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Autore: The Fantasy Hunter    17/05/2016    0 recensioni
Sono passati ormai alcuni anni dalla sconfitta di Nidhoggr e Sofia e i suoi amici conducono, finalmente, una vita normale libera dai continui scontri e preoccupazioni che erano soliti nella loro “precedente” vita, Sofia ormai ha una storia con Fabio e lo stesso vale per Lidja ed Ewan mentre sta Karl e Chloe sta nascendo qualcosa (anche se questi ancora non ne sono del tutto consapevoli e tentano, malamente di nasconderlo), e tutti sono convinti che i tempi dei draconiani siano finiti. Ma i ragazzi non potevano sapere che fino ad allora, dall’inizio della loro avventura, fino allo scontro finale qualcuno li ha osservati, li ha manovrati come burattini, e li ha fatto credere che tutto fosse finito, solo per aspettare il momento migliore in cui tagliare loro i fili. Qualcuno che fino ad allora aveva sempre agito nell’ombra, qualcuno che possiede un enorme potere che ha finalmente deciso di usare. Costui sarà il più potente e malvagio nemico che Sofia e gli altro draconiani avranno mai affrontato e per fronteggiarlo incontreranno nuovi amici che verranno in loro aiuto, ma scopriranno anche nuovi e crudeli avversari disposti a tutto per fermarli
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fabio, Sofia, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta
Capitoli:
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CAPITOLO 4:Visite Inaspettate
“Ma dove sarà finita? Comincio a essere davvero preoccupato”- si ripeteva il professore, era da quasi un’ora che aspettava Sofia ma non era ancora arrivata – “prof stai calmo, magari ha perso l’autobus, non sarebbe certo la prima volta”- provò a rassicurarlo Karl mentre finiva di apparecchiare la tavola per il pranzo, di solito era il professore a farlo ma era così in ansia per Sofia che non se ne era ricordato, non lo aveva mai visto così preoccupato, era da almeno mezz’ora che camminava avanti e indietro nel soggiorno della villa tormentandosi le mani, lanciando di tanto in tanto uno sguardo speranzoso alla porta di ingresso nella speranza che ne uscisse la sua bambina ma non servì a nulla –“Può essere, ma Sofia mi chiama sempre quando sa che farà tardi ”- aveva replicato il professore in tono preoccupato senza smettere di muoversi – ‘ In effetti è strano che Sofia non ci abbia avvertiti ’ – pensò Karl tra sé e sé, lo faceva sempre anche quando era in ritardo solo di pochi minuti e Karl sapeva che lo faceva solo per non far preoccupare il professore, dopo questa riflessione anche lui cominciò a preoccuparsi. Passarono ancora alcuni minuti, che a loro sembrò un eternità, quando finalmente sentirono la serratura della porta scricchiolare e la maniglia muoversi –“Sofia !”-esclamò il professore, con un sospiro di sollievo girandosi verso la porta –“Finalmente, si può sapere dove…”- ma le parole li morirono in gola quando lei emerse completamente dalla porta, aveva un occhio nero, sulla fronte spuntava un taglio che ormai non sanguinava più ma che doveva averlo fatto perché Sofia aveva piccole macchie di sangue secco sulla guancia destra e poi era piegata in due tenendosi una mano sullo stomaco. Sofia fece solo alcuni passi verso il prof ancora pietrificato da quella visione quando inciampò, stava per cadere ma il prof la prese tra braccia prima che accadesse – “Per amor del cielo, Sofia come stai? Cosa è successo? ”- cominciò a chiederle il professore in preda alla paura – “Niente” – gemette Sofia nel tono più convincente che le era riuscito – “sono solo caduta mentre andavo alla fermata ”- “ed è stato il marciapiede a farti quell’occhio nero? ” – la incalzò lui con tono più severo, poi si girò verso Karl che era rimasto lì zitto ed immobile da quando lei era entrata –“Karl, vai a prendere la valigetta del pronto soccorso che tengo in bagno”- gli ordinò, il ragazzo annuì e si precipitò su per le scale, nel frattempo il prof tirò su Sofia e la distese sul divano dopo averle tolto lo zaino – “allora mi vuoi dire cosa è successo veramente ? ” - lei rimase zitta come se non volesse rispondere – “già ieri ho notato che non eri di buon umore ma non ti ho chiesto niente perché non mi sembrava che avessi voglia di parlarne ma adesso ti prego di dirmi come sono andate le cose sia ieri che oggi, sono tuo padre e ho il diritto di saperlo” – concluse infine lui con un tono più serio di quanto Sofia lo avesse mai sentito, allora capì che non avrebbe avuto senso mentire, intanto Karl era tornato con la valigetta la porse al professore, lui la aprì e pulì la ferita di Sofia con un po’ di alcol e del cotone, la asciugò e ci mise sopra un cerotto, infine ripose il tutto. Prese una sedia e si sedette propri davanti a Sofia con le braccia incrociate aspettando che le spiegasse l’accaduto, anche Karl era rimasto lì per sentire; Sofia si tirò su e si sedette sul divano mentre qualche altra fitta allo stomaco la colpiva ma non ci fece troppo caso, niente poteva essere più doloroso che raccontare a due tra le persone che le stavano più a cuore quello che aveva passato quella mattina. Fece un lungo sospiro e poi inizio a spiegare ciò che le era successo quella maledetta mattinata e anche quella precedente.
