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Autore: Ili_sere_nere    24/05/2016    1 recensioni
{Collocato alla fine di Città delle Anime Perdute.
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Le sue mani si mossero da sole, tolsero l’indumento dalla gruccia e la strinsero al petto, dove Magnus non riuscì a trattenere l’impulso di controllare se su quel tessuto fosse ancora impregnato l’odore del giovane Nephilim.
Ed eccolo arrivare come un pugno in pieno viso, o in pieno stomaco, o entrambi, il profumo di Alec, proprio come lo ricordava. Chiuse gli occhi per assaporarlo fino in fondo, per memorizzarlo in ogni fibra del proprio corpo, in ogni meandro della propria mente.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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_Smell_

 

 

 

La notte appena trascorsa era stata lunga e insonne, il tutto accompagnato da un forte temporale che attanagliava la città di New York da diversi giorni e il Sommo Stregone di Brooklyn non riuscì a non trattenere un sorriso denigratorio pensando che i giorni di pioggia erano, fino a quel momento, pari al numero dei giorni trascorsi dalla rottura con Alec.

Alexander.

Una fitta all’altezza del cuore lo fece mugugnare, infastidito, e girarsi a pancia in giù nel letto, nascondendo il capo sotto il cuscino. Se fosse stato ancora vivo, Ragnor si sarebbe messo a ridere, avrebbe chiamato subito Raphael e Catarina al suon di «Il Sommo Stregone di Brooklyn piagnucola nel letto come un adolescente! “Oh, Alec! Alexander! Sigh, sigh!”».
Quel pensiero gli fece sprofondare maggiormente il capo sotto il cuscino. I giorni passati dalla rottura con Alec erano stati quasi paragonabili all’Inferno – e lui di Inferno ne sapeva decisamente tanto –, ma quello che il giovane Nephilim aveva fatto insieme a Camille era qualcosa che andava ben oltre tutto quello che Magnus avrebbe potuto perdonare. Non si era sentito ancora pronto a parlare ad Alec dei suoi passati amanti, non perché non volesse anzi, Magnus avrebbe voluto raccontare al ragazzo tutta la sua vita immortale, perché adesso anche lui ne faceva parte e… “Faceva, adesso non più!”, corresse rapida la sua mente, ponendo fine a quel pensiero.
Poiché la pioggia aveva rallentato la sua discesa, nella stanza da letto regnava il più completo silenzio. Ripensava alle mattine passate, quando svegliandosi sentiva il trafficare di Alec in cucina mentre si dilettava a preparare il caffè che, di lì a poco, gli avrebbe portato in camera; il sorriso che increspava ogni volta le labbra del ragazzo era la cosa più bella da vedere appena svegli, pensò.
Il rumore delle unghie del Presidente Miao che graffiavano l’armadio costrinse Magnus ad alzare il capo, facendo cadere a terra il cuscino. «Presidente Miao, io smetterei di graffiare quel mobile! E’ un pezzo unico, e tu lo stai rovinando con le tue ‘graziose’ unghiette».
Vedendo che il gatto non cessava ma anzi, prese a graffiare con più insistenza, Magnus dovette alzarsi di controvoglia dal letto e raggiungere il felino davanti al mobile. «Bene, sono in piedi come volevi. Adesso?»
Il Presidente Miao si strusciò contro i suoi piedi nudi, alternando miagolii a graffiate contro l’anta dell’armadio. Lo Stregone inarcò un sopracciglio a quei gesti. Che avesse messo per sbaglio il mangiare del gatto nell’armadio? No, non avrebbe mai commesso uno sbaglio simile causando la rovina di tutti i suoi preziosi indumenti, ma allora cosa stava cercando di comunicargli il felino?

Allungò una mano verso l’anta dell’armadio, facendola scorrere e rivelando il contenuto del mobile; il cuore di Magnus si fermò improvvisamente. Lì, in mezzo a tutti i suoi indumenti, faceva bella mostra di sé una maglietta che lo Stregone aveva benissimo in mente: nera, la vistosa scritta SE MI VUOI BATTI LE CIGLIA posta al centro del tessuto… quella era la maglietta che diede ad Alec al loro primo appuntamento. Le sue mani si mossero da sole, tolsero l’indumento dalla gruccia e la strinsero al petto, dove Magnus non riuscì a trattenere l’impulso di controllare se su quel tessuto fosse ancora impregnato l’odore del giovane Nephilim.

Ed eccolo arrivare come un pugno in pieno viso, o in pieno stomaco, o entrambi, il profumo di Alec, proprio come lo ricordava. Chiuse gli occhi per assaporarlo fino in fondo, per memorizzarlo in ogni fibra del proprio corpo, in ogni meandro della propria mente.
Il miagolio del Presidente Miao lo riportò alla realtà. Si piegò sulle ginocchia, la maglia ancora stretta al petto, e accarezzò il capo del felino, sorridendo tristemente. «Sono innamorato di lui come mai in vita mia ho fatto. Lo amo così tanto da voler dividere la mia immortalità con lui per il resto della nostra esistenza, ma dovevo farlo. L’amore è questo, è… L’amore, per me, è Alec, ma dovevo. Io… ho dovuto farlo».

 

 

 

*

 

Ci ho impiegato una vita a postare le Flash/OS del Drabble Weekend (indetto sempre su We are out of prompt) che più mi piacevano, e questa è l’ultima che mi era rimasta.
Che ve lo dico a fare che scriverla è stata ‘na sofferenza, ‘na morte al cuore? Queste storie ti ammazzano la vita, il Malec ti ammazza la vita regalandoti gioie e dolori… Il Male(c)!
By the way, ringrazio la mia cara Chara per il prompt “Rompere con lui nell’olezzo delle fogne non è stato così male; anzi, non sentire il suo profumo raggiungerti a ondate è stata forse l’unica cosa che ti abbia permesso di andare fino in fondo”.
Bye bye :*

  
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