Arrivato a casa, Billy aveva
la mente affollata da mille mila pensieri e aveva trovato sua mamma che lo
aspettava seduta al tavolo come sempre, cercando di scrutarlo e di capire tutto
ciò che passava nella mente del figlio.
Sapeva benissimo che loro
due non parlavano molto, infatti aveva attuato questa strategia di cercare di
entrare nella mente di suo figlio per tentare di scorgerne i pensieri.
Non poteva parlargli
liberamente perché notava il fastidio di suo figlio quando si cercava di
attraversare campi in cui c’era il divieto di accesso.
- Come è andata?- chiese
timidamente sua mamma
- Non lo so- disse il
ragazzo
Qualcosa era andato male,
era palese, così decise di investigare, ma con discrezione
-
Qualcosa ti turba vero?-
- Sì, ma non mi va di
parlarne adesso-
Sua madre ora non sapeva
cosa dire, di certo non era un tipo particolarmente stressante, lei e Billy
avevano questa specie di patto di famiglia, anzi meglio dire che era lei ad
averlo, ossia non ficcare il naso nelle faccende riguardanti le arrabbiature
dell’altro.
In genere con lei era molto dolce su altre questioni, mentre le questioni personali erano off limits; però ora le venne da riflettere, forse con suo figlio aveva sbagliato sin dal primo momento. Attualmente si sentiva come un’estranea in casa propria: suo figlio non le parlava nonostante i numerosi tentativi di intraprendere una conversazione normale. Forse era il momento di far capire al proprio figlio quanto la faceva soffrire questo suo comportamento.
In genere con lei era molto dolce su altre questioni, mentre le questioni personali erano off limits; però ora le venne da riflettere, forse con suo figlio aveva sbagliato sin dal primo momento. Attualmente si sentiva come un’estranea in casa propria: suo figlio non le parlava nonostante i numerosi tentativi di intraprendere una conversazione normale. Forse era il momento di far capire al proprio figlio quanto la faceva soffrire questo suo comportamento.
Billy entrò nella sua stanza
distrutto, oggi era una giornata no!
Se il bacio con Jennifer era
stata la cosa più bella che gli fosse accaduta nei suoi non molti anni di vita,
il ritiro di quel momento di dolcezza sempre dalla parte di quella ragazza lo
aveva distrutto completamente.
In quel momento aveva
bisogno solo di una cosa…
Si alzò dal suo letto, andò
in cucina ed abbracciò sua mamma.
Non aveva amici con cui
condividere il dolore e sua mamma era l’unica figura onnipresente nella sua
vita, così la strinse forte.
Sua mamma fece cadere i
piatti che stava mettendo apposto, facendo un rumore che spaventò entrambi, ma
Billy non mollava la presa! Questo era un gesto dolce, forse l’unico gesto
dolce che aveva fatto nella sua vita verso sua madre, ma ora aveva troppa paura
che anche lei lo abbandonasse, non voleva rimanere solo, aveva paura della solitudine e, senza dire
niente, si staccò bisbigiandole semplicemente
- Grazie-
La signora lo guardò confusa
e gli chiese - Per cosa?-
- Per esserci nonostante io
sia una bruttissima persona-
La signora di casa stava per
controbattere, ma Billy non le diede il tempo perché sparì in poco tempoì dal
suo campo visivo.
Suo figlio era sempre pieno
di sorprese.
Billy nella sua stanza ora
era molto più rilassato, non era male apparire debole ogni tanto e l’abbraccio
di sua mamma era quello di cui aveva bisogno in questo momento. Nessuno sapeva
di questa sua paura di rimanere solo, anche se a scuola, piuttosto che
avvicinare tutti, allontanava chiunque.
Adorava essere il ragazzo
più temuto, ciò gli donava l’idea di avere tuto il potere nelle proprie mani,
un qualcosa che solo lui aveva, in altri campi non eccelleva e questo era
l’unico modo per essere notato.
Ora però non poteva essere
più il bullo della scuola poiché gli era stato proibito.
Tutto per Jennifer.
Ancora lei, sempre lei.
Doveva esserci un modo per
dimenticarla, per cancellarla dalla sua mente!
Non ci aveva mai provato, ma ora forse era arrivato il momento!
Non ci aveva mai provato, ma ora forse era arrivato il momento!
Era lunedì e la sveglia suonò echeggiando nella stanza silenziosa. Billy svogliatamente si alzò dal letto e, sempre lentamente, andò in cucina per fare colazione.
