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Autore: _Atlas_    19/05/2016    4 recensioni
Breve resoconto del rapporto fra Tony e Pepper nel corso degli ultimi film, in particolare Age of Ultron e Civil War.
Dal testo: Per troppo tempo aveva mentito a se stesso raccontandosi che tutto andava bene, che ogni cosa stava pian piano tornando al proprio posto, che non aveva più paura...
"Sto bene, va tutto bene" si era ripetuto più volte.

[Pepperony / Post-Captain America: Civil War]
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pepper Potts, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Demons'
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Capitolo III
 
 
Nobody said it was easy,
It's such a shame for us to part.
Nobody said it was easy,
No-one ever said it would be this hard,
Oh take me back to the start. 

Coldplay - The Scientist




Villa Stark era immersa nel buio e in un silenzio che ormai da settimane era diventato opprimente.
Per quanto Tony si sforzasse di ignorarlo era ben conscio che, tra gli altri, quello era il motivo che più di tutti lo teneva sveglio durante la notte.
L'assenza di Pepper non era mai stata così dolorosa, soprattutto nelle condizioni in cui versava in quel momento, reduce da una battaglia che non avrebbe mai voluto combattere e con l'animo ridotto a uno straccio.
Nonostante tutto aveva deciso di tornare a casa, perchè quello era il suo posto e perchè presto avrebbe sistemato la situazione. Anche se non sapeva come.
Si sciacquò il viso con acqua ghiacciata spruzzando centinaia di goccioline sullo specchio del lavandino e giurò di poter sentire la voce di Pepper che lo rimbrottava da lontano; guardò il proprio riflesso con occhi spenti e si riconobbe appena in quell'espressione cupa e così dannatamente sofferente.
Era stato male tante altre volte, certo, eppure quella sembrava superarle tutte.
Uscì dal bagno trattenendo un sospiro, Dio solo sapeva cosa sarebbe successo se si fosse lasciato andare davvero.
Scese lentamente le scale che portavano al soggiorno della villa, dando una breve occhiata alle vetrate che affacciavano su una distesa di acqua e cielo senza stelle; era da almeno una settimana che pioveva a Malibu e Tony, che adorava la pioggia alla follia, mai come allora avrebbe desiderato vedere un po' di sole.

"Signor Stark, un'auto ha appena superato il cancello d'entrata della villa" lo informò l'A.I. distraendolo dai suoi pensieri.

"Chi è, Friday?"

"Si tratta della signorina Potts, signore."

Il cuore di Tony perse un battito e un turbine di pensieri gli attraversò la mente a velocità incalcolabile; si erano sentiti telefonicamente solo qualche giorno prima, senza parlare davvero, senza dirsi niente di davvero importante. Non si aspettava di ricevere una sua visita a casa e provò con tutte le sue forze a ignorare il tremito che aveva iniziato ad insinuarsi in tutto il corpo.
Qualche istante dopo le porte dell'entrata vennero aperte e Friday mormorò un atono "bentornata" alla donna.
La vide attraversare il soggiorno nella penombra e per un istante desiderò andarle incontro senza lasciare spazio a parole e a giustificazioni inutili. L'avrebbe solo stretta a sè fino a quando avrebbe avuto la certezza che non sarebbe più andata via.
E invece rimase fermo a osservarla, a guardarla avvicinarsi fino a rimanere a un paio di metri di distanza da lui.
Era splendida come sempre, anche se aveva gli occhi arrossati e il viso segnato dalla stanchezza.

"Ciao..." la sentì mormorare a voce bassa, quasi in un sussurro.

"Ciao" ricambiò scoprendosi a sua volta la gola secca.

Pepper lo osservò di sfuggita con occhi lucidi, quello sguardo assente che serviva a camuffarne uno molto più attento e scrupoloso. Tony aveva imparato a conoscerlo col tempo, soprattutto quando tornava da una missione con ossa rotte e lividi violacei sul viso.

"Stai bene...?" chiese infatti la donna qualche istante dopo.

Tony sorrise, un ghigno accennato che in realtà somigliava più a una smorfia di dolore.
"Sto" disse scrollando le spalle ed escludendo dal principio la possibilità di mentire. Non ne aveva voglia, non in quel momento.
"Cosa..." iniziò schiarendosi la voce "Come mai sei qui?" riuscì a chiedere.

