Anime & Manga > Akagami no Shirayukihime
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Autore: Cioccolasha    22/05/2016    1 recensioni
"Zen non sei lucido! Dimmi che è successo."
"E' tutto finito Mitsuhide."
"Che cosa intendi?"
"Che non c'è più speranza. Lei ha deciso di andarsene."
-
Fanfiction a quattro mani scritta con Hope4thefuture
||Shirazen|| - ||Mitsukiki||
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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capitolo due
La Tana dei Leoni di Montagna

"Manca ancora molto?"chiese Zen asciugandosi una goccia di sudore che lentamente gli stava colando dalla tempia e spronando il cavallo a prosegiure più veloce per la ripida salita, desideroso di arrivare al più presto a destinazione.
"Non ricordavo che la strada fosse così lunga" concordò Mitsuhide affiancandosi al suo principe.
Ormai il sole era tramontato da un pezzo e riuscire a vedere anche solo la strada era diventato difficile, in più stavano percorrendo quel sentiero da parecchio tempo ma ancora non era giunto alcun segno o luogo familiare che indicasse che la destinazione fosse vicina.
Kazuki e Itoya sorrisero e si scambiarono uno sguardo di reciproca intesa. "E' stata studiata apposta" spiegò il più giovane. "Da dove siamo partiti la strada gira intorno alla montagna e si dirama in più direzioni fra gli alberi; così facendo qualunque intruso si smarrisce e noi abbiamo il tempo di avvistarlo e suonare l'allarme."
"A proposito" si intromise Itoya "Vi saremo grati se non rivelaste a nessuno di questo sentiero."
"Tranquilli, il vostro segreto è al sicuro con noi" risposero il principe e la sua guardia.
Ad un tratto in lontananza scorsero la luce di alcune lanterne che illuminavano il cammino, erano disposte ai lati della strada e penzolavano dai rami degli alberi, come se gli spiriti della foresta si fossero divertiti a rubare delle stelle dal cielo color pece e a sistemarle tra le fronde.
"Signori miei, benvenuti alla tana dei Leoni di Montagna" annunciò Itoya con una punta di orgoglio.
I quattro uomini seguirono la via indicata dalle lanterne fino a raggiungere il massiccio ponte di legno, oltre il quale li attendeva una figura imponente, la postura rigida e le braccia incrociate sul petto. Man mano che si avvicinavano si fecero sempre più nitidi i suoi capelli rosso scuro che incorniciavano il viso percorso da un ghigno compiaciuto.
Attraversato il ponte i quattro scesero da cavallo e Zen si avvicinò per primo, accennando un inchino.
"Buonasera, Mukaze-sama."
"L'uomo di fronte a lui sollevò un sopracciglio e chiese in tono sospettoso: "A cosa devo tutta questa formalità, Zen-Tenka?"
Un leggero rossore imporporò le guance del principe, mentre alle sue spalle Mitsuhide ridacchiava divertito.
"Ecco ... dovrei discutere con lei di un argomento che mi sta molto a cuore. " Fece una pausa e si guardò attorno. "Se possibile in privato."
Il sorriso sul viso dell'uomo si allargò ancora di più. "Mia figlia."
Zen spalancò la bocca incredulo. "Come ...  come ... fa a saperlo?"
L'uomo scoppiò in una fragorosa risata. "Quindi ci avevo visto giusto!"
Di fronte a quella scena Mitsuhide non riuscì più a trattenersi e anche lui scoppiò a ridere, attirandosi lo sguardo omicida di Zen, che doveva ancora riprendersi dalla sorpresa.
La guardia si avvicinò all'orecchio del principe e gli sussurrò: " A quanto pale non sono stato l'unico messo con le spalle al muro."
Zen lo fulminò ulteriormente con lo sguardo e rivolse poi di nuovo l'attenzione al capo villaggio, che nel frattempo era tornato serio e conversava con Itoya e Kazuki. Sentendo di nuovo lo sguardo del principe su di sè si voltò, gli fece cenno di avvicinarsi e disse. "Prima di parlarne però abbiamo preparato una cosa per voi." Detto questo si incamminò per la strada che conduceva al villaggio incitando i ragazzi di Clarines a segiurlo mentre gli altri due si occupavano dei cavalli.
