Anime & Manga > Lupin III
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Autore: evelyn80    26/05/2016    4 recensioni
Lupin & Company hanno intenzione di rubare niente meno che il Knight Industries Two Thousand, ma scopriranno molto presto che la cosa non è così facile come sembra
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Il furto impossibile



Era un sabato pomeriggio di luglio, caldo ed assolato. Sulle spiagge di Malibù le persone potevano rinfrescarsi gettandosi in acqua, ma per le auto parcheggiate sul lungomare era tutta un’altra storia.
K.I.T.T., abbandonato sotto il sole cocente senza neanche una palma a dargli refrigerio, sbuffò. Dopo l’ennesima richiesta, Devon aveva ceduto alle pressioni di Michael ed ora l’uomo si stava godendo una meritata vacanza, spassandosela con la sua ultima conquista, una certa Stacey. Lo stesso non valeva, ovviamente, per la Pontiac che, in quanto vettura, non aveva certo l’accesso libero agli stabilimenti balneari.
Il computer si annoiava così tanto che iniziò persino a sperare che succedesse qualcosa di grave, pur di distrarsi un po’.


A poca distanza dalle auto in sosta, nascosti dietro un cassonetto della spazzatura, Lupin & Company attendevano il momento adatto per mettere in atto il loro colpo. Nella loro carriera di ladri avevano rubato di tutto, ma era la prima volta che il loro obiettivo era una macchina. Lupin non riusciva a capire cosa avesse di così tanto speciale quella Trans-Am nera, ma Fujiko aveva insistito così tanto che non aveva saputo dirle di no.
Il ladro in giacca rossa si guardò intorno, furtivo. Dato il caldo, in giro non c’era praticamente nessuno: tutti erano a godersi un bagno nell’oceano. Anche Arsenio avrebbe dato chissà cosa per aggregarsi a loro, magari approfittando dell’occasione per rimorchiare qualche bella ragazza in bikini, ma l’occhiataccia che Fujiko gli lanciò lo fece desistere. Incurvò le spalle e sospirò prima di fare un cenno agli altri tre e attraversare la strada, avvicinandosi alla Pontiac.


Abituato a tenere sempre i sensori all’erta, K.I.T.T. notò subito i quattro individui nascosti dietro al bidone dell’immondizia. Giusto per far passare il tempo si mise a studiarne i lineamenti, per poi cercare nel suo database alla ricerca di qualche eventuale corrispondenza. Fu piacevolmente sorpreso nel trovare i file di tutti quanti.
«Forse finalmente sta per accadere qualcosa» commentò tra sé e sé in tono divertito, mentre scorreva le notizie appena trovate. «Arsenio Lupin III, nipote del famoso ladro francese Arséne Lupin» disse, leggendo a voce alta, mentre la fotografia di un uomo dall’aspetto vagamente scimmiesco appariva sul suo schermo. «Ricercato dalla polizia di tutto il mondo per innumerevoli e rocamboleschi furti. Ha un debole per le donne.» L’immagine cambiò, sostituita da quella di un uomo barbuto, con gli occhi celati dalla tesa del cappello. «Daisuke Jigen» proseguì, «guardia del corpo e migliore amico di Lupin III. Pistolero dalla mira infallibile, ma dal passato a dir poco oscuro. Membro di un clan mafioso, è stato costretto a lasciare il suo paese, l’America, per trasferirsi in Giappone.» La fotografia cambiò per la terza volta, mostrando un samurai con indosso la tipica veste. «Goemon Ishikawa XIII, discendente di una famiglia di ladri giapponesi. Scintoista convinto, è anche maestro di scherma. Possiede una spada, chiamata zantetsu-ken, in grado di tagliare qualsiasi materiale. Interessante…» commentò il computer tra sé e sé, osservando con i sensori la lama in mano al samurai. «Sono proprio curioso di vedere di cosa è capace, quella spada.» Infine, l’immagine cambiò per l’ultima volta. Una bellissima ragazza dalla chioma fluente ammiccò dallo schermo. «Fujiko Mine, giovane avventuriera che segue solo i propri interessi. Di lei, Lupin III è perdutamente innamorato, ma senza essere ricambiato. Con quella faccia da scimmia non ha tutti i torti…» tornò a commentare, in tono ironico. «Chissà, forse Michael potrebbe avere qualche possibilità in più…»
Si interruppe quando i suoi sensori captarono il movimento dei quattro individui che si stavano avvicinando a lui. Alzando al massimo il livello d’allarme si apprestò a fronteggiare Lupin e la sua banda.


