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Autore: n3rieko    23/05/2016    1 recensioni
«Ehi» la sua voce era roca, ma suonava serena, in pace. «Andrà tutto bene.»
Quelle parole avevano sempre calmato Bokuto, erano la sicurezza che non aveva più, la prova che Akaashi lo avrebbe protetto e salvato, qualunque cosa fosse successa. Era bello sentirle.
«Andrà tutto bene» ripetè Bokuto come a scolpirle nel silenzio. Le sue mani si mossero automaticamente per accarezzare la schiena di Keiji e stringerlo a sé.

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A volte le persone cambiano, a volte la strada che ci aspetta è completamente diversa da come l'avevamo pensata.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Nella storia sono presenti  tematiche riguardanti morte e depressione, se siete sensibili a questi argomenti per favore leggete con prudenza. 

 

二月の太陽
Sole di febbraio


Prologo


Akaashi non era stato in grado percepire appieno cosa stava accadendo quell'inverno, quando Bokuto ancora lavorava nel cafè sull'angolo e la neve cominciava a sciogliersi sotto il sole pallido.

Sorrideva, Bokuto, e quello era sempre stato un buon segno, perciò la sua attenzione si era affievolita. Era felice del periodo di tranquillità che sembrava finalmente averli avvolti. Anche l'appartamento in cui dormivano assieme, l'uno tra le braccia dell'altro come avevano desiderato per anni, sembrava più luminoso in quelle giornate.
In quegli anni Akaashi aveva studiato, dividendosi tra part-time ed esami, vivendo una rigida routine che gli permettesse di passare poche ore a settimana con la persona che fin dal liceo poteva definire come la sua rumorosa e gentile metà.


Nonostante la distanza che li divideva e gli orari discordanti delle loro occupazioni, il loro tempo assieme era un piccolo rifugio, un luogo in cui la realtà era diversa, quasi piacevole. Il lunedì mattina Keiji tornava alle sue occupazioni, lasciava Bokuto con un bacio leggero sulla fronte per non svegliarlo e le settimana riprendeva nella speranza che quel male non tornasse.
Era sempre stato semplice accorgersene, anche soltanto attraverso un messaggio o una telefonata.
Quando la loro vita ruotava attorno alla pallavolo Akaashi sapeva come gestirlo, tutto si risolveva con poco, tanto da assumere una sfumatura comica agli occhi dei compagni.

Ma gli anni erano passati e la loro strada si era dimostrata più crudele di quanto si sarebbero potuti aspettare. Quei momenti di demotivazione che caratterizzavano la personalità di Bokuto -se così era corretto definirli- erano peggiorati, trasformandosi in qualcosa di più profondo e radicale, legato non più alle sua capacità come sportivo, ma alla sua intera esistenza.

Fino a due anni prima tutto passava in giornata. Akaashi se ne preoccupava e faceva modifiche ai suoi orari per passare tempo con lui, guardare un film e mangiare ciambelle di notte, finché il suo raggio di sole non tornava a ridere come aveva sempre fatto. I messaggi allora si riempivano di punti esclamativi ed Akaashi poteva sorridere dolcemente quando riceveva selfie di Bokuto assieme al labrador di qualche cliente o foto di disegni di cacao sulla schiuma di un cappuccino. Gli si scaldava il cuore nel saperlo felice.
Era la spinta che lo faceva studiare fino a tarda notte dopo il turno di lavoro.

La situazione però era degenerata improvvisamente quando una telefonata, arrivata una domenica sera sul cellulare di Bokuto, aveva come risucchiato la vita dai suoi occhi dorati.

“Keiji” aveva detto una volta chiusa la conversazione, lo sguardo fisso sul pavimento e le braccia abbandonate in grembo. Akaashi, nel sentirlo pronunciare il suo nome con un filo di voce, si era precipitato da lui.

“Aki...” le parole non vollero lasciare le sue labbra. “ Aki è...”

Non erano necessarie molte spiegazioni, l'espressione stravolta e le lacrime che scivolavano lungo le sue guance pallide erano abbastanza perché Akaashi capisse.

Quella notte lo aveva abbracciato, lo aveva stretto a sé accarezzandogli i capelli nel tentativo di calmare entrambi, immobili come alberi spogli persi in una nebbia gelida, in un doloroso e grave silenzio.

L'incidente che aveva spezzato la vita di Akinori fu per Bokuto l'inizio di un male che per quanto tentasse di combattere, continuava a ricrescere ogni volta più forte di prima.

Il mese che seguì il tragico evento fu un'unica ed interminabile notte senza luna in cui la presenza di Akaashi costituiva la sola luce che lo collegasse ancora alla realtà. Keiji passava le notti da lui, in quell'unico futon pieno di dolore. Cucinava i pasti in anticipo, lavava i piatti e faceva la lavatrice, la sera portava a casa un dolce comprato al cafè sull'angolo in cui Bokuto aveva smesso temporaneamente di lavorare.
Faceva del suo meglio e se i voti degli esami erano più bassi della media non se ne curava, in quei momenti tutto passava in secondo piano, persino la sua salute o il suo futuro.

Akaashi sapeva di non essere indistruttibile, anche lui aveva passato notti ad osservare il soffitto con la sensazione di soffocare, perduto in un mondo incomprensibile e crudele. Ma Bokuto non doveva sapere, così aveva imparato a controllare la voce, a voltarsi nel momento in cui i suoi occhi tradivano le sue emozioni.
Aveva elaborato il dolore da solo nei momenti in cui nessuno poteva accorgersene.

Eventualmente anche quell'inverno divenne primavera, e mentre sulle strade cadevano i petali di cigliegio e l'aria si faceva tiepida, Bokuto tornava sporadicamente ad essere il solito gufo rumoroso. Finalmente, nei primi giorni di Aprile, riprese a lavorare permettendo ad Akaashi di trovare loro un appartamento e di dedicarsi al suo terzo ed ultimo anno di studi.

Da allora le loro vite crebbero una in funzione dell'altra.
Akaashi imparò a gestire quei periodi di depressione -che da una giornata erano arrivati a durare settimane nonostante l'aiuto medico- e Bokuto continuava ad essere la luce e l'energia che lo sostenevano.

Lo conosceva, sapeva quando qualcosa non andava, sapeva quando il suo Bo era se stesso e sapeva quando invece quell'ombra malvagia lo avvolgeva.

Akaashi lo conosceva.

Ecco perchè, quell'inverno, quando Bokuto lavorava ancora al cafè sull'angolo e la neve cominciava a sciogliersi sotto il sole pallido, tutto inizò a sgretolarsi. 


 

"BokutoAndSuffering.odt" mi dispiace raga, qui si soffre. L'idea viene da una fanfiction su AO3 che parla di shinigami e tanta sofferenza (si chiama "Don't fear the reaper" è molto dolce e struggente) ç_ç So che bokuto è una pallina di piume e felicità ma, ugh... ci verso dentro i miei problemi quando sono in piena crisi di notte, quindi chiedo perdono, probabilmente è un po' diverso da come ce lo si aspetta -cerco tuttavia di non andare ooc °^°
Qualunque parere, idea, consiglio è benvenuto! Al prossimo aggiornamento :) Mi dispiace per la spaziatura di alcuni paragrafi, ho tentato di alleggerire il testo.

  
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