Superarono il portico di legno e si innoltrarono fra le casette sugli alberi, a cui si poteva accedere con un complesso di corde e scale a pioli. Ma la cosa che sorprese più i due ospiti fu lo strano silenzio, che avvolgeva tutto in modo surreale; ma Mukaze a differenza loro non sembrava farci troppo caso.
"Ehm ... Mukaze-sama dove sono tutti gli altri?" chiese il giovane principe.
"A dormire, dov'è giusto che stiano a quest'ora ragazzo" rispose il più grande senza fermarsi.
Mitsuhide si accostò a Zen e portandosi il dorso della mano accanto alla bocca gli sussurrò: "Sinceramente mi sarei aspettato un'accoglienza più calorosa."
Zen annuì, anche lui trovava che fino adesso il capo villaggio si stesse comportando in modo bizzarro e leggermente misterioso, che gli portasse rancore per non aver portato anche Shirayuki con sè?
Il ragazzo non fece in tempo a rifletterci su che ad un tratto, senza alcun preavviso, si sentì uno schiocco di dita e come se rispondessero a quel semplice gesto tutte le luci delle torce e delle lanterne si spensero, lasciando i tre completamente al buio.
"Mitsuhide! Mukaze-sama!" urlò Zen allarmato, il buio non gli era mai piaciuto, lo spaventava non avere il controllo della situazione.
"Zen, sono qui!" rispose la voce della guardia alla sua sinistra. Il principe allungò la mano in quella direzione e capì che l'altro aveva avuto la stessa idea quando sentì le sue dita guantate contro le proprie. "Che sta succedendo?"
"Non lo so, ma noi dobbiamo ..."
"SORPRESA!"
Alla stessa maniera in cui si erano spente, le torce si riaccesero; illuminando una tavola imbandita di ogni ben di Dio, un lenzuolo addobbato a mo' di striscione con sopra scritto "Bentornati" e tutti i Leoni di Montagna radunati davanti a loro.
I due giovani spalancarono gli occhi increduli, quindi tutta quella faccenda: le lanterne, lo strano comportamento di Mukaze, il buio pesto ... facevano parte di una festa a sorpresa!
"Noi ..." iniziò a dire Zen, ma fu interrotto da due enormi mani che gli si posarono sulle spalle. 
Mukaze gli sorrise. "Non serve che diciate niente, è solo una piccola adunanza per festeggiare il vostro ritorno. Godetevela" concluse spingendolo in mezzo alla folla dove tutti non facevano altro che stringergli la mano, fargli domande di ogni genere, qualcuno gli mise anche un boccale di birra in mano mentre Mitsuhide veniva trascinato via da Itoya e Kazuki con la scusa di farsi una bevuta in compagnia.
La serata trascorse piacevolmente, tra un sorso di birra e un assaggio di cacciaggione, tra un brindisi e una danza al ritmo di un'orchestra improvvisata.
Vi fu addirittura uno spettacolo di prestigio, che si rivelò un clamoroso fiasco, ma che tuttosommato divertì il pubblico e fu lo spunto per una risata generale.
Quando l'ora si fece tarda tutti iniziarono a sentirsi stanchi e piuttosto ubriachi e man mano si accasciarono su sedie, panchine, scale, tronchi in cerca di un po' di riposo; senza però smettere di farsi riempire il boccale o cercare di accaparrarsi l'ultimo pezzo di arrosto.
Zen si era seduto in disparte, a fissare la schiuma della propria bevanda praticamente intatta. A lui non piaceva bere o ubriacarsi, la prima e unica volta che lo aveva fatto era praticamente collassato in mezzo alla sala da ballo. Kiki e Mitsuhide lo avevano preso in giro per due mesi di fila. A proposito di Mitsuhide, dov'era finito quel buono a nulla? Lui aveva bisogno di sostegno morale e quell'altro si dileguava?