Pepper ritrasse indietro le lacrime e sorrise; diede una breve occhiata intorno, constatando come ogni cosa fosse rimasta al suo posto durante quelle settimane di assenza. Sembrava che il tempo si fosse fermato su ogni superficie della villa e che avesse corso il doppio sul viso di Tony.
"Mi manchi" mormorò lottando contro un senso di colpa che sapeva di non dover provare.
Allontanarsi da lui era stata un'idea che non le sarebbe mai venuta in mente; gli era rimasta accanto per oltre dieci anni raccogliendo il meglio e il peggio del loro rapporto, eppure un giorno aveva capito di avere dei limiti e che non sempre - anche nelle situazioni più disperate - avrebbe dovuto stargli accanto sacrificando così se stessa.
Tony era Iron Man e questo le stava bene, anche se spesso significava passare da sola notti in bianco a sperare che tornasse a casa intero e soprattutto vivo.
Ma quando le armature e le missioni avevano iniziato a minacciare seriamente il loro rapporto, aveva capito che era giunto il momento di allontanarsi da lui.
La sera stessa in cui aveva lasciato la villa, abbracciando l'uomo un'ultima volta, aveva capito che non sarebbe stato facile stargli lontano a lungo e che il legame che li univa era molto più forte di ciò che in quel momento li stava dividendo.
Aveva resistito poco più di un mese.
Cinque settimane in cui non aveva mai smesso di preoccuparsi o di chiedersi cosa facesse, se stesse bene, se avesse bisogno di lei.
Lo scontro con Captain America e con gli altri Avengers l'aveva infine convinta a tornare indietro e adesso si trovava lì, ad appena un passo dall'uomo che non aveva mai smesso di amare, nonostante tutto.

"Anche tu..." mormorò Tony deglutendo, poi non ci fu spazio per nient'altro.
Si avvicinò alla donna e con una mossa veloce ma delicata la attirò a sé chiudendola in un abbraccio; Pepper si lasciò stringere ignorando la sorpresa e avvertì il bisogno urgente di quel contatto, realizzando quanto anche lei ne avesse necessità.
Lo sentì tremare contro il suo corpo e aumentò la stretta, percependo appena le lacrime che nel momento in cui si erano uniti avevano iniziato a scendere lungo il collo.

"Mi dispiace, Pepper. Per tutto...mi dispiace" mormorò Tony piangendo contro la sua spalla.
Per troppo tempo aveva mentito a se stesso raccontandosi che tutto andava bene, che ogni cosa stava pian piano tornando al proprio posto, che non aveva più paura...
Era quasi arrivato a credere a quelle bugie, anche dopo lo scontro con i suoi compagni di squadra e l'incidente di Rhodey.
Sto bene, va tutto bene, si era ripetuto più volte.
Poi i suoi occhi si erano riempiti di immagini raccapriccianti che mai avrebbe voluto vedere e la ferita aveva ripreso a sanguinare copiosamente. Avrebbe voluto distogliere lo sguardo, ma spinto da una forza più grande era rimasto fermo a osservare un dolore che lo avrebbe perseguitato per il resto della sua vita.

Un gemito di disperazione si liberò dalle sue labbra e Pepper si rese conto che le condizioni dell'uomo erano ben peggiori di quelle che aveva immaginato.
Lo tenne stretto a sè ancora un po', per infodergli fiducia e per fargli capire che non era più solo e che gli sarebbe stata accanto sempre.
"Sshh...va tutto bene..." mormorò poi sollevandogli la testa per costringerlo a guardarla.
La disperazione che vide nel suo sguardo non le fu d'aiuto e le lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento iniziarono presto a bagnarle il viso.
Tony ne fermò un paio sfiorandole con le dita e allentò piano l'abbraccio.

"Mi dispiace" disse di nuovo perdendosi nei suoi occhi e chiedendosi quanto l'avesse fatta soffrire in tutti quegli anni "Tu non sai cosa...non sai..." balbettò crollando di nuovo contro la sua spalla.

Le raccontò ogni cosa, da come aveva reagito davvero ai fatti di Sokovia a come si era sentito debole quando aveva iniziato lo scontro con Steve. Le raccontò di quando aveva avuto paura di perdere Rhodey e di come per la seconda volta aveva visto qualcuno che amava precipitare verso la morte, senza che lui potesse fare niente per evitarlo.
Infine le raccontò di quanto ancora sentisse risuonare nella mente gli ultimi gemiti disperati di sua madre, mentre ancora una volta si era sentito tradito da chi sosteneva di essergli amico.
Pepper lo ascoltò in silenzio, riuscendo finalmente a comprendere tutto il dolore che Tony aveva accumulato in silenzio negli ultimi anni fingendo che tutto andasse bene.

"Non era questo che volevo...non era così che avremmo dovuto vivere" mormorò poi l'uomo tornando a guardarla.

"Non è colpa tua."

Tony scosse la testa ricacciando indietro le lacrime "Ho sempre cercato di agire per il meglio, di fare la cosa giusta e di proteggerti. Ho fallito" disse alzando le spalle.

"Non hai fallito, Tony. Questo non pensarlo mai...Le cose che hai creato, le persone che hai salvato, questo ti sembra niente?"

"Ti ho persa" rispose duramente, provando una crescente rabbia per se stesso.
Quello che aveva sempre temuto si era improvvisamente concretizzato ed era troppo tardi ormai per tornare indietro.

