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Autore: bacionero    26/05/2016    3 recensioni
Candice si ritrova ad abitare nuovamente a villa Andrew. E' lontana da anni dal suo Terry ma qualcosa potrebbe riavvicinarli...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Terence Granchester non aveva ma avuto nulla di veramente suo.

Non l’affetto del padre, che aveva dovuto dividere con i fratellastri.

Non quello della madre, che aveva dovuto dividere con il teatro.

Non una casa, una città che avesse mai sentito sua.

Ma adesso finalmente aveva qualcosa di suo.

Fu con questa consapevolezza che il giorno della partenza della compagnia Stradford da Chicago si avviò a villa Andrew per parlare con Susanna e rivendicare il proprio diritto alla libertà.

Entrò nella vasta proprietà e dopo aver camminato un po’ intravide l’ingresso principale. Seduti su una panchina nel grande giardino, Candy e Archie parlavano in maniera concitata e vivace e ogni tanto si lasciavano andare a risate liberatorie.

Terence si avvicinò alla coppia avendo perso il leggero sorriso che lo aveva accompagnato all’ingresso.

-Buongiorno.

-Ciao,Terence!-esclamò Candy balzando dalla panchina e avvicinandoglisi-io e Archie stavamo parlando di una cosa buffa che è successa ieri mattina, riguarda una certa Gabrielle…sai ieri sera ci siamo visti solo per cinque minuti e non ho avuto modo di…ma che cos’hai?

-Niente, niente-quasi grugnò Terence, in risposta.

-Buongiorno, Granchester-intervenne Archie.

-Buongiorno, Cornwell.

-Candy, sai dov’è Susanna? Le devo parlare.

-Credo sia dentro casa, Terence, basta che attraversi quella porta e te la ritroverai all’ingresso.

-Accompagnami, Candy.

-Accompagnarti? È facile, devi solo entrare e…-Candy si interruppe osservando il cipiglio di Terence che guardava con impazienza Archie. All’improvviso capì tutto, al suo quasi fidanzato non piaceva l’idea di lasciarla sola con il cugino.

-E va bene-osservò Candy alzando gli occhi al cielo-Ti accompagnerò.

Quando furono fuori dalla portata di Archie aggiunse, dandogli un’affettuosa pacca sulle spalle:

-Sempre burbero tu, eh?

Terence sorrise impercettibilmente, facendo in modo che Candy non se ne accorgesse. In fondo gli piaceva che Candy lo conoscesse così bene e che sdrammatizzasse i suoi modi in bianco e nero.

Susanna, come se avesse sentito l’arrivo del nuovo ospite si affacciò all’ingresso principale, e Candy si rese conto che quello era il momento di lasciarli soli. Terence in un primissimo momento stentò a riconoscere in quella donna sorridente e quasi vivace l’ex attrice che si era lasciata vivere per anni, scontenta di tutto e tutti. Ma subito dopo ebbe un moto di stizza, ricordando che era stata lei la causa della sua infelicità.

Da lontano Candy assistette alla scena. Nessuno dei due parlò a voce troppo alta, e pur imbarazzati Terence e Susanna trovarono le parole adatte per spiegarsi presto e senza troppi giri di parole. Quando seppe di lei e Albert si complimentò, curioso di conoscere come erano andate le cose e impaziente di vederli insieme, per appurare che la loro unione fosse solida e i sentimenti sinceri. Voleva essere certo, in realtà, che la propria felicità non corresse alcun pericolo.

 

Quando Archie scese dal transatlantico, in quella brumosa mattinata di novembre, ebbe la netta impressione di stare per combattere la battaglia più dura della sua vita, che avrebbe potuto concludersi con il trionfo di Austerlitz o come la più disastrosa delle Waterloo.

“Beh Napoleone ci sta proprio” pensò mentre saliva sul treno “Archie, benvenuto nella vecchia Francia”.

Dopo aver ottenuto la rassicurazione da parte di Candy che non avrebbe scritto nulla alla sua amica, aveva deciso di imbarcarsi e di raccontare ad Annie ogni cosa personalmente.

Quando un’esterrefatta Annie ascoltò quello che il suo fidanzato aveva combinato, decise di troncare il rapporto e gli suggerì di restare a Parigi perché lì di ballerine come Gabrielle ne avrebbe trovate a migliaia.

