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Autore: Selhin    19/05/2016    3 recensioni
Questa è una AU che tiene presente solo FF XIII e il suo finale ( perciò niente FF 13-2 né Lightning Returns ). E' una storia sviluppata in un ipotetico post game. Ogni capitolo sarà una One Shot e potrà anche essere letto singolarmente poiché non è solo una long ma anche una raccolta.
Tema: le Stagioni.
Pairing [ HopexLight ]
Cap 1 - Autunno - Wait for me
Cap 2 - Inverno - Decisions ( for the future )
Cap 3 - Primavera - Happy Birthday
Cap 4 - Estate - Can I have this dance?
Cap 5 - Nessuna Stagione - The Right Choice
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hope, Lightning
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Passing of Time'
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Fandom: Final Fantasy XIII

Pairing: Hope/Lightning

Personaggi: Lightning Farron, Hope Estheim

Tipologia: One Shot ( 2568 parole )

Genere: Romantico, Fluff, Slice of life

 

8° Argomento: Stagioni
39. Estate

 

 

Can I have this dance?

 

 

 

 

 



"
When your eyes shimmer beneath the summer moon
You will find me "




  Bevve velocemente l’ennesimo sorso di vino bianco nel suo bicchiere.

Il liquido le frizzò in bocca e le bruciò appena mentre scendeva nella gola, una lieve vampata di calore si irradiò dalle sue guance arrossate. Non che fosse ubriaca, era abbastanza abituata a bere alcolici di tanto in tanto, ma quello restava comunque il suo terzo bicchiere. A stomaco vuoto.

Guardò tristemente il bicchiere, lo posò su un vassoio accanto ad altrettanti bicchieri tristemente vuoti e abbandonati e la sua mano si allungò per prenderne uno nuovo, stracolmo. Fissò malamente alcune patatine poco distanti, erano tristi almeno quanto i bicchieri vuoti alla sua destra ma s’impose di mangiarne almeno un paio. Erano comunque del cibo. Si portò ancora il bicchiere alle labbra e tornò a guardare quella miriade di sconosciuti attorno a lei.

La musica era forte e le rimbombava nelle orecchie come un trapano ad alta velocità. Storse la bocca infastidita e mangiò un’altra patatina. Poi un altro sorso ancora.

Si stava annoiando a morte, sapeva che sarebbe accaduto dannazione, tutti lo sapevano, eppure l’avevano obbligata lo stesso a partecipare. In realtà era lì solamente perché sapeva si sarebbe sentita troppo in colpa ma se non si fosse presentata nessuno se ne sarebbe stupido, nemmeno lui. Forse non gliel’avrebbe fatto pesare come aveva pensato, ma sapeva quanto ci tenesse che lei fosse presente.

Lo guardò mentre, qualche metro più lontano da lei, chiacchierava gentilmente con quelli che dovevano essere suoi compagni di scuola. Hope aveva un viso serio e pacato mentre rispondeva educatamente ai ragazzi attorno a lui che lo ascoltavano quasi con ammirazione. Era il più intelligente, era il presidente e il responsabile della classe - lo era stato per 5 anni - e adesso era stato ammesso all’accademia con la votazione più alta perciò tutti lo tenevano in gran considerazione. Mai una pecca sul suo curriculum. Forse avrebbe potuto attirare le invidie dei suoi coetanei ma la sua cordialità e il suo buon carattere lo avevano reso degno del rispetto che tutti gli portavano. Di tanto in tanto i suoi occhi tranquilli la cercavano quasi ad assicurarsi che lei fosse sempre lì, che non se ne fosse andata.

Un altro sorso di vino.