Quasi come se gli leggesse nel pensiero la guardia si materializzò alle sue spalle. "Non gliel'hai ancora chiesto?"
Zen sussultò e poi si strinse nelle spalle. "Non riesco a trovare qualcosa da dire."
Mitsuhide sorrise e scosse la testa. "Il mio discorso di incoraggiamento mi pare di avertelo già fatto, ora dipende solo da te."
Detto questo battè la mano sulla spalla dell'amico e si allontanò.
Era arrivato il momento. Prendendo respiri profondi Zen si diresse verso Mukaze schiarendosi la voce per non farla tremare e nonostante sentisse già le gambe molli come gelatina disse: "Mukaze-sama, vorrei scambiare due parole con lei, se possibile." Il suo tono sembrava abbastanza sicuro, solo verso la fine aveva esitato un po', ma sperò che nessuno se ne fosse accorto.
"Ma certo ragazzo mio!" rispose l'uomo con entusiasmo, mentre sollevava lo sguardo verso di lui, le gote arrossate dovute alla gran quantità d'alcool ingerita.
"Se possibile vorrei che fossimo soli" aggiunse il ragazzo acquistando un po' di coraggio.
"Certo, certo, vieni con me" disse l'altro alzandosi in piedi e portandosi dietro il boccale di birra. Scoppiò a ridere e barcollando si allontanò dal piccolo banchetto, salendo sul balcone della casa più grande, la sua, la stessa dove avevano parlato con Shirayuki e Kazuki la prima volta che erano stati loro ospiti. Zen lo seguì.
Si trovarono faccia a faccia, scrutandosi seriamente per lunghi istanti.
"Allora, che volevi dirmi?" domandò Mukaze rompendo il silenzio imbarazzante che si era creato.
"Ecco ... io ..." deglutì più volte l'altro. Poi, raccimolando tutto il suo coraggio s'inginocchiò portandosi una mano al cuore e con voce decisa annunciò: "Io amo sua figlia con tutto il cuore e niente mi renderebbe più felice che trascorrere il resto della vita accanto a lei. Con la sua benedizione, vorrei chiedere la mano di Shirayuki."
Il ragazzo abbassò il capo, aspettandosi una sfuriata da un momento all'altro; ma ciò che seguì fu il silenzio più totale.
Sorpreso sollevò un poco il volto e incontrò l'espressione sorpresa dell'uomo: la bocca spalancata, il boccale di birra  inclinato da un lato e un piccolo rivolo di bevanda che colava sul pavimento.
Ma fu questione di un attimo.
Il viso del rosso divenne sempre più paonazzo, assumendo allarmanti tonalità di scalato e viola, una vena sul collo aveva cominciato paurosamente a pulsare dando l'impressione che sarebbe esplosa da un momento all'altro.
Zen alzatosi un fretta mosse un passo indietro e fece appena in tempo a scansarsi e schivare il boccale, ormai quasi vuoto, che volò sopra la sua testa, andando ad infrangersi contro la parete dell'abitazione retrostante. Nello stesso momento un grido lacerò l'aria:" CHE COSA!?"
Zen sobbalzò e fissò il volto infuriato dell'uomo: gli occhi che lo fissavano minacciosi, la bocca ora serrata in una linea rigida.
Poi, improvvisamente, Mukase scoppiò in una fragorosa e incontrollata risata.
E' proprio sbronzo pensò il principe osservandolo frastornato.
"Hai fegato ragazzo!" disse avvicinandosi e assestandogli una sonora pacca sulla schiena che quasi gli fece sputare un polmone.
Ridacchiando si appoggiò alla ringhiera di legno e osservò le luci della festa sotto di loro.
