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Autore: altairattorney    19/05/2016    2 recensioni
Non dimenticare mai ciò che hai visto, Asterix. Il futuro non è nemmeno lontanamente minaccioso quanto ci spaventa. Le persone che approfittano della nostra paura, invece... quelle sono pericoli viventi.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Asterix, Panoramix
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Come What May
Qualunque cosa accada

Traduzione dedicata alla mia saggia mamma, con molto affetto


Senti, Panoramix. Secondo te andrà tutto bene?”

La sagoma che ha parlato è accovacciata nei paraggi, giusto all'orlo del suo campo visivo. Il druido non coglie granché dei suoi movimenti; come al solito, è troppo assorbito nel proprio lavoro per voltarsi. Preparare la pozione è un rituale sacro – gli lascia appena intravedere una testa china e pensosa, e il dondolare leggero di un paio di gambe.

Un attimo dopo, il miscuglio richiede di nuovo tutta la sua attenzione. Dita rapide sminuzzano la giusta dose di finocchio, per poi gettarlo nel brodo come una densa polvere verde. Che lo sguardo di Panoramix rimanga fisso sul calderone non fa differenza; non ha bisogno di guardare in direzione di Asterix per capire.

E chi sono io per dirlo, figliolo?”

Segue un lungo sospiro, diviso tra rassegnazione e disgusto. Appena sotto le scaglie, il pesce che ha preparato sta già marcendo. Qualcuno si prenderà presto una bella strigliata.

Nemmeno io posso predire il futuro, sai.”

Panoramix allontana il calderone dal fuoco. Il bollore lascia posto a una fumante tranquillità. È ora di occuparsi dell'aglio.

Finalmente, dopo aver raccolto qualche manciata di spicchi, Panoramix è libero di spostarsi. Si dirige verso la panca con il grembiule pieno, strofinando un sottile coltello d'argento.

Talvolta, il druido ha l'impressione di poter dimenticare da quanto tempo Asterix si sia lasciato alle spalle l'infanzia. La sua postura, il suo sguardo sono rimasti immutati. La somiglianza con il bambino che era si accentua quando è preoccupato – evento divenuto raro negli anni, ma molto più comune di recente.

Sono tempi difficili, e tutti lo sanno. Nonostante nessuno abbia spiegato a chiare lettere sulle spalle di chi pesi la sorte del villaggio, tutti sanno anche questo. Semplicemente, i portatori di quel fardello lo portano in silenzio – e silenzio aleggia tra loro due, per altri lunghi minuti.

Quando Asterix alza la testa per parlare, lo fa con la cautela turbata di chi sta per dire qualcosa di proibito. Per lui, negli ultimi anni, far sapere la propria opinione è diventato un rischio – simile al mancare a una promessa, fatta a se stesso e a gli altri. Nonostante ciò, quel che il suo istinto gli sussurra è una chiamata alla quale non ha mai saputo mancare di rispondere.

Così raccoglie il suo coraggio, e parla lo stesso; perché lì, tra le quattro mura dove il druido vive, Asterix ha il permesso di dar voce a qualsiasi cosa gli passi per la testa. Ringrazia gli dei per questo ogni volta.

Non dico che questa ribellione sia inutile,” esordisce, pur già scoraggiato. “Per Toutatis, non vorrei mai lo fosse. Eppure... ho riflettuto, o druido, sugli ultimi anni e sui cambiamenti venuti con loro. Mi chiedo...”

Lasciando perdere per un istante l'aglio appena pulito, il druido solleva lo sguardo. Asterix sta osservando il luccichio della lama, nel suo ondeggiare monotono. Nella sua mente è in atto una lotta contro parole non facili. Con pazienza, Panoramix aspetta.

Servirà a qualcosa spargere altro sangue? Ha senso combattere, a questo punto? Perché, se ci penso, ho la sensazione che alcuni eventi della vita siano troppo grandi per noi. Tanto grandi da non poterli neppure comprendere fino in fondo. E in questo caso, se devo essere sincero, non so più quali piani valga o non valga la pena di mettere in pratica.”

Asterix non sembra voler parlare di nuovo. In quegli istanti di stallo, l'illusione negli occhi di Panoramix si trasforma. Il giovane non somiglia più a un comandante inesperto; ora appare vecchio e stanco, forse aggravato dalla sua capacità di guardare lontano.

Il druido si alza, spedito come sempre. Da quel movimento fluido, non si direbbe affatto che il suo gracile corpo senta il peso dell'età. Mani esperte vagano di nuovo sulle superfici di legno; di tanto in tanto indugiano in punti precisi, pronte a raccogliere rametti e foglie, vischio e timo.

Ascoltami, Asterix,” dice infine, rimescolando la pozione con un lungo mestolo di bronzo. “Ascoltami bene. Ho vissuto parecchio più a lungo della gran parte di questo villaggio. Alla tua età avevo già girato mezzo mondo. I miei studi mi hanno condotto lontano, molto prima che Cesare ci cadesse sulla testa. Ebbene...”

