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Autore: rosewhite    17/05/2016    1 recensioni
Dopo anni di fatiche e dolori Megan è finalmente dove vorrebbe essere.
Agente Speciale di un'agenzia soprannaturale segreta ora si troverà di fronte ad una nuova missione più pericolosa e controversa di quanto credeva.
Riuscirà la nostra eroina a portarla a termine oppure perirà nel tentativo?
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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  3. MIDNIGHT 



Il Midnight si trovava a circa 20 minuti d’auto dalla sede dell’Alleanza.
Tyron lo raggiunse in 10, Meg rimase bloccata nel traffico e ce ne mise 30.

Mentre aspettava spazientita, più per le future frecciatine del demone che per il traffico, iniziò a picchiettare le unghie sul volante mentre vagava con la mente.

Continuava  a pensare che qualcosa non andava.
Era un caso che questa droga colpisse principalmente gli esseri soprannaturali?
E se non lo era, qualcuno del PS doveva aver progettato quella cosa. A che scopo?
Se fossero venuti a conoscenza dell’Oblivius esseri come vampiri, ninfe, alcuni demoni e qualsiasi altra razza immortale, ormai annoiati dopo aver visto praticamente tutto della vita, potevano avvicinarsi a questa droga, con risultati a dir poco tragici.

 

Nel locale la musica era così forte che Meg a stento riusciva a sentire i propri pensieri e la luce strobosferica le faceva a malapena vedere dove metteva i piedi. Ecco perché odiava i posti come le discoteche, due dei tuoi sensi sono K.O. appena entri.

Così per cercare di capire qualcosa, si sedette al bancone ed ordinò un cocktail analcolico, osservando attentamente il barman mentre glielo preparava.

La regola numero uno di un agente? Essere paranoico. Se non prendi tutte le precauzioni sei morto.

Ad esempio  quando entrava in un locale, e ne aveva la possibilità, si metteva sempre con le spalle contro il muro ed in modo da poter vedere l’entrata.

Sono piccole accortezze che ti salvano la vita, come guardare a destra e sinistra quando attraversi la strada, per intenderci.

Una volta ricevuto il cocktail si voltò con espressione annoiata verso la pista da ballo, sondando con la mente tutta l’area.

Il sesto senso funzionava ovunque e comunque, tranne se fai uso di droghe ovviamente.

Il suo potere strisciò come nebbia invisibile per tutta la sala, riempiendola  come se avesse vita propria.

E in effetti qualcosa trovò.

C’era diversa magia in atto, dissuasiva e di trasfigurazione.

Non era raro che nel mondo magico si usasse, anzi quando il PS - Popolo Soprannaturale - si trovava tra gli umani era praticamente obbligatoria per nascondere le proprie fattezze o le proprie azioni.

Come la vampira che si stava nutrendo nell’angolo della pista da ballo o il demone della lussuria intento a scegliere la prossima preda che doveva nascondere le lunga corna nere.

Però Meg riuscì a trovare solo quello. Non soddisfatta chiuse gli occhi e provò a scendere ad un livello più profondo.

Ed eccola lì, una nebbia verde smeraldo che si accese come una lucina notturna. Una scia di potere debole che dal centro della pista andava avanti ed indietro per tutta la sala e poi dritta verso l’uscita, creando un reticolato luminoso che attraversava tutto il locale.  

Ma doveva avvicinarsi.

Così, una volta finito quella cosa che a malapena si poteva chiamare cocktail, si addentrò nella massa di corpi danzanti, destreggiandosi per non ricevere una gomitata in bocca, dato la sua bassa statura.

Arrivò nel punto esatto in cui partiva la nebbiolina verde che si stava man mano dissolvendo, più tempo passava più diventava debole.

Megan provò a concentrarsi abbastanza per poterla esaminare in modo più profondo, ma con tutta quella musica e tutta quelle persone le risultava difficile.

Troppo difficile.

Era come se volesse afferrarla ma le scivolasse dalle mani come acqua, invece di penetrare in fondo riusciva a malapena a saggiarla.

Si stava esasperando, più provava più falliva. E il fallimento in quei casi non è un’opzione.

Provò ad allontanarsi mentalmente dal fracasso della discoteca, ma corpi su corpi la toccavano facendole perdere la concentrazione.

Quello non era il posto giusto dove meditare, ovviamente.

All’improvviso un paio di braccia le toccarono i fianchi, era pronta a mandare al diavolo chiunque fosse, ma quando si voltò vide Tyron che la guardava con occhi tutt’altro che lussuriosi.

<< La musica è molto alta qui. >>  gli disse praticamente ad un centimetro dall’orecchio.