“E questo è tutto” - concluse Sofia, non le era affatto piaciuto rivivere quell’esperienza e ancor di più non le era piaciuto l’effetto che doveva aver causato. Il professore era visibilmente arrabbiato, durante il racconto aveva più volte stretto le mani a pugno quasi facendole sbiancare e anche Karl sembrava non aver gradito ma sempre di più del prof. Alla fine il prof si tolse li occhiali e si massaggiò la fronte un paio  di volte, infine si rivolse a Sofia –“perché non me ne hai parlato ieri? ” – chiesea in tono molto serio e dispiaciuto –“perché non volevo vederti arrabbiato né tanto meno triste come ora”- li rispose con una sincerità disarmante – “avevo visto abbastanza rabbia quel giorno:  da parte mia, da parte di quell’ Alessandro che non sembra provare altro e soprattutto da parte di Fabio anche se sapevo che non l’avrebbe presa bene vederlo così furioso e il solo pensiero che si sarebbe potuto cacciare nei guai per colpa mia mi ha fatto stare malissimo. Ho pensato che fosse meglio così, che non avresti sofferto ma mi sbagliavo, mi dispiace. ” – il professore rimase commosso da quelle parole – “e pensare che dovrei essere io a preoccuparmi per te e non il contrario”- concluse infine scherzando mentre un sorriso paterno li si disegnava sulle labbra, un sorriso che fece traboccare di gioia il cuore di Sofia, che fece passare tutto il dolore che aveva provato, quel sorriso che aveva avuto lo stesso giorno in cui l’aveva portata via dall’orfanotrofio e le aveva fatto iniziare una nuova vita, non riuscì a trattenersi e li saltò al collo abbracciandolo con forza e lui ricambiò il gesto – “grazie prof, non ti nasconderò mai più nulla te lo prometto ” – disse mentre alcune  sottili lacrima trovavano la via dai suoi occhi. Poi si lasciarono andare e Sofia diede un’occhiata a Karl che si era commosso pure lui da quella scena, Sofia lo intuì dal fatto che i suoi occhi si erano arrossati mentre si asciugava le poche lacrime che li scendevano sulle guance mostrando un sincero sorriso. “Adesso il problema sarà raccontarlo a Fabio” – intervenne il professore, il sorriso scomparve dalle labbra di Sofia ‘È vero, come la prenderà? Di certo non bene, data la sua ultima reazione, e se questa volta non mi ascoltasse? Se decidesse di farsi giustizia da solo? ’- pensò ma scacciò subito quel pensiero – “glielo dirò io” – rispose decisa – “ne sei sicura?”- chiese Karl tra il sorpreso e lo scettico -“si, so che può essere duro di carattere, scontroso e irritante “ – “molto irritante” – aggiunse Karl ma Sofia lo gelò con lo sguardo prima che potesse aggiungere altro – “ma”- continuò lei – “sa essere anche divertente, dolce e sincero mi sa dare coraggio nei momenti difficili, resta sempre con me anche quando nessun’altro lo farebbe. Quello che sto cercando di dire è che dietro quell’aspetto da duro si nasconde un ragazzo sensibile, anche se non sempre lo dà a vedere, è anche per questo che lo amo”– disse con sicurezza, non si vergognava neanche un po’ delle sue parole perché erano tutte vere e sincere, sincere come mai prima d’ora –“se la metti così non posso proprio obiettare”- le rispose il prof sorridendo –“ma confesso che potrei ingelosirmi dato questa spontanea dichiarazione d’affetto”- aggiunse e tutti risero per quella piccola battuta, ne avevano tutti bisogno per sciogliere la tensione –“grazie, allora gli parlerò appena torna” - “non sarà necessario” – aggiunse una voce famigliare, Sofìa e tutti gli altri si girano di scatto sorpresi, da dietro la parete del corridoio era emerso Fabio, Sofia rimase allibita per qualche secondo – “ma non dovevi …” – balbettò – “Il mio amico è dovuto andare via prima del previsto, dati i suoi voti i genitori gli hanno imposto di tornare a casa per studiare, così sono rientrato, già da un po’ ”- le rispose lui in tono che non lasciava trasparire nessuna emozione -“un po’ … quanto? ” – domando Sofia mentre la pelle cominciava ad arrossarsi –“abbastanza per sentire la tua avventura mattutina e … la tua sdolcinata dichiarazione”- a quel punto Sofia divenne rossa fino alla radice dei capelli, non si vergognava di quello che aveva detto ma mai e poi mai avrebbe pensato che il suo ragazzo