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Autore: Hydro_Warner    17/05/2016    0 recensioni
Una one-shot ambientata nella darkroom,non come le solite fanfiction che narrano l'avventura,ma una fanfiction che narra i sentimenti,le emozioni,i pensieri e gli stati d'animo dei nostri cari personaggi,che altri non sono: Mark Jefferson e Maxine Caufield...è più bella la storia dell'intro...
Genere: Avventura, Malinconico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Mark Jefferson, Max Caulfield
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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WE'RE DREAMING...


Bum...Bum...Bum.
I battiti del suo cuore.
Erano sempre più veloci e frequenti.
Era agitata,non sapeva cosa dire.
Non poteva crederci,non poteva essere reale: Prima un senso di totale dispersione,poi invaghimento totale,e infine accettazione...
Pensava fosse in parte colpa della cosiddetta "Sindrome di Stoccolma", sindrome in cui finisci con il provare un senso d'amore verso una persona che ti minaccia,ti imprigiona,ti lega e...ti narcotizza...fino ad arrivare al fatidico momento in cui ti è sembrato tutto uno stupido equivoco,una cosa paranormale: Il momento in cui il Serial Killer è costretto a sbarazzarsi della vittima e del suo cadavere...una procedura che,in questo caso,aveva visto molti cadaveri di ragazze innocenti.

Ma era proprio questo che lo aveva spinto a diventare ciò che era,un Serial Killer che usa la fotografia in modo perverso ma geniale...una visione che le persone comuni,come Nathan o Victoria,non potevano capire,ma che Max capiva bene.
"Max...Max Caufield...Deve venire nella darkroom..."
Il pensiero dettato dall'istinto,che aveva sempre seguito,lo assillava...lo tormentava...una parte di se diceva di seguire l'intuito,l'altra diceva che non poteva fare questo alla migliore alunna del suo corso...non poteva...non a Max.
Non poteva distruggere il tenue blu dei suoi occhi,il tenue blu di cui così tanto si era invaghito,il tenue blu che non riusciva a non mostrare vergogna al solo incrocio del suo sguardo...il tenue blu così misterioso ma chiaro al contempo che possedeva Max,il tenue blu dei suoi occhi che riflettevano la totale innocenza infantile,il tenue blu che aveva preso possesso del suo cuore.
Alla fine il pensiero assillante gli pervase del tutto la mente...stava impazzendo ??
Non lo sapeva...non poteva saperlo.
Decise così di portare Maxine Caufield nella darkroom...per fare delle sessioni che avrebbero lasciato un segno infinito dell'innocenza,che poche persone ancora possedevano, che successivamente veniva contaminata da agenti esterni...come una tavola monocromatica: Bianco..Grigio..Nero..

Aveva paura,non poteva non ammetterlo, ma provava anche un forte senso di attrazione che la spingeva a non tentare di liberarsi e ammazzarlo per direttissima.
Non le era nemmeno passato per la testa l'idea che il suo professore preferito, Mark Jefferson,fosse una sorta di psicopatico Serial Killer con ideali della fotografia perversi,ma nulla negava che le sue fotografie erano epiche.
Le veniva in mente la prima volta che lo aveva visto entrare nell'aula di fotografia alla Blackwell Academy,non poteva crederci...pensava fosse solamente un sogno.
Sogno in cui due persone diverse,ma al contempo uguali,incrociavano lo sguardo per un secondo,sogno in cui le sue iridi color castano scuro avevano rapito il suo cuore.
Vide i suoi occhi brillare,il suo costano scuro,negli occhi,sembrava schiarirsi...
Non poté fare a meno di arrossare leggermente le guance al solo incrocio del suo sguardo.

Lui mantenne un certo condegno,non arrossì,ma si poteva notare chiaramente, che dal modo in cui la guardava,ne era oramai totalmente invaghito...
Era questo il motivo principale,secondo cui doveva portarla nella darkroom per una sessione fotografica.
Adesso lei era lì davanti a lui,finalmente era riuscito a portare a termine il suo obbiettivo.
Avrebbe voluto tenerla nella darkroom come spalla,ma il suo istinto gli diceva di non giudicare un libro dalla copertina,e che lei possedeva qualcosa che non era lontanamente immaginabile,fuori da ogni tipologia di controllo umano,qualcosa di molto pericoloso.
E poi non pensava che dopo ciò che le aveva fatto lei lo avrebbe mai perdonato, ma non gli interessava,o almeno non più.