La cucina era vuota, come accadeva sempre di mattina in
settimana, sua mamma si alzava presto per andare al lavoro e a lui toccava
prepararsi la colazione. Detestava il latte, quindi si nutriva solo di fette
biscottate e marmellata e, qualche volta, di una fetta di dolce preparato da
sua mamma che avanzava. Quella mattina però non c’era il dolce e doveva
accontentarsi di quello che c’era.
Finita la colazione, tornò in camera e si preparò, questa
volta però il nero non lo voleva mettere.
Oggi era l’inizio di una nuova vita, una nuova vita senza
Jennifer!
Decise di indossare l’unico capo colorato che aveva
nell’armadio, ovvero la camicia che aveva indossato durante la gita scolatica
sotto la giacca beige e un paio di jeans, il giubbotto di pelle lo aveva
evitato e quello che indossava era un normalissimo giubbotto. Successivamente
si avvicinò allo specchio con un pettine per sistemarsi i capelli e, subito
dopo, uscì di casa.
Arrivato a scuola, stava per vivere la medesima
situazione di qualche tempo fa: tutte le
persone lo guardavano straniti, solo che
questa volta Jennifer al suo fianco non c’era e… meglio così! Era appena
iniziata la sua nuova vita!
A grandi falcate entrò in scuola e subito andò a sedersi
al suo banco aspettando che la lezione cominciasse. La prima ora non era in
comune con Jennifer, “Meglio così” pensò, come anche la seconda, ma la terza
ore era in comune con la ragazza.
Guardò l’orologio sul suo polso contando i minuti
restanti e, non appena suonò la campana, prese un respirone, era pronto ad
affrontarla!
Vide i ragazzi con cui avrebbe condiviso la lezione
entrare in aula, il sudore freddo attraversò le tempie e gli scorse su tutto il
viso per poi attraversare il collo, ma Jennifer non c’era.
Non poteva nascondere come lo facesse sentire sollevato la sua assenza
e, così, riuscì a rilassarsi completamente.
La professoressa entrò in aula e Billy sorrise, Jennifer
era assente e lui era tranquillissimo, salutò gli studenti e poi si rivolse all’ex
bullo
- Quasi non la riconosco Loomer, come mai questo cambiamento?-
- Quasi non la riconosco Loomer, come mai questo cambiamento?-
- Voglia di sperimentare- disse e tornò a guardare il
banco
La professoressa pronunciò un “va bene” e si sedette.
Non parlò per niente durante le lezioni, e non che prima
parlasse molto più, però questa volta cercò di concentrarsi su quello che la
professoressa spiegava.
La lezione terminò e di Jennifer non vi era alcuna traccia. Sollevato, si diresse verso l’aula dell’altra
lezione e, successivamente, verso tutte le altre. Senza rendersene conto la
cercava, continuava a cercarla fra tutti gli studenti della scuola, ma lei non
c’era da nessuna parte.
Nonostante non volesse dimostrarlo, neppure a sé stesso,
era preoccupatissimo: erano poche le volte che Jennifer non andava a scuola e,
quando non c’era, voleva dire che vi era una motivazione più o meno grave. Nel
frattempo vide il ragazzo che odiava più di ogni altra cosa e si avvicinò a lui
- Bigby, dove è Jennifer?-
- Non l’ho vista-
- L’hai sentita?-
- Io? Mica sei tu il suo ragazzo? Dovresti sapere tutto
di lei-
Billy fece una smorfia, si era dimenticato che per la
scuola lui e Jennifer erano ancora fidanzati –Sì- si affrettò a dire – Solo che
non mi ha scritto, né chiamato-
- È già finita la vostra storia?- gli chiese interessato
il ragazzino
- Non sono affari tuoi- e gli voltò le spalle
Sapeva che non doveva essere sgarbato, ma con quel
ragazzo era più forte di lui, aveva quella faccia da schiaffi, anzi da pugni;
ma ora Billy il bullo non doveva prendere il sopravvento. Ora lui era un’altra
persona!
Uscì dalla scuola saltando le ultime ore d lezione e
corse verso casa di Jennifer.
Odiava questa sua dipendenza da quella ragazza, ma non
vederla aveva creato in lui un vuoto, una mancanza che nulla avrebbe potuto mai
colmare.
Si trovò davanti alla villa Mosely e, come l’altra volta,
si sentiva una formica in confronto a quel giardino enorme: era di un verde
bellissimo e naturale, in fondo si intravedeva la piscina, ma non si riusciva a
distinguere se ci fosse qualcuno. Continuò a percorrere in lungo il cancello
che divideva il giardino Mosely dal resto della strada e poteva notare quanto
quella casa facesse sfigurare quelle intorno.
