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Autore: Cleo    12/04/2009    0 recensioni
Quando il campanile della chiesa suona due volte, lui piega le mani per pregare; è rimasto senza moglie, così deve amare il prossimo.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Wenn die Turmuhr zweimal schlägt
(Quando l’orologio del campanile suona due volte)
Halleluja
faltet er die Hände zum Gebet
(lui piega le mani per pregare)
Halleluja

er ist ohne Weib geblieben
(è rimasto senza moglie)
Halleluja

so muss er seinen Nächsten lieben.
(così deve amare il prossimo).
Halleluja.



L’unica cosa che gli resta da fare, ormai, è gettarsi in ginocchio e pregare la Santa Madre di perdonarlo per i suoi peccati.
La sua anima è più sporca di un cencio usato mille e mille volte, ma la ama, non può farne a meno. La ama più della fede a cui ha devoluto la sua vita, la ama più del suo Dio della colpa, la ama più dei santi che impongono le mani dai dipinti appesi ai muri freddi della chiesa, la ama più dell’Eucarestia, della Pasqua, dell’Inferno e del Paradiso; la ama come non ha mai amato i disperati che gli hanno teso le mani tremanti in Africa o come i ragazzi dalle braccia bucate e gli occhi spenti che ha aiutato per le strade.
Ogni volta che la vede, sente la sua anima diventare ancora più sudicia e, allo stesso tempo, può quasi vederla mentre si eleva e canta le odi che dovrebbe intonare solo per il Signore.
Si confessa ogni giorno col prete della parrocchia vicina, ed ogni giorno è lo stesso peccato: lussuria, lussuria, lussuria. Non chiama mai amore ciò che prova, non dà mai un nome nobile alle sue sensazioni, perché sente che sarebbe come dare loro il permesso di prendere il sopravvento sulla sua fede. Ed essa è instancabile e sacra ed ogni giorno si rinnova con più forza.
Ogni volta che piange, il parroco gli sfiora la testa con una carezza e, ad occhi chiusi, gli sussurra di gettarsi in ginocchio davanti all’altare e pregare la Santa Madre di perdonarlo per i suoi peccati, ma ormai anche lei sembra essere diventata sorda al suo richiamo e alle sue parole addolorate, sembra osservarlo dall’alto con i suoi occhi spenti e senza la luce che lui soleva vedere in essi.
Anche Maria l’ha abbandonato, ormai.

Lei va da lui a confessarsi, scarica su di lui le sue colpe. Ha occhi irrequieti, belli, si guarda attorno nervosamente e lui sa che non crede davvero in ciò che la circonda. Non crede alle parole che ogni domenica lui si sforza di rendere vere, non ama il suo Dio con l’ardore necessario, non si pente dei peccati che non sente di aver commesso e per questo forse lui la ama ancora di più. Lei non sente Dio, la fede non la divora con la fame di un leone, gli occhi accusatori dei santi non intaccano la sua sicurezza.
Non è una brava cristiana e si torce le mani durante la confessione, sperando che questo atto la renda una persona migliore, la liberi di ogni macchia agli occhi della società. Lui le sorride e la guarda, estasiato dall’energia e della forza che il suo animo sprigiona: lei potrebbe facilmente diventare la sua religione.
La assolve e la bacia su quella fronte che sembra d’alabastro ed oro, mentre in cuor suo si chiede se la miglior via per la santità, in fondo, non sia nient’altro che quel peccato che per tutta la vita ha scansato come la peste.
  
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