Era davanti a lui,in quell'istante,con quello sguardo apatico ma tagliente che sembrava avere qualcosa di losco in mente.
In quel momento pensava solamente a quanto era stata stupida a non accorgersi prima del vero criminale,a non accorgersi prima che era solo uno psicopatico che sapeva giocare molto bene la parte della persona normale.
Nonostante le sue attuali condizioni era comunque invaghita di quel castano scuro nei suoi occhi,castano scuro che donava un nonsoché di misterioso alla persona, ma lei riusciva a non mostrare alcun sentimento per lui,anche se alcune volte lasciava che certi frammenti venissero notati.
Non aveva più paura,perché sapeva quale sarebbe stato il suo destino in quel luogo monocromatico e pieno di fotografie che raffiguravano la tortura e l'innocenza umana.

Non sapeva cosa fare,era indeciso tra seguire il suo istinto o seguire il suo cuore.
Il suo istinto gli diceva di sbarazzarsi di Max al più presto,mentre il suo cuore gli diceva che non poteva uccidere il tenue blu degli occhi di colei di cui si era invaghito.
Alla fine decise di seguire il suo istinto,che fino a quel momento non lo aveva mai tradito.

La aveva fatta tacere con un dito,coperto dal bianco guanto in lattice,posizionato a qualche centimetro dalla sua bocca.
Era stupita,e la paura,che fino a poco prima era svanita,le era improvvisamente tornata più intensa.
Non poteva credere che la persona di cui si era invaghita la stava per uccidere con un'overdose,cioè ci credeva perché lo vedeva.
Aveva paura,molta paura...non poteva più nascondere nulla,nessuna emozione riusciva a rimanere nascosta in quel momento,ma lei sapeva che la paura le infondeva coraggio.

Si dirigeva da Max,che stava cercando inutilmente di liberarsi strattonando i polsi da parti differenti.
Reggeva nella mano destra una siringa piena di una sostanza chimica di color bianco-trasparente.
Era soprappensiero mentre si dirigeva da Max,perché doveva sbarazzarsi di Max ? Che cosa aveva lei di così tanto potente da non poter essere controllato ? Voleva scoprirlo...in qualche modo.

Continuava a vederlo avvicinarsi sempre di più a lei con in mano la siringa e con l'intenzione di ucciderla senza far rimanere alcuna traccia di lei.
Era ad un passo dalla sedia,quando Max perse il controllo di se e si alzò in piedi baciandolo.
Non credeva che anche quest'emozione potesse essere in grado di essere vista da altre persone per di più con un gesto del genere.
Non credeva di poter provare ancora qualcosa per la persona che aveva tentato di ucciderla.
Al momento del bacio si sentiva in paradiso,si sentiva come se quel gesto avesse cambiato la sua vita,si sentiva come se non avesse fatto nulla di sbagliato fino a quel momento,si sentiva una persona con grande potenziale e coraggio da mostrare.
Non le interessava se lui provasse o meno la stessa cosa,fatto sta che era persa nel mondo dei sogni.

Quando vide Max che lo baciava porto le braccia al cielo e lasciò cadere la siringa a terra.
Guardava Max con le palpebre spalancate e uno sguardo incredulo era inciso sul suo volto.
Chiuse gli occhi,si tolse i guanti in lattice gettandoli a terra e prese tra le mani il viso di Max ricambiando il bacio.
Non sapeva cosa gli era preso in quel momento,fatto stava che sentiva di aver trovato una persona che nonostante tutto era disposta a perdonarlo,la stessa persona di cui si era invaghito,lo stesso tenue blu che gli faceva assaporare nuovamente l'innocenza che aveva perso molto tempo prima.
Sembrava veramente di essere nel mondo dei sogni...





Angolo dell'autore
oooh...che carini...sono proprio strana certe volte,ma se sei un Jeffield shipper nulla può più stupirti nella vita,impari cosa vuol dire essere freddi come il ghiaccio...e credetemi,io lo so...

ALLA PROSSIMA !!
   
 
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