Camminando acquattati per dare meno nell’occhio Lupin & Company attraversarono la strada, aggirando la Pontiac e nascondendosi alla vista dei passanti dietro di essa, dalla parte del marciapiede. Guardandosi cautamente intorno, Arsenio estrasse dalla tasca interna della giacca una bustina contenente il suo kit di grimaldelli, adatti per ogni occasione.
«Bene, ora vi faccio vedere come si scassina una serratura in pochi secondi!»
Con la lingua tra i denti, il ladro inserì il primo arnese nella feritoia, per estrarlo subito dopo piegato a quarantacinque gradi.
«Eh?! Ma che…!» esclamò, gettando via il grimaldello ormai inutilizzabile e prendendone un altro dalla forma leggermente diversa. Dopo pochi istanti anche quello fece la fine del precedente e così i rimanenti diciotto. Ormai preso dalla rabbia e dalla frustrazione, Lupin afferrò la maniglia della portiera con entrambe le mani e cominciò a tirare, facendo leva col piede per metterci più forza.
«Apriti, dannato bidone!» urlò, dando un ultimo strattone. Le sue mani, ormai completamente sudate per il caldo, persero la presa ed il ladro andò a sbattere con il sedere per terra, ululando per il dolore.
«Ora basta!» esclamò Jigen, scansando l’amico con una manata. «Adesso ci provo io!» 
Il pistolero estrasse la sua Magnum e scaricò l’intero caricatore sulla portiera. I proiettili rimbalzarono su di essa tornando indietro al mittente, costringendo Jigen a ballare sul posto come una marionetta impazzita per evitare di finire impallinato dalle sue stesse pallottole.
Mentre il pistolero riprendeva fiato, facendosi vento col cappello, Goemon si avvicinò in silenzio scostando, col pollice, la lama della sua spada dal bordo del fodero di legno. Con un grido da vero samurai estrasse la katana di scatto, menando un fendente preciso sul montante dello sportello. Con somma sorpresa di tutti, la lama rimbalzò sulla liscia carrozzeria ricoperta dalla protezione molecolare, tremando a tal punto da far persino riverberare i denti del giapponese.
Fujiko, con le mani sui fianchi, aveva osservato con aria di sufficienza i goffi tentativi dei tre uomini. Visto che né Lupin né gli altri erano riusciti ad aprire la Pontiac, decise di intervenire.
«Fatevi da parte, vi faccio vedere io come si fa!»


Ridendo tra sé e sé, K.I.T.T. decise di prolungare lo scherzo. Si stava divertendo così tanto, perciò perché non approfittarne? Quando si rese conto che la donna si stava avvicinando calò al minimo il livello di allarme, facendo diventare verdi i led sotto alla maniglia.