Ammettiamolo, voleva mandarlo a quel paese ed anche con cattiveria, ma si rese conto che le stava facendo scudo con il suo corpo in modo che le altre persone non potessero toccarla.

Mr. Armadio mise la sua mano destra dietro la nuca di Meg e le portò la testa sul suo petto, facendo poi scivolare la mano sull’orecchio rimasto libero.

Nonostante sapesse che lo faceva unicamente per utilità e non per romanticismo, l’intimità di quell’azione le fece perdere un battito. Uno solo però.

Tyron le aveva servito l’occasione di allontanarsi mentalmente da quel luogo su un piatto d’argento e lei l’avrebbe colta molto volentieri.

Così tornò a concentrarsi e sprofondò in quella nebbia verde, più giù e più profondamente che poté.

Quella non era la magia di trasfigurazione di un vampiro o di un demone. Era potere puro. E questo voleva dire che una strega o uno stregone aveva fatto un incantesimo in quel punto preciso.

E non era una traccia già vista.

In un posto nascosto nella mente di Meg erano catalogati tutti i poteri dei membri del PS che aveva incontrato in precedenza. Ognuno, quando usava la magia, lasciava un’impronta differente, come quelle digitali. Non ne esistevano due uguali.

Aveva tutte le informazioni che poteva ricavare, così, delicatamente e facendo finta di ballare, si allontanò dal demone che la teneva tra le braccia.

Aveva trovato qualcosa, peccato che non portasse a nulla.

Quella nebbiolina poteva semplicemente essere stata lasciata da una strega che aveva fatto un piccolo incantesimo di trasfigurazione per cambiarsi colore di capelli.

Non era successo nulla che collegasse quel potere alla loro indagine , quindi era di nuovo punto e a capo.

Dopo averla guardata per un attimo Tyron si allontanò senza dire una parola, sparendo tra la folla.

Le rimaneva una sola possibilità per trovare una pista dalla quale iniziare l’indagine, così si abbassò il top per mettere in risalto la scollatura e si avvicinò ondeggiando verso la sua preda.

Quando gli fu così vicino da sfiorarlo con il proprio corpo, gli accarezzò le lunga corna nere ricurve verso la nuca, il punto debole della razza.

Lui si girò di scatto e la guardò dalla testa ai piedi, soffermandosi qualche istante di troppo sul seno.

Il fatto di dover usare il suo corpo per attirare l’attenzione del demone la infastidiva, ma era un piccolo male necessario.  

D’altra parte un’occhiata in più non aveva mai ucciso nessuno, o almeno nessuno che non avesse incrociato la strada di Medusa, ma questi sono dettagli.

Megan iniziò a ballare strusciandosi addosso al Succubus mentre le sue mani correvano sui suoi fianchi per stringerla ancora di più a sé e, nel frattempo, lo trascinava tenendolo per la t-shirt nera verso una zona della pista da ballo meno affollata.

Alzandosi sulle punte,visto i dieci centimetri che nonostante i tacchi li divideva, gli sfiorò le labbra con l’orecchio.

<< Questa sera voglio perdere il controllo. >> gli disse carezzandogli il petto.

<< Dolcezza, non è l’unica cosa che perderai questa notte. >> Meg pensò che non doveva essere un demone particolarmente forte, visto che non aveva notato la sua mancanza di desiderio.

Lei scosse il capo sorridendogli sensualmente e facendo ondeggiare la lunga chioma castana.

<< Voglio perderlo completamente. Hai qualcosa che può aiutare? >>

<< Stai parlando di droghe? >> le chiese alzando un sopracciglio. Lei annuì sorridendogli per tranquillizzarlo.

<>

<< Qualcosa di più potente e.. - gli infilò una mano sotto la maglietta - più sconvolgente. >> Sperava di sembrare sensuale come pensava, anche se si sentiva completamente ridicola.
Il rigonfiamento nei pantaloni del demone però diceva che stava svolgendo bene il suo lavoro.

<< Baby, più potente dell’Ecstasy ci sono solo io. >> Lei rise, falsamente, e si allontanò di un passo. Non c’erano informazioni utili lì.

<> Gli fece l’occhiolino e se ne andò ondeggiando come se il suo povero bacino dovesse staccarsi da un momento all’altro.

<< Non sai cosa ti stai perdendo! >> Le urlò dietro.

<< Un giorno lo scoprirò. >> gli disse mandandogli un bacio.

La prima serata al Midnight era stata una completa perdita di tempo.

Più tempo passava più la situazione poteva peggiorare, lo sapeva bene.

Dalle altre due squadre non erano arrivate notizie, segno che anche lì la serata passava fin troppo tranquillamente.

   
 
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