Forse poteva staccare la spina di quella maledetta cassa che faceva fuoriuscire quella dannata musica prima che le spaccasse definitivamente i timpani. Poteva uscire e godersi quella bella giornata estiva, magari combattendo contro qualche mostro tanto per rilassarsi. Poco distante da lei Serah stava ballando accanto a Snow, il viso arrossato e sereno da qualsiasi pensiero. Sembrava così felice. Avevano lasciato la bambina da Lebreau perché non era adatto portarsi una bambina piccola ad una festa di diciannovenni.
Anche Sazh era riuscito a partecipare alla cerimonia di ammissione all’accademia, ma poi non si era potuto trattenere per la festa ed era tornato al suo lavoro. Lightning desiderò aver avuto la stessa idea.

Terzo sorso del quarto bicchiere.

I suoi occhi azzurri vagarono per la stanza leggermente appannati. Vide di nuovo Hope mentre rispondeva gentilmente ad alcune ragazze che gli si erano fatte vicino. Una di loro gli strinse un braccio come fosse la cosa più normale del mondo. Lo vide arrossire un po’ e sorriderle con gentilezza.

Bevve il resto del vino nel bicchiere tutto d’un fiato.

La ragazza sembrava più spigliata delle altre, come se fossero in confidenza. Non era molto alta, i capelli corti e scuri, lo sguardo velato di malizia. Lo guardava come si guarda una preda. Lightning sentì improvvisamente un caldo tremendo, ma attribuì quella sensazione sgradevole al troppo alcol in circolo. La giovane cercò di trascinare il ragazzo sulla pista da ballo ma lui la trattenne scuotendo la testa.

Lightning continuava a fissarli senza riuscire a distogliere lo sguardo, voleva voltarsi ma non ci riusciva. Accartocciò il bicchiere di plastica ormai vuoto senza accorgersene. Alla fine, dopo un’insistenza quasi estenuante, la ragazza sembrò arrendersi e si allontanò da Hope il quale alzò lo sguardo su di lei. I loro occhi s’incontrarono per un attimo e la donna arrossì violentemente. Si voltò in fretta imbarazzata per essersi fatta scoprire intenta a osservarlo, prese il quinto bicchiere e mandò giù il contenuto tutto in un sol colpo. Una mano le si posò dolcemente sulla spalla. Quando alzò lo sguardo e vide il ragazzo osservarla quasi divertito avvampò.

  - Hai intenzione di berli tutti da sola, Light? - le disse indicandole i bicchieri pieni di vino davanti a lei.

Non riusciva a formulare una risposta intelligente, la pelle le bruciava dove lui l’aveva toccata. Che diavolo le stava succedendo? Forse aveva davvero bevuto troppo. Barcollò appoggiandosi al tavolo con finta noncuranza. - Sono grande abbastanza per gestire un po’ di vino. -

Hope spostò la testa di lato sorridendo divertito. - Sei ubriaca? -

Lei lo guardò indignata. - C-Certo che no! -

Lui scoppiò in una sonora risata, sembrava volesse aggiungere qualcosa ma qualsiasi cosa fosse se la tenne per sé. Meglio non farla infuriare oltre il limite, era già felice che avesse resistito così tanto ad una festa di adolescenti, benché aiutata dal vino.

Lightning lo fissò sbigottita per quella reazione. La stava prendendo in giro? Era davvero così ubriaca?

Hope divenne improvvisamente serio e prese a fissarla negli occhi mettendola quasi a disagio. Seppe di arrossire sotto quello sguardo ma cercò di non darlo a vedere contraccambiando l’occhiata quasi con arroganza. Poi lui sorrise disarmando ogni sua difesa, il cuore le mancò un battito. Sì, aveva decisamente bevuto troppo.

