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Autore: MartyPax    25/05/2016    0 recensioni
Reinterpretazione de "Il mago di Oz" ai giorni nostri, dove la protagonista è una professoressa e i suoi compagni di avventura sono degli studenti.
Genere: Avventura, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per la discesa furono tutti concordi a percorrere il sentiero più lungo e sicuro, nessuno era intenzionato a rivedere un orso. Tuttavia dopo circa un paio d’ore di camminata, il tempo peggiorò, la neve iniziò a cadere violentemente e si resero conto troppo tardi che erano andati fuori strada, ai loro piedi era tutto bianco e non si riusciva più a distinguere il percorso.

-Non riesco più a capire da che parte andare!- urlò Roberto.

-Siamo spacciati- Giacomo sembrava parecchio preoccupato.

-Dio mio Giacomo è solo un po’ di neve, non possiamo esserci allontanati troppo dal percorso- Samantha cercava di tranquillizzare il compagno, ma la sua espressione la tradiva, anche lei pareva in ansia.

-Propongo di cercare un riparo e aspettare che finisca di nevicare così forte, è inutile andare avanti alla cieca-

Così seguirono il consiglio di Roberto e si infilarono in una piccola cavità nella roccia.

 

Mentre i quattro cercavano di scaldarsi un po’, a rompere il silenzio fu Roberto.

-Mi spiace è tutta colpa mia-

-Ma che dici?- Chiese Samantha.

-E’ stata mia l’assurda idea che potesse essere Gianluca, se non fosse stato per me ora non saremmo in questo casino… sono proprio uno stupido-

-Non sei affatto uno stupido, se non fosse stato per te ora Samantha e Giacomo sarebbero stati divorati da quell’orso-

-Ha ragione la prof, fortunatamente sei intervenuto te, io ero pietrificato dalla paura, come al solito mi sono dimostrato un codardo-

-Non è vero Giacomo, Roberto ti ha solo detto cosa fare, ma tu sei riuscito ad agire-

-Ammetto che in quel momento sei sembrato molto coraggioso- Gli disse Samantha sorridendo.

-Grazie- Giacomo arrossì.

-Ragazzi lasciatevelo dire, siete veramente strani voi- aggiunse poi Veronica.

-Perché prof?-

-Mi avevate detto che Roberto era stupido, Giacomo codardo e Samantha insensibile, ma invece oggi mi siete sembrati tutto l’opposto-

-In effetti se ci pensate anche Samantha oggi è stata quasi gentile, assurdo!- rise Roberto.

-Ah ah molto spiritoso, ora ridammi la mia bottiglietta d’acqua-

-Ora sembrate essere molto più simili ai protagonisti di Journey, forse il Gufo di Ol è in realtà una persona che vi conosce molto bene- Riflettè Veronica.

-A me non viene ancora in mente nessuno però…-

-Beh almeno ho ancora la foto…- Veronica cercò nella tasca del suo giubbotto la foto datale da Gianluca ma non la trovò, si guardò intorno e rovistò tra la sua roba ma nulla, aveva perso la foto.

-Non ci posso credere, deve essermi caduta in mezzo alla bufera di neve-

-Non si ricorda l’indirizzo che c’era scritto?- Le chiese Samantha.

-No..-

-Dobbiamo tornare su a chiedere a Gianluca?- Giacomo non era molto entusiasta all’idea.

Veronica si strinse le ginocchia al petto e infossò la testa nelle braccia, sembrava alquanto disperata.

-Lasciate perdere ragazzi, qui la vera stupida, insensibile e codarda sono io… Vi ho trascinati in questa situazione assurda e vi ho messo in pericolo solo perché ero ossessionata dal Gufo di Ol. La verità è che mi sono trasferita in questa cittadina sperduta solo per trovarlo, scappando dal mio noioso lavoro e dal mio ordinario fidanzato-

-Lei si è trasferita ad Olivia per il Gufo?- Samantha era incredula.

-Si… il finale di Journey… non ho ancora realmente capito il motivo per cui mi abbia così tanto scossa, sta di fatto che volevo sapere perché Christopher aveva fatto quella scelta, e l’autore non mi voleva rispondere… così ho deciso di lasciare tutto e scoprirlo. Solo una pazza farebbe una cosa del genere-

-Beh non ha tutti i torti- Disse Giacomo che fu poi colpito da una gomitata di Samantha.

-Scusate ma penso proprio che lascerò perdere questa mia stupida ricerca…-

-No! Non dovrebbe arrendersi così, possiamo tornare a chiedere l’indirizzo a Gianluca la prossima settimana e…-

-Per favore Roberto non insistere, era solo la foto di un bambino che assomigliava molto lontanamente a Christopher, non posso sopportare un altro fallimento, tanto vale lasciar perdere subito-

-Ma…- Roberto era forse quello più curioso dopo Veronica sullo scoprire l’identità del Gufo, tuttavia non sapeva come convincerla a non rinunciare.

-Credo che tornerò a Milano, non sono fatta per la vita di montagna…-

I tre ragazzi non dissero niente, tuttavia la delusione nei loro volti era evidente.

Un paio di ore dopo la bufera di neve si calmò e il gruppo ritrovò il sentiero per Olivia.

 

Un pomeriggio qualche giorno dopo quella burrascosa domenica, Veronica stava facendo le valige, pronta per tornare a Milano, nella speranza di ritrovare il suo posto di lavoro e di tornare insieme al suo fidanzato.

Mentre piegava i suoi vestiti un foglietto le cadde da una tasca di un pantalone: era la foto che le aveva dato Gianluca. Non l’aveva mai persa, era solamente in una tasca diversa da quella che si ricordava.

Rimase un attimo indecisa sul da farsi, si era imposta di lasciar perdere quella faccenda e tornare alla sua solita vita, ma quella foto… riguardò il bambino raffigurato, era davvero troppo somigliante a Christopher. Decise di rimandare la sua partenza, prese la sua macchina e si diresse a casa della zia di Gianluca.


Quando arrivò a destinazione e suonò il citofono ad aprirle fu la figlia, la quale poi chiamò la madre.

-Salve, mi dica-

-Piacere sono Veronica Spadini, mi scusi se la disturbo, sono l’insegnate di suo nipote Gianluca, volevo sapere chi fosse il ragazzo di questa foto, probabilmente lei può aiutarmi-

La donna guardò la foto che le porse Veronica e poi disse: -Lui è Filippo Pedroni, un mio caro amico di infanzia, i miei genitori avevano appena aperto il rifugio e decidemmo di scattare questa foto quando...-

-Mi scusi se la interrompo ma sono un po’ di fretta, mi può dire dove posso trovarlo?-

La donna la guardò triste.

-Ecco… mi spiace informarla che Cristiano è morto-

-Come è morto? Quando è successo?-

-Tre anni fa-

-Ah… grazie per il suo tempo, mi scusi se l’ho disturbata…-

 

Un’ennesima delusione. Era arrivato il momento di lasciare perdere veramente questa volta.

 

Salita in macchina si stava dirigendo per l’ultima volta al suo appartamento, quando all’improvviso un’intuizione. Filippo Pedroni. Il nome le era familiare… Pedroni… Giorgia Pedroni, la rappresentatnte di classe!

La ragazza che aveva escluso a prescindere perché troppo simile ai suoi spenti alunni milanesi, che sia realmente lei il Gufo di Ol?

Chiamò la scuola per sapere il suo indirizzo, si diresse a casa sua, lì però la madre le disse che si trovava alla biblioteca della scuola, e fu così che la raggiunse.

 
   
 
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