Per prima cosa Fujiko tentò con la maniglia della portiera. Lo sportello si aprì docilmente al suo tocco.
«Siete proprio degli idioti!» esclamò rivolta ai suoi compari che la guardavano con occhi sgranati per la sorpresa. «Non avevate pensato che la macchina potesse essere aperta?» 
Senza attendere oltre, la donna si accomodò al posto di guida. Lupin alzò il sedile del passeggero per permettere a Jigen ed a Goemon di occupare il divano posteriore, per poi sedersi a sua volta al fianco di Fujiko.
Non appena gli sportelli furono richiusi, però, i vetri dell’auto si oscurarono completamente, mentre l’interno dell’abitacolo veniva illuminato da una spettrale luce rossa.
«Sono il Knight Industries Two Thousand» declamò K.I.T.T., con voce solenne. «Benvenuti a bordo.»
Arsenio e Fujiko tentarono disperatamente di spalancare gli sportelli, ma senza alcun risultato. Oramai erano intrappolati a bordo di quella macchina infernale.
«Allacciate le cinture» tornò a dire il computer, «si parte.»
La Trans-Am si allontanò dal marciapiede in uno stridore di gomme. Sbandò leggermente prima di raddrizzarsi, facendo finire Lupin con la faccia sulle tette di Fujiko che lo scacciò malamente con un sonoro ceffone.
La velocità aumentò vertiginosamente nel giro di pochi secondi. Il contamiglia segnava già 120, ed era ancora in salita. Con un grido, i quattro si aggrapparono a tutte le maniglie disponibili, mentre all’improvviso la Pontiac eseguiva un perfetto testacoda, per tornare poi nella direzione da cui era venuta. I finestrini tornarono trasparenti giusto in tempo per mostrare ai ladri che stavano per andare a sbattere contro un camion che stava attraversando la strada.
«Fujiko, fa qualcosa!» gridò Lupin, coprendosi gli occhi. 
«Ci sto provando!» rispose la donna, tentando inutilmente di pigiare il pedale del freno che non rispose al comando; anzi, l’auto accelerò ancora di più, per poi spiccare un balzo grazie al Turbo Boost. Sorvolò il grosso TIR ed atterrò dalla parte opposta, facendo sbattere la testa contro il tetto ai suoi quattro passeggeri.
«Mi viene da vomitare…» gemette Jigen, mettendosi una mano davanti alla bocca nel tentativo di evitare di rimettere quello che aveva mangiato a pranzo.
«E non avete ancora provato nulla» commentò K.I.T.T., in tono sadico. Si aprì uno sportellino al centro del cruscotto, ed un interruttore verde si accese. Il computer aveva appena inserito la Super-velocità. Accompagnata dal rumore dei pistoni che consentivano l’apertura degli alettoni, la vettura si trasformò nella sua super-versione, per poi filare sul lungomare a 500 miglia orarie. Mentre passava, tutto ciò che si riusciva a sentire era il rombo supersonico del suo motore.
«Aiuto! Aiuto! Basta!» implorò di nuovo Arsenio, con gli occhi serrati e le mani strette sulla maniglia sopra al finestrino. Jigen e Goemon, sul sedile posteriore, si erano abbracciati e piangevano come bambini. Fujiko aveva gli occhi sbarrati e pareva sul punto di perdere i sensi.
Come in risposta alla richiesta del ladro, K.I.T.T. attivò il turbo freno. Tre pannelli, uno sul tetto e due laterali, si aprirono di scatto facendo fermare l’auto in appena 50 metri. La decelerazione così improvvisa catapultò tutti e quattro in avanti, facendoli sbattere con la faccia contro al vetro, in un ammasso di membra aggrovigliate. 
«Spero che il viaggio sia stato di vostro gradimento» ironizzò il computer, attivando entrambi i pulsanti di espulsione. Il tettuccio si aprì ed i quattro ladri furono spediti fuori dall’abitacolo, come un’unica palla di cannone umana che andò ad atterrare diversi metri più in là.


Dopo essersi accertato delle loro condizioni fisiche e dei loro parametri vitali, K.I.T.T. tornò lentamente al suo parcheggio. Non appena ebbe spento il motore Michael lo chiamò.
«Tutto bene K.I.T.T.? Mi era parso di sentirti mettere in moto e partire, poco fa…»
«Sì, Michael, ho avuto un incontro ravvicinato con una banda di ladri, ma niente che non potessi risolvere da solo.»
«Ok, amico. Ci vediamo più tardi!»
«Divertiti Michael.»
«Grazie!»
Ridendo di nuovo tra sé e sé, K.I.T.T. tornò ad alzare il livello di allarme anche se, ne era convinto, quello scalcinato gruppo non si sarebbe più fatto vedere per molto tempo.
 

Fine
 
Spazio autrice: Sono una fan sia di Lupin III che di Supercar, essendo cresciuta guardando entrambe le serie in TV. Ho pensato che potesse essere simpatico coniugarle insieme: Lupin, che spesso e volentieri è sfortunato con i suoi furti, e K.I.T.T. che di solito è protagonista di vari siparietti comici.
Spero che l'idea possa essere piaciuta.
Evelyn

 
  
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