  - Grazie per essere venuta, so quanto sia terribile tutto questo per te. Lo apprezzo molto. -

E Lightning si sentì in colpa per aver solo pensato e desiderato di squagliarsela in mille modi differenti da quando quella festa era iniziata. Scosse la testa. - Non potevo mancare. -

Tra di loro calò un silenzio fatto di mille sguardi. Fu lei a spezzare la tensione. - E poi l’unica cosa davvero terribile è vedere Snow ballare. -

Hope rimase interdetto, poi rise. - Mi dispiace, questo non potevo prevederlo. -

Lei assunse la sua solita posa da ramanzina, una mano sul fianco e la testa inclinata. - Dovrai fare molto di più per farmi dimenticare tutto quello che ho visto oggi. -

Questa volta risero insieme guardando alla loro destra Snow intento a muovere i fianchi a ritmo di musica. Mentre Light lo guardava disgustata vide con la coda dell’occhio che Hope aveva spostato la sua attenzione oltre le sue spalle. Incuriosita fece per voltarsi ma lui l’afferrò per i polsi costringendola a guardarlo.

  - Ti va di ballare? -

Aprì la bocca ma parlò solo dopo qualche secondo. - Stai scherzando? -

Per tutta risposta Hope le sorrise e la trascinò qualche metro più in là, lontani da Snow e Serah, completamente in mezzo a una folla che saltava e si agitava a più non posso. Lightning non riusciva a pensare a niente se non alle loro mani intrecciate. Un momento, lei non sapeva ballare e non aveva alcuna voglia di farlo! Con i suoi sorrisi l’aveva distratta.

  - Fermo, che diavolo ci facciamo qui? -

Il ragazzo la guardò senza parlare mentre la musica attorno a loro rimbombava sempre più forte.

  - C’è una ragazza che mi perseguita, fingi di ballare con me, ti prego. - le disse parlandole in un orecchio. Un brivido le corse lungo la schiena mentre rimaneva immobile senza sapere come reagire. Hope la guidò facendole appoggiare una mano sulla sua spalla mentre le faceva fare una piroetta cercando di togliersi dalla visuale della persecutrice. A Lightning girava la testa più del necessario e si maledì per aver bevuto quei quattro bicchieri… o erano cinque? Maledizione.

  - Chi è? - riuscì a formulare dopo qualche minuto di silenzio.

Lui alzò le spalle. - Una mia compagna. -

  - Ah, la ragazza con i capelli corti, quella molto carina… - la frase le sfuggì prima che potesse trattenersi. Era davvero il caso che smettesse con il vino per sempre.

Il ragazzo non rispose subito. - Per essere carina lo è. -

La donna abbassò lo sguardo focalizzandosi sui suoi piedi chiusi in un paio di stivali di pelle.

  - Dovresti essere felice che una ragazza così carina voglia stare con te, no? -

Hope la guardò. - E’ pazza, ok? Quando torno a casa mi segue sempre, in biblioteca prende in prestito tutti i libri che ho prima preso io, mi chiama ogni mattina e ogni sera e continua fino a che non le risponde qualcuno e poi ha uno strano blog dove scrive delle cose che… lasciamo perdere. Sinceramente è molto inquietante. -

Lightning non riuscì a trattenersi dal ridere e lui la fissò.

  - Ehi, non c’è niente da ridere. -

Sicuramente era anche colpa del vino ma la donna non ricordava di essersi mai divertita tanto da un sacco di tempo. Hope ascoltò la sua risata rapito dal suono che produceva, sebbene fosse lui l’oggetto di quel divertimento se ne compiacque. Gli sarebbe andato bene essere lo zimbello del mondo pur di sentirla sempre ridere a quel modo.

  - Scusa, ma è troppo divertente. -

Le mancò il respiro e si dovette fermare cercando di riacquistare un po’ di dignità mentre lui la osservava di sbieco. - Mi vendicherò di questo, sappilo. -

Non si accorsero che la suddetta ragazza gli era arrivata alle spalle in silenzio e ora guardava prima Hope poi Lightning con disappunto. Entrambi fecero un salto nel vedersela lì all’improvviso.

  - Questa chi è? - disse la giovane indicando Lightning a cui era sparito totalmente il sorriso dal volto.