"Sai" cominciò. "Non so se sto dicendo queste cose perchè sono completamente ubriaco o completamente folle. Shirayuki è la mia unica figlia e voglio solo il meglio per lei. Dopo aver perso sua madre dovermi separare anche da lei è stata una delle cose più difficili che io abbia dovuto sopportare, ma pur di proteggerla avrei fatto qualsiasi cosa. Quando ho saputo che aveva lasciato Tanbarun ero felice per lei, credendo che finalmete potesse avere la vita che meritava lontano da qui, ma non avevo fatto i conti con il dolore che la sua lontananza avrebbe provocato. I miei uomini mi informavano costantemente sulla sua salute e qualche tempo fa mi giunse la notizia che il secondo principe di Clarines, Zen Winsteria, aveva accolto a corte una misteriosa ragazza dai capelli rossi. Kazuki e Itoya sono subito partiti per assicuarasi che stesse bene e che non fosse trattenuta contro la sua volontà; poi con tutta la faccenda dei pirati c'è stata una gran confusione, ma non mi sarei mai aspettato che Shirayuki mi riconoscesse dopo tanto tempo. E sentirmi chiamere ''papà'' per la prima volta ..." s'interruppe, un nodo alla gola gli impediva di proseguire, gli occhi lucidi che trattenevano a stento le lacrime. "Quando me la sono ritrovata davanti, bella e fiera come sua madre non avevo idea di come comportarmi, In fondo l'avevo lasciata quando era ancora in fasce, pensavo che mi odiasse; ma non l'ha mai fatto, anzi. E' davvero straordinaria."
"Sì, lo è" disse Zen in un sussurro, ma quando si accorse che l'uomo lo stava fissando divertito arrossì.
"Ho visto come la guardi, come se fosse la cosa più bella del mondo. E per lei è lo stesso."
Poi si fece serio e avvicinandosi al principe disse: "Promettimi che la proteggerai. Ne ha passate tante, merita di essere felice. Bada bene però; se la farai soffrire te la vedrai con me. " Tutto questo mentre lo sovrastava e con un'espressione che non ammetteva repliche si scocchava le nocche.
Zen deglutì e annuì velocemente per poi assumere un cipiglio serio. "Grazie, signore. Non se ne pentirà, glielo assicuro.
"Oh lo credo bene!" rispose Mukaze assestandogli un'altra pacca che gli fece perdere l'equilibrio.
Poi, avvolgendogli un braccio attorno alle spalle esclamò: "Andiamo a dare a tutti la bella notizia!"
e trascinò con sè il giovane che inciampò nel tentativo di stargli dietro.
Quando tornarono alla festa constatarono che nessuno si era accorto della loro assenza, tranne ovviamente Mitsuhide che seduto a uno dei tavoli ammiccò a Zen, sollevando il bicchiere alla sua salute.
"Un momento di attenzione prego!" urlò il capo villaggio, attirando su di sè gli sguardi di tutti. "Voglio proporre un brindisi ai nostri ospiti, che hanno compiuto un lungo viaggio fin qui e sopratutto al principe Zen, mio futuro genero!"
Un boato assordante si levò dai presenti che applaudiorno e levarono al cielo i loro bicchieri, augurando salute e prosperità al principe e alla futura sposa.
"Che i festeggiamenti continuino!" girdò poi Mukaze e la musica cominciò di nuovo a diffondersi nell'aria, mentre la luna protettrice della notte era testimone di una grande promessa.

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Angolo delle autrici:
angolo perchè ci hanno messe in castigo per avervi fatto aspettare così tanto.
Ci dispiace che il capitolo sia uscito così in ritardo, ma comunque eccoci di nuovo tra voi.
In questa seconda parte scopriamo finalmente il motivo per cui Zen ha deciso di intraprendere questo lungo viaggio fino a Tanbarun (ma crediamo lo avesta già intuito). E' stato davvero un grande gesto quello di chiedere prima la benedizione di Mukaze, perchè si sa: Zen è davvero un gentiluomo, non come quell'antipatico del fratello ....
Poi l'allegra banda dei Leoni di Montagna è davvero forte, avercela una famiglia così!
Infine, ma assolutamente non meno importate, Mitsuhide che è sempre fedele al suo amico e pronto a sostenerlo e incoraggiarlo, che amore!
Speriamo di essere riuscite ad intrattenervi e vi mandiamo un bacio ;-*
Cioccolasha & Hope4thefuture<3

   
 
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