la stesse ascoltando, Il professore lanciò un occhiata a Karl che intuì subito entrambi lasciarono la stanza e salirono al piano di sopra capendo che era meglio lasciarli soli. Fabio avanzò lentamente verso il divano dove si trovava Sofia, e si sedette accanto a lei; per un po’ rimase in silenzio come se stesse cercando le parole migliori per esprimersi e alla fine parlò –“sarò sincero quando o sentito quello che ti era successo ero furioso, avrei voluto avere quel tizio tra le mani e fargliela pagare cara per quello che ti aveva fatto”- mentre parlava stringeva le mani a pugno sulle ginocchia e il suo tono era chiaramente nervoso, e a Sofia non piaceva per niente, non le piaceva vedere così il suo amato Fabio così li poso una mano sulla sua e lui la guardò negli occhi, non lo faceva da alcuni giorni ormai (a causa dei suoi impegni) ma vedere gli occhi verdi ed innocenti di Sofia gli scaldava il cuore, così pian piano distese le mani e continuò – “stavo per uscire e andare a cercare quel … quel mostro ma poi ho sentito quello che hai detto e mi sono calmato”- e si fermò un attimo poi riprese – “non sopportavo l’ idea che qualcuno ti facesse soffrire, ancora di più se fossi stato io la causa di quel dolore, e non parlo di dolore fisico, sentirti mentre dicevi tutte quelle cose di me mi ha fatto riflettere e quindi ho deciso di … lasciar perdere”- Sofia era commossa, lui era disposto a tutto per lei anche a cambiare se stesso a non fare una cosa su cui forse un tempo non avrebbe neanche esitato. Sofia prese il suo viso tra le mani lo portò a guardare il suo, poi lentamente cominciarono ad avvicinarsi finché non si baciarono, un bacio che voleva dire tante cose, soprattutto che si volevano bene, che si sapevano capire come nessun’altro e che non si sarebbero mai lasciati. “però una cosa ”-disse lui dopo essersi staccati – “la prossima volta non gliela faccio passare liscia, e questo è un punto non negoziabile ” – affermò in tono secco –“d’accordo, ma farò in modo che non ci sia nessuna prossima volta”- aggiunse lei –“che ne dici mangiamo qualcosa? ”- le chiese –“certo ho una fame da lupi?”.
Nonostante l’inizio fosse stato tutt’altro che piacevole la giornata era andata avanti nel migliore sei modi, quella confessione aveva fatto molto bene a Sofia che adesso si sentiva molto più leggera, tenersi dentro quel segreto non le piaceva affatto e per di più ogni volta che ci pensava le saliva la rabbia, ma ora non ce n’era più motivo. Avevano cenato tutti insieme, anche se un po’ più tardi del solito, chiacchierando e scherzando sembrava che tutti avessero accetta la spiacevole vicenda di che le era capitata, perfino Fabio aveva parlato del più e del meno quando di solito se ne stava sempre zitto, naturalmente lanciando di tanto in tanto qualche battuta sarcastica su Karl che ricambiava sempre il favore, era il loro modo per volersi bene. Fortunatamente era venerdì quindi il giorno dopo non ci sarebbe stata la scuola perciò, dopo cena i ragazzi si sarebbero potuti rilassare; tutti diedero una mano a sparecchiare la tavola e a mettere a posto: Karl lavava i piatti, Sofia riponeva tovaglia, tovaglioli e posate, e Fabio scopava il pavimento pieno di briciole mentre il professore era seduto sulla poltrona in salotto a leggere il giornale – “Allora che cosa facciamo oggi? ”- chiese Sofia mentre ripiegava la tovaglia – “Io credo niente …” – rispose Fabio scherzando – “Perché? Sei capace di fare altro? ” – lo punzecchiò Karl – “E tu sai fare qualcos’altro che stare chiuso in camera a studiare anche a ferragosto ? ” – ribatté lui sorridendo –“È più forte di me, se non studio mi sento incompleto e poi cosa c’è di male? ” - “potresti anche cercare di farti una vita sociale, sai no all’aria aperta a giocare a pallone o tanto per stare in compagnia, una vita al di fuori della scuola” - “Mmm … lo prenderò in considerazione” – concluse Karl sorridendo – “E tu Sofia? Cos’hai intenzione di fare?” – le chiesero quasi all’unisono – “non lo so, pensavo anche solo di andare in riva al lago per un po’ ”- li rispose, era il suo luogo preferito quando c’era il sole, vedere il suo riflesso sull’acqua del lago mentre un lieve brezza le accarezzava il viso  e le scompigliava i capelli. Fu il campanello della porta a interrompere la loro chiacchierata – “Aspettavate qualcuno?”