Il ragazzo alzò un sopracciglio e, con noncuranza, riprese le mani di Lightning continuando a ballare. - La mia ragazza, non te l’ho presentata? -

Il tono era così pacato, come se fosse la cosa più ovvia del mondo, che persino la donna rimase confusa. Guardò la ragazza che la fissava con astio, poi irruppe con voce forte.

  - Credevo fosse vero amore il nostro, cancellerò tutto dal mio blog! Te ne farò pentire! -

Si allontanò come una furia lasciando i due senza poter ribattere in alcun modo, poi si guardarono interdetti.

  - Mi sa che non le piaccio più. -

Lightning scosse la testa. - Temo di no signor Estheim. -

Lui fece spallucce. - Forse ne andrà anche della mia reputazione… -

La musica cambiò improvvisamente assumendo una melodia quasi romantica. L’allegria finì improvvisamente quando si resero conto che attorno a loro c’erano solo coppiette abbracciate che ballavano lentamente. Nel trambusto Hope l’aveva stretta più vicina mentre lei si era quasi aggrappata alla sua camicia. I volti vicini, le dita intrecciate. Lightning alzò lo sguardo ad incontrare per l’ennesima volta i suoi occhi verdi. Da quanto aveva smesso di abbassare gli occhi per guardarlo ed era lei costretta ad alzare il mento? Era diventato alto, incredibilmente alto, le spalle si erano allargate e anche le mani, che lei ricordava così minute e tremolanti adesso erano più grandi e più forti.

Cosa le stava succedendo?

Si allontanò un po’ mettendo della distanza fra loro.

  - Va bene, direi che posso tornare al mio tavolo e… -

Impetuosamente lui l’attirò a sé. - Balla con me. -

Il respiro si era fatto più veloce, poteva sentire il suo cuore aver aumentato i battiti. Si inumidì le labbra, la gola era secca e si sentiva accaldata. Scosse la testa.

  - Non… non credo dovrei. Mi gira la testa e probabilmente ho un principio d’infarto perché ho il cuore che va a mille. -

L’aveva detto sul serio? Giurò che mai più avrebbe bevuto del vino, anzi, ne avrebbe cancellato l’esistenza.

Hope sorrise nel vederla così imbarazzata. - Allora temo avremo un infarto in contemporanea. -

Lightning arrossì, si guardò attorno quasi preoccupata.

  - Non c’è nessuno interessato a noi Light, nemmeno tua sorella. -

Le accarezzò i capelli scostandole un ciocca dalla fronte, sapeva quanto potesse sentirsi a disagio con Serah e Snow nelle vicinanze e quando lei alzò nuovamente lo sguardo su di lui si sentì più confusa che mai. Sentiva che c’era qualcosa di diverso dal solito ma il caos che regnava sovrano nella sua testa le rendeva difficile anche il pensiero più semplice. D’improvviso non sapeva nemmeno più darsi un’età, si sentì una ragazzina. E allora, tanto valeva agire come tale.

Appoggiò la testa sulla spalla del ragazzo e gli circondò il busto con le braccia stringendogli piano la camicia sulla schiena. Lui fece scivolare lentamente entrambe le mani sui suoi fianchi e appoggiò il mento sui capelli rosati. La cullò a tempo di musica mentre lei si sentiva così estranea a se stessa da non riuscire nemmeno a tenere gli occhi aperti. Poteva avvertire la dolcezza con la quale lui la teneva stretta, un piacevole tepore la pervase. Non si era mai sentita così.

Era giusto? Era sbagliato? Non le importava.

Hope le accarezzò i capelli all’altezza del collo, sfiorandole la pelle. Aveva sempre saputo cosa provava per lei, l’aveva capito al loro primo abbraccio, tanti anni prima, a Palumpolum. Aveva aspettato pazientemente che lei si accorgesse di lui, che smettesse di guardarlo come un ragazzino che andava protetto. Adesso voleva essere lui a proteggerla perché non era più quel giovane impaurito che lei aveva conosciuto. Forse quel momento era arrivato, forse il miracolo poteva accadere. Non riusciva ad aspettare ancora. Si chinò e le diede un bacio delicato sulla spalla nuda, leggero come una piuma, quasi timido. Le scostò la spallina e seguì la curvatura del collo, risalendo lentamente continuando a baciarla, a sfiorarle la pelle con le labbra. Le mani cercarono i fianchi, risalirono sulle scapole, le accarezzarono i capelli avvicinandola di più.