Jennifer aveva detto di aver avuto problemi finanziari
qualche anno prima, ma ora i soldi per la sua famiglia erano l’ultimo dei
problemi.
Vide una persona uscire dal cancello e cercò di
nascondersi dietro un parchimetro che era lì davanti… era la signora Mosely la
quale, notando qualcuno davanti a casa sua, si avvicinò adagio verso di essa.
Billy ora doveva andarsene da lì, ma non poteva correre se no avrebbe catturato
l’attenzione della signora che si stava avvicinando, così, con fare tranquillo
si allontanò da lì
- William- sentì la voce della mamma di Jennifer
chiamarlo, ma non si voltò –William- insistette – William-
A quell’ultimo richiamo si voltò forzando in volto un
mite sorriso - Buongiorno-
- Ciao William, come mai da queste parti? Non dovresti essere a scuola?-
- Sono uscito un’ora prima-
- Ah. Ti va un thé freddo? - gli sorrise la signora
Mosely
- No grazie - rispose educatamente
- Un bibita?-
- No davvero-
- Un bicchiere di vino?-
- Devo andare signora-
- Insisto. Jennifer e suo padre sono andati a vedere la
fiera dell’oro e non torneranno a casa prima di stasera quindi sono sola-
Quando sentì dove fosse andata Jennifer la preoccupazione
svanì e decise di accettare l’invito: era stato invitato e sua madre gli aveva
insegnato che gli inviti non si possono rifiutare. Così infine cedette ed entrò
in casa della ragazza.
- Vieni, ti faccio strada anche se ormai la conosci-
disse la donna e Billy la seguì
Si sedette attorno all’enorme tavolo bianco e la signora
gli mise davanti un succo, il thé, la bibita e il vino.
- Cosa preferisci?-
Quel momento era troppo imbarazzante, gli sembrava che le
donna gli stesse per fare il terzo grado in una stanza vuota e piena di
telecamere. Non sapeva bene cosa scegliere fra le tre bevande e, come l’altra
volta, optò per il succo, ma la donna decise di versagli il vino nel bicchiere
- Devi provarlo- il ragazzo disse okay ed osservò quel liquido dorato riempire
il suo bicchiere e inghiottì – È un po’ forte, non ho mai bevuto del vino-
- Un consiglio, bevilo lentamente e gustatelo-
Billy fece così e si gustò quel liquido nuovo che non
aveva mai bevuto in vita sua, solo che
il sapore non lo gradì granché, così chiese gentilmente alla signora se
poteva avere dell’altro e venne accontentato
- Sai, non mi piace stare sola in casa perché mi sembra
di essere stata abbandonata-
- E perché non è andata insieme a suo marito e sua
figlia?-
- Perché stamattina avevo un visita e non potevo andare
con loro, saremmo potuti andare nei prossimi giorni, ma Jennifer era così
impaziente, non aspettava altro-
- Ah- accennò Billy senza sapere come ribattere e infatti
quello che ci fu dopo era il silenzio che fu rotto subito dopo dalla mamma di
Jennifer – Mia figlia mi ha detto che avete rotto-
- È la realtà- disse il ragazzo
- Mi spiace, pensavo fossi quello giusto per lei-
- Evidentemente per lei non è così- disse con
indifferenza – La vita è una sola, non posso rovinarmela per una che non prova
quello che provo io-
La mamma della ragazza non disse nulla, a volte sua
figlia non riusciva a capirla nemmeno
lei, ma, alla fine, non poteva certo decidere per lei, probabilmente William
non dava alla sua bambina quello di cui aveva bisogno.
Guardò il grande orologio che era sul muro della cucina,
era passato pochissimo tempo, ma lo stesso disse - Si è fatto tardi, devo
andare a casa che mia madre mi aspetta- Julia, la mamma di Jennifer, lo guardò
dispiaciuta e intervenne dicendogli - Chiedile se vuole venire a mangiare qui-
- Non credo sia d’accordo-
- La chiamo io- si fece avanti Julia – Dammi il suo
numero che la invito-
Billy fece spallucce, dettò il numero del cellulare di
sua madre e la donna si spostò nell’altra stanza accanto per telefonarla.
Con un sorrisetto fiero raggiunse Billy – Ha accettato,
fra pochissimo sarà qui!-
Billy spalancò gli occhi: era strano che sua madre avesse
accettato un invito da una persona sconosciuta, ma di sicuro la gentilezza di
quella donna la aveva convinta.
-Vai a sederti in salotto che io qui ho da fare-
- Va bene- disse visibilmente in imbarazzo il ragazzo e,
così, e si sedette sul divano del salotto.