erano rientrati a bordo, avevano salutato Nono con un monotono "Missione compiuta" senza neanche ascoltare le novita' del piccolo Moguri e poi si erano infilati a letto senza nemmeno cenare. 
 Balthier si sveglio' di soprassalto, con il fiatone, guardandosi intorno come se non si aspettasse di ritrovarsi nel proprio letto. Si disse che per quella notte poteva essere abbastanza, si tiro' via le coperte di dosso e si alzo' subito dopo sentendosi un po' mancare a causa di un giramento di testa. Si ristabili' e non appena i suoi occhi si abituarono al buio apri' la porta della cabina avviandosi per il corridoio.

Fran non stava dormendo da un po', aveva fatto un sogno strano e non aveva intenzione di riaddormentarsi per paura di rivedere quella scena che sembrava cosi' vera ancora e ancora. Si era girata piu' volte nel letto fino a quando non aveva trovato una posizione poco scomoda, si sarebbe potuta alzare, ma non avrebbe saputo dove andare, Balthier stava sicuramente dormendo. Stava ripensando a quel sogno quando la porta della sua cabina si apri' lentamente, riconobbe in quei passi che si avvicinavano Balthier, rimase immobile fingendo di dormire. Il suo partner si accuccio', sedendosi a terra con la schiena contro il letto della sua compagna. Fran si volto' dopo qualche minuto dando ora il volto alla porta, allungo' un braccio verso il compagno, la sua mano si poggio', con una tenera carezza, sui capelli del capitano, ma venne subito raccolta dalla mano di quest'ultimo, il contatto con la sua pelle cosi' fredda le fece subito capire che qualcosa non andava.

-"Io non ti abbadonero' mai, Fran."- Balthier sussurro' quelle parole con un misto di dolcezza e paura, come se dovesse dirle a se stesso piu' che a Fran.

Da li' la viera capi' che per dire una cosa del genere e per comportarsi in quel modo, quel qualcosa che non andava era piuttosto grave...


***


A Rabanastre il sole era sorto da poche ore e i negozianti si erano gia' messi in moto per iniziare la giornata, quella giornata ch none sarebbe stata come le altre, ma molto piu' movimentata. Tutto era in subbuglio per la festa, gli organizzatori piu' ritardatari stavano finendo di montare gli ultimi stendardi per i lunghi viali della capitale, a Palazzo, invece, anche gli ultimi preparativi erano quasi ultimati. 
Ashe sedeva tranquilla mentre le parrucchiere le sistemavano al meglio i capelli, da quando le avevano messo le mani addosso non si era guardata ancora allo specchio e forse, neanche voleva. I suoi pensieri vagavano come una nave in mezzo al mare in cerca di una rotta, in qualsiasi direzione andasse quella nave sarebbe tornata al punto di partenza, cosi' i pensieri di Ashe tornavano sempre li': a quella stupida conversazione con Basch avuta qualche giorno prima, da quando era arrivato non lo aveva piu' visto e pensava che magari avrebbe anche potuto cercarla, in qualche modo, in qualche veste, ma poi, si diceva che sarebbe finita esattamente come era finita l'ultima volta.

-"Vostra Maesta' abbiamo finito, potete andare nell'altra stanza a provare il vostro vestito, ormai manca poco, torneremo per gli ultimi ritocchi prima del vostro discorso."

-"Grazie."-
rispose fredda la Regina all'anziana collaboratrice che ormai da decenni lavorava a palazzo, mentre si avviava nella stanza indicata: Ashe era ancora assorta nei suoi pensieri.




***



L'aerodromo era quasi sovvraffolato, tra guardie, invitati in arrivo, turisti e personale vi era un gran trambusto. Gabranth stava aspettando davanti l'uscita dell'Hangar 26-D l'arrivo dell'imperatore. Non dava molto peso a chi aveva intorno, a quello che dicevano o quello che facevano, voleva solo che Larsa arrivasse cosi' da non aver piu' scuse, cosi' da dover essere il Giudice Gabranth sempre sull'attenti e pronto all'ordine. Nonostante la sua militare compostezza, quella citta' e il nome con cui lo aveva chiamato Ashe gli pesavano non poco. Quell'elmo sembrava piu' una maschera che sigillava il vecchio Lui in un angolo oscuro, come se fosse costretto a vedere la propria vita scorrere senza potervi partecipare, piu' che proteggerlo, sembrava opprimerlo. La voce metallica dell'annunciatrice gli diede un paio di minuti per rimettersi in sesto: il convoglio di aeronavi imperiali stava arrivando.

I giudici e le guardie imperiali furono le prime a scendere per aprire una strada sicura al loro signore, mentre Larsa preceduto dall'altro giudice Magister di sua fiducia e con a seguito la giovane Artemis percorreva la strada verso il portellone principale.

-"Devo prepararmi subito? Mi attende qui la persona che volete presentarmi?"- disse Artemis quasi sussurrando all'orecchio dell'imperatore.

-"Vorrei tenerti un po' sulle spine, mia cara, probabilmente non lo incontrerai fino a stasera... ma non preoccuparti ho gia' molte altre persone interessanti da presentarti prima di lui." - rispose il giovane con un sorriso che diceva tutto quello che lui non voleva dire.