Lei fremette allungandosi, inarcando appena la testa di lato, le dita si strinsero più forte sulla sua schiena. Era così caldo, il suo respiro le procurava dei brividi piacevoli lungo la spina dorsale.

Hope si spinse più in alto baciandola dietro l’orecchio, poi si spostò sullo zigomo diretto verso la sua bocca. La pelle di lei era tiepida e il suo odore era così buono, sembrava non riuscisse a farne a meno. Le cercò le labbra con le sue, dischiuse appena gli occhi verdi per essere certo di non star sognando e intravide le sue lunghe ciglia scure. Assaporò quel momento indugiando appena, il respiro accelerato, poteva ascoltare il suo cuore impazzito tamburellargli fin nella gola. Le prese il mento fra le dita accarezzandogli le labbra rosate, la baciò di lato sfiorandole appena la bocca già leggermente dischiusa.

Poi quella musica dolce finì lasciando il posto ad un’altra più energica, risvegliandoli da quel torpore che li aveva avvinti.

Lightning spalancò gli occhi improvvisamente conscia di cosa stava accadendo, i visi vicini, le labbra che si sfioravano, il suo sguardo verde fisso su di lei. Lo allontanò da sé con più forza di quanto avesse voluto. La pelle le bruciava dove il ragazzo l’aveva toccata, il respiro era più veloce di quanto volesse dar a vedere e desiderava solamente poter ritornare fra quelle braccia.

Ma non poteva.

Non poteva proprio.

Hope la guardò confuso mentre lei gli voltava le spalle e si allontanava senza dire una parola, correndo via chissà dove. Aveva bisogno d’aria, aveva bisogno di allontanarsi da tutto questo. Lui non riuscì a fermarla. Si portò una mano fra i capelli mentre attorno a lui tutti continuavano a ballare inconsapevoli di cosa fosse accaduto. Si morse le labbra e si diede dello stupido.

Aveva rovinato ogni cosa.

 

 

 

 

 

 

Note Autrice : COSA HO APPENA SCRITTO????? AIUTO!!!
Ok mi calmo, MI CALMO!

No sul serio, scusatemi se l’avete trovata terribilmente OC o sdolcinata, o la parte comica vi ha disturbato insomma, sono confusa io stessa @@ personalmente sono soddisfattissima di come mi è riuscita anche se, ovviamente, nella mia testa era partita in tutt’altra maniera!
E adesso ho dei seri problemi col finale perché ve lo giuro, HOPE HA FATTO TUTTO DA SOLO non volevo io, ecco, non doveva succedere niente ANCORA diamine! ( si che in effetti non è successo proprio un accidenti però, insomma, secondo la mia mente malata SI )

Comunque, per aiutarmi un pochino ho fatto passare due anni fra questa fic e la precedente invece che uno solo come le altre ( ho accennato che la festa sia piena di diciannovenni di proposito, Hope è stato ammesso in un accademia non “nell’accademia” perché nella mia fic non esiste, almeno per adesso ma boh ) perciò Hope va per i 20 AIUTO ecco perché ha reagito così… va bene la smetto di parlare da sola.
E niente, ora son tutti cavoli miei che devo trovare una soluzione e gestire tutto, sperando di farne uscire qualcosa di buono. Son già in crisi AIUTO
Spero tanto vi sia piaciuta e vi abbia fatto salire lo shipping almeno il 20% di quanto sia salito a me, sono in hype aiuto, basta me ne vado.
Grazie per aver letto anche questo mio sfogo >3<


Selhin


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