Prima che se ne rendesse conto, Emma si trovò a terra in una
foresta. Sapeva benissimo che non era una foresta qualsiasi, era la Foresta
Incantata e la riconobbe, anche se non la conosceva bene come i suoi genitori.
Rammentava benissimo il suo ultimo viaggio nel passato quando per
sbaglio aveva portato Zelena a Storybroke rovinando la felicità di Regina. Non
voleva ripetere lo stesso errore, era lì solo per osservare e forse non era
nemmeno la decisione giusta.
«Tutto bene Swan?» chiese Uncino al suo fianco e lei annuì.
Stava seguendo solo la sua voglia di conoscere il passato, ma
forse si stava sbagliando, forse venire qui era stata una follia.
«Non vorrai dirmi che hai adesso hai paura di sapere» disse Uncino
come leggendole nel pensiero.
«E' solo che credo che forse avrei dovuto …».
Emma s'interruppe quando sentì un rumore di cavalli, Uncino la fece abbassare dietro la fitta vegetazione e videro due cavalli galoppare veloci. Riconobbe all'istante la figura maschile che cavalcava, un dolce sorriso le apparve sul volto quando si rese conto, si trattava di suo padre.
Emma s'interruppe quando sentì un rumore di cavalli, Uncino la fece abbassare dietro la fitta vegetazione e videro due cavalli galoppare veloci. Riconobbe all'istante la figura maschile che cavalcava, un dolce sorriso le apparve sul volto quando si rese conto, si trattava di suo padre.
Sembrava nato per stare su quel cavallo. Anche se non aveva nobili
origini, suo padre era sempre stato un eroe e non solo per lei. Lo osservò
fermarsi dopo una lunga corsa e scendere dal cavallo con un'espressione felice.
«A quanto pare ci siamo» osservò sottovoce Uncino.
Emma era così concentrata a guardare suo padre, che non aveva
ancora visto la figura femminile al suo fianco. Almeno finché lei non scese da
cavallo. La sua capigliatura bionda poteva anche confonderla ma non il suo
viso. Era lei, era proprio lei e stava sorridendo a suo padre.
«Molto carina, trovi?» chiese Uncino osservando il bel vestito che
l'altra Emma indossava.
Emma era abituata a jeans e a giacche di pelle. Era cresciuta nel
mondo reale e poche volte aveva indossato quel genere di vestiti che invece sua
madre Biancaneve conosceva benissimo.
L'altra Emma sembrava completamente a suo agio con quel vestito, i
suoi capelli erano legati in un'elegante acconciatura e portava anche una
sottile corona di fiori tra i capelli.
Dal modo in cui sorrideva a suo padre e dalle loro risate allegre,
era chiaro quanto il loro legame fosse vero e sincero. Non riusciva a sentire
cosa si dicevano, ma l'espressione dei loro volti e i loro gesti lasciavano
intendere quanto la loro intesa fosse solida e perfetta.
Da quando aveva ritrovato i suoi genitori, Emma aveva faticato non
poco a trovare una complicità con loro. Adesso poteva ritenersi molto fortunata
perché Mary Margaret e David erano i genitori migliori del mondo, aveva legato
con entrambi. Eppure l'altra Emma sembrava avere qualcosa che lei non avrebbe
mai avuto, una sintonia totale con un genitore che cresce col tempo e non
arriva all'improvviso.
Prima che se ne rendesse conto, calpestò un ramo secco e quel
rumore fece subito insospettire suo padre.
Lo vide togliere la spada dal fodero, avvicinandosi proprio verso
di loro.
Uncino la guardò male, ma Emma non aveva tempo per ascoltare i
suoi rimproveri. Con un tocco di magia modificò l'abbigliamento suo e di Uncino
e cambiò anche loro aspetto.
Non si era informata a sufficienza su come gli altri li avrebbero
visti, sarebbe stato alquanto scioccante per l'altra Emma e per suo padre
vedere una sosia vestita con abiti alquanto bizzarri da quelle parti.
«Ottima scelta» osservò con un ghigno divertito Uncino guardando
senza nessuna vergogna la scollatura audace del suo vestito.
Emma si sistemò i capelli avanti coprendo la scollatura e Uncino
sbuffò seccato.
«Mi spieghi perché vuoi sempre rovinarmi le cose belle?».
Emma stava per rispondergli per le rime, quando udirono la voce di
suo padre:
«C'è qualcuno?».
Aveva spostato dei rami e adesso li stava fissando con curiosità,
ancora con la spada in mano. Probabilmente si stava chiedendo, perché due
persone vestite bene erano nascoste lì dentro.
«Finalmente qualcuno cui chiedere aiuto» - esordì Kilian al suo
fianco - «abbiamo avuto problemi con la carrozza, ci chiedevamo se potevate
aiutarci».
Suo padre lanciò loro un'occhiata e quando capì che non
costituivano nessun pericolo, rifoderò la spada.
«Certamente. Io e mia figlia ci siamo fermati proprio adesso per
far riprendere fiato ai cavalli, ma saremmo più che lieti di aiutarvi».
«Stupendo. Hai visto tesoro? Finalmente incontriamo persone
gentili» sorrise Kilian.
Sembrava completamente a suo agio, inventava bugie con la massima
disinvoltura. In un altro momento Emma gli avrebbe intimato di smetterla, ma
adesso era invece concentrata su suo padre che stava svolgendo le perfette
vesti di Principe del reame assicurando il suo aiuto. Poco dopo giunse anche
l'altra Emma che si presentò con formalità e restò in silenzio per tutto il
resto della conversazione.
«Allora è deciso, andiamo» stava dicendo in quel momento suo
padre.
Era evidente che aveva creduto alle parole di Kilian e adesso li
stava scortando al palazzo.
Il palazzo dove era cresciuta sua madre e dove Emma avrebbe dovuto
crescere a sua volta se il sortilegio non fosse stato lanciato.
«Non è prudente restare nella foresta al calar della sera» -
spiegò suo padre con aria grave - «a causa della Regina cattiva, credo ne
abbiate sentito parlare».
«Abbastanza» - confermò Kilian - «ma fonti certi ci assicurano che
il Principe e Biancaneve hanno tutto sotto controllo».
«In effetti, i miei genitori hanno sconfitto la perfida Regina con
molta facilità» parlò per la prima volta l'altra Emma.
Emma non aveva mai conosciuto Regina prima della redenzione, in
questo mondo molto probabilmente era ancora la malvagia sovrana che tutti
temevano. Quel cambiamento, decisamente non era un bene per nessuno.
Arrivarono in breve al castello che Emma aveva visto solo insieme a
sua madre quando era tutto distrutto. Adesso invece era perfetto, splendente e pieno
di vita e non poté che sorridere di fronte a tale spettacolo.
«Niente a che vedere con la nostra Storybroke vero?» domandò sottovoce
Kilian.
«Non c'è paragone» affermò convinta Emma. Avrebbe voluto visitare il
castello con calma, ma sapeva che non avevano molto tempo. Proprio quando stava
per chiedersi quando sarebbe arrivata sua madre, ecco che Biancaneve fece il suo
ingresso.
Vide i suoi genitori salutarsi con un caldo abbraccio e poi l'altra
Emma salutare sua madre con un sorriso. Poi Biancaneve fece i perfetti onori di
casa ed Emma la osservò rendendosi conto che nel ruolo di Regina del Reame era perfetta.
Sembrava nata per quello così come suo padre.
Per la prima volta si rese conto di quanto avessero perso, e di come
le loro vite fossero cambiate quando avevano deciso di restare a Storybroke.