Per qualche secondo, Panoramix si perde in lunghi mormorii di approvazione, preso ad ammirare le agili spirali del vapore. La pozione dovrebbe essere pronta. Se ne versa qualche goccio – mai più di così, per sicurezza.

Ha un ripensamento appena prima di portarsela alle labbra. Dopotutto, una piccola variazione nella sua ferrea routine non può fare male.

Invece di controllare subito il risultato del proprio lavoro, come è solito fare, il druido torna a sedere accanto ad Asterix. Con un'espressione grave, gli indica il contenuto della ciotola di creta.

Tu sai cosa è questa.” Non lo sta chiedendo. “La pozione dalla quale la nostra libertà dipende. Sicuramente sei in grado di arrivarci da solo. Quando credi che io abbia iniziato a perfezionarne la formula?”

Ora si concentra sul liquido, per lasciare ad Asterix il tempo di pensarci su. Il sapore è perfetto. Un po' troppo salato, forse.

Deve essere stato a causa di un grande pericolo,” risponde il giovane guerriero, dopo una lunga riflessione. “Non avresti mai creato nulla di così potente senza avere un'ottima ragione per farlo.”

Il sorriso di Panoramix non era così luminoso da molti giorni. Il druido non sente il bisogno di nasconderlo; al contrario, annuisce calorosamente. Questo ragazzo, per gli dei, è una sorpresa senza fine.

Hai ragione,” conferma. “Non era certo parte dei nostri insegnamenti. Era una teoria – quella teoria bizzarra della mia gioventù, destinata a rimanere tale in eterno. O almeno credevo. È stato il mio viaggio al di là delle Alpi, diversi decenni fa, a convincermi del contrario. Ho iniziato a lavorarci sul serio nel momento in cui mi sono reso conto di cosa fosse capace la civiltà romana.”

I due tacciono di nuovo, come per un accordo implicito. Mentre Panoramix si dirige al calderone, il pensiero di Asterix corre all'Arvernia, dove il capo e i suoi uomini si sono diretti a incontrare qualsiasi fato li attenda. Rivede le loro piccole fiaschette, augurandosi che la pozione duri abbastanza a lungo. Non può trattenere un sospiro.

Poi, senza preavviso, il suo volto si illumina di un ricordo, e il suo cipiglio si scioglie in una risata.

È molto meno fragorosa del solito, ma sincera. Panoramix lascia quasi cadere il mestolo per la sorpresa.

Che succede, Asterix? Cosa c'è di tanto divertente?”

Anche se la sua risposta ha una punta di amarezza, non manca di sollievo.

O druido, e dici di non poter predire il futuro...”

Dico!” esclama Panoramix, sorridendo di nuovo. “Predire il futuro e prepararsi ad affrontarlo sono due cose ben diverse, figliolo. Solo una delle due è possibile, è chiaro. Non hai bisogno che ti spieghi quale, vero?”

Non hai torto,” risponde Asterix. “È solo che... con quella frase, mi hai ricordato qualcosa.”

Davvero? Ricordato cosa?”

Con un lieve sogghigno, il guerriero si china ad abbracciarsi i ginocchi. Nell'atto di pulire il piano di lavoro e gli strumenti, Panoramix lo guarda smarrirsi nella sua memoria. Gli pare quasi di vedere la scena ricostruirsi, passo dopo passo, appena sotto i ciuffi incolti dei suoi capelli.

Certe abitudini non passano proprio mai, pensa il druido con tenerezza.

È successo quando abbiamo scortato il capo all'ultima locanda,” racconta Asterix, la voce quieta e piena di concentrazione. “La notte prima che io ed Obelix tornassimo. Dovevamo separarci dal gruppo dei guerrieri in mattinata. Gli altri si erano tutti addormentati presto, ma io non ci riuscivo in alcun modo. Troppo nervoso. Sono tornato al piano di sotto – avevo freddo – ma poi, arrivato lì, ho trovato una folla tale da non riuscire quasi a entrare nella sala.”

A quell'ora della notte? Come è possibile?”

Non era così tardi, ma di certo ben oltre il tramonto. Non sono sicuro dell'ora – suppongo solo che la maggioranza delle persone dorma di già a quel punto. Ero curioso, in ogni caso. Ho provato a scoprire l'origine di quella ressa. E in mezzo a tutti, vicino al fuoco, c'era quest'uomo...”

Asterix incrocia le dita e appoggia il mento sulle mani, facendo del suo meglio per ricreare l'atmosfera. L'esagerazione del gesto fa sogghignare Panoramix.

Era magro, tutto rannicchiato contro il muro. Magari era perfino più basso di me. Ben poco appariscente, eppure dozzine di persone pendevano dalle sue labbra. Diceva di essere... un indovino, una porta aperta sul futuro. Capace di esaminare le profondità più buie del mondo a venire. Ho fatto il possibile per passare inosservato – non che sia difficile – e mi sono seduto in un angolo, vicino quel che bastava per sentire le sue predizioni. L'ho ascoltato... mi chiedo per quanto tempo. Per ore, forse.”

Senza scomporsi, impegnato nel delicato compito di versare la pozione in diverse borracce, Panoramix ridacchia.

Stavi provando ad addormentarti?”