Pepper trattenne un gemito di dolore e capì di non avere via d'uscita. Per quanto a volte facesse male, la presenza di Tony nella sua vita era irrinunciabile e fortunatamente non era troppo tardi per farglielo capire.
"Non mi hai persa" mormorò un istante prima di avvicinarlo a sé e baciarlo.
Fu breve, rapido, ma bastò a entrambi per capire che le cose non si sarebbero mai sistemate se avessero continuato a stare divisi.
Non era una soluzione, ma un punto di partenza.
Il bacio divenne presto più intenso e le mani di Tony si fecero strada lungo il corpo di Pepper, accarezzandola ma senza mai toccarla davvero.
C'era paura nei suoi movimenti, come se osare troppo avesse fatto svanire la donna da un momento all'altro.

"Sono qui, Tony" gli disse lei con fermezza, lasciandosi finalmente stringere e abbandonandosi al suo corpo.


 
*


Crollò ansimante sul suo petto, assaporandone ancora per qualche istante il contatto con la pelle umida; era passato troppo tempo dall'ultima volta che erano stati insieme e in quegli attimi si era sentito rinascere.

Le posò un bacio sul collo accaldato, scansandosi per non starle addosso.
Rimasero abbracciati sul divano per molto tempo, quasi riuscissero a prendere energie l'uno dall'altra.


"Quel filmato..." chiese dopo un po' Pepper "...chi altri lo ha visto?"

"Rogers, Bucky. A Rhodey ho solo accennato qualcosa" disse vago "Pep, io non so se voglio parlarne adesso. Sono ancora...credo di non aver ancora realizzato tutto quello che è successo" concluse a disagio.

"Hai bisogno di tempo."

"Già...può essere."

"Che farai adesso?" sviò la conversazione la donna, ben consapevole che il dolore da cui rifuggiva il compagno lo avrebbe tormentato ancora per molto tempo.

Tony fece spallucce e la strinse più vicina a sè "Non ne ho idea...Non ho voglia di fare progetti a breve termine."

Pepper sorrise "Mi costruirai una fattoria?"

"Perchè no?" scherzò ma tornando serio subito dopo "Non posso prometterti niente...non posso sapere quello che accadrà."

"Lo so" rispose Pepper capendo perfettamente dove volesse arrivare.
Non era stata una decisione facile da prendere ma quei giorni le erano serviti per capire che per quanto vivere con Tony le risultasse spesso difficile, vivere senza di lui era impossibile.
Era sempre stato così fra loro, anche prima che diventassero una coppia.
"Mi basta sapere che troverai il modo di fermarti, qualche volta. Che non ti chiuderai in laboratorio a sfogare le tue paure costruendo un esercito di armature o ad escludermi quando..."

"Non lo farò" la interruppe l'uomo prendendole la mano "Non capiterà più..."

"Io ti amo Tony, e non voglio vivere una vita senza di te. Ma se le cose non cambieranno sarò costretta a prendere una decisione, capisci quello che voglio dirti?"

Tony annuì mesto. Lo capiva e anche se ancora faticava ad accettarlo sapeva quanto avesse ragione.
Ce l'avrebbe messa tutta per non perderla e allo stesso tempo avrebbe portato avanti il lavoro di Iron Man.
Si sporse in avanti e le posò un lungo bacio sulle labbra.

"Bentornata a casa."







NdA
Ed ecco il famoso ultimo capitolo :P
Prima di ringraziare chi mi ha seguito in questi giorni, ci tengo a precisare un paio di cose su questo capitolo.

In primis su Tony: la scelta di renderlo così drammatico, soprattutto nella prima parte, è una cosa voluta. Forse sarò andata OOC, cosa che non escludo assolutamente, ma con Civil War abbiamo visto un lato del suo carattere che conoscevamo poco, di cui forse avevamo avuto un piccolo assaggio con Iron Man 3; l'idea che piangesse e che si sfogasse con Pepper in realtà l'avevo elaborata qualche tempo prima di CW, su altre storie mie e headcanon vari, poi vedendo il film ho pensato che si inserisse meglio in questo contesto.
Quindi gggniente, spero che abbiate apprezzato l'idea.

Pooooi, la seconda cosa che mi premeva specificare è che per quel che riguarda l' MCU io sarò forevandevah dalla parte di Tony e che se avete notato un po' di astio nei confronti di Steve era voluto...
No, scherzi a parte, forse un po' di astio c'è davvero, ma è la situazione che lo richiede; intendo dire che anche se c'è stato un tentativo di comunicazione da parte di Cap, Tony non può dimenticare quel che è successo con uno schiocco di dita ed è per questo che non ho inserito "l'argomento Steve" in quest'ultimo capitolo.

Infine due parole sui protagonisti: come avevo già detto, sono assolutamente sicura del ritorno di Pepper Potts, anche perchè se non dovesse accadere io picchio gli sceneggiatori non lo so che faccio.
Questo era il finale che avrei voluto vedere nel film, un'ultima scena per dare almeno una gioia a Tony e vederlo almeno un po' più sereno. Vabbè.

Che dirvi, ringrazio tantissimo chi ha avuto il tempo di recensire questa storia, chi l'ha messa nelle preferite, nelle seguite e nelle ricordate. Sono stata contenta di condividere con voi questa piccola pazzia post Civil War.

Alla prossima!
_Atlas_
   
 
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