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Autore: PersephoneAm    25/05/2016    0 recensioni
Adriano è il Principe dei Vampiri ed è un Guerriero.
Melissa una Guardia, una nobile soldatessa, che ha un solo compito: proteggere Adriano, il suo Principe. Tra loro ci sarà sempre e solo un rapporto ridotto ai loro ruoli all'interno della società dei Vampiri o diventeranno qualcosa di più?
Genere: Fantasy, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gustai appieno il suo sangue. Era dolce e un po' amaro, ma anche ferroso e incredibilmente buono, quasi come se creasse dipendenza. Nel frattempo lo sentii abbandonare la testa all'indietro, agevolandomi per nutrirmi da lui; si mise anche ad accarezzarmi la schiena con lenti movimenti circolatori, per farmi rilassare e mi feci carezzare, finché non fui sazia del suo sangue. Tolsi i denti dalla sua giugulare, sospirando, ma non notai che Adriano aveva appena sfoderato le sue zanne, piantandomele dritte nel collo.

Gemetti di dolore: da tempo Damiano si nutriva da me ed io viceversa da lui, ma Adriano era spettacolare, mentre beveva dalla mia carotide. L'attrito che si creò tra la sua bocca e la mia gola fu tanto eccitante, da lasciarmi senza parole. Mi ritrovai con la schiena appoggiata al muro, mentre mi aggrappavo ai suoi capelli, un po' per la foga del momento e un po' per la violenza con cui si stava nutrendo dalla mia arteria. Sicuramente i suoi denti mi avevano lacerato tremendamente la carne ed essendo una Vampira giovane, la mia ferita non si sarebbe cicatrizzata subito come la sua.

Quando mi rimise giù, avvertii immediatamente che il mio odore cambiato: aveva sicuramente messo il suo veleno nel mio corpo!

Mi aveva marchiata. E in più senza chiedermelo!

Odiavo questa cosa, soprattutto se quella pratica era fatta solo per possessione e non per amore.

«Levatemi di dosso il vostro odore. Ora!»sibilai.

«Non ci penso proprio.»fece lui. «Qui le regole le detto io, ragazzina.»

«Perché l'avete fatto?»chiesi, prossima alle lacrime.

«Perché ti prendo come mia Guardia.»mi disse lui, tenendomi stretta a sé, mentre una goccia del mio sangue scivolava dalle sue labbra.

Mi venne istintivo togliergliela con la punta dell'indice e lo vidi sorridere.

«Non è possibile e lo sapete! Io non ho ancora terminato gli studi.»protestai, ignorando il suo sorriso.

«Infatti li finirai e poi verrai a casa mia, sotto le vesti di mia compagna.»mi spiegò a bassa voce.

«Visto che parlate a bassa voce, potrei almeno sapere cosa sta succedendo?»domandai. «Insomma avete già un gruppo di Guardie a casa, perché proprio me?»

«Perché non voglio che le altre Guardie entrino in casa mia.»rispose lui. «Ho bisogno di aiuto per qualche tempo, devo riprendermi da una ferita.»

«Che ti è successo?»gli domandai preoccupata, passando direttamente al "tu".

«Preoccupata, Mel?»mi stuzzicò lui.

«Non sono preoccupata!»ringhiai lei. «E non mi chiamare Mel.»

«Oh, ma dovrò farlo se tu devi essere la mia compagna. Dovrai darmi del tu e chiamarmi Adriano.»

Con quella situazione ci sarebbe stata da ridere, già me lo immaginavo!

«Va bene, ma ad alcune condizioni.»dissi. «Non dovrete toccarmi.»

«Ti giuro che non ti toccherò se tu non vorrai.»promise Adriano, facendomi un sorrisetto ambiguo.

«Non avrete bisogno del mio consenso.»lo interruppi. «Voi non mi toccherete, perché è questo che voglio.»

Il principe ridacchiò. «Certamente.»

«E dovrete spiegarmi bene cosa sta succedendo.»

«Questo posso farlo solo in parte.»disse Adriano. «Sono affari interni della Razza, non puoi entrarci anche tu.»

Sospirai. «Va bene.»

Lui strabuzzò gli occhi. «"Va bene"?»

«Certo! Avete detto che non posso entrare in certe questioni, quindi mi faccio gli affari miei.»dissi, convinta.

«Mi sarei aspettato altro, a dire la verità. Voi femmine siete abbastanza simili da sapere cosa...»

«Non tutte le femmine sono uguali tra loro, come non tutti i maschi lo sono.»lo interruppi, guardandolo male. «Queste maledette generalizzazioni mi danno sui nervi!»