Questa volta, Asterix ride di cuore.

Probabilmente sì, all'inizio. Ma in un certo senso è diventato interessante. A me sembrava... così strano, che un'intera folla potesse bersi la stessa bugia tutta di un fiato.”

Senza parlare, Panoramix rigira uno dei tappi tra le dita. Riflette sul presente. È tramite prove e tranelli che si impara, e lui non è tipo da lasciarsi sfuggire occasioni come questa.

Il suo tono di voce diviene leggero, ma del tutto serio.

Be', e se avesse avuto ragione? In termini di di magia antica, ci saranno nuovi segreti da portare alla luce fino alla fine dei tempi. E se qualcun altro ha scoperto quell'abilità, insomma... perché farlo passare per bugiardo a prescindere?”

Ma sai che non è possibile, Panoramix.”

Soddisfatto, il druido si volta a guardare il suo allievo più brillante di sempre. Non importa che sappia perfettamente cosa vedrà – in ogni caso, non cesserà mai di consolarlo. Conosce alla perfezione la luce di quello sguardo, metà malizia, metà ispirazione; sa come annunci immancabilmente grandi cose, persino nelle situazioni più complicate.

Avrebbe potuto farne a meno, dopotutto. Una prova così banale è ben poco sforzo per Asterix.

O druido, il futuro non dà a nessuno esattamente quel che vuole. Figuriamoci a tutta quella gente! Chi è più svelto a fare promesse del genere, tra il futuro e un uomo avido?”

Un ciarlatano dalla buona lingua, mio caro Asterix. Ma è ovvio. Posso solo immaginare quanto tu ti sia annoiato.”

Come lezione di inganno non è stata male. Mi ha fatto addormentare lo stesso, però.”

Per la prima volta in settimane, il pavimento della capanna sembra tremare dalle risate. Il loro suono, allegro e liberatorio, va a finire in lacrime abbondanti.

Pensa un po',” ansima Asterix, riprendendo il controllo della propria voce. “Pensa a come diventerebbe il mondo se ci fosse dato di prevedere ciò che verrà. Se non altro... saremmo tutti indovini.”

Scosso dal gran ridere, Panoramix si lascia cadere sulla panca. A poco a poco, anche il suo respiro torna regolare. Un'espressione raggiante si impadronisce dei suoi lineamenti subito dopo.

Parola mia, giovanotto. Qualche volta mi convinco che tu sia nato sapendo già tutto della vita.”

La sua voce è orgogliosa e piena di affetto. Tuttavia, Asterix non dice niente. Restano seduti vicini per qualche momento, comprendendosi senza parlare, liberi dal bisogno di aggiungere altro.

Quando Panoramix parla di nuovo, lo fa per fissare una lezione nella memoria degli anni a venire.

Non dimenticare mai ciò che hai visto, Asterix. Il futuro non è nemmeno lontanamente minaccioso quanto ci spaventa. Le persone che approfittano della nostra paura, invece... quelle sono pericoli viventi.”

Là fuori, il loro domani è angoscioso, ed entrambi ne sono consapevoli. I loro pensieri tornano alle battaglie non ancora combattute, al mondo che si rinnova, a una vita da condividere con uomini e donne giunti da lontano. Esistono in un'epoca di mutamenti – come ogni era umana è stata e sarà in ogni tempo, per chi è capace di rendersene conto.

Nonostante tutto, Panoramix si muove con agio, forte della sua età e della sua saggezza. Sigilla con calma l'ultima borraccia tonda, tastando il cuoio morbido tra le cuciture.

Infine, secondo un'abitudine immutabile, la depone tra le mani del suo guerriero più valoroso. Non dimentica di sorridere.

Ti capisco,” garantisce, rispondendo a parole mai pronunciate. “Ma se fossi in te, ragazzo mio, non starei troppo in pensiero per quella roccia del nostro capo.”

____

Link all'originale: AO3 - ff.net
A scanso di equivoci, ricordo che sono io l'autrice della storia originale, e tutti gli account mi appartengono.

Ho tradotto questa storia come regalo a mia madre. Perché non postarla, allora, nel mio account traduzione? Il fandom asterixiano internazionale è così piccino, non guasta mai aggiungere qualcosa anche qui! 
Si tratta di progetto vecchio di mesi, finalmente terminato. Tutto è cominciato da una semplice constatazione: in Asterix e l'indovino (Le Devin), Asterix è l'unico che non crede alle bugie di Prolix. Perché? Perché, naturalmente, Panoramix non è al villaggio, altrimenti sarebbero stati in due. Mi ha colpita quanto velocemente Asterix abbia riconosciuto le sue profezie come le menzogne non troppo elaborate che erano, e come abbia ricordato subito agli abitanti del villaggio quanto poco Panoramix avrebbe apprezzato la loro credulità. Ho voluto quindi dare loro la possibilità di discutere lo stesso argomento, in un contesto completamente diverso dalla tranquilla atmosfera della serie: nel 52 a.C., durante la rivolta di Vercingetorige, con Abraracourcix, Matusalemix e altri combattenti andati in guerra lontano dal villaggio.
   
 
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