- chiese il professore alzando lo sguardo dal giornale, i ragazzi scossero la testa incuriositi. Ci poteva essere? Al secondo suono del campanello il professore ripiego il giornale e lo appoggiò sul tavolo e si diresse verso la porta. “Ragazzi, credo sia per voi!”- annunciò dopo che lo sentirono aprire la porta d’ingresso; incuriositi Sofia, Fabio e Karl interruppero la pulizia e si diressero verso l’ingresso, quando videro chi c’era sulla porta rimasero tutti sorpresi –“Ciao Sof, è un po’ che non ci si vede” - “Lidja” – esclamò Sofia e con lei c’erano anche Clhoe ed Ewan, i loro cari amici, era ormai già qualche settimana che non si vedevano più: i gemelli si erano iscritti in una scuola molto distante dalla loro e quindi capitava molto di rado che si vedessero e Lidja se non era a scuola era sempre molto indaffarata col circo. Sofia era al settimo cielo nel rivederli e saltò subito al collo a Lidja abbracciandola – “Ok, ok Sof anche io sono felice di rivederti”- le disse ricambiando l’abbraccio, nel frattempo anche gli altri si erano salutati, soprattutto Karl e Cloe, anche se la loro non era una storia ufficiale era chiaro a tutti che quei due si piacevano, tutte le volte che si incontravano arrossivano come se fossero stati in una sauna. Quando Sofia e Lidja si sciolsero da quel caldo abbraccio le ragazze si guardarono in faccia sorridendo, era così bello rivedersi dopo un tempo che per altri sarebbe potuto sembrare poco ma per loro era stata un’eternità, poi però il volto di Lidja si fece più serio mentre scrutava meglio il volto di Sofia –“Che hai fatto all’occhio? ”- le chiese con una punta di preoccupazione, lei se ne era completamente dimenticata, quella spiacevole mattinata le aveva lasciato un bel ricordo: una gran bella macchia nera intorno all’occhio –“Diciamo che ho avuto una brutta giornata fin ora ma adesso non ho voglia di parlarne”- le rispose, era già stata abbastanza dura raccontarla al prof e gli altri e non aveva per niente voglia di rivivere quell’esperienza, almeno non subito - “Va bene”- le rispose Lidja senza insistere – “però più tardi ne parliamo d’accordo? ”- lei annuì – “Comunque cosa fate qui ?”-le chiese cercando di cambiare argomento –“Era non po’ che non ci vedevamo così io, Clhoe ed Ewan abbiamo deciso di farvi una sorpresa che spero abbiate gradito? ”- le rispose Lidja in tono scherzoso –“Certo che l’abbiamo gradita” – le rispose Sofia con felicità –“Ci avrei giurato” - “E fino a quanto restate? ”- chiese Karl che aveva ascoltato la conversazione –“Avevamo intenzione di rimanere tutto il pomeriggio se non è  un problema? ”- li rispose timida Cloe – “certo che non lo è! ”- rispose lui ad alta voce, ottenendo l’effetto che tutti si girarono verso di lui  e Cloe ed entrambi arrossirono per l’imbarazzo, anche se ormai tutti sapevano che loro due stavano insieme - “Allora che cosa si fa? ” – esordì Ewan che era rimasto in silenzio fino ad allora – “Ne stavamo parlando proprio prima che arrivaste ” – gli rispose subito Sofia – “Io personalmente avevo intenzione di fare una passeggiata in riva al lago, ma se voi avevate in mente altro …” – “assolutamente no, e mi pare una splendida idea” – le rispose subito Lidja senza neanche lasciarle il tempo di finire la frase –“ultimamente non siamo usciti molto e a me piacerebbe passare un po’ di tempo all’aria aperta”- “Va bene anche per voi? ”- chiese Sofia rivolgendosi agli altri che annuirono con decisione –“Allora è deciso, si va tutti a fare una gita sul lago ”- “Allora vi lascio soli”- intervenne il professore –“Io resterò in casa tutto il pomeriggio per motivi di lavoro, quando vorrete rientrare saprete dove trovarmi ”- “D’accordo ”- gli disse Sofia sorridendo, aveva bisogno di stare con i suoi vecchi amici e forse il professore si sarebbe sentito di troppo tra di loro – “Allora andiamo ”- concluse Fabio che si era portato di fianco a Sofia, i ragazzi salutarono il professore e poi tutti insieme si misero in marcia verso il lago di Albano.
   
 
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