«Forse perché sono vere?»mi stuzzicò lui.

Scoccai la lingua sul palato, portando le braccia conserte davanti al petto e allontanandomi da lui. «E voi non avete mai pensato di sbagliarvi, giusto.»

«Io non sbaglio mai!»esclamò convinto. «E tu dovresti saperlo.»

«Vi siete sbagliato, invece.»

«No, io so che tu mi volevi, Melissa.»

«Avete interpretato male!»sibilai, cercando di chiudere il discorso. «Vado in camera mia. Alla prossima!»

Non gli lasciai il tempo di parlare, perché mi fiondai sulla porta, spalancandola e uscendo dal Gymnasium. Notai, con un certo fastidio, che molti maschi mi guardavano imbarazzati o sorpresi, persino Ottavio e mio fratello Alessandro.

«Mel!»mi chiamò il secondogenito del Re, rincorrendomi per quasi tutto il corridoio. «Mel, perché hai il Marchio di mio fratello addosso?»

«C'è qualcosa che devi dirmi, sorellina?»si intromise Alessandro, inclinando di lato la testa bionda.

«Lasciatemi in pace!»dissi senza alcuna sfumatura di tono, entrando nella mia stanza e chiudendomici dentro.

A chiave.

Rimasero davanti alla mia porta per due ore, finché non arrivò l'ora di mangiare e Alessandro mi informò che li avrei trovati al piano superiore, nella mensa. Ma non avevano ancora capito che mi interessava poco o nulla dei loro spostamenti o di dove li avrei trovati. L'unica persona a cui stavo pensando in quel momento era Adriano.

Sentivo che mi stava "chiamando", era come se la sua voce continuasse a sussurrare nella mia mente il mio nome. Mi buttai sul letto, sbuffando e mettendomi sulla testa il cuscino.

«Smettila!»gemetti, frustrata, scaraventando il cuscino contro la parete opposta al mio letto.

La porta di aprì in quell'istante e vidi una Guardia entrare nella mia camera, ispezionarla per bene e poi far passare Adriano, che mi sorrideva. La Guardia uscì, facendomi un inchino e chiuse delicatamente la porta. Mi sembrò strano vedere un colosso di un metro e novanta chiudere la porta con tutta quella delicatezza.

«Non vi basta sconvolgermi la mente?»gli urlai in faccia. «Ora dovete anche rompermi le scatole in camera mia?»

Lo vidi rimanere impassibile alle mie urla e si sedette comodamente sulla mia poltrona. Era semplicemente stupendo: le nostre radici greche erano concentrate sui maschi della nostra specie con una perfezione spaventosa e su Adriano si accentuava il tutto. Persino l'eleganza ferina e le sue agili movenze. Sembrava un leone pronto a scattare sulla sua preda, ovvero la povera sottoscritta.

«Mio fratello mi ha riferito che non stai bene e non ti sei recata nemmeno alla mensa.»disse lui, fregandosene di quello che avevo detto. «Perché?»

«Non ho fame.»dissi semplicemente.

«Sei sicura che non c'è altro sotto?»mi chiese lui.

«Cosa dovrebbe esserci?»ringhiai verso di lui. «A parte che sono stata marchiata contro la mia volontà e ora tutti mi fissano con stupore, come fossi una statua di grande valore?»

«Beh, sei stupenda, Mel! È normale che tutti ti guardino.»

Alzai gli occhi al cielo, sbuffando sonoramente. «Eh si, perché siccome mi guardavano così anche prima...»

«Magari tu non te ne sei mai accorta?»tentò di dire lui.

«Oh, Marte.»sospirai abbattuta, sedendomi sul letto e guardando il pavimento.

Non sentii neanche un minimo rumore, quando lui si alzò dalla poltrona e si fermò di fronte a me, prendendomi il mento con la mano e alzandomi il viso verso di lui. Quando i miei occhi si specchiarono nei suoi, sentii una sorta di solletico allo stomaco e ripensai a quando ero piccola e a quanto Adriano mi facesse divertire.





Oleee! Eccome di nuovoo con un altro capitolo! Finalmente sono riuscita ad aggiornare nuovamente la storia (e anche tutte le altre ahahaha). Allora, da qui si entra proprio nel pieno della storia, quindi già il Marchio di Adriano su Melissa ha il suo perché è il motivo, come avrete capito, non è solo per un'eventuale copertura, ma c'è un sentimento che è tra la vendetta e il possesso e la storia verrà poi spiegata più avanti. Fatemi sapere che vi pare e spero abbiate ancora la pazienza di aspettare i nuovi capitoli. Un bacio, Stefania ❤
   
 
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