La ragazza torno' al suo posto, dietro l'imperatore, e dentro di se' iniziavano a farsi largo pensieri cupi. "Perche', Larsa?"



***



I due giovani orfani stavano tornando al negozio di Migelo per cambiarsi, Vaan teneva il proprio vestito e quello dell'amica sulle braccia tese a meta' in avanti.

-"Hey Pen, sei sicura di non dover andare da nessuna altra parte? Ormai e' quasi ora e non vorrei dover tonare indietro ad un negozio nuovamente.."

-"No." - La risposta lapidaria fece sobbalzare Vaan che quasi fece cadere i vestiti. 

-"Hey Pen.. ma dai.. ce l'hai con me?"

Penelo si volto' verso il compagno con la faccia imbronciata.

-"Non dovrei?! Saresti anche potuto essere piu' gentile e riguardato, non hai fatto altro che lamentarti tutto il tempo, Ashe ci ha fatto il favore di farci preparare i vestiti, quella ragazza e' stata gentilissima e tu ti sei comportato come il solito bambino! Chissa' che figura avremo fatto!"

-".. In realta' credo di essergli simpatico."


Penelo prese di scatto i vestiti dalle braccia di Vaan e dandogli le spalle affretto' il passo. -"Allora torna pure da lei!"

-"Ma.. ma Pen.. dai non puoi essertela presa per questo... Pen!"


***



Si erano alzati senza dirsi una parola, Balthier aveva fatto per primo una doccia cosi' da mettersi subito alla guida senza neanche mangiare in completo silenzio con la rotta verso Rabanastre. Non appena Fran fini' di spazzolarsi i lunghi capelli argentati passo' nella camera del suo pilota per vedere se ci fosse qualcosa di strano, noto' lo scrigno trovato il giorno precedente poggiato sul como' piu' lontano dal letto, nessuno sembrava averlo toccato, sembrava l'unica cosa a posto in quell'aeronave. 
Attraverso' il ponte e si ando' a sedersi nel suo posto, guardava Balthier con la coda dell'occhio, un estraneo qualunque non lo avrebbe mai notato, ma lei si': il suo viso era stanco, i suoi occhi persi in un mare di nuvole, i suoi pensieri, probabilemte navigavano in un mondo tutto loro, ma nonostante cio' fu Balthier il primo a rompere il silenzio che durava da quella notte.

-"Dovresti mangiare qualcosa, posso farcela benissimo da solo qui."

-"Ora ti preoccupi per me?"

-"Come sempre, Fran."-
Il tono di Balthier era pacato, sembrava tranquillo, ma Fran sentiva il suo cuore inqueto. 

-"Ti ha turbato quel sogno?" - chiese Fran cambiando totalmente discorso.

-"Quel sogno?"- Balthier fece finta di niente, ma c'era una cosa che non voleva sapere, ed era proprio quella che la sua socia stava per dirgli.

-"Lo stesso che ho fatto anche io, credo."

Balthier rimase in silezio, affogando ancor piu' nei propri pensieri, chiudendo la porta del suo animo persino a Fran.

-"Bene, se vuoi tenerti tutto per te senza parlarmene, io vado a mettere qualcosa sotto i denti, cosi' magari una preoccupazione inutile te la togli.."

Fran si alzo' e si diresse in cucina chiudendo la porta della cabina di comando dietro di sč.

-"Ecco perche'." Disse Balthier, quasi come se si volesse rivolgere solo a se stesso con un appena accennato sorriso sulle labbra imposto' il pilota automatico e si diresse verso la cucina anche lui, mangiare qualcosa non avrebbe potuto che fargli bene.




***




-"Spero che il viaggio sia filato liscio, Mio Signore."- Disse Gabranth acogliendo l'imperatore con un lieve inchino. 

-"Come l'olio Gabranth, il tuo?"-

-"Tutto come previsto. Possiamo avviarci, alcuni invitati sono gia' arrivati, noi siamo attesi a Palazzo dove ci daranno subito la nostra sistemazione." - Il giudice fece per andare via, ma venne fermato dalla voce dell'Imperatore.

-"Vorrei, prima di arrivare a palazzo, presentarti una mia personale ospite"- Larsa lascio' che la giovane venisse avanti per presentarla con un gesto della mano -"Lei e' Artemis, ci conosciamo da anni, ho deciso di portarla con me come rappresentante dei nobili Arcadiani."-

Artemis capi' che la rappresentanza non era altro che una scusa per coprire le vere intenzioni dell'imperatore, gli resse il gioco, d'altronde non poteva far cadere la propria copertura prima di aver scoperto chi fosse la persona che Larsa doveva presentarle.

-"E' un piacere potervi conoscere di persona Giudce Gabranth."

-"Il piacere e' mio My Lady."- Gabranth fece un nuovo inchino, questa volta alla ragazza in segno di saluto. 

-"Hai per caso visto se e' gia' arrivato il mio amico Al-Cid Margrace?"

Gabranth si rivolse di nuovo al proprio signore -"Non l'ho visto ancora di persona ma credo che il suo convoglio vi abbia preceduto di un'ora circa e che lo stesso Al-Cid si sia diretto gia' a Palazzo.'

-"Bene, allora andiamo anche noi."- Concluse l'imperatore con un sereno sorriso sulle labbra.



   
 
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