Archie capì di non potere cavarsela con delle semplici scuse e decise di dimostrarle con i fatti e non con semplici parole quanto fosse pentito. Annie se lo ritrovò all’uscita dei corsi che stava seguendo tutti i pomeriggi, con il sole, la pioggia e poi la neve, man mano che passavano le settimane. La solita occhiata furtiva, piena di rancore e di orgoglio, era la risposta della ragazza. Se avesse voluto, Archie avrebbe potuto fermarla e parlarle, ma capiva che le avrebbe solo dato fastidio. Sarebbe stato come un volersi imporre ad ogni costo.

Poco dopo Natale, quando già il corso era in pausa per via delle festività natalizie, Archie smise di farsi vedere come tutte le mattine sotto il pensionato in cui abitava Annie, e la ragazza pensò con rabbia e con una punta di rammarico che il suo pentimento era già finito e che aveva fatto ritorno in America.

Fu così che decise, ripetendo a se stessa che lo faceva per pura e semplice curiosità, di andarlo a trovare nell’appartamento che abitava dal giorno del suo arrivo in Francia e il cui indirizzo aveva saputo tramite una compagna di corso che conosceva il padrone della casa data in affitto al ragazzo. Seppe, ricevuta proprio dalla moglie del padrone di casa, la signora Piquet, che il ragazzo era a letto con l’influenza.

-E…è grave?

-No, signorina, è in via di guarigione, e se vuole può chiederglielo lei stessa.

-Non c’è alcun bisogno. Sono passata solo…solo per accertarmi che non fosse in fin di vita, altrimenti sarebbe stato mio l’ingrato compito di avvertire la famiglia. Diciamo che sono la parente più prossima che ha in Francia.

-Beh, allora se è una sua parente come mai non lo aiuta finanziariamente? Ha finito i soldi da un pezzo e non ha alcuna intenzione di chiederli alla sua famiglia in America. Dice che è ora di crescere e che non vuole più fare il damerino viziato di prima, e i pochi soldi che guadagna come garzone del fornaio qui accanto li spende per pagarsi l’affitto di questa casa.

-Co….cosa? Garzone del fornaio? Incredibile!

.Già, signorina. Deve avere una forte motivazione per stare qui. Quando è arrivato sembrava un signorino dell’alta società e invece, adesso…non lo si riconosce più!

-Certo, certo, ma immagino che non abbia molte difficoltà con le donne. Scommetto che ne incontra una ogni sera!

-Donne, dice? Mah, da quando è arrivato non ne ho vista neanche una, tanto che…tanto che ho pensato avesse… altri gusti. È così, signorina?

-Ehm, ed io ne so? Ad ogni modo…ehm…dovrei accertarmi del suo stato di salute. Personalmente. Il malato è in stanza? Può accompagnarmi?

-Ma certo. Venga pure. Anzi, la lascio con lui e vado a sbrigare le mie faccende.

La signora Piquet chiuse discretamente l’uscio della stanza, ed Annie si ritrovò da sola con il suo ex fidanzato.

Sedette sulla sedia accanto al letto e fissò il volto del giovane, il quale aveva gli occhi chiusi e il viso rivolto dall’altra parte della stanza.

Il rumore della borsa che Annie poggiò sul comodino riscosse Archie, che si voltò nella sua direzione.

-Bene bene-fece dignitosamente la ragazza-sei ancora in vita e immagino ti riprenderai presto. Non sei poi così delicato, dopotutto.

-Annie…

-No, non stai sognando, è solo che non ti ho visto più, al corso, e mi ero chiesta se non stavi male e non fosse il caso di avvertire lo zio in America…sono qui solo perché anche se non faccio più parte della tua famiglia, gli Andrew, sono stata accolta con grande amorevolezza e…

Archie interruppe la ragazza prendendole la mano.

-Ho saputo che non frequenti più le ballerine. Bene, qualcuno potrebbe pensare che hai cambiato gusti in fatto di…-continuò Annie.

Archie non trattenne il sorriso.

-No, non c’è nessuno, almeno di fatto. Nella mia testa però sì, c’è qualcuno.

Dobbiamo parlare.

 

 

Salve a tutti! So di essere in ritardo imperdonabile, quasi un anno! Certamente molti di coloro che hanno letto avranno pure dimenticato la trama, sorry!

Sono stata impelagata in un imbroglio sentimentale lavorativo e chi più ne ha più ne metta, concentrazione per scrivere zero.

Questo dovrebbe essere il penultimo capitolo.

   
 
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